...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







mercoledì 31 maggio 2017

Lo zen del fagiolino





Sì, credo che la descrizione di questa giornata possa ben rappresentare il caotico periodo che sto vivendo e porsi un pò come corollario della vita di tante mamme alle prese con gli ultimi giorni di scuola.
Non capisco come possa succedere questa cosa in modo così diffuso: quando siamo alla fine (si potrebbe dire alla frutta), senza più forze ed energie, stanchi da un lungo anno scolastico, pieno di impegni, risvegli mattutini, malanni invernali, compiti da spingere sul quaderno dei figli, merende di metà mattina da organizzare per le pargole, adoperarsi per le feste di compleanno (dei propri virgulti e di quelli altrui, sì perchè anche partecipare alle feste dei compagnetti è una specie di lavoro, estenuante aggiungerei), beh insomma dopo tutto ciò nelle ultime settimane avviene un'accelerazione smisurata e si sovrappongono impegni ed incombenze di ogni genere.
Le mie amate figliole sono agitate per gli infiniti saggi (musicali, euritmia, ritmica, recite), essendo la nostra una scuola parentale, ci sono gli esami di fine anno,  e poi le gite, il reperimento di abiti di scena, le pagelle, le feste...
E, lavorando anche nell'ambiente scolastico, mostre, feste, documentazioni ed eventi da visitare, preparazione e previsione dei servizi per il prossimo anno scolastico, contemporaneamente chiusura e apertura.
Ecco sì, un periodo davvero estenuante.
Mi ritrovo a dover scegliere tra quello che "devo" fare e rinunciare un pochino a quello che mi piace... (Corte Dalì e incontri tra amici).
Ma dicevo della giornata di oggi, cominciata come di consueto con un risveglio decisamente mattiniero (6.15/30... il quarto d'ora sta al procrastinare il momento del definitivo abbandono dell'amato letto). 
Un caffè ingollato... 
ancora qualche istante di galleggiamento tra onirico e veglia... 
e poi le danze cominciano.
Come di consueto devo lottare con le piccole per tirarle (letteralmente) giù dal letto, si inizia da un dolce "buongiorno micette, è ora di alzarsi", passando da un più burbero - "forza bambine se no facciamo tardi", per concludere con il terribile anatema - " se non vi spicciate, vi mando a scuola in pigiama".
Comunque nulla funziona, le accarezzo, le tocco, faccio i "solletichini", sbraito... niente ci vogliono sempre 10 minuti abbondanti, solo per svegliarle! Poi c'è la lotta dei vestiti, questo sì, questo no, "ma dai mamma si deve fare sempre come vuoi tu, ma i miei compagni fanno così e cosà....."
La contrattazione infinita finisce sempre con un mio sclero, più o meno contenuto, mentre papà Cristian (santo) ha preparato il latte ed è già uscito con il cane.
Quando finalmente le ragazze sono sedute al tavolo (vestite), posso andare anch'io a  prepararmi.
Questo è l'inizio di una serie di incastri super programmati e condivisi con Cristian (che lui da perfetto uomo non ricorda mai, nonostante "sincronizziamo" sempre le agende), sì, perchè essendo venuti a vivere in città, abbiamo fatto la scelta (economica ed ecologica) di avere una sola vettura: quindi, a seconda degli impegni di entrata e di uscita dalle diverse attività di ognuno di noi quattro, si organizzano i trasporti della giornata (ovviamente ogni giorno è diverso... le cose semplici sono noiose... ).
Oggi siamo usciti tutti insieme, siamo andati a scuola (Cristian è un maestro della scuola delle bimbe), oggi avevo il turno cucina.
Nella scuola Waldorf i genitori, a turno, si occupano di queste faccende (mensa, giardino, pulizie, manutenzione), un vero affanno, soprattutto in questa fase dell'anno.
Ne ho approfittato, stamani, per fare due chiacchiere davanti ad un caffè con qualche mamma (attività che quest'anno riesco a fare molto sporadicamente, causa l'organizzazione dei trasporti di cui sopra).
Qualche minuto di relax e piacevolezza... e poi la corsa sfrenata... partecipare (perchè c'è una cuoca fissa, noi genitori siamo i garzoni) alla preparazione di 100 coperti non è un affare di poco conto: oggi il mio compito era di mondare e pulire  due cassette di fagiolini, lavorandone così tanti dopo un pò diventi creativo: tagli i culetti e li ripulisci in modi sempre diversi, li prendi a mazzetti, a 4, poi provi sul tagliere, senza, unendoli, separandoli... passano le mezz'ore... e tu china e pensierosa ti dedichi ai questi piccoli ortaggi verdi... e cominci ad osservarne le fattezze: i piccoli filamenti che si producono ogni tanto, le gibbosità, le dimensioni svariate, la carnosità. l'attacco gemellare al picciolo... il tempo trascorre ed è piacevole non dover pensare ai come e ai perchè, semplicemente si rimane nel fare (di corsa perchè il tempo a disposizione non è infinito)... si rimane nelle mani, nelle chiacchiere, si fa in tempo a pensare di essere nati lì, in quel momento e di non aver fatto altro nella vita che tagliare culetti ai fagiolini.
Ovviamente nel corso della lunga mattinata ho fatto altre cose (poche a dire il vero) ho sbucciato e tagliato a tocchetti mele, pulito e tagliuzzato fragole per preparare una Enorme macedonia! Basta solo questo... beh poi si passa alla parte più operativa (lava i piatti, le pentole, i bicchieri, le forchette... quante forchette).
Tutto questo per dire che la mattina è volata, le azioni fatte non sono poi così tante, ma c'è qualcosa di così pieno e soddisfacente nell'iniziare, fare e concludere un'azione con il suo risultato, tutto nell'arco di una abbondante mezza giornata.
Oggi i fagiolini mi hanno insegnato qualcosa... a stare, ad agire senza pensare, ma comunque con intenzione... è una bella massima... bisognerebbe fare tutto così, condurre la propria vita con intenzione senza pensarci su...

Dopo questa pregna e significativa mattinata (sono rimasta ad asciugare piatti fino alle 15.00 passate), mi sono letteralmente fiondata in macchina (nel frattempo Cristian aveva portato le bimbe a fine lezioni dalla nonna e a sua volta era tornato a scuola per lavorare). Sono partita in corsa per continuare il giro dei doposcuola della città, dove in questi giorni ci sono documentazioni dei percorsi fatti durante l'anno, feste, spettacoli e momenti magici di saluto.
Nel caldo torrido, ancora sudaticcia dalla mattina, (risparmio i dettagli del cambio abito, ma volevo specificare che con la cuffietta, i vestiti chiari e il grembiule da cucina mi sento sempre molto sul pezzo, anche se alquanto ridicola) sono corsa nel traffico per raggiungere le scuole in questione.

E il tour di questi giorni merita una piccola menzione, una breve ma intensa riflessione: è stato molto bello andare nelle scuole e vedere le meravigliose mostre che le educatrici hanno realizzato per la fine dell'anno.
Si ritorna sul tema di poc'anzi, sul concetto meraviglioso di intenzionalità.
In ogni scuola, con le dovute peculiarità e differenze individuali, ho trovato molta bellezza, un pensiero uniforme di un gruppo che costruisce, per il tempo extrascolastico dei bambini, un luogo estremamente significativo, pregno di valore, ritmo, specialità, amore.
In tutte le occasioni mi sono commossa, riconoscendo e vedendo la qualità professionale di queste meravigliose persone... e sento un'immensa gratitudine e un'infinita stima per il nutrimento vero ed evidente che, quotidianamente, è offerto a questi bambini.
E' una settimana che giro per le scuole quasi tutti i pomeriggi e anch'io mi sono sentita nutrita... grazie care amiche e compagne di viaggio, grazie per l'amore che traspare dai vostri lavori e dai vostri occhi (e dall'affetto evidente che questi bambini hanno per voi).

E così la giornata volge al termine? Eh no, dopo un gradito caffè freddo e chiacchiere amene tra colleghi si riparte in pista... una corsa dalla nonna a prendere le bimbe... Ah la piccolina mi accoglie zoppicante e dolente... oggi è caduta sull'asfalto ed è piena di ecchimosi (niente di grave) e un magone latente. 
Avevo lasciato la macchina davanti al portone con le quattro frecce, ma ho dovuto comunque consolare e accogliere con attenzione e affetto (anche se il fatto era accaduto ben 4 ore prima).
Rieccomi nel caldo torrido, con la macchina carica di bambine, il tettuccio aperto, la musica alta... di corsa ancora a scuola a prendere il papà... finalmente sulla via di ritorno (fermata per comprare acqua ossigenata per ripulire i  graffi pieni di asfalto) e a casa le lotte con la piccolina che non voleva togliere le medicazioni fatte dalla nonna (bende, garze, cerotti, creme magiche)... e davvero ha solo poche escoriazioni da niente (da pulire però santa pazienza)... la cena, i pigiami, i dentini (le solite lotte, le solite carezze, le solite minacce)... e finalmente tutto tace... la giornata è finita... ed io sono stremata!

In queste sere ho trovato difficile soffermarmi a pensare alle mie giornate, tutte piene e arruffate come questa, arrivo alla sera e desidero semplicemente non pensare... 
Ma oggi i culetti dei fagiolini mi hanno dato un sacco di energia... e ho trovato le forze di condividere questo pensiero importante...
la vita è fatta di piccole cose e a volte basta davvero solo guardarle... 
e i fagiolini mi hanno dato anche la forza di ribadire e riconoscere il valore della pedagogia, in ogni caso... e sono felice che tanti bambini della mia città possano vivere così tanti bei momenti di comunione, di gioia, di festa, di arte e socialità... ancora grazie...
E nonostante la fatica, nonostante le giornate siano infinite e sempre un pò troppo piene... io sono felice, felice di esserci, di correre incontro a questa intenzionalità... incrociando un pò le dita e un pò, anche, molto fiduciosa sul domani.

giovedì 25 maggio 2017

Lucciole e Laboratorio di Scrittura creativa

Ieri sera ultimo incontro della stagione del Laboratorio di Scrittura Creativa che, io e il caro Ivano, abbiamo organizzato in Corte Dalì.
E' stata una bellissima esperienza, una grande occasione di amati incontri, di scambio, di conoscenza, di esperienza e vita, quella vera, fatta di intimità sociale e nuovi orizzonti.
Nel corso delle serate abbiamo costruito un racconto  (Quercia Scarlatta), pieno di personaggi densi e significativi, di intrecci e nuovi orizzonti.
Abbiamo terminato con una passeggiata serale improvvisata, un'immersione crepuscolare nella natura e a sorpresa sono venute le lucciole a trovarci.
Oh meraviglia. Una manciata di persone, un pò di umanità e un pò di immensità, delle suggestioni, un suggello e il gioco continua.
Abbiamo ritrovato i tarocchi che abbiamo usato nelle serate, con le lucciole nel cuore abbiamo scritto ed è stato un momento di estrema bellezza, grazie amici di essere stati con noi, grazie Ivano di essere con me, gratitudine vera per il privilegio di incontrare l'altro attraverso l'arte.

E quello che segue è quanto io stessa ho scritto, attraverso la magia delle lucciole, la musica, il gruppo e i tarocchi... 

"Proprio così, troppa paura di perdere la mia integrità, la mia specialità, 
così desiderosa di andare in mille direzioni,
che rimango ferma, immobile, paralizzata.
O forse non è neanche così, forse correre in infinite direzioni corrisponde all'immobilità, un perfetto alibi dove nascondersi, per celare la propria inettitudine.
Sono troppo presa e piena dai miei talenti che mi dimentico di Esserci,
guardo così lontano che non sono mai qui...
e perdo qualcosa, gli istanti, i sorrisi e gli abbracci dei miei figli...
e non solo quelli di sangue...
Chi sono io? (l'Appeso).
La sospensione al di fuori di sè o il fuori di senno?


Chi vorrei essere?
Cosa vorrei sperimentare?
La leggerezza, lasciar scorrere, esserci senza pretesa, un punto di riferimento, un'ancella della Sofia Celeste.
Ma forse non è ancora il momento di nascere, forse la mia casa è ancora Quercia Scarlatta, le lucciole non sono venute per me, sono solo l'arco, il tramite, no è per me questa comunione naturale, io sono un traghettatore, lo so... onorata di esserlo... inseme è un pensiero triste, un sacrificio (fare sacro) o forse una gradita illusione?
Ecco l'Appeso che torna... non posso fare altro che rimanere Qui!
Quello che sicuramente so è che senza gli altri non sono nessuno"
Daniela Merlino
un possibile esordio di infiniti racconti e forse e sicuramente un pò di me

e a settembre l'avventura continua...

martedì 23 maggio 2017

Il galoppo sfrenato

Se potessi tramutare i miei pensieri in parole scritte, in queste settimane avrei scritto almeno una quindicina di post diversi. 
Purtroppo (o per fortuna) non è così e quindi, oberata dal fare, dal sentire e dal pensare di ogni sorta e in ogni sfera della mia vita, non ho scritto quasi nulla.
Questo mi crea un pò di rammarico, perchè in verità quanto avevo voglia di comunicare mi sembrava assai interessante, oppure semplicemente sarebbe stato utile per me distenderlo linearmente (per quanto sia nelle mie capacità) in un linguaggio, in parole, in sequenze (più o meno logiche).
Potrei ordinatamente mettermi qui, seduta al tavolo, e pian piano scrivere i miei ridondanti pensieri, ma non è la stessa cosa: l'attimo intuitivo in cui nascono i pensieri nelle mie interiezioni con il mondo sono come piccole nuvole di fumo come i ricordi che finivano nel pensatoio di Silente.
Se sfugge il momento giusto, sfugge anche la particolare sfumatura che quel pensiero aveva, colorita del sentire e del vissuto.
Poi sono solo dissertazioni... probabilmente mi cimenterò anche a produrle nei prossimi giorni, ma stasera no.
Stasera ho il desiderio di lasciarmi andare al mio Essere, al mio particolare modo di essere Scrittrice, rincorrendo le parole senza inseguire una certa idea, lasciandomi cullare dalle frasi e dai pensieri come potrebbe fare un cantante gorgheggiando sotto la doccia o canticchiando in macchina.
Sì perchè sono giorni difficili questi, non per qualcosa in particolare che invade la mia vita, semplicemente per il galoppo sfrenato nel quale ogni giorno mi devo destreggiare: evitare i rami sul muso nella corsa a perdifiato, cercare di non farmi disarcionare dagli eventi, ricordarmi, nella foga, di non perdere di vista la meta, sincerarmi che i miei compagni di viaggio siano sempre vicini a me (e non smarriti in qualche bosco sperduto o precipitati in un crepaccio).
Perdonatemi la lunga metafora, ma l'accelerazione della vita, gli impicci, le scelte seguite, le relazioni, i compiti, gli ideali, la spiritualità, il desiderio, la voglia di vivere appieno, il lavoro, la professionalità, l'Esserci, cercare la meraviglia, sentire l'istante e cogliere la natura, governare la burocrazia e l'anelito di rimanere fedeli a se stessi, tutto ciò mi comprime, mi devasta, mi riempie, mi occupa, mi sfinisce, mi appaga, mi chiama e mi dissolve nell'immensità dei giorni che sembrano infiniti eppure mai abbastanza.
Il tempo scorre, la sabbia nella clessidra scende e delle miriadi di "cose" di cui vorrei occuparmi, che vorrei approfondire, realizzare, cominciare, studiare, amare, compenetrare... solo alcune sono riuscita ad afferrarle davvero, devo cominciare a fare delle scelte, so, capisco che non potrò fare tutto... e questo mi rattrista...
Vorrei, allora, riuscire, almeno, a soffermarmi quel che basta su alcune "cose", per assaporarle, ricordarle, metabolizzarle... quelle poche "cose" che riesco a fare... e dire che sono così affannata...(o affamata di conoscenza)  e c'è una cosa che so per certo che non riesco mai a fare e che, in qualche modo è  sempre sacrificabile...
Riposarmi! 😸


lunedì 15 maggio 2017

Dove Siamo?

Cosa accade?
Non c'è tempo, 
mancano le calde risate e i lieti sfioramenti.
Dove siamo,
Dove siamo stati,
Quando ci siamo scordati?
Amore mio, dove si sono sganciate le nostre dita?
Appena aggrappate ma salde e calde.
Dove siamo?
Lo so, è la vita...
gli ideali,
gli impegni,
diventar grandi,
mi manca quel pensiero complice,
quel porto sicuro,
quell' incavo della spalla dove potevo essere piccola...
Dove siamo andati?
Non c'è tempo...
il dovere chiama,,,
e se non rispondessimo più? Se scappassimo lontani
nel mare di Toscana, nella musica e nelle danze estive, negli ardori e nei fumi dell'alcol?
Siamo cresciuti?
Siamo perduti?
Siamo imbruttiti?
Dove siamo? 
Sfiora ancora le mie dita... e ci riagganceremo per l'eternità...
Amore mio...

Daniela Merlino

mercoledì 3 maggio 2017

Araba Fenice

Il mio dono (o la mia disgrazia, dipende dai punti di vista) è quello di pormi sempre la domanda del perchè le "cose" accadono.
Ricordo che sin da bambina mi facevo mille domande sul funzionamento del pensiero, delle interazioni, mi sentivo sempre un pò fuori posto (sensazione questa che non mi ha mai abbandonato), mi sentivo come un osservatore esterno, come se potessi intravedere i meccanismi che sottostanno all'illusione di Maya.
Negli anni ho imparato abbastanza a governare questo mio ramo di follia, stemperandolo con una buona dose di umorismo, meraviglia del mondo e gioia di vivere. 
Inoltre ho imparato, anche, a mollare un pò, a non approfondire, sempre, proprio tutto.
Gli studi umanistici, la pedagogia, il lavoro terapeutico su di me  e gli altri, mi hanno donato un'adorata professionalità e anche un pò di pace.
Tutto questo preambolo era necessario per introdurre quello di cui voglio parlare quest'oggi.
Sono alcune, lunghe settimane che non sono in forma, continuo ad essere in uno stato generalizzato di infiammazione: del tratto digerente, dallo stomaco sino alla parte ultima dell'intestino, herpes labiale, mal di reni, eruzioni cutanee... 
e qui, dopo una buona dose di insofferenza prima, una successiva preoccupazione con qualche tono d'ansia, ha cominciato a frullarmi in testa la mia solita e conosciuta domanda: perchè? Come mai?
So perfettamente, haimè, che per i malanni ci sono delle precise cause meccaniche, dovute all'alimentazione, allo stress, agli stili di vita... pur sapendolo, prima di intervenire drasticamente nella cura (con una buona dieta e qualche anti-infiammatorio naturale) ho la necessità di capire la motivazione di questo malessere.
Pensa che ti ripensa, ho analizzato i sintomi: sensazione di sforzo, di bruciore, di irritazione, insofferenza, denti stretti, calo energetico...
In quale sfera della mia vita posso calare tutti questi sentire?
E pensa che ti ripensa ancora... dove sto bruciando, dove mi sento insofferente e senza energia?
Ecco, sì ho cominciato ad intravedere delle risposte:
in questi mesi sta accadendo qualcosa di estremamente spiacevole e doloroso, vedo un paio di miei progetti di vita frantumarsi e dissolversi inesorabilmente, come il nulla della storia infinita faceva con il mondo.
Lo sgretolamento di quanto ho amato, il disfarsi di quanto ho costruito, il corrompersi di quanto ho nutrito e voluto, letteralmente, mi fa ardere e bruciare nell'io più profondo.
E' già da qualche tempo che ho dismesso l'attenzione e, persino, l'affettività, da questi progetti, eppure brucio.
Brucio perchè ho amato, 
brucio perchè vorrei proteggere,
brucio perchè non mi appartiene più,
brucio perchè vedo dove ho fallito,
brucio perchè accadono cose che avevo previsto,
brucio perchè accadono cose che non avevo previsto,
brucio perchè sono un'appartenente e non so lasciare,
brucio perchè non voglio morire, un pochino, dentro, ogni volta che qualcosa, un amore, un anelito muoiono.
Sono esagerata, sempre e comunque, la faccio lunga 
perchè il cambiamento che vedo nel lavoro non è rivolto alla qualità e all'infanzia, 
ma ai fumi privi di arrosto,
perchè "fare un passo indietro" nella scuola delle mie figlie, per lasciare spazio al nuovo che arrivava,
ha avuto l'effetto di un'esclusione, di un ostracismo che solo un traditore si merita,
perchè anni di riflessioni e intrecci sul valore dell'intenzionalità cosciente nell'educazione sono stati spazzati via dagli orgogli neofiti che distruggono il precedente senza discriminazione di sorta,
perchè sento sempre più spesso dire che la pedagogia Waldorf "non è per tutti", ma solo per chi riesce ad allinearsi ad un pensiero,
perchè la pedagogia è vera solo se è vivente, contestualmente mutevole e flessibile, invece trovo dogmi, schemi, etichette, irriverenze... 
Una crisi profonda da pedagogista, in diversi settori della pedagogia e brucio... 
ma so anche di essere in grado di risorgere dalle ceneri... 
sono pronta!