All’inizio
del caldo torrido e afoso di questa estate tardiva, mi è venuto un brutto sfogo
sulla pelle. Ho provato con innumerevoli prodotti omeopatici ma il problema non
si risolveva, anzi andava peggiorando. La situazione era terribile (soprattutto
per la dislocazione sul petto e sotto le ascelle…). Mi sembrava di avere un gatto spaventato in mezzo alle
“zinne”, una sensazione di prurito, calore e punture di spilli davvero
irritante. Mi sorprendevo in taluni momenti con i denti stretti e un vago
nervoso… Mi sono decisa e sono andata a farmi vedere dal mio dottore
antroposofo, il quale mi ha dato una cura adatta al mio sfogo e ha rilevato che
probabilmente è un problema metabolico: che fare? Proviamo con una bella dieta
ad esclusione di alimenti per vedere che cosa succede. Quindi sono due
settimane abbondanti che ho eliminato dalla mia alimentazione il glutine, i
lieviti e tutti i latticini.
Tanto
per cominciare è stato interessante scoprire che questi elementi sono presenti
in cibi inaspettati ed è stato necessario documentarsi su cosa era ammesso
mangiare e cosa no. In particolare i lieviti (o agenti lievitanti o parti che
fermentano) sono davvero presenti in molti cibi, in particolare (tra gli
insoliti) possiamo dire l’aceto (??), la buccia della frutta, la frutta
disidratata (uvette, mela essiccata, fichi secchi), birra e vino (per la
fermentazione) e poi ovviamente quasi
tutti i prodotti da forno.
Visto
e considerato che purtroppo la celiachia è sempre più diffusa non è difficile
trovare cibi alternativi privi di glutine (ma è molto più difficile trovarne
anche senza lieviti)…
In
più, dovendo eliminare anche i prodotti caseari, la scelta dei cibi possibili confezionati
si è ristretta notevolmente.
È
cominciato quindi un periodo molto interessante nel quale ho cominciato a
leggere tutte le etichette con grande attenzione. In realtà ho sempre guardato
cosa contiene quello che mangio ma adesso ho cominciato a vedere con altri
occhi molti degli ingredienti presenti (valutando che in generale tutti ci riempiamo
indiscriminatamente di prodotti raffinati e pieni di enzimi che alla lunga non
possono far altro che creare una vaga intolleranza data dalla quantità più che
dalla qualità stessa). Insomma sto apprendendo con grande curiosità che il
nostro sistema di alimentazione è davvero contorto, ai limiti del velenoso… da
una parte si potrebbe dire che esagero, dall’altra che si sapeva, ma porre una
particolare attenzione, contemporaneamente a diversi allergeni mi ha portato di
un botto alla consapevolezza che, nella nostra società, siamo ben lontani dal
nutrirci… piuttosto ingurgitiamo senza pensiero di sorta nello stesso modo in
cui infileremmo dei rifiuti in un trituratore…
Cosa
rimane da mangiare (vien da dire)?
Un
sacco di alimenti, tra i cereali ci sono il riso e il miglio, poi ci sono i legumi,
quasi tutte le verdure, pesce, carne bianca e uova.
Ti
pare poco? Fermo restando che non mi piace il pesce e non amo neanche la carne,
in queste settimane mi sono adoperata in cucina per preparare dei piatti
sfiziosi anche con le sopra citate limitazioni.
È
stata una sorpresa: mi sono ritrovata ad inventare nuove pietanze, a giocare
con il cibo, a valutare meglio i nutrienti e ben presto anche il resto della
famiglia è stata coinvolta in questo processo di depurazione dagli allergeni
più comuni.
Inizialmente
ero in difficoltà, mi sentivo deprivata da ciò che più amo (pane, pasta, pizza
e focaccia) … mi sembrava impossibile riuscire a mangiare con gusto… eppure
aiutandomi con qualche prodotto specifico (farina di riso, pangrattato di pane
di riso etc) sono riuscita a creare dei piatti ad hoc e poi (cosa per la quale
ero abituata avendo già prima un’alimentazione perlopiù vegetariana) la tavola
diventa più ricca perché si predispongono più pietanze diversificate, ad esempio
ieri il menù era così composto: melanzane grigliate condite con origano,aglio e
olio; zucchine trifolate con erba cipollina; insalata di pomodoro con cetrioli;
insalata verde; melone. (qualche galletta di mais per me e pane per gli altri).
Beh abbiamo mangiato a sazietà e con gusto…
Un
altro menù simpatico: riso integrale condito con olio extravergine, ceci
lessati conditi in insalata, verdure di stagione al forno, insalata mista.
Anche
mangiare fuori non è impossibile, basta ordinare una bella insalatona (magari
con il tonno) e il pasto è fatto senza sgarri…
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA_13j71uHHWPXGqk5LNvxxVhj_UNDmCbzOzKdDHP8pEkKhup0gx12e7iTDb5uvInrDfiUj2RHL7HFTPiN5tACHNo2W8qVOBitMnAIcrAvkP-yCeXNMOikqucFFyMWDWnqg4MhVT3XIu8/s320/piadina-di-riso.jpg)
Un’altra
ricetta gustosa che mi sono inventata sono le lasagnelle (neologismo per
intendere lasagna + crespella).
Ho
preparato un semplice ragù di verdure, io l’ho preparato con un soffritto di
cipolla, piselli, carote e zucchine tagliati a minuscoli pezzetti con
l’apposita grattugia, fagiolini e pomodoro (per finire con un mezzo bicchiere
di acqua). Ho fatto ribollire a fuoco alto con il coperchio (15 minuti). Quindi
ho preparato una pastella con un uovo (ma si può fare anche senza così la
ricetta diventa vegana), sale, un po’ d’acqua e farina di riso. Poi ho scaldato
a fiamma viva una padella antiaderente ed ho buttato una mestolata di pastella,
ruotando bene la padella per spargere bene il preparato (come per le
crespelle). Ho lasciato rapprendere, ho girato in padella ed ho messo da parte.
Sono andata avanti a mestolate fino ad esaurimento materiale.
Beh
era buonissima!!!!!!!! Anche i familiari hanno apprezzato.
Insomma
questo periodo di “dieta” si è rivelato un periodo di grande conoscenza e
sperimentazioni.
Credo
di aver oltrepassato una soglia: insomma mi occupo di alimentazione da un sacco
di tempo, conosco bene le caratteristiche di tutti gli allergeni, conosco la
macrobiotica, l’importanza delle combinazioni, dei cibi caldi e/o freddi, acidi
o basici, come interagiscono con le emozioni… insomma conosco molto ma applico
spesso ma non sempre… So perfettamente che prima di ogni altra cosa abbiamo
bisogno di nutrirci… il piacere del palato è solo secondario. Trovare
irresistibile qualcosa che è mortalmente insano (alla lunga ovviamente) è
stupido, buono è ciò che fa bene… certo il piacere del palato ha il suo perché, quindi ingegnarsi in cucina è la
cosa migliore da fare… però so perfettamente (e penso che questo sia stato il
vero scopo della mia dermatite) che è arrivato il momento di abbandonare un po’
di compulsività, di lasciare certe mie difese e decidermi a seguire quel che so
sia giusto per me e la mia famiglia. Certo gli sgarri sono ammessi sempre,
talvolta, in compagnia, in qualche festa… certo è che se non tutto è sempre
concesso prima di ingurgitare una fetta di salame rancida in qualche banco di
bar per l’aperitivo ci si pensa su bene… piuttosto mi concedo qualche buona
fetta di un salame speciale, magari nostrano… e così per tanti altri cibi…
invece di addentare una pizzetta secchina, unta e di sapore mediocre si aspetta
una prelibatezza… quello che voglio dire è che non bisogna rinunciare a tutto
ma imparare a discriminare… smettere di essere inceneritori di materia (più o
meno organica) e distinguere quando stimolare il senso del gusto e quando no…
quando godere della convivialità e quando semplicemente nutrirsi… imparare a
gustare ciò che è buono e non solo ciò a cui si è abituati… è un bel cammino,
ero pronta… la dermatite mi ha dato un aiutino… ed eccomi qui… dietosamente…