Semplicemente si diventa in secondo piano per se
stesse.
Voglio subito precisare per tutte quelle donne che ancora non hanno
provato la gioia della maternità che non è una questione di annullamento, di
rinuncia o di scelta: naturalmente, amorevolmente, splendidamente diventa così.
In
particolare mi interessa, in questo post, parlare di una cosa che senza
distinzione di razza, religione o cultura accomuna tutte le mamme: la gestione
della malattia infantile. Quello che è difficile da comprendere è che noi
sappiamo, ipocondriaci o meno , quali sono i sintomi, i dolori, i respiri, le
fitte che potremmo definire “normali”. Insomma negli anni impariamo a
riconoscere quando sta arrivando un mal di gola, quando abbiamo mal di pancia perché
abbiamo esagerato o perché abbiamo il dannato virus. Sappiamo perfettamente dai
nostri brividi quanta febbre abbiamo e più o meno da dove deriva. Con i bambini
è tutto un terno al lotto (e più piccoli sono e peggio è) – mamma ho mal di pancia-
dice la piccina e tu (ormai esperta) gli chiedi di farti vedere con la manina
dove le fa male e lei inspiegabilmente si tocca lo sterno… (??) che fare? Sta per
avere un infarto? Non ha davvero mal di pancia? Sta per vomitare? Vuole le coccole?
Da buon segugio cominci ad osservare distrattamente se compaiono altri sintomi
(i soliti tipo irrequietezza, sonnolenza, inappetenza) e aspetti cominciando a
pensare sempre più depressa a tutti i tuoi appuntamenti che sfumano all’orizzonte.
L’arte
delle mamme è l’attesa: Si comincia subito con i fatidici nove mesi “chenonfinisconomaietisembradiesserenataincinta”
e poi man mano aspetti le tre ore delle poppate, aspetti di vederli crescere,
aspetti lo sviluppo dei sintomi (come stavo dicendo).
In
questi mesi invernali è un flagello e, prima o dopo, arriva: si cade nel tunnel
dell’influenza. Poco importa che capiti prima a te o a loro (e se i figli sono
più d’uno il tunnel diventa davvero lungo) tu non puoi fermarti malata e
pigrona, comunque ci sono loro da gestire, i pasti, le scuole, i vestiti, i
prodotti omeopatici (un numero imprecisato).
Quello
che più mi preme portare in questo post è un elogio per la povera e mal
considerata febbre: tutti la odiano, la temono con terrore e cercano repentinamente
di liberarsi di lei. Grave errore (ovviamente non voglio sostituirmi a nessun
medico, ognuno conosce le proprie necessità individuali). La febbre è la nostra
naturale arma di difesa contro gli agenti patogeni esterni. Le mamme cadono
subito in panico di fronte alla febbre, solerti e decise ricorrono subito agli
antipiretici lasciando i poveri piccolini disarmati di fronte al loro
aggressore esterno. Le risposte sono sempre le stesse – ma era molto alta – la febbre
è alta dopo i 39 gradi e mezzo (ascellare). I bambini raggiungono i 39 gradi
molto spesso e velocemente. Il corpo riscalda adeguatamente l’ambiente (il
corpo) per renderlo inospitale a virus e batteri. Se si lascia il tempo al
bambino di ingaggiare la sua lotta e lo si osserva devoti e silenziosi è possibile
osservare questa notevole e meravigliosa battaglia. Di solito nel giro di tre
giorni il bimbo sfebbra ed è rinvigorito, con una nuova luce negli occhi, con
una nuova esperienza. Il sistema immunitario ce l’ha fatta da solo e la
prossima volta reagirà più velocemente perché ha dentro di sé la risposta per l’aggressore
(se ricorriamo invece troppo presto a medicine allopatiche questa risposta
interna non ci sarà). I bimbi con la febbre respirano frequentemente,
sproloquiano nella notte (e sono simpatici da ascoltare), sudano e giocano,
rabbrividiscono e dormono e molto spesso guariscono da soli (magari giusto con
l’aiutino di qualche prodotto omeopatico).
Se
la febbre è molto alta (bisogna sempre idratarli molto) è saggio controllare la
temperatura dei polpacci: se sono freddi la temperatura salirà ancora se caldi
è stabilizzata. Se la febbre è ancora in salita di solito i piccini hanno i
brividi ed è sensato coprirli ma poi una volta stabilizzata la temperatura
(anche a 40°) bisogna vestirli pochissimo e tenerli al fresco in modo che
possano disperdere tutto il calore che hanno in corpo. Se soffrono di mal di
testa o il caldo si possono fare degli impacchi (sempre ai polpacci) di acqua e
limone.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyUQN6PREjHCjjX7I403n-5XC_uudp2t-q7CI29Wfjp5VY9jJdPKqlcrrWinJJJPtRTrdwlgySqtTBNUn78Rv7svjx1Td5usDp4eEXYqeKxt0RSloTdAshbbPSF8-3_RMLZfNzDqAD7To/s320/febbre2.jpg)
Non
so perché oggi le mamme hanno paura della febbre, come abbiamo potuto vendere
il nostro buon senso e l’istinto materno senza sapere nemmeno a chi. Non è
necessario avvalersi di medicine
alternative, già nella medicina allopatica è ampiamente spiegato che la febbre
NON è la malattia, ma un sintomo che dimostra che il nostro corpo è efficiente
e sta combattendo CONTRO la malattia. La paura infondata delle famigerate
convulsioni: le convulsioni sono una predisposizione individuale (e non c’entrano
con i gradi della febbre ma con i repentini cambiamenti, in salita ma anche in
discesa, inoltre le convulsioni febbrili è molto difficile che portino a danni permanenti).
Quindi nella maggioranza dei casi la febbre alta NON provoca convulsioni. La febbre difende!!!
mamma provata |
Certo
è difficilissimo ed estenuante: non esiste più un sonno sereno, si rimane vigili
e attente, si dorme con la mano sul cuore del piccino, si respira e si geme
insieme a lui e come dicevo: SI ASPETTA! Le malattie dei bimbi sono difficili perché
bisogna respirare al loro posto quando tossiscono, tenerli vicini e
abbracciarli, ascoltare il loro sonno e amarli silenziosamente. Penso (ma non
ne sono sicura) sia più semplice delegare tutta questa attenzione ad un
antipiretico e/o un antibiotico, so che il bambino è protetto e guarirà… io
preferisco accompagnare le mie bimbe in un faticoso lavoro di crescita e
sviluppo di sé, lavorando e faticando insieme a loro…
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