...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







mercoledì 31 agosto 2016

Settembre...


Settembre! 
Settembre arriva sempre lentamente, inaspettatamente, fremente!
Settembre è il mese della vendemmia, della raccolta delle pannocchie, delle nocciole, delle more.
Settembre tinge il crepuscolo di indaco e le notti di frescura tra le lenzuola.
Settembre è il mese degli inizi, delle diete, delle idee, dei progetti, del rintanamento.
Settembre è un mese breve, si cerca di resistere, di catturare ancora qualche guizzo di luce, sole, acqua, fuoco prima di andare con passi decisi nella terra, nel cammino.
E' il mese dove turbinosamente ci si incontra, si decide, si raccoglie, si lavora.
In un battibaleno sarà ottobre e saremo completamente immersi nell'attività, torniamo in noi stessi e cominciamo ad accogliere le notti più lunghe.
L'estate lentamente va morendo e settembre ci allieta di colore, di arancione, di giallo oro, di vitalità consapevole.
Adoro settembre... dove il presente si connette tra passato e futuro, dove vibriamo ancora forte delle note calde e brillanti e già ci inabissiamo in noi stessi.
Che bella la salutare e amante malinconia, evviva l'anima che ricalca il respiro della terra.
Presente!

lunedì 29 agosto 2016

Molti giorni di ...

Molti giorni di silenzio.
Molti giorni di caldo e gite fuori porta.
Molti giorni di attesa e aspettative.
Molti giorni di alcol e risate.
Molti giorni di famiglia e amore.
Molti giorni di scosse e tragedie.
Molti giorni di sproloqui e bassezze.
Molti giorni di dolore karmico e catastrofi naturali. 
Molti giorni di assenza e spensieratezza.
Molti giorni di riflessioni e approfondimenti personali.
Molti giorni di guai e disavventure.

Molti giorni di pensieri sparsi e non me la sono sentita di scrivere proprio nulla.

In questi molti (o pochi) giorni sono rimasta così colpita e frastornata dalle tragedie del terremoto che mi sono chiusa in un riservato e rispettoso silenzio.
Non so come mai, purtroppo ci sono tante e raccapriccianti tragedie nel mondo, ma questa volta ho indugiato oltre modo nella lettura di articoli e commenti, nel cercare i nomi e i volti dei defunti, nell'esaminare le vicende: chi sepolto, chi illeso, chi muto, chi solo... 

e fra tutti i bambini... 


rimasti soli, senza genitori, senza nonni, senza casa, senza storia... 

solo il ricordo indelebile di quella bara di macerie, le macerie del proprio nido di sicurezza, di amore, di infanzia.

Mi risulta semplice pensare al karma di chi va a dormire sereno e non si sveglia più, appuntamento significativo, in termini biografici, con il proprio destino e col vero senso della propria storia.
Invece i sopravvissuti mi lasciano nello sgomento, anche se capisco che anche per loro è senz'altro il karma ad averli condotti in quel paesino (a vivere o in vacanza è lo stesso), come ben espresso in Samarcanda, possiamo girare in ogni dove, ma non possiamo mancare al nostro magico momento...
Eppure, nonostante questi pensieri in cui credo profondamente, non posso fare a meno di sentire l'urlo lacerante del cuore di tutti quei genitori che hanno perso dei figli, quel senso di vuoto e di colpa per essersi salvati e il proprio fratello o sorella no, magari avendolo "portato" morto sopra di sè per infinite ore prima di essere liberati dalla trappola di terra e polvere. 
Non posso nemmeno immaginare lo smarrimento cosmico di quei bimbi che hanno perso tutto e non posso fare a meno di chiedermi che fine faranno. 
Vorrei adottarli tutti e carezzarli infinitamente, gridare al cielo a quei genitori andati che ci penserò io e li abbraccerò fino a che non avranno più paura. 

Penso sia un'immedesimazione di mamma, penso alle mie piccole, a come vorrei difenderle da ogni male, ma so bene che non potrò mai impedire lo svolgersi del loro destino.... e prego ogni giorno che non riservi loro qualcosa di disumano... e almeno spero di poter sempre essere al loro fianco a consolarle, a carezzarle, a ricordare loro che, comunque, la vita è meravigliosa, che domani è un altro giorno... 

bambini del terremoto... 

questo è il pensiero più vero che posso mandarvi... 
ed ho guardato i volti dei vostri genitori, ho letto del vostro dolore ed ho avuto bisogno di un pò di silenzio...
Molti giorni di dolore...
ma se riuscirete a reagire la vita vi darà ancora ... 

molti giorni di gioia... 
Coraggio!

martedì 16 agosto 2016

Rispecchiamenti nella biografia

Pensa che ti ripensa, anzi meglio, non ci ho pensato affatto. Mi sono lasciata trasportare dalla corrente rilassata del mese di agosto, approfittando dell'immobilità casalinga, riordinando cantucci che ti riprometti sempre di ripulire ma non c'è mai abbastanza tempo, coccolando le mie picciotte, oziando bellamente, ascoltando infinitamente Mina. 
In questo gradito, familiare, corroborante torpore, mi è giunta l'intuizione giusta. 
Ho trovato la sincronicità, dei recenti fatti, dove voleva mettere l'accento e attirare la mia attenzione. 
Ho pensato ai rispecchiamenti della curva biografica e, con un conteggio veloce, mi sono resa conto che in quest'anno si rispecchiano gli eventi di quando avevo dai 16 ai 17 anni.
Ah! Anno duro, anzi durissimo quello, un salto (!!) da uno stato d'essere (ancora fanciullo) ad un altro senz'altro nel sentire ma un essere sulla terra, senza più l'incanto.
Penso sia utile fare due parole (velocissime e quindi sicuramente incomplete) su cosa vuol dire rispecchiamenti nella curva biografica.
Immaginiamo la traccia della nostra vita lungo una parabola che ha il suo inizio alla nascita (0 anni), il suo punto culmine in discesa (dove tange il piano orizzontale) "nel mezzo del cammino di nostra vita" (tra i 31 ai 33) e come culmine della linea verticale che ritorna su da dove abbiamo iniziato ai 63 anni (come completamento di una sequenza di settenni). 
I primi tre settenni (da 0 a 21 anni) sono quelli legati al nostro sviluppo nel mondo: corpo, riconoscimento "dell'io sono" e la relazione con il mondo. 
I settenni tra i 21 e i 42 sono quelli di massima realizzazione delle proprie competenze, capacità, talenti e, nel contempo, di sviluppo del sè sociale (emancipazione, vita di coppia, figli, amicizie elettive). 
Per concludere con i settenni della raccolta interiore di quanto esperito negli anni precedenti (da 42 a 63 anni). 
Certo la vita non si conclude a 63 anni, questo varia a secondo della biografia di ognuno. Dopo iniziano altri schemi ed altri riverberi. 
Possiamo però considerare il periodo da 0 a 63 anni un ciclo completo della nostra realizzazione di esseri umani: 1 discesa sulla terra, 2  costituzione dell'anima e  3 pensiero rivolto alla spiritualità, alla restituzione al mondo di quanto ci è stato dato.
Secondo questo "moto" la prima parte della curva biografica va da 0 a 32 anni e i rispecchiamenti partono da 31 anni e mezzo fino ai 63. (es. a 42 anni si rispecchiano i 21 o, come ho detto prima i 46 rispecchiano i 16 e via dicendo).
E' semplicemente un punto di vista: ho la possibilità di rivivere "certi sentiti" o vissuti con il famoso senno di poi. Se negli anni sono riuscita a realizzare un cammino "abbastanza" consapevole, dovrei riuscire ad affrontare "meglio" (con maggiori punti di vista oltre al mio Ego smisurato)  i sentimenti a 42 anni, piuttosto che a 21. 
Ricapitolare il proprio sentire da adulti è una grande occasione.
Sono stata molto stringata e non ne ha beneficiato la chiarezza, infatti per chi è interessato a questi argomenti consiglio la lettura di questo libro, un ottimo inizio per comprendere le leggi archetipiche della curva biografica. 
Tornando a me, quindi, in questo momento si stanno rispecchiando i 16 anni. Beh, ora è tutto più chiaro. A 16 anni sono precipitata sulla terra, mi sono resa conto di dover badare a me stessa, ho incontrato gli ormoni e il desiderio, ho sentito fortemente che siamo "esseri mortali", sono precipitata in un buco nero di non senso, di droghe leggere, prime ciucche, prime "cazzate" (grandi e piccole), l'incontro con l'amore, con il cuore spaccato in frantumi dal mio primo Grande amore e non sei più come prima. Si perdono un sacco di verginità in quegli anni. Ed io a 16 anni ho vissuto questo e altro ancora, ho rischiato di morire, sono uscita di senno, ho pianto così disperatamente, ho riso così gioiosamente, ho amato così intensamente...
Ed oggi sono qui e mi rendo conto che sta succedendo la stessa cosa, sto andando verso un "nuovo" cammino, quello dell'arte sociale, della scrittrice, dell'armonizzatrice, della biografia personale.
Ed è come prendere la rincorsa (questo agosto) prima di spiccare un grande balzo ed essere un'altra Daniela ancora. E mi fa piacere, oggi, condividere i miei pensieri e i miei sentimenti con quella Daniela di 16 anni che tante domande aveva sul senso della vita e che scriveva:

"Il giorno si confonde con la notte come la mia vita si confonde con la morte. Daniela a 16 anni".

E' chiaro, ci voleva uno stop e le due macchine (insieme) sono state questa pausa di pensiero, questa "attenzione" per cogliere dove sono e, anche, a chi, e a cosa, voglio ricollegarmi nella mia storia.
E sono felice che alla Corte Dalì inizia un Gruppo di studio sulla biografia e l'astrosofia con Anna Mattei. Un gruppo di studio che vuole approfondire questi temi, per irrorare la propria vita e quella di chi ci sta intorno, di significato e scintilla divina.
Mi sento molto fortunata e questo sentire lo voglio mandare anche a quella ragazza così fagocitata dal buio... a 16 anni. 
Che bella avventura è la vita!

domenica 14 agosto 2016

Non tutto il male viene per (solo) nuocere

 Come si suol dire le disgrazie non vengono solo per nuocere. 
In questi giorni di ritiro besanese abbiamo finito di risistemare la camera delle bimbe, abbiamo finito di imbiancare e dato un nuovo assetto per bimbe "grandi", meno spazio ai giochi e più spazio a tavoli e scrittoi.
Sono venuti a trovarci i cugis con i quali abbiamo giocato, mangiato, ghignato, bevuto...
Ci siamo dedicati allo stare insieme, noi famiglia, nella rilassatezza, nella tranquillità.
E poi, non da ultimo, ho potuto vedere e sentire quanto amore c'è intorno a me. Una carissima amica ci presta la sua vettura nei prossimi giorni, così magari riusciamo ad organizzare meglio il recupero della puzzolona e facciamo qualche ultima piccola gita prima del mio rientro al lavoro e poi, ancora, i cugi ci presteranno la macchina per i primi giorni del rientro al lavoro. 
Così recuperiamo anche la twingo. 
Ho ricevuto messaggi di solidarietà ed amicizia, offerta di passaggi e compagnia.
Una profusione di affetto e sincera amicizia: non che avessi bisogno di "provarlo", ma tastare con mano tanta disponibilità per noi è senz'altro un bellissimo dono portato dalla sciagura di questi giorni.
E non lo penso solo in questa occasione, capita spesso che le persone mi portino un dono, un pensiero, un saluto che mi da un grande senso di riconoscimento, mi sento amata e questo mi fa pensare che forse riesco a portare qualcosa di buono agli altri. 
Non è così scontato riuscire a dare "qualcosa", senza entrare nel vuoto altruismo, riuscire ad essere qualcosa per gli altri, grazie a ciò che sei. 
E questo mi ripaga dell'infinito lavoro personale che faccio ormai da quasi 20 anni: psicodrammi, armonizzazione, psicomotricità, arte, costellazioni etc...
Qualcuno mi dice: ma non è mai abbastanza? 
No, è un esercizio continuo per cercare di tenere a bada l'Ego che tramuta tutto in tornaconto personale. 
Invece lo sforzo sta proprio nel cercare di incontrarsi tra anime... ed io ho in mente tante anime che incontro... (oltre alla mia amata famiglia): 
Sara, Daniele, Ivano, Goffredo, Daniela, Claudia, Diana, Mami, Eva, Davide... e tanti altri ancora, non posso elencarli tutti. 
Grazie a tutti, amici, parenti... amati tutti! 
Sono molto fortunata!

sabato 13 agosto 2016

Prigioniera a Besano

Va beh, avevo in mente di scrivere numerosi post in merito alle belle attività dei giorni appena trascorsi, mi ripromettevo che avrei scritto numerose simpatiche righe, non appena ne avessi avuto il tempo... e lo farò (anche perchè adesso di tempo ne avrò senz'altro). 
Invece oggi mi preme scrivere di un fatto increscioso accaduto ieri sera che mi lascia alquanto sgomenta.
E' successo di nuovo! La macchina mi ha di nuovo piantato in asso! Sob!
Ieri  sera siamo andate con le bimbe a guardare le stelle cadenti e sul ritorno, felici e stanchi, a bordo della puzzolona (il nome della nostra multiplona scasciona),  le spie cominciano a lampeggiare e sentiamo un terribile odore di plastica e gomma bruciata. Prontamente Cristian si è fermato in una rientranza al lato della strada. Apre il cofano, una bella fumata e, ovviamente, la macchina non riparte più! Ah! Di nuovo! 
Questa volta alle 11 di sera con a bordo le mie figliole che hanno subito cominciato a miagolare nel panico: "e adesso cosa facciamo?", "la nostra macchina poverina?", "rimarremo qui tutta la notte?".
Un attimo di basimento (direi comprensibile) mio e di Cristian e poi abbiamo attivato la procedura, cerca il carro attrezzi convenzionato, cerca di farti venire a prendere (perchè è venerdì sera, alle porte di ferragosto). 
Nel frattempo io ho chiamato la cavalleria (come al solito la mia cara sorella Diana) che ha prontamente risposto, si è alzata dal letto ed è venuta a recuperarci tutti e quattro, riportandoci a casa sani e salvi!
Va beh, ripeto, per la seconda volta, nel giro di pochi giorni vedo la mia carrozza trainata e issata e portata via. Una cosa curiosa, ad alcune persone questo non accade mai nella vita,  per me sta diventando un'abitudine. Certo, se avessi delle macchine nuove, questo sarebbe più difficile, i nostri due bidoni, si sa, sono un pò a rischio. 
A parte le considerazioni su come faremo (economicamente parlando) a far riparare DUE macchine, a parte che meditiamo da tempo la demolizione della Puzzolona (al solo pensiero le bimbe gridano innorridite, ieri sera hanno gridato in coro che loro vogliono tenerla fino a quando sono adulte, ah beata gioventù innocente), comunque dicevo, a parte tutti i pensieri di tipo pratico, mi domando che DIAMINE mi voglia dire questa situazione, perchè le sincronicità, come spesso dico, hanno il loro perchè ed io, oggi, faccio un pò fatica a coglierla.
Siamo nella settimana di ferragosto, il dannato meccanico non ha fatto in tempo a guardare la twingo prima delle ferie, la puzzolona ci ha mollato ed io, cari miei, mi sento decisamente PRIGIONIERA a Besano (minuscola località priva di servizi, con paesani e vicini non troppo cordiali, poco servita dai mezzi e dalla quale, come ripeto da tempo, vorrei allontanarmi al più presto).
E invece eccomi qui, nelle mie prigioni!
Da una parte mi consolo pensando che passerò la mia ultima settimana di ferie appiccicata alle mie figlie, riposando e dedicandomi alla casa e alla scrittura, dall'altra parte sento un vago senso di soffocamento e prigionia. 
La macchina per me ha sempre simboleggiato la via di fuga, il piano B per ogni evenienza, il mezzo per sfuggire le situazioni e cambiare scenario... AH!
C'è di buono che non voglio sfuggire alla mia famiglia e che il periodo è molto calmo, però torno a domandarmi: perchè tutto ciò? Spero che sia il presagio di qualcosa di buono, gli ultimi atti di questa mia vita besanese, che al di là del luogo geografico, sono stati anni meravigliosi: d'amore, di maternità, di crescita.
E' ovvio che staccarsi da tutto ciò procuri qualche subbuglio energetico... e quindi va bene, mi godrò la mia prigione dorata fatta di giochi con le bimbe e relax estivo... sperando che poi il costo del meccanico non sia una pillola indigeribile...........


lunedì 8 agosto 2016

Margherita disastri in cucina


La Piccolona (o forse dovrei cominciare a chiamarla la Grandina?) è in pieno Rubicone, 9 anni, passaggio epico e definitivo. 
(Per maggiori approfondimenti è interessante questo libro, di cui consiglio vivamente la lettura, oppure più velocemente è interessante un articolo che ho trovato qui).
In questo momento di transito e di sostanziale cambiamento non riusciamo a trovare il nome giusto per questa bella figliola: non è più una bambina, ma non è neanche una ragazzina, una fanciulla? Sì potrebbe essere corretto, ma è un nome un pò anacronistico, ormai desueto (purtroppo perchè rende bene l'idea). Scherzando ogni tanto le dico che è una "vecchia bambina", ma lei se la piglia e non vuole. La maestra Annamaria ci ha suggerito "bambina saggia", questo è risultato più gradito, però non sempre appropriato: quando grido esasperata di fronte ai suoi no perentori o alle pigrizie insensate o all'altalenare degli stati d'essere o alle paure sfrenate, mi viene in mente di tutto fuorchè la parola saggezza.
Comunque al di là dei nomi (anche se il nome la racconta tutta, il nome ti identifica e ti colloca al tuo posto nel mondo), vedo la mia amata creatura cambiare profondamente e iniziare i primi timidi passi verso "altro", verso la vita, le esperienze e i suoi propri pensieri.
La perdita dell'incanto dell'infanzia, i primi pensieri sulla morte, il primo occhio critico sui suoi amati genitori, tutto ciò è ricompensato da un'acquisita e tormentata individualità, da un io che si afferma non solo come differenziazione da tutto ciò che è non-io, diventa un io che sta sulla terra, in bilico tra bene e male, giusto e sbagliato, vero o falso, insomma emerge timido un io che comincia ad emettere dei giudizi sulla realtà. Una grande ricompensa perchè spiana la strada dell'indipendenza, del gusto personale, delle scelte, in ultima analisi della libertà d'essere.
E questa estate 2016 è all'insegna di questo fantastico passaggio d'identità e mentre ancora la Piccolona mi chiede (talvolta) di dormire nel lettone, contemporaneamente la Grandina che sta diventando mi chiede di "fare cose da grandi".
Tra i tanti desideri ce ne sono alcuni realizzabili e la cucina è diventata uno spazio di sperimentazione identitario.
Abbiamo cominciato con il caffè, ero perplessa, mi inquietava un tantino quell'oggetto e quel liquido incandescente, ma a farmi capitolare è stata una sua affermazione: "mamma se non me lo fai fare non imparerò mai!"
Hai ragione figlia mia. Si è accontentata per qualche giorno, orgogliosa, di preparare il caffè per me e Cristian.
E' durato poco, è arrivata all'attacco con nuove richieste e abbiamo cominciato l'apprendistato di piccola cuoca.
Ha già cucinato, sotto la mia supervisione, simpatici piattini estivi: riso in insalata quattro risate (ogni pietanza ha un nome ovviamente), pasta con le patatine alla nonna Emanuela, pepite di Zio Paperone (polpettine di ricotta al sugo), peperoni all'aceto alla sicula e una simpatica torta presa dal manuale di Nonna Papera, il ciambellone di Achille con variante marmellata.
Le operazioni non hanno mancato di creare alcuni incidenti di percorso, olio bollente che schizza sulle manine inesperte, lo sbattitore elettrico che si accende improvvisamente sbatacchiando le povere ditine, il fornello che sbuffa una fiammata come un drago e via dicendo.
Nonostante questi piccoli incidenti (che hanno abbastanza atterrito la Grandina) l'entusiasmo non è calato e devo dire che i risultati sono stati ottimi.
Abbiamo sbafato qualche pranzetto e cenetta cucinato dalla nostra cuoca in erba.
Ti guardo piccola mia e mentre sei tutta presa dai tuoi romanzi che leggi, dai bronci di ribellione, dai piccoli segni di un corpicino che cambia, dal senso dell'umorismo sempre più spiccato e complice, dai tuoi primi turbamenti, sento rinnovato il mio profondo innamoramento per te amore mio che, insieme a tua sorella, siete quanto di più bello abbia mai realizzato:
un cammino di vita condiviso tra anime karmiche! Che spettacolo la vita!

sabato 6 agosto 2016

Un affronto personale...

La macchina mi ha piantato in asso! E' già passato qualche giorno, ma non ho scritto prima perchè l'ho vissuto proprio come un affronto personale.
Finalmente sono in ferie, quest'anno sono arrivata sui gomiti, stanca ed estenuata dai continui "cambi di rotta" e manifestazioni (solo manifestazioni però) di buone prassi al lavoro.
Alla sera del penultimo giorno di lavoro, accaldata, stufa, con la testa piena di inutili informazioni, desiderosa di una doccia e di un sano nulla, ero sulla via di casa, in coda al semaforo, sotto un sole ancora cocente (nonostante fossero quasi le sei di sera).
Finalmente verde, faccio per mettere la marcia... 
STAC un rumore INEQUIVOCABILMENTE di rotto! 
Il pedale della frizione è diventato molle e inutilizzabile.
Una sensazione sgradevolissima, ineluttabile e sconfortante: inutile provare con i pensieri positivi, la fidata Twingo mi ha abbandonato.
Immediatamente quelli in fila dietro di me hanno cominciato a strombazzare (nonostante avessi prontamente messo le quattro frecce), secondo loro cosa stavo facendo? Mi ero fermata proprio lì perchè mi era venuto un raptus meditativo improvviso? Mi ero fermata lì perchè improvvisamente avevo urgenza di farmi le unghie? Non mi schiodavo da lì perchè mi aveva colto un improvviso e catatonico sonno?
Quando mi capita un'improvvisa coda, o qualcuno che tentenna al semaforo, o con le (evidenti) quattro frecce, non suono mai! Cosa suono a fare? Per maledire la persona che mi fa perdere qualche minuto?  Sempre provo grande commiserazione per loro e irritazione per tutti gli inutili e fastidiosi strombazzamenti.
Questa volta è toccato a me! Primo sentimento sconforto!
Quando finalmente gli automobilisti hanno capito che dovevano sorpassarmi, ho cercato di prendere in mano la situazione, mi sono guardata in giro e l'unico passante presente era un vecchio ottuagenario con il bastone. No non poteva aiutarmi. Nel marciapiede di fronte, in cima alla strada, ho intravisto un uomo maturo ma non vecchio, grassoccio ma ben messo. Ecco l'uomo che faceva al mio caso. Ho aspettato pazientemente che arrivasse più o meno all'altezza della mia macchina e gli ho chiesto di darmi una spintarella almeno sul ciglio della strada. L'uomo ha cercato di scantonare, dicendomi: "ma io non ce la faccio", gli ho risposto perentoria e determinata: "ce la fa, ce la fa, su spinga!". Infatti è bastato un piccolo strattone, giusto il tempo di allinearmi alla strada, sul marciapiede basso, e lasciare abbastanza spazio alle macchine per passare. Ho ringraziato ed ho cercato di chiamare la cavalleria (Cristian), niente, telefono occupato. E va bene, ho capito che dovevo cavarmela. Ho chiamato il carro attrezzi convenzionato, il meccanico e in un attimo tutto era sistemato, dovevo solo aspettare l'arrivo dei soccorsi (solo 40 minuti sotto il sole)... 
La cosa che mi ha infastidito di più è stato l'uomo del negozio di pompe funebri, abbiamo spinto l'auto davanti alla sua vetrina (ma non l'entrata).. E' uscito inviperito, lamentandosi della bella idea di piantare lì l'auto, gli ho fatto presente che era guasta. Niente ha continuato. A parte il fatto che non ci sono frotte di persone a guardare la sua triste vetrina,   secondo lui cosa avrei dovuto fare? Spingerla fino a che non trovavo uno spiazzo? Mi ha maledetto andandosene e l'ho un pò commiserato pensando che forse il suo è un lavoro infelice! O forse l'ha scelto perchè già di suo non è una persona felice? Va beh
Ho chiamato Cristian, finalmente mi ha risposto e da lì a breve è arrivato. Abbiamo aspettato il gentilissimo omino che ha caricato la traditrice sul suo mezzo e l'abbiamo scortata fino dal meccanico.
Giorni pre-ferie... il meccanico ha un sacco di vetture da sistemare. 
Ancora oggi non so l'entità del danno. 
Cara Twingo, ti aspetterò, sei la mia amata freccia azzurra... e lo so, non è colpa tua, sei vecchiotta e malandata... hai scelto il momento migliore per abbandonarmi, vicino alle ferie, da sola senza le bimbe, verso casa... 
So tutto, ma comunque mi sembra sempre che sia un affronto diretto a me, una sorta di punizione immeritata... la vettura quel luogo - non luogo protetto, quello spazio di intimità... in un attimo abbandonata! 
E poi tutto passa, presto la macchina verrà aggiustata... ma è sempre interessante incontrarsi nei propri sentimenti, nel sentirsi soli al mondo, tapini e meschini... per delle sciocchezze... forse a ricordarmi che sono una persona molto fortunata... tanto da dare valore affettivo persino ad una macchina.