Giorni sornioni dedicati
al sonno, al divano, alla famiglia, al gioco, alla lentezza. Pensavo che avrei
scritto infinitamente in questi lunghi giorni di vacanza, pensavo che avrei
portato a termine tutte quelle cose che si rimandano sempre, pensavo che avrei
letto infiniti libri, pensavo che avrei riordinato tutti i miei appunti e
preparato operativa l’agenda per il nuovo anno. Invece le vacanze sono finite,
il tempo è trascorso, lemme lemme e repentino insieme, e nulla di ciò è
accaduto. Nessun rimpianto, nessun rammarico, nessun biasimo. Ne avevo bisogno,
il così detto “staccare” ecco cosa ho assaporato con tutta me stessa in queste
due festose settimane.
In verità qualcosa è accaduto, non particolarmente insolito
devo dire per quel che mi riguarda, ma talmente soffuso e diluito che ha
assunto delicate sfumature…
Ho riflettuto… su di me,
sulla mia vita, sulla mia casa, sul mio lavoro, sulle famiglie (di provenienza,
acquisite, di appartenenza, di affinità elettiva, di …).
Come un gabbiano nel
motore in alta montagna, è arrivata una fantastica perdita d’acqua che ha
creato un simpatico paesaggio, tra valli e colline, nel nostro parquet in
cucina! Ah! Mantenere un umore soave è stata un’impresa non da poco, ma ce l’ho
fatta! Avrei voluto maledire tutte le divinità legate all’umidità e le forme
del legno, ma sono riuscita a mantenere la calma, a rimanere impassibile di
fronte all’ineluttabilità, o semplicemente… inutile piangere sul latte versato.
Ancor oggi siamo in attesa dell’idraulico che ponga fine a questo riversamento
d’acqua… poi conteggeremo i danni… le soluzioni possibili, o impossibili, per
ritornare alla normalità. Ma quale normalità?
Tutto questo sopraggiunge, come
si suol dire, come il cacio sui maccheroni, infatti io e Cristian stiamo
meditando, con grande insistenza e
determinazione, sulla necessità di cambiare casa. Le ragioni sono tante:
abitiamo in un paesino a 12/15 km da dove lavoriamo e dove le nostre figlie
hanno la scuola, l’ambiente è piccolo e, affare non da poco, vorremmo, anche
minuscolo, un piccolo giardinetto. Ci sono altre vicende, varie e noiose, per
le quali vorremmo andarcene, ma non ho voglia di rammentarle e dettagliarle… se
no addio serenità. Insomma i nostri pensieri sono rivolti a questo fondamentale
cambiamento. Bene la casa ci si sta rivoltando contro: oltre al tubo sotto il
pavimento, c’è il tubo sotto il lavandino, i fornelli si ossidano, la caldaia
parte a stento e solo dopo ritualità quotidiane (la caduta di pressione è
inevitabile).
La nostra casa, il nostro
nido d’amore! Adoro questa casa, tutta di legno, ai piedi del monte Orsa, con i
soffitti bassi, calda e accogliente… ricordo come fosse ieri quando ci sono
venuta la prima volta… ho guardato dalla finestra il campanile e lì ho saputo
con certezza che era la mia casa, che ci avevo già vissuto, che sarei stata
felice. Lo sono stata! In questa casa sono arrivate le mie bimbe, in questa
casa sono diventata grande anch’io, lasciato il mondo dei bagordi, sono
entrata, felice, nell’adultità. Quanto è difficile scegliere, cambiare,
desiderare… bisogna anche sempre saper lasciare!
Non sono brava in questo, la parte di me più
malinconica subisce il lutto con fatica, con lacrime e sofferenza.
Ti prego
casagatta non farti odiare da me, e neanche vorrei tu mi trattenessi… voglio
alzare la qualità della vita, mia e delle mie figlie, ho necessità di
avvicinarmi alla città dove tutto vibra e fermenta nelle nostre vite… sic… la
mia bella casagatta … è come se volesse dissolversi mentre noi andiamo via…
Chiedo al cosmo, a tutta
la volta celeste (e perché no a tutti gli amici) di trovare la giusta
occasione, il giusto modo per prendere il volo ed essere liberi.
E ancora riflessioni su
riflessioni… ho bisogno di andare, di volare, di correre… devo lasciare le mie
sicurezze, le mie catene. Sono anche stufa di lavorare, di farmi pagare il
tempo per fare cose che non condivido. Una piccola parte del mio lavoro lo amo,
quello con le “mie maestre” (come le chiama la mia piccolona), ma per quello
basterebbe metà del tempo… tutto il resto? Le scartoffie, la burocrazia, i
numeri, le riunioni istituzionali… non mi sono mai piaciute, non mi sono mai
interessate… voglio andarmene (almeno un po’), dedicare minor tempo a quello a cui sono indifferente (a volte persino disgustata) e dedicare maggior tempo a
quello che amo! Voglio dedicare più tempo a quello che meglio so fare,
accompagnare le persone, organizzare eventi, condurre seminari, tenere corsi di
arti manuali, fare il formatore, scrivere… oh sì scrivere scrivere scrivere! Ho
bisogno di tempo, ho bisogno delle mie forze… per occuparmi di arte sociale!
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiABrgkqu7FgTjp214vZSNmgiy-2iRXlHOxWqQMLBhBxeFKvOQpx4bkGW4g5C9Uw8fkYuDjgmIfnPyexPzINwMgn35zefcpfnLBsQlmLUhjZaAN-37Yjg9Fz6XNOJaHYI99OnWyeWJHbQM/s400/1-25pianeta_saturno.jpg)
Il pianeta della responsabilità, dell’impegno, della
coerenza…
Questo è l’anno!
Nessun commento:
Posta un commento
lascia un pensiero : )