Precipitevolissimevolmente
sono nel dialogo!
Sono
giorni intensi, giorni conditi da riunioni di gruppo, colloqui personali (sia
lavorativi che non), conferenze, formazione e … Ogni giorno, più volte al
giorno, mi ritrovo a dialogare, parlare, condurre, ascoltare, valutare,
immaginare, ideare, pensare.
È
quello che più amo ed è interessante vedere che il cosmo (a volte anche
inaspettatamente) mi porti incontro questa esperienza in continuazione. Quello
che è più incredibile (e difficile) è che succede in tutti gli ambiti della mia
vita: al lavoro come mansione, con gli amici, nella scuola delle bambine,
estemporaneamente… Ovviamente tutte le persone si ritrovano collocate in ambiti
relazionali continui, in uno scambio confronto con l’altro, quello che sento e
vedo in queste settimane è che ognuno di questi momenti relazionali mi richiede
uno sforzo di presenza, di pensiero, di risposta, di adeguatezza e, quindi,
diventa un’ attività che mi investe fortissimamente a livello energetico. In
verità dormo poco ma non è questo che mi procura una grandissima stanchezza, ma
è proprio il consumo di una “certa” energia, mi vien da dire un’energia attinta
direttamente dalle mie forze eteriche. Lo posso anche valutare attraverso la
fatica che colgo nella mia piccina. La piccolona è cresciuta, ha oltrepassato
una soglia e comincia a “gestire” delle forze proprie. La micina piccola,
invece, che non ha ancora compiuto i quattro anni, accusa questo mio utilizzo
delle forze eteriche. Mi richiede in continuazione, è nervosa, spesso
arrabbiata e vogliosa di coccole.
È
un momento difficile per me, perché questo “dialogare presente” mi fa sentire
al mio posto, come un’anatra nello stagno. Mi sento di vivere in un assoluto
presente e di perseguire, infine, quello per cui sono nata. La nascita delle
bambine mi ha dato una lunga pausa, avevo bisogno di ogni mia energia per loro.
Ora sta arrivando qualcosa, mi sento richiamata dalla mia passione, dal mio
talento e mi piacerebbe continuare così (anche se riconosco che questo svuota
le mie energie). Mi domando quanto, tutto ciò, sia giusto per la mia piccolina.
Mi domando se è giusto “sacrificare” l’integrità energetica dedicata a mia
figlia per seguire la mia passione. Dovrei aspettare ancora? In verità la
risposta razionale è Sì, l’avevo già pensato, in fondo fra un paio d’anni anche
lei sarà sulla strada di un’autonomia dell’eterico… ma, come dicevo, questa è
una decisione presa pragmaticamente. Quello che accade è che il mondo mi porta
incontro altro. Succede che le mie esperienze siano condite di questa presenza,
di questo sentire l’altro, di questo immergermi nel presente… e forse devo solo
imparare a gestirmi meglio. Come sempre le mie figlie sono le mie maestre di
vita. Forse questo lieve malessere del mio piccolo raggio di Sole vuole
insegnarmi (semplicemente?) ad utilizzare “meglio” le mie energie. Forse devo
capire che non è giusto in genere immergermi totalmente nella relazionalità ma
dovrei imparare a creare una giusta (ovvero ritmica) alternanza tra entrate ed
uscite energetiche.
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