“Chi
lavora solo con le mani è un operaio; Chi lavora con le mani e la testa è un
artigiano; chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un artista.”
Sono
necessarie delle precisazioni: ovviamente questo, (da parte mia ma penso che
anche S.Francesco converrebbe) senza alcun giudizio di valore su operai e
artigiani, anzi il loro lavoro è fondamentale perché ognuno di noi abbia la
possibilità di fruire di utensili, beni di conforto e suppellettili varie. (dai
tempi dei tempi, con differenziazioni nel tempo sul livello dei bisogni).
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57U6O3AA0RMHflyTFTTQ7GN4XUSBe7My48GCYe_7bAmZCM11T1MVlcoEQmXaTwYJ2jIdvLrGoafWzbjIyqH64V6XN-P6SlQf1DD57XkC1LSQ4PH48lzrxcy1oGBPH4kDswkhrP6EwUSk/s200/20160202_184547.jpg)
Volendo
riformulare il pensiero (per meglio chiarirlo a me stessa, lungi da me voler
migliorare o spiegare un concetto così ben definito dall’illustre Santo),
insomma volendo discriminare al meglio il concetto, fra i tanti che affollano
la mia mente, l’arte si realizza quando utilizzo le mie forze di volontà nelle
mie azioni, pensandole e progettandole intenzionalmente con la mente e
intessendole del mio amore, della passione del cuore.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKDRUUi-D7EYpIeRNzBssOLDGMt8ds3ep4_O_6Yq847W6vRClbfUdIZOclNB4Tm_6AAb2bRWs-ZSJdRJvrKwjv_JhzyIhDvsxf-HeXiIMgVLKwK5DhafKfSkIrSWqgp7qrRWkvNlSuIKI/s200/20160202_184606.jpg)
Solo
attraverso l’arte è possibile attraversare il mondo, toccarlo e farsi toccare.
Conoscere
me stesso e conoscere l’altro da me… il bambino è sempre un artista, lui agisce
nel mondo sempre con tutto se stesso anzi, per la precisione, nelle forze di
volontà prima e in quelle del sentire dopo, il bambino costruisce la qualità
del suo futuro pensare.
Insomma
tutte queste premesse per sottolineare come l’arte, secondo me, dovrebbe essere
il pane quotidiano che nutre ogni individuo: non dovrebbe mancare in ogni
scuola di ogni ordine e grado, non dovrebbe mancare in ogni giornata di ogni
persona, non dovrebbe mai essere sacrificata per nulla, non dovrebbe mai essere
sconsacrata. Sì perché l’arte è quello spazio sacro dove l’uomo esprime il suo
essere divino.
Ogni
giorno potremmo diventare creatori di pace e bellezza, secondo le nostre
attitudini: facendoci attraversare dalla musicalità nel canto e nell’armonia
sinuosa della danza, permettendoci di risplendere dell’energia dei colori,
onorando la nostra capacità di parlare dando valore, peso e vita al nostro
discorrere e dialogare, attingendo a piene mani nelle nostre capacità plastiche
scolpendo e modellando biografie di vita, pagnotte di pane, fatine di lana,
maglioni, giocattoli in legno, cogliendo nelle immagini l’infinito e la
spiritualità dell’armonia…. Eccetera … eccetera … eccetera… eccetera….
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2ztunB5tNHpEfi_m1u1iHwLP3vhL3JhuFV-4raU9ZeMC0bDhXQsofLEw0u5cB8WuoUrxsP-azLJeUt2lmoB9bgah51Ngv1IxYFI40OyQGB3xhpFuU7H-i4ct47LOZXeU65cQ5MNxr-Dk/s320/20160202_180044.jpg)
Grazie
alla bravissima Anna Triacca che ci ha condotte con maestria e delicatezza
nella sperimentazione della materia, nei meandri del nostro essere, giocando
con il colore, con la luce e l’ombra, con i pieni e con i vuoti, con l’esserci
e il lasciarsi andare, nel raccoglierci insieme e nello sprofondare nell’individualità.
Abbiamo
individuato come tema conduttore di questi incontri il “prendersi spazio”, uno
spazio per se stessi, uno spazio per creare, uno spazio come vuoto che collega
due pieni, uno spazio dove è possibile la luce, dove è possibile essere unicamente,
divinamente, intrinsecamente se stessi.
Non
uno spazio dove “dover fare” qualcosa o “fare la cosa giusta”, ma uno spazio
del possibile, un luogo (o un non-luogo) di gioco, di realizzazione, di
esistente.
Abbiamo
sperimentato i colori (primari) ad olio, dalla semplicità abbiamo dovuto creare
il marrone della terra e, tra materia e gesto, far emergere lo spazio, il
vuoto, la luce.
Nel
giorno della Candelora, dell’Imbolc abbiamo individuato questo germogliare (sul
foglio e dentro di noi) di vita pulsante, di nuovo, di avvenire, di noi.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL9QBI3XgCcw5cNaQnLW3yCWJlWyF7D4HVdQ-tU2JpU1M7ciQ1E4HHBXvam_Aq98MXNB29rLe6R3_pZmsJjm_y5Y2KmDVq11S2P0wMP2A389qqAwj8SsReWBeL2PCumIcZy9TaP9FqT4U/s200/20151123_224237.jpg)
Nello
spazio accogliente e caldo della Corte abbiamo acceso delle candele, inondato
il locale di profumo di olio di lino, di intensità, di amore, di arte!
Per
me è stato molto interessante piroettare tra un’attività e l’altra, tra una
persona e l’altra, perché subito a seguire ci siamo incontrate anche con il
gruppo GIROMAGLIA, un laboratorio di arte manuale dove, grazie alla maestra
Cristina Pusceddu, ci sperimentiamo nella saggia arte dell’intreccio, della
tessitura, della realizzazione, attraverso la volontà e la costanza creiamo
pezzi unici: cappelli, scaldacollo, coprispalle, poncho, maglioni. Insieme chiacchieriamo
e, nel contempo, ci concentriamo nel seguire un flusso, un filo, una direzione,
un progetto. Un’arte interessantissima quella della maglia e dell’intreccio,
dove pensiero e mano (artigiano) si concordano perfettamente, trovarsi in
gruppo è l’ideale coronamento per introdurre anche la sfera del sentire,
trasformando l’attività in una vera e propria arte.
Sono felice, grata, fiduciosa:
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