Evviva! Le perdite d'acqua sono scomparse.
Il tubo del pavimento è stato riparato, sotto il lavandino tutto asciutto, il nuovo miscelatore è simpatico e scintillante.
Questi due uomini con le facce simpatiche sono venuti questa mattina e in pochi attimi, come due angeli, hanno alleggerito il carico d'ansia, mio e di Cristian, in poco tempo e con poco danno.
Li guardavo, erano sereni, con quei visi benevoli che spesso ho visto in queste persone che fanno un lavoro "vero". Vero perchè realizzano, perchè ottengono risultati tangibili e veri.
"Noi" che lavoriamo nel terziario, invece, compiliamo inutili carte, le impiliamo, le timbriamo, le passiamo ad altri, le protocolliamo... magari semplicemente per dare una semplice risposta ad una domanda semplice! Non ce la posso fare! Sono fortunata perchè il mio lavoro è prevalentemente relazionale, ma questo vortice di carta che mi volteggia intorno, talvolta, oscura la mia visuale e mi soffoca. Cerco di restare immobile nel centro del ciclone per non venir coinvolta in questo turbinio di nulla... ma a volte è inevitabile... e devo, necessariamente, occuparmi dell'inutile a discapito del sensato o del "vero".
Ebbene, guardavo questi giovani uomini che, con gesti esperti e veloci, scambiandosi piccole frasi per accordarsi, hanno riportato la serenità di un'intera famiglia. Non so cosa pensassero di noi, credo siano abituati a vedere di tutto in giro, ma io ero divertita... tutti insieme accatastati in un crocchio sul divano vicino alla perdita, io, le bimbe e il cane Pepe, li guardavamo pieni di curiosità, reverenza e un certo timore. Mentre Cristian, un tantino imbarazzato, ci sgridava un pochino e cercava di mandarci via! Ma tutto è bene ciò che finisce bene, le perdite d'acqua sono rientrate e non poteva che accadere oggi, all'indomani del mio compleanno, finalmente ho compito 46 anni e forse, posso dire a bassa voce, che anche le perdite emotive verranno meno?
Ah! finalmente sono uscita dall'anno del nodo lunare.
I 45 anni sono un transito biografico impegnativo (confermo la teoria), ma penso anche molto utile.
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Ma ce l'ho fatta, non ho ceduto alla tentazione di manipolare gli altri, di incolparli dei miei sentimenti, mi sono fatta carico di tutto quello che ho provato e sentito. E un primo passo con il mio doppio è stato timidamente fatto.
E ancora questo autunno mi sono ritrovata a fare i conti con tutta l'indegnità archetipica, con la disappartenenza alla mia famiglia (in quanto terzogenita in cerca di un posto nel mondo). Faccenda interessante questa dell'ordine di nascita, sto approfondendo con un bellissimo testo di cui parlerò presto.
Mi sono incontrata ancora nelle mie meschinità, nel mio dibattermi e non accettare... ma ancora ce l'ho fatta ed ho riconosciuto me come artefice del mio destino... e chiedo perdono a tutta la mia famiglia per non essere stata capace di rimanere al mio posto (ultimo posto), di essere stata arrogante ed è stato bello riappacificarmi con la mia storia, con la mia appartenenza... e l'ho riconosciuto in questo Natale quando ho sentito la mia voce tremare forte nel raccontare di "quel povero uomo, padre, tremante". Grazie papà di avermi dato la vita, di essere stato tutto ciò che sei stato (anche un uomo tremendo) ma la tua parte divina era lì per me e per rendermi quello che sono! Grazie di aver preso su di te l'ombra di tutti noi.
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