Nefanda definizione di uno stato di salvaguardia biologica,
ma l’integrità psicologica non è contemplata?
Sì perché solitamente il distanziamento sociale (coatto)
avviene quando si è pericolosi per sé e per gli altri: a seconda della
tipologia di comportamento disadattivo, l’intervento di distanziamento sociale
è sanitario (gli psichiatrici) o penale (prigione, quindi punitivo).
Queste due sfumature del distanziamento sociale sono
ataviche e questa è la ragione per la quale ci sentiamo un po’ in castigo, come
se avessimo combinato qualcosa, come se ci fosse qualcosa che non va in noi, come
se fosse responsabilità nostra…
Sottilmente e anche esplicitamente questo è il messaggio che
è stato inviato massivamente.
Criminale, infame, irresponsabile perché vai a correre da
solo e nella natura. Perché?
Non è il fatto in sé, si può resistere e rinunciare quasi a
tutto…
Quello che sento è che non ci sia un’azione di
corresponsabilità e fiducia, il governo si comporta come “il buon padre di
famiglia” che con atteggiamento severo ci impone regole che non siamo ancora
pronti a capire.
È un’arma a doppio taglio, anche perché comunque vada il “buon
padre” se la cava dignitosamente, se i contagi aumentano è colpa degli
sciagurati che non sanno stare fermi… e se va bene è grazie alle severe indicazioni
paterne.
Ma noi?
Siamo abbastanza desti da non cadere nel tranello di guardare
con sospetto il vicino, di creare distanze abissali nelle relazioni, nelle
interazioni, nel palpitare della vita sociale.
Perché posso chiedere a un bambino di giocare: salutiamoci
con i gomiti, inventiamo un ballo di incontro(ben distanziati), un richiamo tra
amici con la voce, studiamo come è bello stare insieme, ad ogni costo…. lavorando la terra, giocando con lo sguardo, imparando a stare su di sè e nel contempo con l'altro.
Le indicazioni per programmare l'attività scolastica che parlino di questo: della cura delle relazioni, non di nozionismo, di ricerca di domande, non di risposte preconfezionate, di "fare sensato" non di astrazione concettuale.
Non posso chiedere ad un bambino di aver paura del
compagno, come possibile contaminatore... Commetto un delitto nei confronti dell’umanità e bisogna avere il
coraggio di assumersi il rischio e giocare, con cautela giocare.
Nessuna distanza sociale – chiamiamola in un altro modo :
chiamiamola cura sociale…
per favore…
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