Ci
siamo quasi, a fine mese, si terrà il consueto seminario di biografia tenuto da
Anna Mattei, pedagogista ed antroposofa, esperta in astrosofia.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiQEHkOx9ZxxjGq94nLU4wMtihZp-5FRNI6xzptpWZuUb92lYPiz8SnUbJXAXiAKJhB48J-k9XsspOmCLF-tL3p97KkJfF0IznSSzzYXD5-i5uXUR7VWTTFvpeAatDoprWsJEAOOesqZw/s640/seminario+biografia+maggio2016.jpg)
Lavorare
sulla biografia (non solo la propria ma anche sui meccanismi archetipici che la
governano), porta significato e valore agli eventi della nostra vita, favorendo
una comprensione più ampia e un’accettazione del proprio destino o karma che
dir si voglia.
Nella
parola accettazione non bisogna sentire il sapore amaro che potrebbe essere associato all’idea di rassegnazione, bensì è da intendersi come un processo che porta alla
gioia, alla contentezza, alla consapevolezza che quel che ci accade è frutto di
una grande saggezza, che ogni evento è sensato e significativo e va collocato
in un disegno più ampio che offre valore a ogni istante del nostro esistere.
In
altre parole lavorare sulla biografia ed utilizzare questi saperi nella
quotidianità aiuta ad orientare le proprie forze del cuore, favorisce
l’assunzione di responsabilità del proprio sentire e la presa in carico dello
scenario emotivo che costruiamo intorno a noi.
Spiego
meglio cosa voglio dire.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq3ofnw5nCszGHmXiURWQKONw1JoENtfEZHQzvhDZrcXcgyUnQt7ibuHtOc9a1zURrpNvaUKE_uD42nUnidxpEhN2y3WenfjuDpBNQuFJGl_q7XjPEXyr5TyG-tfYFHLTWp_a6QWhrWBc/s320/21514603_perdersi-per-ritrovarsi-2.jpg)
Quello
che invece è nel mio potere è di cercare e trovare le ripercussioni (buone o cattive che
siano) di questo particolare fatto nell’insieme della mia vita. Posso onorare
il mio dolore e la mia perdita approfondendo le risonanze che porta e porterà
nella mia storia, riconoscendolo come un fatto di vita che mi riguarda, come
qualcosa che “costruisce”, insieme a tutti gli altri avvenimenti della mia
vita, la mia biografia.
Lo
dico sempre, il dolore e la sofferenza che portano con sé fatti gravi nella
vita non c’è bisogno di coltivarli, vengono da sé e, molto spesso, la
sofferenza invade completamente il nostro esistere.
Soffermarsi invece a
riflettere sui lati “positivi” (e ce ne sono sempre), su quali doni identitari
potrò contare dopo questa intensa esperienza è uno sforzo che non arriva
naturale, bisogna coltivarlo.
La ricerca di questi doni è in buona sostanza il
mio libero arbitrio.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEK58zMGkiFzJQzk-ZRLcWAy2-y8KVgDY-t8nt27FAes36mlNCr-_bIW66jnpbYiGvN4-JmdzJ-xHrGUpJpHaAP5VX3CepkZ6uMykmNfe8ZkB8DG_ub72_Fm8kcg4leHvdQWoBXMMh5RU/s200/bivio.jpeg)
Sembra
un lavoro difficile (e in alcuni momenti lo è), però diventa un’abitudine, una
sensazione, un modo d’essere, dopo qualche tempo che si comincia a ragionare
sugli archetipi di vita, sulle risonanze con le altre persone, sulla
sincronicità e, soprattutto, sull’amore e la fratellanza, rendendoci conto che
siamo tutti collegati tra noi e alla
terra, dopo un po’ diventa spontaneo, naturale e la qualità della vita (o
meglio del mio sentire) cambia in meglio.
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Sono
parole grandi, importanti e, in qualche modo difficili, però si riconosce
velocemente quando, passato “il mezzo del cammin di nostra vita”, arriva la
necessità di voltarsi indietro e fare un bilancio, guardare alla nostra storia
cercando di trovarvi un disegno, un significato, una rappresentazione.
Studiare
la biografia offre dei codici di accesso per comprendere e intuire questo
disegno.
Ovviamente
non bisognerebbe infilarsi in schemi rigidi e poco flessibili, bisognerebbe sempre
ricordarsi che la nostra biografia è un organismo vivente e come tale ha
bisogno di cure, nutrimento e, soprattutto, di cambiamento. Quello che è vero
oggi per me, potrebbe non esserlo domani. Per fugare il pericolo di essere
banderuole al vento senza contatto con la realtà o senza responsabilità sulle
proprie azioni, è necessario comprendere (cioè prendere con sé) ogni momento di
vita e dargli valore, ogni incontro, ogni situazione, ogni variazione, ogni
anelito, ogni desiderio, ogni sconfitta, ogni gioia, ogni dolore, ogni istante
è un rispecchiamento, un rilucere della nostra appartenenza divina, al nostro
essere un pezzo della terra e del cielo.
Ci sono diversi modi di occuparsi di biografia.
Organizzare e partecipare a cenacoli
culturali, attraverso il seminario di cui parlavo, o gruppi di studio periodici o confronti con altre persone sono ottimi metodi per esercitare quel lato
intuitivo della comprensione e della visione d’insieme di sè (nello spazio e
nel tempo).
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhedXLpr6aCShLfh9X3YNRYqqlqlnAvRz8NOWdbnAl9QfcRgpLYZOrG4OdSwcqtdUGE2zjHHURjsKSWT5aGdmSa0_bdhaCt8RmWrhmVoSBF3Ri324MKOPNQN1zhhPwlAzhisyLv0cxSK5I/s200/20160202_180102.jpg)
Un altro modo consiste nell'imparare
ad astenersi dal giudizio di valore (questo è bello o brutto, giusto o
ingiusto, buono o cattivo): le realtà, gli eventi e le persone stesse SONO
punto e basta.
Guardarli con un certo distacco mi consente di capire che PER ME
è brutto o bello, che PER ME è giusto o ingiusto, che PER ME è buono o cattivo.
Certo ci sono situazioni che possono essere un po’ oggettivate, ma se vado ben
a guardare ogni fatto (anche quelli di cronaca) assumono sfumature e
significati diversi se contestualizzati nel mondo, nelle esperienze e nella
vita di chi ha vissuto quei fatti. Inoltre dovrei comprendere e sentire che,
proprio perché molto spesso, o quasi sempre, non posso conoscere effettivamente
tale contesto, dovrei sempre esimermi da emettere giudizi, e lasciare a chi
conosce i dettagli e il contesto l’ardua sentenza di riconoscere (vagamente) la
natura di un gesto altrui.
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