Il carnevale è
(finalmente?) finito, ieri ci siamo buttati nella grande festa e come per altre
ricorrenze io e le piccolone ci siamo cimentate nella realizzazione di una
ricetta che segua la festività. Come ho già detto amo seguire la stagionalità
anche in cucina e noi ci siamo molto impegnate nella preparazione delle
chiacchiere.
Come sempre la micetta
grande si è adoperata a farmi da fotoreporter, devo dire che per avere sei anni
è molto brava, ricerca le inquadrature ed ha davvero buon gusto, insomma nei
suoi duecento scatti si scova sempre qualcosa di stravagante, artistico o sicuramente
esilarante.
Bando agli indugi e
cominciamo con gli ingredienti, rigorosamente presi dal mio antico ricettario “il
manuale di Nonna Papera” di cui ho già parlare. Bene occorrono 350 g di farina,
3 cucchiai di vino bianco, 3 cucchiai di zucchero (va benissimo anche quello di
canna), 3 uova, olio per friggere e zucchero a velo per concludere.
È semplicissimo fare le
chiacchiere, si prepara un piccolo cratere con la farina e lo zucchero, si
mettono all’interno le uova (con il
solito pizzico di sale) e il vino bianco. Si gira inizialmente con un cucchiaio
di legno (beh è abbastanza disgustoso mettere le mani nell’uovo). Quando l’impasto
diventa sbriciolone e poco gestibile con il cucchiaio si rovescia il tutto sul
tavolo e si impasta con forza fino ad ottenere una bella palla liscia.
La micina piccola ha
partecipato con grande spargimento di farina mescolata a coriandoli, la casa è
diventata davvero carnevalesca…
A questo punto necessitano
delle considerazioni: a me non dispiacciono delle chiacchiere corpose quindi le
stendo a mattarello (sempre con l’aiuto della micina). Però se si vogliono le
chiacchiere classiche è necessario l’impiego della macchina per tirare la
pasta, in modo da ottenere una pasta finissima che gonfia nella frittura. Come
dicevo io mi sono buttata sul mattarello e tira e tira e tira. Con una rotella
dentata abbiamo preparato dei rettangolini e li abbiamo buttati nell’olio
bollente come dei gaglioffi da strapazzo. Hanno cominciato a sfrigolare
alacremente, la micina era molto divertita.
ecco le mie insettine preferite |
Due considerazioni: perché
siano croccanti devono dorare bene, io non ne ho avuto il coraggio, appena
vedevo del marroncino le tiravo via ed effettivamente erano un po’ morbidine
per essere chiacchiere, e poi consiglio di prenderle con una pinza e non con la
schiumarola. In questo modo l’olio rimane tutto nella pentola. Abbiamo adagiato
le chiacchiere calde su della carta assorbente e le abbiamo annaffiate
generosamente di zucchero a velo. Come dicevo il risultato è stato
interessante: erano un pochino spessine e anche un po’ morbide ma decisamente
buone. Per chi desidera un risultato più classico bisogna seguire gli
accorgimenti di cui dicevo…
Le piccole erano
soddisfatte, non ne hanno mangiate molte perché erano molto più interessanti i
coriandoli e le mascherine in giro per
il paese… ma le chiacchiere sono finite tutte lo stesso (io, Cri e Daniele le
abbiamo spazzolate nella serata giocando ai coloni di Catan… buhuuhua ho vinto
io).
Come dicevo all’inizio
finalmente il carnevale è finito, questa festa invernale piena di dolci e
malanni mi ha provato… adesso cominciano i preparativi della Primavera e della
Pasqua… non c’è requie…
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