In
queste settimane sono stata rapita dalla lettura di una trilogia fantasy: la
saga del mago nero di Trudi Canavan. È
stato un viaggio appassionante nella magia e nelle vicende biografiche di
personaggi permeati da onore, coraggio e forza.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwqntJ8Z-hwv78AX_u5iBYVWawB9mBIbKQnSnVVyc5rG7R1T3VSxS4Ti7Es124dzHQVjMBmHclaIFE8UUGhbOqLShBuBO4CRtbxFh-394uNnSX96JxSZPv0TITtS5RDof42K2Rll0H4bU/s400/sonea.jpg)
Questo
è l’inizio di tutto! Sonea scaglia una grossa pietra imprimendo nel lancio
tutta la sua rabbia, il suo desiderio di vendicarsi e colpire. Inaspettatamente
si vede un lampo di luce e la pietra riesce ad oltrepassare lo scudo e colpire
alla testa un mago.
Il
primo libro “la corporazione dei maghi” presenta i personaggi della saga
attraverso la ricerca di Sonea: la ragazza dei bassifondi che ha liberato da
sola i suoi poteri.
La
ragazza fugge terrorizzata e grazie alla banda dei suoi amici e ai Ladri riesce
a sfuggire per lungo tempo alla Corporazione. I maghi dalla loro parte sono
sgomenti nell’apprendere che la magia possa esistere anche al di fuori delle
Case nobili e, soprattutto, che possa essere attivata senza l’aiuto di un altro
mago. Sanno perfettamente, inoltre, che è necessario imparare il Controllo
della magia, altrimenti il mago comincerà ad usarla senza accorgersi, in modo
indiscriminato rischiando di distruggere tutto quello che c’è intorno e
uccidere se stesso. I maghi vogliono trovare la ragazza per evitare, in prima
istanza, tutto ciò. Durante queste ricerche estenuanti e le rocambolesche fughe
nei sotterranei della città (la via dei Ladri) ogni personaggio viene delineato
nelle sue caratteristiche peculiari, nei tratti di personalità e nelle trame
relazionali all’interno della società.
Infine
Sonea viene trovata proprio perché i suoi poteri sono diventati pericolosi e
incontrollabili, la ragazza brucia inavvertitamente tutto quello che la
circonda e rischia di morire da un momento all’altro.
Sonea,
come tutti gli abitanti dei bassifondi, odia i maghi perché non fanno nulla per
la loro condizione miserevole e non vuole assolutamente entrare a far parte
della tanto odiata corporazione.
Il
tema di questo capitolo della saga che più ha colpito le mie riflessioni è
quello del “Controllo”.
Per
ogni novizio che intraprende questo percorso nella scuola dei maghi, per
cominciare (a parte la liberazione dei poteri latenti) deve imparare a
Controllare questo potere, questa forza che può essere di intensità diversa per
ogni individuo. Non ho potuto fare a meno di pensare alla biografia: credo che
ognuno di noi, superata la fase di estrema potenza data dall’adolescenza, debba
imparare ad esercitare il controllo sulla propria emotività, sulle proprie
pulsioni e prendere, in tal modo, in mano la propria vita. Prima di poter
intraprendere un qualsiasi percorso o progetto è fondamentale imparare a gestire
le proprie forze, i propri talenti e le zone oscure. Concentrarsi su di sé,
conoscersi profondamente e gestire le nostre peculiarità. Solo in questo modo
ci si può realizzare e assecondare le proprie attitudini, allacciare relazioni
serene e soddisfacenti. Certo ognuno dovrà percorrere la propria via, crescere
con le esperienze, la formazione, gli incontri ma, in prima istanza, è
necessario imparare ad attuare il Controllo della propria energia vitale per
non danneggiare gli altri, noi stessi e la nostra vita.
Ho
apprezzato molto i metodi di insegnamento del Controllo ai maghi, attraverso
visualizzazioni guidate Sonea è entrata nella propria mente e pian piano è
riuscita a rinforzare le proprie difese psichiche consapevolmente, a gestire la
propria energia e a conoscersi. Piccole pennellate hanno semplicemente spiegato
a livello intuitivo alcuni funzionamenti psichici e l’ho trovato molto
interessante.
Il
primo libro si conclude con l’introduzione della giovane dei bassifondi in
questo mondo d’elite e di magia.
Il
secondo, “la scuola dei maghi”, vede impegnata la ragazza a superare la
diffidenza, l’astio, la cattiveria e la prepotenza del gruppo dei pari, degli
insegnanti e di quel mondo a cui non appartiene. Le sue grandi potenzialità
suscitano invidia nei giovani rampolli delle famiglie ricche e la ragazza
subisce ogni tipo di angheria. Questo libro è situato proprio nel mezzo, la
trama prepara tutti gli antefatti per il grande finale del terzo: i personaggi
sono sempre meglio definiti, la protagonista acquisisce le competenze che le
serviranno in seguito e si accumulano una serie di misteri e situazioni da
definire.
Quello
che mi ha colpito di più nel secondo libro sono state alcune caratteristiche
della ragazza: la tenacia, la caparbietà, l’umiltà, la perseveranza, l’onore e
la forza d’animo. Tra tutte queste qualità l’umiltà era quella che più mi
metteva in difficoltà, leggendo di quanto era in grado di sopportare la ragazza
senza reagire, di come manteneva costante il rispetto dell’autorità (al di là
del bene e del male) mi dava una sensazione di fastidio, quasi di stizza,
speravo, continuando a leggere, che prima o poi reagisse, li ripagasse in
qualche modo con la stessa moneta. Invece no, la ragazza subiva imperterrita le
angherie e poi pian piano si “ricostruiva”, ogni “cosa” che amava le veniva
tolta e lei riusciva comunque a trovare forza, gioia della vita stessa. Ho
riflettuto su di me ed ho pensato che forse proprio l’umiltà è la virtù che
devo coltivare, imparare ad usare, sempre, di prima reazione. Non mi
appartiene, sono sempre stata una libertaria insofferente all’autorità e alle
regole, superba della mia intelligenza e della mia forza che traspare dal mio
sguardo (sebbene in verità poi sono stata emotivamente molto fragile e sola un
po’ come Sonea). Però leggendo il libro ho pensato che l’umiltà è una qualità
che alla lunga paga, ti mette in contatto con l’io altrui, anche con l’io di
chi in qualche modo ti ferisce e credo che questo sia il compito di ognuno
nell’umanità, quello che serve per salvare la devastazione della natura, i
problemi della crisi di oggi, l’impoverimento dei valori… l’umiltà, la capacità
di sopportare con forza il disprezzo e la prevaricazione altrui, senza
lasciarsi davvero schiacciare, proprio l’immobilità ci rafforza, ci tempra e
alla lunga ci innalza.
Sonea,
infatti, alla fine dimostra la sua superiorità a tutta la corporazione, ma lo
fa in modo elegante, competente, senza arroganza, equamente, rischiando anche
il fallimento: una bella lezione di vita.
Il
terzo libro è completamente diverso, tutti i preamboli sono stati fatti, le
situazioni sono state preparate, i personaggi son ben definiti e il lettore ha
instaurato con loro le proprie antipatie e simpatie. Si entra subito nel vivo,
gli accadimenti sono veloci e sempre significativi: è un libro (di 550 pagine)
che si legge d’un fiato (meno male che è estate se no l’avrei dovuto
centellinare con grande sofferenza).
Il
terzo libro è quello che mi è piaciuto di più, è quello che significa tutta la
saga, che riscatta i deboli, gli umili, i tenaci. Anche in questo libro la
ragazza dimostra di avere una forza straordinaria: al di là dei poteri magici
superiori alla media, è la sua capacità di sacrificio che è sorprendente, è
disponibile a cambiare le sue convinzioni non appena riconosce la verità, non
indugia nelle vecchie “abitudini” e si “offre” diretta verso ciò che ritiene
giusto, a qualunque costo.
Non
nascondo che il finale non mi è piaciuto tantissimo perché è stato un po’
troppo drammatico, la perdita della ragazza (non voglio fare troppe
anticipazioni qualora qualcuno che legge questo post voglia poi addentrarsi di
persona nella saga), però non posso fare a meno di dire che, in termini
biografici, se qualcuno doveva “andarsene” era proprio Sonea. Insomma il
passaggio come meteora che porta il cambiamento, che svolge la propria missione
vorrebbe che poi (così come è arrivata)
scomparisse. Quindi un finale drammatico era preferibile così, anche se ben
comprendo che avrebbe reso più difficile la prosecuzione della vicenda nella
successiva saga (che non ho ancora letto alla quale credo mi dedicherò
presto!!!).
La
narrazione è fluida e interessante, anche se i continui cambi di scena nei
diversi contesti dell’opera, all’interno dello stesso capitolo, un po’ mi
infastidiva. Insomma quando ero presa bene da un dipanarsi di situazioni ed
eventi ecco che si cambiava scena e si parlava di un altro personaggio. A volte
le descrizioni erano un po’ troppo lunge e particolareggiate, c’erano dei
tratti che sembravano voler tirare in lungo per creare maggiore “suspense”,
avrei preferito piuttosto un approfondimento sugli stati d’animo invece che
delle dettagliate descrizioni ambientali o contestuali.
Comunque
mi è piaciuta molto, i presupposti erano buoni, l’ambientazione magica mi
piace, adoro le saghe e anche in genere il fantasy. Inoltre si evince nella
narrazione che l’autore è una donna. La maggioranza delle qualità che ho
descritto sono effettivamente le peculiarità (auspicabili) legate al femminile.
Femminile inteso come parte di un tutto e non semplicemente come “femmina”.
Insomma ognuno, maschio o femmina, nel proprio percorso eroico dovrebbe
sviluppare nel femminile le qualità che l’autrice ha espresso egregiamente nel
personaggio di Sonea. Mi è piaciuto molto brava Trudi!!!