...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







lunedì 23 gennaio 2012

Libera di fumare: io e il mio doppio

Le mie vicende di fumatrice hanno radici lontane... ho cominciato a fumare presto, anzi prestissimo... sin da piccola, forse ancora nel grembo materno, mio padre fumava accanitamente innumerevoli Parisienne (note sigarette svizzere). Fumava notte e giorno, teneva la sigaretta a un lato della bocca e, ricordo, che socchiudeva l'occhio quando il fumo dispettoso saliva fino a farlo lacrimare, la cenere pendeva lunga e in bilico come una torre di Pisa traversa... fatta di polvere, destinata a cadere e infrangersi sul suo petto, i pantaloni, il divano... l'auto. Come diceva lui "scamino nella sacchetta"(mi scusino i siciliani per l’ortografia sbagliata) ovvero “cerco nella tasca” ed estraeva quel pacchetto morbido (sempre vuoto) da cui attingeva con la bocca una delle ultime sigarette come un bacio lussurioso... Ecco, la mia carriera di fumatrice è cominciata lì, osservando quell'uomo sporadico e assente, che amava svisceratamente il suo vizio e meno le sue figlie...
Ricordo il mio primo tiro di sigaretta… me lo fece fare proprio lui... a cinque anni… per trastullarsi e ridere delle reazioni inorridite di adulti vicini e le mie stesse schifate da quel sapore nauseabondo… “non fumerò mai” dichiarai convinta, tossendo disgustata… eppure!
Non voglio assolutamente colpevolizzare mio padre, lui era figlio del suo tempo, un uomo del 1929, già fortunato con la sua quinta elementare, emigrato al nord poco più che trentenne, lavorava in Svizzera tedesca, viveva nelle baraccopoli degli stranieri e non c’erano tutte le informazioni di oggi (figure paterne importanti, attenzione ai bambini e via dicendo), faceva quel che poteva, quel che sapeva (quasi nulla a onor del vero).
Quello che voglio dire è che il mio attaccamento al fumo parte presto… troppo presto. Altre figure importanti della mia infanzia sono state grandi fumatrici… la mia amata sorella ad esempio… ma non voglio raccontare ulteriormente tediosi momenti dell’infanzia.
Insomma quando è arrivata la fatidica età balorda… intorno ai dodici anni ho cominciato a sgraffignare qualche sigaretta per provare… Mi mettevo in bagno e guardavo il fumo che usciva dalla mia bocca, non era bello come quello degli altri, non usciva dritto e direzionato come volevo, ma formava una dispersiva nuvoletta che lasciava solo un amaro saporaccio in bocca che scacciavo a cucchiaiate di nutella (per forza non aspiravo). Finalmente un giorno ho capito… dovevo proprio respirarlo… ah sembrava che un mostro mi avesse afferrato la gola, il bruciore era fortissimo e la repulsa dei polmoni immediata… la reazione naturale mi soffocò in bagno in un eccesso terribile di tosse… credevo di morire. Buttai sdegnata la sigaretta riconfermando il mio primigenio pensiero “non fumerò mai”, eppure. L’adolescenza, si sa, è un’età burlona e quella sensazione di sentirsi grande, di far parte del gruppo, di essere “figa”, una dura, ha fatto quello che non avrei voluto… mi ha reso avvezza a quell’odore immondo, ha “abituato” le mie corde vocali, le mie mucose e il mio respiro a quel vizio immondo.
Gli anni più felici sono stati sicuramente quelli: fumavo felice di fumare, godendo di ogni boccata, apprezzando la voluttuosità dei gesti, degli accessori, del pacchetto di Marlboro rosse sempre sul tavolo, i posacenere stracolmi, le chiacchierate interminabili con gli amici, le bevute che chiamano sigarette e le sigarette che richiamano bevute. http://www.scribd.com/doc/72844868/Alcool-E-Nicotina-di-Rudolf-Steiner
 È bello fumare dopo ogni cosa: dopo il caffè, dopo mangiato, dopo la doccia, dopo il sesso, dopo l’amore, dopo una salita, dopo una giornata dura, dopo un’altra sigaretta. È bello fumare mentre si fa un sacco di cose: mentre si piange, mentre si chiacchiera, mentre si litiga, mentre si passeggia, mentre si pensa…
È bello fumare prima: prima di un esame, prima di entrare in un negozio, prima di fare sport, prima di uscire…
Fumavo, fumavo fumavo e non mi ponevo problema… sono sicura che allora non mi faceva male…
Un giorno, non so bene quando, ho scoperto che non mi piaceva più così tanto fumare che forse mi faceva male… e lì ho scoperto di essere schiava! Incapace di smettere, incapace persino di provarci!
Ognuno ha la sua ricetta, tutti ti dicono il metodo giusto, con le minacce, con la loro esperienza, ostentando la loro volontà o disprezzando la tua scarsa volontà. Tutti sono pronti a condannarti e a dirti che sbagli, che sei un cretino, che qualunque scelta salutista tu faccia, non ha nessun valore _ visto che fumi_
… e bravi dico io… sempre pronti, tutti, a salire sul groppone altrui per innalzarsi in qualche modo!!!! Certo ci si espone, mostrare in modo così evidente la propria debolezza ti rende visibile… è meno attaccabile un individuo che si uccide di peperoncino e carne mentre le sue emorroidi sanguinano nel privato del proprio cesso!
Scusate l’eccesso di rabbia ma in tanti anni di fumatrice ho dovuto sopportare tante persone che hanno approfittato del qualunquismo della sigaretta per attaccarmi personalmente, invece di mantenere un discreto riserbo di fronte ad un’evidente debolezza individuale manifesta.
Comunque anche questi attacchi puerili nel tempo hanno smesso di disturbare… ma la brama di sigaretta eccola lì sempre uguale… pronta ad attendermi ogni mattina.
Pochi momenti nella vita ho dedicato alla restrizione… e sono stati tutti dolorosissimi. Il braccio di ferro con il mio doppio mi ha sempre visto perdente… più mi sono determinata contro la bramosia del fumo quanto più sono stata umiliata dalla mia ridicola resistenza (poche ore… che dico poche mezz’ore). E intanto il mio doppio ingrassava felice. (vedi http://www.rudolfsteiner.it/editrice/libro/1341/il-mistero-del-doppio)
Voglio andare in ordine: ricordo un momento della mia vita in cui ho provato la sgradevole sensazione di avere un portacenere in gola. Oltre al bruciore persistente, sentivo un sapore davvero nauseabondo. Feci un tentativo di eliminare le sigarette ma la mia dipendenza mi sprofondava in una desolazione e tristezza intima. Cercai una possibile soluzione e cominciai a fumare sigarette rollate con il tabacco. È stato terribile, mi mancavano le mie boccate profonde, come se tirassi da un ciuccio. Nessuna sigaretta rollata, anche la miglior confezionata e con il filtro più simile alle bionde, potrà mai avere la compattezza e l’aria interna contemporanea che fanno della sigaretta la cosa ideale da “tirare”.
Sono stata brava, ho resistito qualche mese, anche se ero infelice, appena potevo “scroccavo le sigarette vere” a qualcuno.
Poi un periodo particolarmente movimentato mi ha inesorabilmente portato di nuovo alle amate Marlboro!!!
Il percorso non era stato vano, avevo dimezzato il numero delle sigarette fumate… ho riprovato a passare attraverso le sigarette rollate… effettivamente ho smesso definitivamente di fumare Marlboro. Purtroppo sono rimasta ancorata alle pagliette rollate. È un modo diverso di fumare: sono più piccole, meno intense, non procedono per autocombustione… ma è pur sempre fumare.
Ho provato e riprovato inutilmente. L’anno scorso mi è successa una cosa strana, per la prima volta in vita mia ho sofferto di sinusiti!!! Una calamità della terra: è una cosa dolorosissima, terribile, nella più acuta che ho avuto non riuscivo neanche a fumare (beh sì da fumatrice incallita io ho sempre fumato anche con bronchiti e tossi terribili). Mi è preso un peso al cuore. Soffrivo, quando sono scoppiata in lacrime, ho capito: le sigarette per me hanno un valore profondo nell’identità, il processo di separazione deve essere graduale, moderato. È passato un altro anno e finalmente eccomi qui, ho cominciato gradatamente a smettere. Sto limitando il numero delle sigarette e non è importante “quante” importa che sono costante, ogni giorno faccio un lavoro di volontà e consapevolezza su questa mia azione del “fumare”. Non sono più preda delle mie brame e delle mie voglie, non mi sono messa a fare il braccio di ferro con il mio doppio, ma lo sto lavorando ai fianchi, giorno dopo giorno, costantemente, in ogni sigaretta che fumo. Oggi per la prima volta in vita mia mi sento che sto facendo un percorso sano. Non sto violando me stessa con un’azione di forza, togliendomi in malo modo il ciuccio dalla bocca come si potrebbe fare con un bambino, ma sto dandomi ritmo… allungo i tempi, non mi do deroghe, le distribuisco nella giornata, mi ricordo tutte quelle che ho fumato, le penso, ho abbassato il numero man mano che passavano i giorni… e continuerò a farlo! Oggi non so se riuscirò a smettere davvero di fumare, ma una cosa la so… adesso mi sento libera di fumare… scelgo di farlo seguendo un percorso… forse tra un mese, due sei… arriverò a 3 o 5 sigarette al giorno? Spero! Per ora ne fumo 13… Fumavo 40 Marlboro a 20 anni, 30 a 30 anni e 25 rollate fino ad un mese fa… il percorso è lungo… cosa importa… mi sono data tutto il tempo che ho voluto per fumare indiscriminatamente… ora mi do tutto il tempo necessario di esercitare la mia volontà (http://ebookbrowse.com/steiner-il-mistero-della-volonta-x-pdf-d112864681)  giorno dopo giorno…. E sono felice!!!