È tornato il tempo delle
immersioni nei libri. La maternità e gli
innumerevoli progetti di vita annessi mi hanno “costretto” in questi anni a
diventare un “lettore saltuario”, i libri rimanevano pazienti su mensole e
comodini in attesa, conservando fiduciosi e fedeli il segnalibro, altri si
accontentavano di essere spulciati di tanto in tanto e leggiucchiati, altri
ancora sono lì ancor oggi in attesa di trasformarsi nei prescelti per
incominciare insieme un’incommensurabile avventura.
Ebbene questo 2013 è incominciato all’insegna di questi
meravigliosi viaggi.
“Chi
non ha mai passato interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti
in testa chino su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé,
senza più accorgersi di aver fame o freddo;
chi
non ha mai letto sotto le coperte, al debole bagliore di una minuscola
lampadina tascabile, perché altrimenti il papà o la mamma o qualche altra
persona si sarebbero preoccupati di spegnere il lume per la buona ragione ch’era
ora di dormire, dal momento che l’indomani mattina bisognava alzarsi presto;
chi
non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia
meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti
personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a
creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e
sperato e senza le quali d’improvviso la vita pareva così vuota e priva di
interesse;
chi
non conosce tutto questo per sua personale esperienza, costui molto
probabilmente non potrà comprendere ciò che fece allora Bastiano.
Fissava
il titolo del libro e si sentiva percorrere da vampate di caldo e di freddo.
Questo ecco, proprio questo era ciò che lui aveva sognato tanto spesso e che
sempre aveva desiderato da quando era caduto in preda alla sua passione: una
storia che non dovesse mai avere fine. Il libro di tutti i libri.”
M.Ende – La storia
Infinita
Uno dei libri che ho
divorato in due giorni recentemente è proprio il libro di Ende la Storia
infinita.
La trama del libro è ben nota grazie all’omonimo film di qualche
lustro fa. Devo dire che in qualche modo il film era stato abbastanza fedele
alle descrizioni, ai personaggi, al ritmo della narrazione sebbene, come sempre
accade, molte vicende e concetti siano stati oltremodo semplificati. È un libro
iniziatico, è il viaggio dell’eroe alla ricerca di sé. Il film si fermava sul
più bello, proprio da lì inizia la parte più succulenta del romanzo dove
Bastiano, il giovane lettore del libro, intraprende un percorso attraverso i
sentimenti umani e per conoscerli profondamente deve ad ogni istante perdere un
pezzo della propria individualità. È molto interessante la costante che si
trova nel libro: l’esistenza (e la sopravvivenza) dell’essere (sia di
personaggi che di oggetti) passa attraverso il nome. Ogni cosa incontrata da
Bastiano deve essere “nominata” e da quel momento “esiste” con tutto il suo
passato e le sue caratteristiche. Lo stesso vale per luoghi, personaggi…
nominare vivifica l’essenza.
Uno dei miei personaggi preferiti
(II parte del romanzo) è Graogramàn, un leone camaleontico che corre fiero e
solitario nel deserto di Goab, una terra fatta di dune colorate, ognuna di essa
è composta da una sabbia di una sfumatura di colore unica e le dune si susseguono
infinitamente. Il leone cambia il colore del suo mantello e della criniera ogni
volta che cambia collina. Nella sua folle corsa nel deserto diventa uno
sfavillio multicolore. È tale la sua forza e la sua magia che nessuno può
avvicinarlo senza rimanere carbonizzato. Solo Bastiano grazie al suo amuleto
può discorrere con lui e cavalcarlo in una corsa inebriante e selvaggia, dove
animale e uomo si fondono insieme nel mondo.
“Le
strade di Fantasià – disse Graogramàn – le puoi trovare solo grazie ai tuoi
desideri. E ogni volta puoi procedere soltanto da un desiderio al successivo.
Quello che non desideri ti rimane inaccessibile. Questo è ciò che significano
le parole vicino e lontano. E non basta volere soltanto andar via da un luogo.
Devi desiderarne un altro. Devi lasciarti guidare dai tuoi desideri”.
Il desiderio, il viaggio e
la scoperta della propria vera natura è il filo che conduce tutto il romanzo,
la metamorfosi di Bastiano ci rappresenta ognuno, in modo allegorico:
attraverso i nomi e le metafore ci inoltriamo nel nostro percorso e ci
ritroviamo simili al giovane eroe. Insieme a lui passiamo dal piacere sfrenato,
alla meraviglia, alla superbia, alla vanità, alla saggezza, alla crudeltà, alla
diffidenza, all’onnipotenza e poi ancora nella collera, nella caduta, nella
solitudine, nella disperazione, nella rassegnazione, nell’umiltà, nella
tenacia, nella costanza e infine nell’amicizia e nell’amore per ritrovare,
infine, noi stessi più veri e più gioiosi di esistere semplicemente.
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