...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







martedì 28 marzo 2017

Chi scrive ancora con penna e matita?

In questi giorni sono un pochino latitante dal blog. 
All'alba dei miei 47 anni mi sono resa conto che voglio mettere a frutto un talento, quello della scrittura.
Come ogni talento che si rispetti ha necessità di essere nutrito, allenato, curato.
Anche per questo nasce il mio blog, come una finestra, una palestra, una lavagna di esercizi.
(non solo per questo anche per condividere pensieri e riflessioni).
L'altro giorno mi sono soffermata a pensare alla parola SCRIVERE.
Beh, mi sono resa conto che negli ultimi anni ho scritto pochissimo.
Dattilografare su un PC per scrivere un blog non è la stessa cosa che riempire, passando ruvidamente un lapis, pagine vuote.
I pensieri si rincorrono ad un'altra velocità (anche perchè io al computer scrivo davvero veloce), sui fogli bianchi, attraverso il contatto e l'occupazione di uno spazio vero, la scrittura prende dei connotati completamente diversi, più pieni, più veri, più intimi e onirici.
In questi giorni, quindi, ho scritto parecchio su un quadernetto  e mi sono ritrovata a non avere più tutto questo spazio tempo per scrivere anche sul blog. Cosa che mi rincresce per le altre ragioni che mi hanno spinto a realizzarlo.
Quali ragioni? Non solo narcisistiche certo (perchè bisogna esserlo un pò per costruire un blog personale).
Le ragioni sono molteplici, lascio una specie di traccia, una crescita nel tempo, un esserci con gli altri.
Condividere i miei scritti con le persone li rende certamente meno intimi e meno spregiudicati (ovvero privi di giudizio), dall'altra parte però mi mettono nella condizione di srotolare, squadernare i pensieri e il sentire, in modo che possano arrivare anche ad altre persone.
In questo modo nascono in me nuovi pensieri, nuovi punti di vista, nuovi approcci agli stessi concetti.
Insomma una palestra dove mi alleno a pensare sul pensare, a scrivere, a sentire, a comunicare....
Dovrò quindi trovare un modo di tenere insieme questi due modi di approcciare lo scrivere... conciliare tra due metodi...
e mi risuona un nuovo solleticante pensiero da pedagogista... certo certo bisogna trovare il modo di mantenere insieme e viventi due saperi importanti, due codici di scrittura: quello scritto (in modo ortodosso) per tutte le qualità anche psicomotorie che possiede e quello virtuale (che a sua volta è un codice che allena alla multifunzionalità, alla comunicazione, alla pluripresenza).
Due mondi che devono incontrarsi e convivere e forse è proprio arrivato il momento che qualcuno pensi a dei corsi, a della formazione, a delle materie di studio che insegnino a decodificare l'impatto di questi nuovi sistemi nello sviluppo della personalità di ognuno (bambini o grandi non fa differenza, in modi diversi, eppure tutti contaminati).
So che sembra complicato quello che vado dicendo, ma non posso esimermi dal pensare quanto sia importante che un bambino (e un adulto anche) si soffermino nelle volute, nei ghirigori e nella personalizzazione della grafia umana, come tutto ciò formi anche l'intelligenza, l'armonia, il senso estetico, l'organizzazione spazio/temporale etc etc. 
Insomma non rinunciamo a questa attività così umana, così ricca, così bella.
Dall'altra parte non è sensato pensare di poter rinunciare alla velocità, alle possibilità. alla contemporaneità che i sistemi informatici possono dare nel redigere qualunque tipo di documento, pensiero e identità personale.

Semplicemente bisognerebbe, con serietà e grande professionalità, trovare i tempi, i luoghi e i modi perchè queste due realtà possano coesistere nella vita di ogni individuo...
Fatevi questa domanda... ma voi scrivere ancora con matite e penne? 
Fatelo... ne trarrete un grande giovamento.
E così farò io... un po' quaderno... un pò blog... e probabilmente si contamineranno.... e ben venga infine.

lunedì 20 marzo 2017

Non entrare nella vastità è un sacrificio troppo grande

La Magnanimità come un principio di Vastità:
la natura nell'offrire se stessa,
nella fioritura,
nell'opulenza dei frutti,
nel principio di economia energetica,
nella resistenza,
è magnanima e vasta
è di animo magno.

La magnanimità come virtù da coltivare
per trasformarla in forze di Amore e Fratellanza.
Riconoscersi capaci di perdono,
perchè il giudizio non deve essere morale,
ma solo consapevole,
e chi non ha peccato scagli la prima pietra...

Magnanimi con noi stessi,
con le nostre indolenze,
con i nostri sempre ripercorsi solchi erronei
con le nostre insicurezze e i piccoli fallimenti
con il nostro bisogno di conferma e di essere visti.

Magnanimi con chi amiamo,
proprio perchè li amiamo,
magnanimi con i nostri antagonisti
proprio perchè non li amiamo.

Magnanimi perchè non entrare nella vastità è un sacrificio troppo grande...
Daniela Merlino

domenica 19 marzo 2017

Come un'infinita inspirazione...

Come una lunga inspirazione 
mi appaiono questi giorni, 
passaggi fugaci da lepre 
tra stati d'anima e d'essere.
Il mulinello dei ruoli impersonati,
veri certo,  ma comunque impersonati,
si intensifica come se, 
in un momento di passione, 
il vento e il mare, 
si siano congiunti in un rutilante tango argentino. 
Mi immergo nella mammità, 
dedicando forze ed attenzione, presenza e significato;
mi immergo nella figlità, 
incontrando la mia amata Mami, 
donna risoluta e tenue insieme, 
depositaria della mia biografia e del mio trascorrere.
Mi immergo nella Volontà
 di perseguire ed onorare i miei intenti, le promesse, 
le intraviste altezze nell'Arte Sociale e nello studio del Karma.
Mi immergo nella mia anima 
e incontro il mio amato, 
compagno di vita, complice, amico, nuovo depositario e culla della testa, oltre che del cuore, del totale affido.
Mi immergo nelle relazioni, nella casa, nella formazione, nelle arti manuali, nel corpo affaticato, nella cura... 
Oh si la cura... quanta cura necessità il mio cuore, 
l'accettazione di me,  
fin troppa resilienza nella percezione di me stessa...
Giorni di grande inspirazione, 
ma pensandoci, 
anni di grande inspirazione,
da quando sono diventata madre,
da quando sono diventata io.
E' tempo, 
o forse è un desiderio, 
o forse è una necessità, 
di Espirazione, 
di "Sfruttare", nel senso di togliere i frutti, 
le mie esperienze e di ricapitolarle all'esterno. 
Come se finora gli eventi della mia vita siano stati al servizio della costruzione delle fondamenta e  delle radici della mia stessa biografia, 
ed ora è il tempo di assaporare il Divenire 
come un dolce assecondare la corrente di un fiume, 
a tratti in piena e burrascoso, 
a tratti dolce e accogliente, 
a tratti freddo e buio, 
a tratti ridente e fresco. 
Quanto è dolce ritrovarsi, 
scorgere la propria anima e riconoscersi,
 con magnanimità.
Daniela Merlino

giovedì 16 marzo 2017

Sfida Accettata... e cosa c'è di male?

Fermo restando che sono (e penso che sempre sarò) l'anello debole delle catene di S.Antonio, mi interessa approfondire questo argomento, perchè sembra avere dei risvolti antropologici interessanti (e lo ammetto tutto quello che ha a che fare con l'antropologia culturale solletica la mia curiosità).
Insomma le catene di S.Antonio sembra abbiano radici remote (gli inizi del '900) dove ancora si scriveva a mano e si usavano i francobolli, oggi con Internet sono diventate più che mai di moda e di facile sviluppo a macchia d'olio.
Perchè non le amo? 
Per prima cosa sono una scettica di nascita, quindi se non posso verificare la provenienza di un messaggio, di una richiesta, di un allarme, tendenzialmente non ci credo e me ne guardo bene dal diffondere.
Molto spesso queste catene mettono, al loro interno, delle velate minacce (se non scrivi avrai 1000 megatonnellate di sfortuna per tutta la vita) oppure cercano di farti sentire un pusillanime (se credi nell'integrazione, se veramente ami gli animali) oppure ancora cercano di farti sentire in colpa (So che non condividerai MA).
In altre occasioni capita che vengano costruite delle vere Menzogne (tipo la morte improvvisa di un VIP) per scatenare l'orgia di conferme, smentite, disperazioni e cornini.
Inoltre queste catene molto spesso sfruttano situazioni di effettiva disgrazia o tristezza per pura propaganda.
Per tutte queste ragioni scelgo di evitarle con cura.
Dall'altra parte non mi sento di giudicare nessuno perchè invece le alimenta e le condivide.
Insomma è sempre brutto quando qualcuno, dall'alto della sua supponente superiorità, dopo che amici e conoscenti hanno già postato e condiviso la catena di turno, si erge a sottolineare la tremenda bufala, la faciloneria, la superficialità e l'ingenuità di chi partecipa.
A meno che non vi sia un danno concreto ed evidente a terzi, nella sfera delle nostre conoscenze, non vedo perchè mai dovrei indignarmi così tanto da punzecchiare aspramente i miei "amici".
Quando sono nate le catene di S.Antonio si credeva che con un buon numero di invii e di preghiere si potesse ricevere una grazia, erano ingenuità date da devozione o disperazione. 
Quello che cambiava era che ognuno lo faceva intimamente a casa sua senza che necessariamente tutti i suoi conoscenti lo sapessero e, in più, presupponeva un gran lavoro da scriba.
Per venire al nocciolo della questione: in questi giorni su facebook (italiano parrebbe?) gira la sfida delle vecchie foto, si capisce perchè si vedono volti giovani e sorridenti, belli datati (soprattutto se si conoscono bene le persone) con la didascalia: Sfida accettata.
Dopo qualche giorno sono comparsi i primi commenti a sfavore... si tira fuori la nobile origine di questa sfida (che è quella di sostenere la lotta contra il cancro) e che noi cialtroni italiani non ce ne siamo neanche accorti e siamo superficiali. 
Insomma quelli che hanno messo le loro foto improvvisamente si sono presi un bel ceffone gratuito.
Tra le tante catene viste in giro, questa l'ho trovata carina: mi è piaciuto vedere i volti giovanissimi di cari amici, gli sguardi pieni di vita, bambini sorridenti... è stato un bel gesto, un dono di sè agli altri, un pezzo di conoscenza in più. 
Man mano che li guardavo, pensavo che avrei voluto vederne altri, che mi piaceva "sbirciare" quei piccoli ricordi delle persone che conosco da allora o che conosco da poco.
Quindi mi dispiace che ci sia tanto fiele da parte di alcuni verso questo innocente gioco, innocente e in qualche modo intimo... e credo che se c'è un modo di favorire la lotta contro il cancro è quello di creare più contatti possibili... e mostrarsi come si era (tanto diversi da oggi) è un atto di coraggio da fare in una piazza (virtuale quanto vuoi ma sempre una piazza) e il coraggio di mostrarsi è quello che serve oggi.
Non amo le catene di S.Antonio che mostrano dolore, afflizione, paura, terrore, minaccia e ricatto, amo invece che ci possa essere anche una risonanza frivola ... ma pur sempre risonanza è. (ed è per questo che ho scelto uno dei giorni più belli della mia vita)
Sfida Accettata! 

martedì 14 marzo 2017

Varicella: malattie esantematiche e dintorni

In questi giorni ci è letteralmente piombata addosso la varicella.
La piccolina era vagamente fiacca, inappettente e coccolona, prima di andare a letto ho notato un piccolissimo puntino rosa sulla manina, le ho chiesto se era una spina o un graffio delle gatte, ma tra me e me già pensavo che aveva tutta l'aria di essere un incipit.
E' bastata una notte di sonno perchè testa e fronte della piccolina fiorissero oltre modo di numerose e gonfie pustoline.
Così, senza preavviso, senza febbri, senza tossi e raffreddori, nel bel mezzo di frenetiche attività, con ospiti che pernottavano a casa, con una formazione alle porte, con una vita da governare, questa malattia esantematica si è presentata più decisa che mai.
Le mie bimbe sono abbastanza grandi, la prima ha 10 anni e mezzo e la seconda ne compirà 8 fra due mesi, fino ad ora siamo state spazzate solo da una pertosse asinina e da una scarlattina veloce. 
Null'altro era arrivato a noi. Se da una parte ero contenta, perchè queste malattie sono molto lunghe e impegnative, dall'altra ero consapevole che le mie piccole si stavano (e si stanno) perdendo delle importanti opportunità di crescita.
Nella società di oggi osteggiamo talmente tanto i sintomi delle malattie che abbiamo smesso di occuparci delle malattie stesse.
In una società igienicamente avanzata, senza una presenza di immunodeficienza o altre patologie, i bambini sono perfettamente in grado di debellare le malattie esantematiche  e cogliere la grande occasione di crescita e cambiamento che intervengono in questo grande scombussolamento.
Quindi accetto di buon grado quanto accade e spero, alla fin fine, che anche la grandona la prenda.
Per spiegarmi, la malattia esantematica, attraverso la manifestazione sulla pelle (esantema appunto), porta effettivamente ad un rimescolamento fisico che cambia letteralmente i nostri bambini.
E' come se, attraverso queste malattie, i bambini rendessero il proprio corpo meglio "calzante" alle proprie esigenze dell'anima.
In questi momenti concitati i bambini crescono, tagliano cordoni ombelicali emotivi con la mamma, rinforzano il sistema immunitario, rafforzano la volontà e la sopportazione, imparano a riconoscere se stessi, come vincitori di battaglie, come attori del processo della propria guarigione.
Ogni bambino, superato il momento difficile dell'esantema, si riconosce con un nuovo sguardo sul mondo.
Quindi perchè debellare queste malattie, queste opportunità di crescita, questi passaggi iniziatici del sentire il mondo, dico, perchè eliminarle attraverso il vaccino?
A chi serve tutto ciò? Alle aziende farmaceutiche? Ai genitori lavoratori? 
I bambini hanno bisogno di superare questa prova, di abitare pienamente il proprio corpo, riconoscendolo, attraverso la pelle, anche dolorosamente. 
La mia piccolina l'ha presa forte e sono stati giorni difficili, nessuna possibilità di dormire la notte, una pena infinita per questa piccolina piangente che saltellava nervosamente per resistere al prurito dirompente delle piccole feritine che le hanno ricoperto (letteralmente) il corpo.
Le sono venute su tutto il tronco, su tutta la testa, sulla faccia, nelle parti intime, nelle orecchie e vicino, troppo vicino agli occhi.
Ci sono stati anche bei momenti, dei riti dove, io e la piccina, ci chiudevamo in bagno e, lentamente e delicatamente, ci riservavamo un tempo dove la massaggiavo da capo a piedi con il talco mentolato.
Ieri si è alzata da un quarto d'ora agitato di sonno ed è venuta a dirmi che si è trasformata in un'altra bambina, ed è vero, ha un altro sguardo, un altro modo di esserci. E la capisco, è come essere scorticati e pulsanti senza che nessuno ci possa fare niente, neanche la mamma! Si può solo pazientare, aspettare e patire: è una grande scuola di vita, è un passaggio fondamentale di riconoscimento di sè, dove un bambino si può davvero propriocepire come un essere staccato dalla mamma, dal mondo e quindi, quando finisce, è un trionfo, una battaglia vinta, dove il piccolo sa che è in grado di farcela anche da solo.
Quindi grazie care malattie esantematiche, mi dispiace solo che alcune non sono più incontrabili: la varicella brucia come il fuoco e il morbillo inonda come l'acqua... la pertosse ti insegna a respirare, e via così... ma i vaccini le hanno rese di difficile reperimento... anzi rendendo gli incontri a volte pericolosi, perchè queste malattie sono pericolose da adulti... insomma abbiamo ucciso dei maestri di vita dei bambini e abbiamo creato degli attentatori di adolescenti.
Sono giorni difficili per noi in casa e per lei, povera piccola mia, ma so, per certo che tutto ciò ci porterà dei grandi doni.

domenica 5 marzo 2017

Qui e ora, altrove e per sempre

 Questo è certo, è Molto difficile coltivare l'importanza del vivere qui e ora, insieme al desiderio e l'intento preciso di indagare, in senso biografico, il filo rosso che attraversa la vita.
Per scorgere e riconoscere quel filo è indispensabile indugiare nel passato e proiettarsi nel futuro.
In verità è un gesto artistico, un ritmo ancestrale. dondolando in un'armonia tra i miei sè che abitano il tempo. Un oscillare pacato, un pendolo dove PassatoPresenteFuturo, sono presi come un tuttuno,  un oscillare che identifica, individualizza, specifica ogni persona che sente la vita come un fluire di eventi che non sottostanno alla legge di causa/effetto, bensì alla Legge della Sincronicità.
Il gesto diventa artistico perchè quando siamo nella sincronicità, siamo anche nella risonanza con il mondo, con gli altri e con il cielo.
Ed è un fatto di Relazione: cosa Conta Davvero?
Quello che ha significato è solo il vivente. 
E' vivente solo ciò che è mutevole, disposto al cambiamento, alla rinuncia di sè per accogliere l'altro.
Il movimento  porta a riconoscersi e ricongiungersi con il senso della propria vita.
Nella ricerca del filo rosso che attraversa la biografia personale non è detto che ci si imbatta solo in avvenimenti lieti e definitive risoluzioni, può anche essere che si debba attraversare numerose e strette crune e fronteggiare turbinosi colpi di vento. Probabilmente (anzi sicuramente) si incontreranno, nel corso della vita, entrambe le situazioni, e solo con un occhio attento, una continua retrospettiva sul proprio sentire e mutare, continuando a proiettarsi nei processi futuri, solo in questo modo si può avere la possibilità di percepire (o meglio propriocepire) il senso di sè in questa particolare vita, ad averne intuizione più che conoscenza, a riconoscere il sentiero che conduce la propria anima nella realizzazione di sè perchè attraversa tutte le incarnazioni terrestri.
Come ho esordito è Molto difficile riuscire ad essere sempre presenti e assaporare ogni momento, ultimamente, però, ho cominciato ad accorgermi, in modo significativo, di quanto sia veloce questo passaggio terrestre. 
Sarà perchè le bambine crescono e diventano rappresentazione vivente del mio trascorrere? Qualunque sia la ragione ho avuto percezione del soffio, dell'istante che corre ... la nostra vita... e non c'è un attimo da perdere, nessuna sensazione da ignorare, e ogni connessione è imperdibile. 
Qui e ora, altrove e per sempre.

giovedì 2 marzo 2017

Auguri Papà

Ciao Papà, come stai? 
O forse dovrei chiederti dove sei?
In quale punto del tuo cammino ti trovi? 
Mi pensi? Ci pensi a noi, le tue figlie, quaggiù, ancora accecate dalla materia?
Non è stata una grande relazione la nostra, è stato difficile essere la figlia più piccola di una famiglia di migranti meridionali. 
Persone strapiantate dalla loro cultura, dalle famiglie, dalle strade conosciute.
Per me non è stato così, sai?
Io sono nata qui, tanti anni dopo che siate approdati al nord. 
Questa è la mia terra, qui mi riconosco, qui sento mia l'aria nei polmoni... eppure, insieme, anche... sono una donna cresciuta senza una vera appartenenza: voi avete lasciato la vostra terra, le vostre origini, la vostra cultura... e io?
Le vostre radici non mi appartengono se non per energia e ricerca personale, per calore dei vulcani, ma non nella pelle, nel ricordo, nel sapore, nel condiviso... e qui? Nessuno mi ha raccontato da bambina le tradizioni locali, abitando i luoghi e i tempi dei miei ricordi infantili. 
Non appartengo... sento forte l'influsso lacustre... che insieme a quello vulcanico mi ha sempre sconquassato senza tregua.
E sono cresciuta papà e oggi è il tuo compleanno... sei morto da quasi otto anni e già allora sapevo che ogni recriminazione era inutile, già ti avevo perdonato, già mi avevi perdonato, già ...
ti ho stretto la mano mentre morivi ed ho sentito la tua vita scivolare via... il tuo sguardo vacuo svanire, la tua mascella non esprimerti più... 
Grazie di essere stato con me in un momento così grande... con me e le mie sorelle... tutte insieme al tuo capezzale... unite... forse come mai prima.
Grazie di avermi fatta quella che sono... anche con i brutti giorni, anche con le lontananze, anche con le follie di un vecchio siciliano disappartenente... e mi hai regalato il senso dell'umorismo che mi ha sempre salvato la vita. 
Ti riconosco vegliardo e in qualche modo ti voglio bene papà... 
continua pure il tuo viaggio... 
noi siamo qui... 
grazie per questo e ti benedico Gianni Merlino.