...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







mercoledì 3 febbraio 2016

Arte come nutrimento dell'anima


 Una delle frasi che amo di più ripetere, attribuita a S.Francesco D’Assisi è la seguente:
“Chi lavora solo con le mani è un operaio; Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano; chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un artista.”
Sono necessarie delle precisazioni: ovviamente questo, (da parte mia ma penso che anche S.Francesco converrebbe) senza alcun giudizio di valore su operai e artigiani, anzi il loro lavoro è fondamentale perché ognuno di noi abbia la possibilità di fruire di utensili, beni di conforto e suppellettili varie. (dai tempi dei tempi, con differenziazioni nel tempo sul livello dei bisogni).
Quello che invece mi interessa sottolineare è il fatto che l’arte, definita in questo modo, comprende (ovvero prende con sé) tutte le sfere dell’essere umano, ovvero pensare (testa), sentire (il cuore) e volere (le mani). Quello che mi piace assai è il fatto che l’arte, in questo modo, è interpretata e/o rappresentata come massima espressione dell’uomo, come sinergia di forze, come equilibrio di manifestazione dell’individualità.
Volendo riformulare il pensiero (per meglio chiarirlo a me stessa, lungi da me voler migliorare o spiegare un concetto così ben definito dall’illustre Santo), insomma volendo discriminare al meglio il concetto, fra i tanti che affollano la mia mente, l’arte si realizza quando utilizzo le mie forze di volontà nelle mie azioni, pensandole e progettandole intenzionalmente con la mente e intessendole del mio amore, della passione del cuore.
In questo modo l’arte è il veicolo ideale per qualunque processo formativo, auto educativo, auto curativo e terapeutico, espressivo e comunicativo del sé.
Solo attraverso l’arte è possibile attraversare il mondo, toccarlo e farsi toccare.
Conoscere me stesso e conoscere l’altro da me… il bambino è sempre un artista, lui agisce nel mondo sempre con tutto se stesso anzi, per la precisione, nelle forze di volontà prima e in quelle del sentire dopo, il bambino costruisce la qualità del suo futuro pensare.
Insomma tutte queste premesse per sottolineare come l’arte, secondo me, dovrebbe essere il pane quotidiano che nutre ogni individuo: non dovrebbe mancare in ogni scuola di ogni ordine e grado, non dovrebbe mancare in ogni giornata di ogni persona, non dovrebbe mai essere sacrificata per nulla, non dovrebbe mai essere sconsacrata. Sì perché l’arte è quello spazio sacro dove l’uomo esprime il suo essere divino.
Ogni giorno potremmo diventare creatori di pace e bellezza, secondo le nostre attitudini: facendoci attraversare dalla musicalità nel canto e nell’armonia sinuosa della danza, permettendoci di risplendere dell’energia dei colori, onorando la nostra capacità di parlare dando valore, peso e vita al nostro discorrere e dialogare, attingendo a piene mani nelle nostre capacità plastiche scolpendo e modellando biografie di vita, pagnotte di pane, fatine di lana, maglioni, giocattoli in legno, cogliendo nelle immagini l’infinito e la spiritualità dell’armonia…. Eccetera … eccetera … eccetera… eccetera….
Tutta questa dissertazione per introdurre, infine, tutta la gioia, la pienezza, la soddisfazione, la gratitudine, la completezza e l’esaltazione per il laboratorio artistico che ieri sera si è avviato alla Corte Dalì.
Grazie alla bravissima Anna Triacca che ci ha condotte con maestria e delicatezza nella sperimentazione della materia, nei meandri del nostro essere, giocando con il colore, con la luce e l’ombra, con i pieni e con i vuoti, con l’esserci e il lasciarsi andare, nel raccoglierci insieme e nello sprofondare nell’individualità.
Abbiamo individuato come tema conduttore di questi incontri il “prendersi spazio”, uno spazio per se stessi, uno spazio per creare, uno spazio come vuoto che collega due pieni, uno spazio dove è possibile la luce, dove è possibile essere unicamente, divinamente, intrinsecamente se stessi.
Non uno spazio dove “dover fare” qualcosa o “fare la cosa giusta”, ma uno spazio del possibile, un luogo (o un non-luogo) di gioco, di realizzazione, di esistente.
Abbiamo sperimentato i colori (primari) ad olio, dalla semplicità abbiamo dovuto creare il marrone della terra e, tra materia e gesto, far emergere lo spazio, il vuoto, la luce.
Nel giorno della Candelora, dell’Imbolc abbiamo individuato questo germogliare (sul foglio e dentro di noi) di vita pulsante, di nuovo, di avvenire, di noi.
Sono state due ore intense, vive, vere, significative, sono state due ore di incontro con sé e di comunione con l’altro.
Nello spazio accogliente e caldo della Corte abbiamo acceso delle candele, inondato il locale di profumo di olio di lino, di intensità, di amore, di arte!
Per me è stato molto interessante piroettare tra un’attività e l’altra, tra una persona e l’altra, perché subito a seguire ci siamo incontrate anche con il gruppo GIROMAGLIA, un laboratorio di arte manuale dove, grazie alla maestra Cristina Pusceddu, ci sperimentiamo nella saggia arte dell’intreccio, della tessitura, della realizzazione, attraverso la volontà e la costanza creiamo pezzi unici: cappelli, scaldacollo, coprispalle, poncho, maglioni. Insieme chiacchieriamo e, nel contempo, ci concentriamo nel seguire un flusso, un filo, una direzione, un progetto. Un’arte interessantissima quella della maglia e dell’intreccio, dove pensiero e mano (artigiano) si concordano perfettamente, trovarsi in gruppo è l’ideale coronamento per introdurre anche la sfera del sentire, trasformando l’attività in una vera e propria arte.



Sono felice, grata, fiduciosa: la Corte Dalì, la casa dell’arte sociale, può davvero essere la casa delle arti, della condivisione, del sentire, dell’esserci ed è un bellissimo sogno che voglio alimentare con tutta tutta tutta me stessa. Grazie a tutto e a tutti quelli che mi aiutano e mi accompagnano nel costruire questo bellissimo percorso… questo sogno di arte vivente.


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