l'ho già detto,
ma ogni anno ad ottobre rimango sgomenta!
E' un mese davvero tosto.
Non si può proprio dire che non passi,
semplicemente è roboante...
Altaleno tra momenti super vitali e altri spazio/tempo paludosi,
intrisi di malinconia e di energia fluttuante.
E' ineluttabilmente l'effetto dell'autunno.
Non sono solo le nebbie e il lento ritirarsi della luce,
Non sono neanche la marcescenza delle foglie sul terreno e le lunghe piogge bagnate,
Non sono la stanchezza delle levatacce mattutine e i panni che non si asciugano mai,
non sono i conti tutti insieme da pagare per le mille iscrizioni,
non sono l'umidità nelle ossa e i sudori pomeridiani,
non sono
semplicemente non sono!
Tutti gli anni uguale, per me, per tanti, forse per tutti (magari diversamente percepito)
Non sono sole splendente e fronde verso il cielo come in estate
e ancora non sono luce interiore nelle atmosfere novembrine;
non sono più danzante nelle notti stellate
e ancora non sono terra che si sveglia ai semi,
non sono più nel vento e nel sale
e non sono ancora nel legno e nel fuoco interiore.
Cosa sono?
In questa stagione di passaggio,
nella terra di non,
nel saluto e nell'attesa,
nel ritirarsi e nel proiettarsi.
Come un albero che splende in estate e,
riposando nel lungo inverno,
prepara i germogli.
L'autunno è decadenza,
è sgretolamento,
è sfaldamento,
è un canto lieve di foglie leggere nell'aria e fradice sulla terra.
E non è un pensiero triste, è un passaggio da trattare con cura, perchè si può scivolare nel malessere o rappresentarsi la realtà con un filtro lacrimoso.
Non essere è un momento potente e silenzioso, una concentrazione pre azione, una vibrazione dell'anima, un'occasione di consapevolezza
di Essere Nel Mondo Unici e Insieme.
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