Lunedì di buon mattino è arrivato
giovialone l’idraulico, e indorandomi la pillola, mi ha prefigurato un
intervento veloce e indolore.
La mattina sono rimasta a casa a
vigilare sull’operato, in cuor mio fiduciosa che tutto sarebbe passato presto.
Di lì a breve sono arrivati altri
omaccioni, un po’ meno sorridenti e un po’ meno rassicuranti! Infatti di lì a
poco è cominciato il tormento del martello pneumatico, la polvere e i
calcinacci.
Io e il cane Pepe ci guardavamo
sgomenti e un po’ spaventati. Lui si è rifugiato in un finto sonno,
accovacciato come un gatto sul divano, ed io mi sono “concentrata” in attività
sul portatile.
Sentivo gli omaccioni trapanare e
spaccare la mia casetta, vedevo l’idraulico un
po’ contrito quando mi guardava…
e, ammetto, sono stata felice di andarmene a prendere le bimbe a scuola e
rifugiarmi, insieme a loro e al cane Pepe, da mia mamma.
Le bambine erano festose e
contente, sono sempre felici di andare dalla nonna, io e Pepe eravamo afflitti.
Mi sono accovacciata come fanno i miei animaletti sulla poltrona della Mami e
ho fatto un lungo pisolo tormentato.
Per preservare un pochino le
bambine, abbiamo deciso di lasciarle a dormire dalla nonna, non era mai
successo… e che sarà mai… beh quando ha cominciato ad ululare forte il vento,
sbatacchiando finestre e alberi, ho cominciato ad essere inquieta, mi sembrava
di lasciare le mie figliole nella tormenta, di allontanarmi proprio nel momento
del pericolo, mi sono aggirata ansiosa nelle stanze di mia mamma, aspettando
Cristian che venisse a salutarle… Mi ha rassicurato, con uno sguardo divertito
mi ha detto: “non preoccuparti, la casa non volerà via”! AH!
Lo so, sono una mamma apprensiva
e chioccia… ma ci sarà tanto tempo, nel quale le mie amate bimbe andranno nel
mondo senza che io possa accorrere nel loro tormento del cuore, finchè posso,
vorrei esserci sempre ad ascoltare e abbracciare ogni loro tormento… ma so che,
persino adesso, questa è un’utopia (sob).
Così messe a letto le bimbe,
salutata la Mami ,
preso Pepe, ci siamo diretti verso casa.
Beh non potevo certo immaginare
cosa avremmo trovato, buchi nel muro, polvere, detriti e pandemonio ovunque.
Sembra quasi che gli operai avessero aspettato che io uscissi per sfogare tutta
la loro operosità repressa, camminando ovunque, spargendo gesso e rudera…
La mia afflizione è cresciuta
notevolmente, mi sono accasciata attonita sul divano polveroso, incapace di
fare niente! Un momento di gioia grazie a una deliziosa spaghettata, preparata
con grande amore dal caro Cristian, che mi conosce benissimo e sa, che questi
frangenti, quando è attaccato l’eterico della casa, io perdo energie e mi
affloscio come una torta tirata fuori dal forno troppo presto… E poi mi sentivo
mancare… il fatto che nella cameretta non ci fossero le bimbe mi affliggeva
ancor più. Siamo andati a dormire quasi subito, facendoci spazio tra i detriti
e coprendoci bene per proteggerci dagli spifferi che, in quella notte
tempestosa, si insinuavano copiosi, tra i nuovi buchi della casa! AH!
Beh ieri mi sono svegliata di
scatto, lesta mi sono preparata con un persistente mal di testa, paragonabile
al martello pneumatico del giorno prima, le ossa rotte come se avessi scalato
di corsa il monte Orsa lì a fianco, squilla il telefono, la mia piccolona mi ha
chiesto di portarle del materiale scolastico, il cane Pepe è stato portato nel
garage dei vicini (e mi ha guardato come se lo avessi riportato al canile) e
sono corsa dalle mie patatine. La piccolina mi ha abbracciato stretta stretta
stretta… le sono mancata, erano felici di vedermi, anche se l’avventura dalla
nonna è stata di loro immenso gradimento.
La giornata lavorativa è stata
lunga e fitta e non ho pensato quasi a nulla, solo un po’ di fatica,
malinconia, confusione mentale. Sapevo che le bimbe nel pomeriggio sarebbero
tornate tranquille e gioiose dalla nonna e meno male. Cristian è tornato a casa
prima di noi e ha reso abitabile, per me e le piccine, un luogo che cade a
pezzi, una casa sforacchiata, martellata, sventrata per far passare orribili
tubi simili a serpenti scintillanti e malvagi. Cristian ha lavato, aspirato,
spostato… reso parzialmente vivibile la casa… grazie amore mio… grazie davvero
perché, quando siamo arrivate noi tre, volevamo piangere, ci siamo sentite
sparute e abbacchiate.
Non ho parlato delle gattone… in
preda al terrore, hanno trovato nascondigli impensabili e solo di notte escono
miagolando, raccontandomi in miagolese e strusciamenti, degli omaccioni
terribili che avanti e indietro come furie, sbuffano ed emettono rumori e versi raccapriccianti. Povere
piccoline, immagino la loro paura con i martelli pneumatici, i trapani, le
picconate, i tubi… la
Teresina in particolare, scompare nel nulla, credo si
nasconda tra i pupazzi delle bimbe, con le pupille dilatate e il terrore della
fine del mondo, poi esce piatta, strisciando raso terra ad annusare l’ambiente,
miagolando insistentemente, chiamandomi, fino a quando non la carezzo
lungamente.
Per concludere… ciliegina sulla
torta, gli operai maldestri hanno danneggiato la linea internet… ed io non so
se riuscirò mai a pubblicare questo post… sono triste, frastornata, arrabbiata,
sconsolata, stanca… perché in questo frangente prevale il mio temperamento
malinconico?
Dove finisce il mio volitivo,
determinato e risolutivo temperamento collerico nel momento del bisogno? Mi
sono presa dei fiori di Bach e attendo, fiduciosa, di riappropriarmi della mia
cuccia … mi sento tanto gatta Teresina…
Sto pubblicando... qualcosa va migliorando... internet ripristinato... non spaccano più ma ricostruiscono... coraggio famiglia mia... e come ho detto alle mie bimbe... casa è ... dove c'è chi ami...
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