Ricordo quando incominciai
a studiare per la prima volta filosofia al liceo: la primissima lezione il
prof. Parlò proprio di libertà. Non ho precisa memoria di che cosa si parlasse
ma è rimasta impressa nella mia mente e nel mio cuore la frase: “ la mia libertà
finisce dove comincia quella degli altri”!!!
Ebbene oggi in un’amena e
soleggiata giornata di festa abbiamo organizzato un pic-nic tra amici. Eravamo
una simpatica combriccola di bambini, genitori, cagnolini, cestini porta
vivande, coperte e giochi vari (funicelle, palloni, briglie da cavallini,
trampoli). Siamo arrivati di buon mattino in un bel pratone sul colle S.Elia
sopra Viggiù, le mie birbone erano molto eccitate sin dal primo occhio aperto
al mattino… non vedevano l’ora e ronzavano in giro come bombi su di un prato.
Appena arrivati abbiamo
notato un gruppetto di “giovani” (in verità il gruppo era misto) molto
organizzato… grande griglia, apparecchiature, sedioline e tavoli. Appena
arrivati c’è stato un gran trambusto tra i loro cani e i nostri ma ancora era
nulla…
Abbiamo piazzato coperte e
teli e smangiucchiato focaccia appena fatta… e quasi subito è arrivata la
mazzata… il gruppo di alieni tatuati e vocianti ha allestito un impianto degno
di una discoteca (con tanto di generatore
di elettricità e mega cassa)… i loro gusti musicali (se così si possono
definire) erano orridi… techno e percussioni a volume strepitoso.
Insomma la giornata è
stata comunque godibile e bella… i bambini hanno scorazzato felici, abbiamo
condiviso leccornie preparate da ognuno, abbiamo chiacchierato felici, riso e
le ossa hanno goduto di abbondante e caldo sole…
Però l’insieme di più
griglie incandescenti e fumose e il rumore (perché quella musica non è altro)
come colonna sonora della giornata ha invaso completamente la nostra intimità,
i nostri esseri.
Non voglio neanche
incominciare a fare considerazioni sul genere musicale o, tantomeno, sulle
persone o altre centinaia di pensieri emersi vedendo quel gruppo di “fattoni”…
Quello che più mi ha
colpito è la loro totale ed assoluta mancanza del senso dell’io altrui… e non lo
dico con un giudizio di valore… lo dico come se oggi avessi visto un gruppo di
ciechi… o sordi… … o insomma mancanti di un senso, di un livello di percezione…
è il problema della cultura odierna… priva in modo massiccio di un senso,
quello dell’io altrui (ripeto).
Come si fa allora ad
essere liberi? Come si fa a convivere serenamente, come si fa a raggiungersi l’un
l’altro? Mi sono venuti in mente mille esempi: il rinomato fumo passivo, le
donne straprofumate che invadono gli ambienti, la voce alta nelle conversazioni
al telefono… quelle in cui tutti i presenti sentono e partecipano senza volere…
le persone agitate che entrano rumorosamente nelle stanze e ad ogni costo
interrompono quanto già avveniva, le persone che ogni due parole ti toccano sul
braccio come a richiamare la tua attenzione… e tanti altri ancora… come si può
essere liberi?
Oggi l’uomo in ogni suo movimento invade l’altro… lo schiaccia
con la propria presenza… insomma è inevitabile… perchè siamo nell'era dell'individuazione di sè.. allora forse la frase sulla libertà non è
più così corretta…forse la libertà è imbastita di tolleranza, di controllo, di
pazienza, di curiosità, di fratellanza… di amore…
Loro non erano liberi perché
neanche vedevano… io sono stata libera di esserci finchè ero comunque nel
benessere, di andarmene quando ero stanca e, soprattutto, sono stata libera di
costruire un pensiero su uno scambio di umanità… e scusate se è poco… e quindi
sono infinitamente libera… libera quanto è grande l’esistere e il coesistere.
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