Dopo un bellissimo sabato di condivisione, di Corte, amicizia, prospettive, nuove conoscenze e amenità, la mia piccolina si è svegliata domenica dolorante: ci siamo la malefica influenza ha raggiunto anche noi che resistevamo come in una roccaforte. Spero che lei non sia solo l'esordio e spero che noi altri tre non capitoleremo.
E'stata una domenica difficile, la piccolina aveva un forte mal di testa e crampi allo stomaco, ha vomitato bile almeno dieci volte nella giornata, si lamentava forte, povera bambina mia... e mentre la vegliavo, strapiombata nell'immobilità, mentre le carezzavo la fronte e le massaggiavo il pancino, cercando di consolarla, mentre le baciavo gli occhietti e lei si stringeva forte a me, la guardavo con meraviglia e incanto, la linea rotonda dei guanciotti, le labbra rosee e carnose, gli occhi grandi e nocciola con ciglia lunghe: una sensazione profonda e viscerale di maternità!
Un figlio ti travalica e ti fa uscire da te stesso, diventa tutto diverso, il tuo io emotivo ti abbandona un pochino e vaga per il mondo: la tua felicità è minata per sempre, dipende sempre da un altro essere.
La vedevo soffrire impotente, mi chiedeva aiuto... potevamo solo aspettare.
Le tenevo forte forte la manina... quanto è impegnativo avere un figlio. Non per la giornata spesa nel nulla, non per le preoccupazioni, non per le rinunce, figuriamoci, piuttosto è quella netta sensazione di essere decisamente ed assolutamente in secondo piano, rispetto alle proprie priorità.
Bisogna pensarci bene prima di mettere al mondo un figlio, non vorrei creare confusione: io sono felicissima di avere le mie due birbanti, non potrei immaginare la mia vita senza di loro, credo che finirei in un lago nero di nulla se loro non ci fossero più. Quello di cui parlo è proprio la scelta di partenza, perchè se non hai figli non sai che esperienza meravigliosa sia e quindi, in verità, non sapendolo, non perdi nulla.
Invece avere un figlio è un evento che ti cambia per sempre, ineluttabilmente, totalmente, profondamente e c'è qualcosa che si perde: la possibilità di essere irriducibili, completamente avventurieri, spregiudicati negli incontri e nelle scelte (ovvero senza pre-giudizi... pronti al rischio). Con un figlio le scelte diventano maggiormente ponderate, pianificate, controllate... insomma limitate.
Certo, questo vale per ogni scelta, se scelgo una strada, automaticamente escludo anche le altre, la differenza con la genitorialità sta nel fatto che, non solo si chiudono inevitabilmente delle altre possibilità di vita, ma che se ne generano di nuove, infinite, inimmaginabili che ti portano verso il nuovo, il diverso da te, l'altro da te... al di là delle mille parole che posso dire credo che questa citazione di Hannah Arendt possa meglio di tutto esprimere cosa voglio dire:
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP3R7Q2-9_g9tgPHythI-1bUr2f2DedtyZviVE-gF6iGSWY48drBM6kU-bWTDe_Qdxe8lvpqFt4x6vLz4aUM9ZpqFDvWIBkGI_wr8YM8NOn67Ku7pyobmIk3qfxtiwq-W8EWtXsRrL0ew/s200/9781844658084.jpg)
Nell'educazione si decide anche se noi amiamo tanto i nostri figli da non estrometterli dal nostro mondo lasciandoli in balìa di se stessi, tanto da non strappargli di mano la loro occasione d'intraprendere qualcosa di nuovo, qualcosa d'imprevedibile per noi; e prepararli invece al compito di rinnovare un mondo che sarà comune a tutti."
Hannah Arenddt
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCrWooeeHFQPMltCx0fiiHUb69bFGcKMtX42yZXGcJAhAsJkNI7ZAxGoWvQ9QmoZ5F-9yQo2LsaNhVulrM1mRowcnZN5Fbh1OzP25dxU90DLnfa8K2nuluqb8zFB-cA3ubJHJvsy8I_GY/s320/giovani-futuro.jpg)
Vi voglio bene figlie mie,
figlie dell'umanità,
incarnazione di un futuro che solo parzialmente sarà anche il mio.
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