...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







venerdì 9 agosto 2013

Sonea e il Sommo Lord...



In queste settimane sono stata rapita dalla lettura di una trilogia fantasy: la saga del mago nero di Trudi Canavan.  È stato un viaggio appassionante nella magia e nelle vicende biografiche di personaggi permeati da onore, coraggio e forza.
Le vicende cominciano confusamente tra le vie della città in un momento drammatico (l’epurazione: appuntamento annuale dove il re ripulisce arbitrariamente la città interna di persone ritenute “pericolose” per il regno. Quindi famiglie intere, giovani, donne e bambini vengono costretti ad abbandonare il loro lavoro, la loro casa e riversarsi nei “bassifondi”). Sonea è una giovane ragazza intraprendente scacciata insieme alla sua famiglia e (quasi involontariamente) si ritrova coinvolta, insieme a vecchi amici, a protestare lanciando pietre contro i maghi che garantiscono la sicurezza attraverso un collettivo scudo magico.
Questo è l’inizio di tutto! Sonea scaglia una grossa pietra imprimendo nel lancio tutta la sua rabbia, il suo desiderio di vendicarsi e colpire. Inaspettatamente si vede un lampo di luce e la pietra riesce ad oltrepassare lo scudo e colpire alla testa un mago.
Il primo libro “la corporazione dei maghi” presenta i personaggi della saga attraverso la ricerca di Sonea: la ragazza dei bassifondi che ha liberato da sola i suoi poteri.
La ragazza fugge terrorizzata e grazie alla banda dei suoi amici e ai Ladri riesce a sfuggire per lungo tempo alla Corporazione. I maghi dalla loro parte sono sgomenti nell’apprendere che la magia possa esistere anche al di fuori delle Case nobili e, soprattutto, che possa essere attivata senza l’aiuto di un altro mago. Sanno perfettamente, inoltre, che è necessario imparare il Controllo della magia, altrimenti il mago comincerà ad usarla senza accorgersi, in modo indiscriminato rischiando di distruggere tutto quello che c’è intorno e uccidere se stesso. I maghi vogliono trovare la ragazza per evitare, in prima istanza, tutto ciò. Durante queste ricerche estenuanti e le rocambolesche fughe nei sotterranei della città (la via dei Ladri) ogni personaggio viene delineato nelle sue caratteristiche peculiari, nei tratti di personalità e nelle trame relazionali all’interno della società.
Infine Sonea viene trovata proprio perché i suoi poteri sono diventati pericolosi e incontrollabili, la ragazza brucia inavvertitamente tutto quello che la circonda e rischia di morire da un momento all’altro.
Sonea, come tutti gli abitanti dei bassifondi, odia i maghi perché non fanno nulla per la loro condizione miserevole e non vuole assolutamente entrare a far parte della tanto odiata corporazione.
Il tema di questo capitolo della saga che più ha colpito le mie riflessioni è quello del “Controllo”.
Per ogni novizio che intraprende questo percorso nella scuola dei maghi, per cominciare (a parte la liberazione dei poteri latenti) deve imparare a Controllare questo potere, questa forza che può essere di intensità diversa per ogni individuo. Non ho potuto fare a meno di pensare alla biografia: credo che ognuno di noi, superata la fase di estrema potenza data dall’adolescenza, debba imparare ad esercitare il controllo sulla propria emotività, sulle proprie pulsioni e prendere, in tal modo, in mano la propria vita. Prima di poter intraprendere un qualsiasi percorso o progetto è fondamentale imparare a gestire le proprie forze, i propri talenti e le zone oscure. Concentrarsi su di sé, conoscersi profondamente e gestire le nostre peculiarità. Solo in questo modo ci si può realizzare e assecondare le proprie attitudini, allacciare relazioni serene e soddisfacenti. Certo ognuno dovrà percorrere la propria via, crescere con le esperienze, la formazione, gli incontri ma, in prima istanza, è necessario imparare ad attuare il Controllo della propria energia vitale per non danneggiare gli altri, noi stessi e la nostra vita.
Ho apprezzato molto i metodi di insegnamento del Controllo ai maghi, attraverso visualizzazioni guidate Sonea è entrata nella propria mente e pian piano è riuscita a rinforzare le proprie difese psichiche consapevolmente, a gestire la propria energia e a conoscersi. Piccole pennellate hanno semplicemente spiegato a livello intuitivo alcuni funzionamenti psichici e l’ho trovato molto interessante.
Il primo libro si conclude con l’introduzione della giovane dei bassifondi in questo mondo d’elite e di magia.
Il secondo, “la scuola dei maghi”, vede impegnata la ragazza a superare la diffidenza, l’astio, la cattiveria e la prepotenza del gruppo dei pari, degli insegnanti e di quel mondo a cui non appartiene. Le sue grandi potenzialità suscitano invidia nei giovani rampolli delle famiglie ricche e la ragazza subisce ogni tipo di angheria. Questo libro è situato proprio nel mezzo, la trama prepara tutti gli antefatti per il grande finale del terzo: i personaggi sono sempre meglio definiti, la protagonista acquisisce le competenze che le serviranno in seguito e si accumulano una serie di misteri e situazioni da definire.
Quello che mi ha colpito di più nel secondo libro sono state alcune caratteristiche della ragazza: la tenacia, la caparbietà, l’umiltà, la perseveranza, l’onore e la forza d’animo. Tra tutte queste qualità l’umiltà era quella che più mi metteva in difficoltà, leggendo di quanto era in grado di sopportare la ragazza senza reagire, di come manteneva costante il rispetto dell’autorità (al di là del bene e del male) mi dava una sensazione di fastidio, quasi di stizza, speravo, continuando a leggere, che prima o poi reagisse, li ripagasse in qualche modo con la stessa moneta. Invece no, la ragazza subiva imperterrita le angherie e poi pian piano si “ricostruiva”, ogni “cosa” che amava le veniva tolta e lei riusciva comunque a trovare forza, gioia della vita stessa. Ho riflettuto su di me ed ho pensato che forse proprio l’umiltà è la virtù che devo coltivare, imparare ad usare, sempre, di prima reazione. Non mi appartiene, sono sempre stata una libertaria insofferente all’autorità e alle regole, superba della mia intelligenza e della mia forza che traspare dal mio sguardo (sebbene in verità poi sono stata emotivamente molto fragile e sola un po’ come Sonea). Però leggendo il libro ho pensato che l’umiltà è una qualità che alla lunga paga, ti mette in contatto con l’io altrui, anche con l’io di chi in qualche modo ti ferisce e credo che questo sia il compito di ognuno nell’umanità, quello che serve per salvare la devastazione della natura, i problemi della crisi di oggi, l’impoverimento dei valori… l’umiltà, la capacità di sopportare con forza il disprezzo e la prevaricazione altrui, senza lasciarsi davvero schiacciare, proprio l’immobilità ci rafforza, ci tempra e alla lunga ci innalza.
Sonea, infatti, alla fine dimostra la sua superiorità a tutta la corporazione, ma lo fa in modo elegante, competente, senza arroganza, equamente, rischiando anche il fallimento: una bella lezione di vita.
Il terzo libro è completamente diverso, tutti i preamboli sono stati fatti, le situazioni sono state preparate, i personaggi son ben definiti e il lettore ha instaurato con loro le proprie antipatie e simpatie. Si entra subito nel vivo, gli accadimenti sono veloci e sempre significativi: è un libro (di 550 pagine) che si legge d’un fiato (meno male che è estate se no l’avrei dovuto centellinare con grande sofferenza).
Il terzo libro è quello che mi è piaciuto di più, è quello che significa tutta la saga, che riscatta i deboli, gli umili, i tenaci. Anche in questo libro la ragazza dimostra di avere una forza straordinaria: al di là dei poteri magici superiori alla media, è la sua capacità di sacrificio che è sorprendente, è disponibile a cambiare le sue convinzioni non appena riconosce la verità, non indugia nelle vecchie “abitudini” e si “offre” diretta verso ciò che ritiene giusto, a qualunque costo.
Non nascondo che il finale non mi è piaciuto tantissimo perché è stato un po’ troppo drammatico, la perdita della ragazza (non voglio fare troppe anticipazioni qualora qualcuno che legge questo post voglia poi addentrarsi di persona nella saga), però non posso fare a meno di dire che, in termini biografici, se qualcuno doveva “andarsene” era proprio Sonea. Insomma il passaggio come meteora che porta il cambiamento, che svolge la propria missione vorrebbe  che poi (così come è arrivata) scomparisse. Quindi un finale drammatico era preferibile così, anche se ben comprendo che avrebbe reso più difficile la prosecuzione della vicenda nella successiva saga (che non ho ancora letto alla quale credo mi dedicherò presto!!!).
La narrazione è fluida e interessante, anche se i continui cambi di scena nei diversi contesti dell’opera, all’interno dello stesso capitolo, un po’ mi infastidiva. Insomma quando ero presa bene da un dipanarsi di situazioni ed eventi ecco che si cambiava scena e si parlava di un altro personaggio. A volte le descrizioni erano un po’ troppo lunge e particolareggiate, c’erano dei tratti che sembravano voler tirare in lungo per creare maggiore “suspense”, avrei preferito piuttosto un approfondimento sugli stati d’animo invece che delle dettagliate descrizioni ambientali o contestuali.
Comunque mi è piaciuta molto, i presupposti erano buoni, l’ambientazione magica mi piace, adoro le saghe e anche in genere il fantasy. Inoltre si evince nella narrazione che l’autore è una donna. La maggioranza delle qualità che ho descritto sono effettivamente le peculiarità (auspicabili) legate al femminile. Femminile inteso come parte di un tutto e non semplicemente come “femmina”. Insomma ognuno, maschio o femmina, nel proprio percorso eroico dovrebbe sviluppare nel femminile le qualità che l’autrice ha espresso egregiamente nel personaggio di Sonea. Mi è piaciuto molto brava Trudi!!!


mercoledì 7 agosto 2013

Calura estiva ... torpore d'agosto







Mi piace questa estate 2013, è molto calda, ma in verità non soffocante, non siamo partiti (per varie ragioni tra cui quella economica) ma ci siamo attrezzati in cortile e le micette sguazzano felici nella loro piscinetta: sembrano delle belle lontre che roteando, spruzzando e galleggiando a pancia all’aria godono delle sempre più grandi competenze nel mettere la testa “sotto acqua”  come dicono loro. 
Qualche gita in piscina ci sollazza e rinfresca e le bimbe sono al settimo cielo…
È un momento molto tranquillo, osservo Cri che si riposa e sembra che si stia preparando, concentrato, per spiccare un grande salto in autunno quando comincerà il nuovo anno scolastico denso e ricco di formazione, attività ed impegno per la sua bella classe di scavezzacolli.
Le bambine godono della presenza del papà e di questo ritmo lento e giocoso, delle abitudini casalinghe, finalmente al mattino indugiano un po’ di più nel letto e le guardo crescere e maturare la consapevolezza che anche per loro l’autunno sarà un momento speciale e denso: la piccolona andrà a scuola… e la piccina andrà all’asilo dei “grandi”.
Intanto io continuo a lavorare e mi porto avanti nel leggere relazioni, guardare disegni e ipotizzare vagamente il lavoro di settembre (solo ipotizzare perché mi piacerebbe condividere il percorso con le educatrici). Nel contempo anche qui in ufficio ci sono echi di un cambiamento che si concretizzerà anch’esso in autunno, cambi di gestione, nuovi progetti…
È un momento di rilassamento, di circospezione, di riposo, di concentrazione.
In questi giorni mi sono persa (rapita completamente) nella lettura e sto ultimando una saga fantasy (di cui scriverò prossimamente, non appena finito il terzo libro), passo dal libro alle bambine, all’attenzione per l’alimentazione, all’osservazione su quanto accade… osservo deliziata i cieli scintillanti del crepuscolo e le notti stellate… ero affacciata al balcone mentre mi è giunta all’orecchio il vociare fastidioso della televisione e mi ha dato un sapore lontano, come di un ricordo antico di notti estive passate a zonzo, ascoltando il suono delle finestre spalancate, il chiacchiericcio di gruppi in cerca di frescura serale, le musiche e il desiderio di danzare nella notte.
MI sono ricordata di innumerevoli estate lunghe e deliziose quando facevo la maestra e le vacanze erano lunghe, lunghissime, pregnanti.
Facevo in tempo a riposare, ritemprarmi, divertirmi e persino annoiarmi. 
Come sono lontani quei tempi, oggi il lavoro non mi molla e poi ci sono le bimbe che comunque richiedono un’attenzione continua e non ci si può sollazzare di sonno, bagnare di sole, dondolare infinitamente nell’acqua ma, come dicevo, si seguono ritmi e alternanze da adulti responsabili. (sic) 
Non che mi dispiaccia davvero, ma ricordo quel lasciarsi avvolgere dal calore di agosto, dall’indolenza e dal torpore, ricordo quello scivolare nell’assoluto presente e percepire il corpo in espansione estiva, nel sudore, nel calore, nel colore, nel desiderio e la passione, nella frescura, nell’acqua fresca e fredda che stringe deliziosamente… chicchi di esperienze vissute che mi hanno insegnato ad amare profondamente questo momento dell’anno dove la riflessione è lasciata solo alla sfera intuitiva e si rimane permeati solo dalla compenetrazione con la terra, il cielo, l’acqua e l’aria….