Lo
sapevo, ero consapevole durante le vacanze invernali che rimanevano pochi
istanti per rilassarsi, rimandare le incombenze, indugiare nel nulla.
Ho
percepito chiaramente che si stava avvicinando una nuova epoca della mia vita e
in effetti così è.
Ho
assaporato dolcemente la compagnia prolungata dalle mie piccoline, di Cristian
e degli amici cari. Ho goduto profondamente nel depositarmi dolcemente nella
nostra casetta riordinando, abitando e osservando i nostri spazi (oserei dire
fisici e mentali).
Il
7 gennaio il solito ritmo (frenetico) si è ricomposto velocemente ed è
cominciato questo precipitevolissimevolmente nella vita, nel fare, nel
progettare, nell’incontrare …
Sono
stati giorni densi e significativi e quello che mi sembra più interessante è
soffermarmi e osservare che il mondo mi porta incontro “lo stare in gruppo”.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirBY9UsDuDJJ1BRn1sr_L7KiUzQmVdEzFW7Hs9ZcPEnTcZs6eCSRv3SM7O4VePI64cMAxU74jVEghAr8B6tUGZSIw5Ei8oAcNqZYyu1YK9nqwRujNJq3Nb7EZxoxz-GmTgjxwZiEZTooA/s320/08_Planisfero_delle_fatiche_di_Ercole.-.jpg)
Sembra
la realizzazione di un sogno atavico non ancora cosciente (fino a pochissimo
tempo fa). Sapevo di voler realizzare qualcosa legato all’incontro, ma non
avevo ancora compreso che la mia strada corrisponderà ad un percorso artistico.
Nello scorso week end, insieme a persone tanto care, abbiamo organizzato un
seminario sulla biografia e i dodici sensi. Anna (una persona estremamente
disponibile e competente) ha riempito il nostro fine settimana di presenza,
intensità, continuità dell’essere e spiritualità. Attraverso una sfera del
cuore aperta e vibrante questa donna meravigliosa ci ha accompagnato a
riconoscere le 12 porte del percepire usando come veicoli l’arte (l’ultima cena
di Leonardo da Vinci), il contatto con l’altro, la dedizione verso l’essere
umano, il mito (quanta verità e simbologia). La forza di Anna sta nella capacità di far risuonare
quello che porta grazie alla sua incommensurabile capacità di “collegare,
rievocare, offrire” informazioni presenti dentro ognuno di noi. Riesce a “dare”
voce, immagini e pensieri all’inconscio collettivo. È il terzo seminario che
seguo ed ogni volta mi sento nutrita profondamente e provo un sentimento di
immensa gratitudine per quanto è in grado di portare Anna al gruppo. Sento
anche in modo molto forte quanta energia le occorre per esserci con questa qualità
straordinaria e la ringrazio di offrirsi come veicolo per il pensiero vivo del
cosmo intero.
Tra
gli innumerevoli spunti di studio ci siamo soffermati per un attimo a
disquisire sulla differenza tra gioia e felicità. Senza avere alcuna pretesa di
infilarci in una corrente filosofica o mistica o semantica, abbiamo convenuto
(coralmente alla fine) che la grande differenza sta proprio “nell’essere”. La
felicità presuppone il raggiungimento di un obiettivo, una meta o la
soddisfazione di brame e desideri. La felicità è contingente all’attimo, al
raggiungimento, al compimento, quindi assolutamente momentanea. La gioia è uno
stato d’essere: vivo le esperienze con un atteggiamento contemplativo,
indipendentemente dal raggiungimento delle mete, dal mio stato d’animo
contingente e dagli accadimenti che mi vengono incontro.
Gioire
della vita vuol dire gioire del proprio percorso di vita che in taluni momenti
sarà felice ed in altri può anche essere affranto. La gioia presuppone
gratitudine, appartenenza e capacità di affidarsi. La gioia è il risultato dell’abbandono delle
aspettative, mi pone di fronte al mondo con sincera e onesta curiosità. In
questo modo diventa più facile accettare le sconfitte, la perdita, l’inadeguatezza
e tanti altri stati che la vita necessariamente ci porta incontro. Cambia la
prospettiva e il punto di vista (tenendo conto che ce ne sono almeno 12!!)
L’arte della gioia vuole che ci si inoltri nei propri percorsi di vita con
amore, come se si percorressero sentieri nuovi da esplorare, dove soffermarsi e
godere del tragitto, piuttosto che anelare alla meta da raggiungere.
L’arte
della gioia è un percorso dell’identità personale che ognuno dovrebbe fare per
cogliere a piene mani della straordinaria meraviglia che è la vita stessa.
E
ieri, a tal proposito, a una bimba di 6 anni e 4 mesi, timidamente,
timorosamente e gioiosamente, è spuntato un piccolo dentino permanente… che
emozione, ho sentito come un brulichio nella schiena e guardando i suoi occhi
emozionati e fieri mi inondo di gioia e felicità, contemporaneamente, cogliendo
la mia piccolona che si affaccia al mondo incarnandosi sempre più. Nuove
epoche, nuovi tragitti, nuove prospettive… che gioia!!!!
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