...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







lunedì 29 luglio 2013

le "lasagnelle"



All’inizio del caldo torrido e afoso di questa estate tardiva, mi è venuto un brutto sfogo sulla pelle. Ho provato con innumerevoli prodotti omeopatici ma il problema non si risolveva, anzi andava peggiorando. La situazione era terribile (soprattutto per la dislocazione sul petto e sotto le ascelle…). Mi sembrava  di avere un gatto spaventato in mezzo alle “zinne”, una sensazione di prurito, calore e punture di spilli davvero irritante. Mi sorprendevo in taluni momenti con i denti stretti e un vago nervoso… Mi sono decisa e sono andata a farmi vedere dal mio dottore antroposofo, il quale mi ha dato una cura adatta al mio sfogo e ha rilevato che probabilmente è un problema metabolico: che fare? Proviamo con una bella dieta ad esclusione di alimenti per vedere che cosa succede. Quindi sono due settimane abbondanti che ho eliminato dalla mia alimentazione il glutine, i lieviti e tutti i latticini.
Tanto per cominciare è stato interessante scoprire che questi elementi sono presenti in cibi inaspettati ed è stato necessario documentarsi su cosa era ammesso mangiare e cosa no. In particolare i lieviti (o agenti lievitanti o parti che fermentano) sono davvero presenti in molti cibi, in particolare (tra gli insoliti) possiamo dire l’aceto (??), la buccia della frutta, la frutta disidratata (uvette, mela essiccata, fichi secchi), birra e vino (per la fermentazione)  e poi ovviamente quasi tutti i prodotti da forno.
Visto e considerato che purtroppo la celiachia è sempre più diffusa non è difficile trovare cibi alternativi privi di glutine (ma è molto più difficile trovarne anche senza lieviti)…
In più, dovendo eliminare anche i prodotti caseari, la scelta dei cibi possibili confezionati si è ristretta notevolmente.
È cominciato quindi un periodo molto interessante nel quale ho cominciato a leggere tutte le etichette con grande attenzione. In realtà ho sempre guardato cosa contiene quello che mangio ma adesso ho cominciato a vedere con altri occhi molti degli ingredienti presenti (valutando che in generale tutti ci riempiamo indiscriminatamente di prodotti raffinati e pieni di enzimi che alla lunga non possono far altro che creare una vaga intolleranza data dalla quantità più che dalla qualità stessa). Insomma sto apprendendo con grande curiosità che il nostro sistema di alimentazione è davvero contorto, ai limiti del velenoso… da una parte si potrebbe dire che esagero, dall’altra che si sapeva, ma porre una particolare attenzione, contemporaneamente a diversi allergeni mi ha portato di un botto alla consapevolezza che, nella nostra società, siamo ben lontani dal nutrirci… piuttosto ingurgitiamo senza pensiero di sorta nello stesso modo in cui infileremmo dei rifiuti in un trituratore…
 
Cosa rimane da mangiare (vien da dire)?
Un sacco di alimenti, tra i cereali ci sono il riso e il miglio, poi ci sono i legumi, quasi tutte le verdure, pesce, carne bianca e uova.
Ti pare poco? Fermo restando che non mi piace il pesce e non amo neanche la carne, in queste settimane mi sono adoperata in cucina per preparare dei piatti sfiziosi anche con le sopra citate limitazioni.
È stata una sorpresa: mi sono ritrovata ad inventare nuove pietanze, a giocare con il cibo, a valutare meglio i nutrienti e ben presto anche il resto della famiglia è stata coinvolta in questo processo di depurazione dagli allergeni più comuni.
Inizialmente ero in difficoltà, mi sentivo deprivata da ciò che più amo (pane, pasta, pizza e focaccia) … mi sembrava impossibile riuscire a mangiare con gusto… eppure aiutandomi con qualche prodotto specifico (farina di riso, pangrattato di pane di riso etc) sono riuscita a creare dei piatti ad hoc e poi (cosa per la quale ero abituata avendo già prima un’alimentazione perlopiù vegetariana) la tavola diventa più ricca perché si predispongono più pietanze diversificate, ad esempio ieri il menù era così composto: melanzane grigliate condite con origano,aglio e olio; zucchine trifolate con erba cipollina; insalata di pomodoro con cetrioli; insalata verde; melone. (qualche galletta di mais per me e pane per gli altri). Beh abbiamo mangiato a sazietà e con gusto…
Un altro menù simpatico: riso integrale condito con olio extravergine, ceci lessati conditi in insalata, verdure di stagione al forno, insalata mista.
Anche mangiare fuori non è impossibile, basta ordinare una bella insalatona (magari con il tonno) e il pasto è fatto senza sgarri…
Tra i cibi inventati vorrei fare una particolare menzione per la piadina di farina di riso, è stato un esperimento simpatico: ho impastato la farina di riso con un po’ di acqua e sale fino a creare una pallina (era un po’ appiccicosa quindi non la si può stendere a mattarello) l’ho stesa con le dita su una padella antiaderente e l’ho fatta andare a fiamma alta. Dopo un po’, con l’aiuto di una spatola, l’ho girata e la piadina era pronta… buona, un ottimo sostituto del pane. Un altro sostituto gradevole è la polenta: ho preparato una polentina istantanea mettendo nell’acqua anche qualche odore (erba cipollina, rosmarino etc), una volta pronta l’ho stesa sulla teglia forno tra due fogli di carta forno (così ho potuta stenderla a mattarello… ripensandoci si potrebbe fare così anche per la piadina di riso…. Hummm bella idea… proverò), comunque appena si è raffreddata ho tagliato la polenta in quadratini e l’ho passata in padella con un pochino d’olio. Una volta raffreddati i quadratini sono fantastici per accompagnare qualunque pietanza…
Un’altra ricetta gustosa che mi sono inventata sono le lasagnelle (neologismo per intendere lasagna + crespella).
Ho preparato un semplice ragù di verdure, io l’ho preparato con un soffritto di cipolla, piselli, carote e zucchine tagliati a minuscoli pezzetti con l’apposita grattugia, fagiolini e pomodoro (per finire con un mezzo bicchiere di acqua). Ho fatto ribollire a fuoco alto con il coperchio (15 minuti). Quindi ho preparato una pastella con un uovo (ma si può fare anche senza così la ricetta diventa vegana), sale, un po’ d’acqua e farina di riso. Poi ho scaldato a fiamma viva una padella antiaderente ed ho buttato una mestolata di pastella, ruotando bene la padella per spargere bene il preparato (come per le crespelle). Ho lasciato rapprendere, ho girato in padella ed ho messo da parte. Sono andata avanti a mestolate fino ad esaurimento materiale.
Quindi ho preso una teglia, ho messo una mestolata di sugo (che ho lasciato morbido), vi ho adagiato le crespelle di riso, ho ricoperto di sugo e ho messo qualche cucchiaiata di panna vegetale di soia… sono andata avanti negli strati sino ad esaurimento ingredienti (circa tre strati). L’ultimo strato era bello ricco di ragù di verdure. Ho infornato 15 minuti a forno ben caldo e la lasagnella era pronta (bastava croccare lo strato sopra, gli ingredienti erano già tutti cotti).
Beh era buonissima!!!!!!!! Anche i familiari hanno apprezzato.
Insomma questo periodo di “dieta” si è rivelato un periodo di grande conoscenza e sperimentazioni.

Credo di aver oltrepassato una soglia: insomma mi occupo di alimentazione da un sacco di tempo, conosco bene le caratteristiche di tutti gli allergeni, conosco la macrobiotica, l’importanza delle combinazioni, dei cibi caldi e/o freddi, acidi o basici, come interagiscono con le emozioni… insomma conosco molto ma applico spesso ma non sempre… So perfettamente che prima di ogni altra cosa abbiamo bisogno di nutrirci… il piacere del palato è solo secondario. Trovare irresistibile qualcosa che è mortalmente insano (alla lunga ovviamente) è stupido, buono è ciò che fa bene… certo il piacere del palato ha il  suo perché, quindi ingegnarsi in cucina è la cosa migliore da fare… però so perfettamente (e penso che questo sia stato il vero scopo della mia dermatite) che è arrivato il momento di abbandonare un po’ di compulsività, di lasciare certe mie difese e decidermi a seguire quel che so sia giusto per me e la mia famiglia. Certo gli sgarri sono ammessi sempre, talvolta, in compagnia, in qualche festa… certo è che se non tutto è sempre concesso prima di ingurgitare una fetta di salame rancida in qualche banco di bar per l’aperitivo ci si pensa su bene… piuttosto mi concedo qualche buona fetta di un salame speciale, magari nostrano… e così per tanti altri cibi… invece di addentare una pizzetta secchina, unta e di sapore mediocre si aspetta una prelibatezza… quello che voglio dire è che non bisogna rinunciare a tutto ma imparare a discriminare… smettere di essere inceneritori di materia (più o meno organica) e distinguere quando stimolare il senso del gusto e quando no… quando godere della convivialità e quando semplicemente nutrirsi… imparare a gustare ciò che è buono e non solo ciò a cui si è abituati… è un bel cammino, ero pronta… la dermatite mi ha dato un aiutino… ed eccomi qui… dietosamente…

giovedì 25 luglio 2013

Pelle, sottopelle e dintorni



Giorni un pochino assenti, scrivo poco, comunico poco e, in qualche modo, 
penso anche poco… contemporaneamente  “sento” un gran fermento di processi, alchimie, dipanarsi di vicende irrisolte o di necessità non più necessarie… 
eppure… galleggio stordita ma nel contempo, concentrata, intravedo tra le frasche il mio vissuto e “previssuto” e ancora “epoidomaniforse”. 

Istanti, barlumi di io e ancora io.
Concentrata sulla mia pelle che si modifica chimicamente mentre sperimento un nuovo modo di nutrirsi, soddisfarsi e compiacersi e mi diverto ad inventare nuove pietanze “senzalievitoglutineelatticini” e poi via anche al lavoro, con le bambine, con i progetti per questo autunno (una festa il 22 settembre, la cartella e il grembiule per la mia bimbona di prima, un nuovo seminario di Anna ad ottobre, pensare e progettare un nuovo anno di equipe e riunioni…). Giorni di caldo umido, vociare notturno, punture di zanzare, tramonti rosati o fiammeggianti, tuoni e lampi a celebrare la follia d’amore dei venti che si scontrano nel cielo. È estate più che mai con tutte le sue sfumature di oscenità, di noia persino, di torpore e amata assenza dell’esserci nel tormento. Troppa luce, grazie sole…

giovedì 18 luglio 2013

Intimamente



Momenti di silenzio, giorni indiscriminanti..
Sono in me stessa, ascolto e mi sento. 
Riconosco l’estate, la sua energia verso l’esterno…
la sento nel fare, nell’abitare tempi diversi con svariate e variegate me stessa.
…e insieme, contemporaneamente, simultaneamente individuo il mio confine e guardo gli altri un po’ da lontano…
in qualche modo vivo e cerco l’incontro ma poco il confronto…
desiderio di abitarmi,
sentire il mio tragitto,
assaporare il mio Esserci…
nel mondo…

venerdì 12 luglio 2013

telefonia mobile: un amore impossibile





È qualche settimana che è arrivato nella mia vita un nuovo oggetto. Nuovo per dire, è semplicemente un telefono, però è uno di quegli orrendi marchingegni touch con sistema android tanto di moda negli ultimi anni.
Fino a poco tempo fa andavo in giro con un arcaico quanto solido, quanto semplice, quanto comodo telefonino che aveva le sue piccole e normali funzioni, prima fra tutte telefonare!!!
Guardavo sempre con un po’ di commiserazione le persone tutte infervorate e sbavose intorno a questi insulsi smartphone…
Questi apparecchi sono portatori di alienazione sociale, non ci sono più le conversazioni di una volta dove le persone argomentavano sul loro pensiero… basta collegarsi col telefono, una piccola ricerca google e il “santo wikipedia” risolve ogni diatriba; oppure in una bella festa o uno spettacolo le persone invece di guardare in modo diretto e godersi quanto c’è in quel momento, come un sol uomo, alzano il loro braccino dotato (ormai chirurgicamente?) di telefono super accessoriato con videocamera, fotocamera etc… e riprendono il tutto…
Gli ambienti sono ricolmi di suoni perpetui di ogni genere: tuit, bip, tiritiritero, pirulì di messaggi e chat continue… e il concreto, il vivente, il compresente sta addormentandosi a favore del virtuale, del distante, dell’assente…
La lingua italiana si sta impoverendo a vista d’occhio: siamo sicuri che i ragazzi di oggi sanno che  la parola “anche” si scrive così e non è corretto scrivere anke? Gli slang hanno un loro senso nella lingua parlata… ma in quella scritta? Dove ci porterà?
Infine, ma non per questo meno pericoloso, questi aggeggi creano dipendenza, le persone si alienano con giochini, intrattenimenti, finti contatti… e non vivono la vita vera, la sensazione di solitudine, la noia, l’essere qui ed ora.
Beh allora perché me ne sono procurato uno?
Improvvisamente mi sono resa conto che le applicazioni di questi telefoni avrebbero potuto aumentare la qualità della mia vita. Avere in tempo reale, nel flusso roteante della giornata, l’accesso alle mail è una cosa che mi è molto utile in questo periodo della vita. Inoltre ho capito che spendevo una barca di soldi in ricariche telefoniche quando, con un contratto ad hoc con questi telefoni, con una decina di euro (solo 10) avrei avuto a disposizione quanto mi serviva e più. Improvvisamente mi sono sentita un po’ sciocca… rimaneva il fatto che non volevo assolutamente spendere il prezzo di una lavatrice o di un frigorifero per avere un telefono. Discorrendo di questo e di altre facezie, in una sera di inizio estate, una cara amica mi ha detto che il suo innamorato aveva cambiato telefono e poteva vendermi il vecchio ad un prezzo modico!!!
È fatta... il mondo della telefonia è mio!!!
È cominciato un periodo un po’ difficile, l’amicizia con il nuovo accessorio stenta ad accendersi. In verità non ho grande difficoltà ad interagire con gli apparecchi meccanici, riesco, dopo un breve “smanettamento” capisco come funzionano e via poi li utilizzo per quello che mi servono. Per questo oggetto è un po’ diverso, quello che più mi sconvolge è che richiede un’attenzione e manutenzione continua: tanto per cominciare non posso dimenticarmi di lui perché con tutte queste funzioni ciuccia un sacco di batteria ed ogni sera devo ricaricarlo (quindi risparmio di telefonia ma aumenta la spesa elettrica grunt); poi il continuo arrivo di mail, messaggi e informazioni necessitano di una continua pulizia per non intasare la memoria (anche perché il dannato telefono non mi fa utilizzare la schedina di memoria esterna per la maggioranza delle applicazioni scaricate); poi avendo schermate varie come un mini computer che si rispetti gli accessi non sono immediati come vorrei, per telefonare devo accedere ai contatti, piuttosto che alle ultime chiamate, piuttosto che… insomma va gestito il maledetto: mi sembra di aver adottato un tamagotchi che ha bisogno di cibo, affetto e cure come i vecchi animaletti virtuali di qualche anno fa.
Anche questo mi ha innervosito…
Come i dannati computer quando gli dai troppi imput o comandi troppo veloci si impallano e rimani lì come un pirla ad aspettare i tempi del dannato oggetto che dovrebbe essere al tuo servizio… invece… ti occupi tu di lui: della sua batteria, del suo schermo pieno di ditate, della sua memoria in esaurimento, della sua difficoltà se gli chiedi troppe cose in una volta … GRUNT
Insomma come dicevo l’amicizia stenta ad instaurarsi, rimpiango ancora il mio amato ed antidiluviano telefono che usavo per tre semplici funzioni: telefonate, messaggi e sveglia mattutina (toh ogni tanto qualche promemoria).
A dire il vero lo usavo anche come orologio, ora il maledetto nuovo oggetto è scomodo per questo servizio (dovendo stare in stand by se no ciuccia la batteria ancor prima) ogni volta devo estrarlo dalla borsa, schiacciare il pulsante  (con la giusta intensità se no pensa che lo voglio spegnere) e guardare l’ora… RIGRUNT
Altri disagi mi hanno accompagnato… ho scoperto (casualmente facendo delle prove di suoneria con degli amici) che il mio telefono comincia a squillare al quarto squillo (ovvero chi mi chiama ha già sentito tre squilli e il mio tel tace meditabondo… solo al quarto comincia a suonare… sgruntissino). In questo modo ora che lo sento nella borsa e che lo estraggo e che attivo lo schermo per chi mi chiama è già almeno il sesto o settimo  squillo e mette giù, risultato? Non mi trova più nessuno! (beh questo è il meno dei problemi… chi davvero mi cerca alla lunga mi trova…). Poi la dannata mini tastiera touch vuole infinita attenzione (pena messaggi da disgrafici gravi)… sì sì c’è il correttore automatico… ma vuoi mettere con una grezza tastiera a pulsanti dove le dita non fanno NULLA che non vuoi? MALEDIZIONE!
Beh in sintesi spero che la convivenza con il nuovo telefono migliori… anche perché so che ho intrapreso una strada senza ritorno… le comodità (in termini economici e di servizi)  hanno sempre un costo e in questo caso è stato in semplicità ed immediatezza. Me ne farò una ragione… nel tempo…