...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







mercoledì 26 aprile 2017

Oggi è PERSEMPRE

 Periodo di poche parole, ho scritto pochi e brevissimi post, non perchè non abbia avuto tempo, in realtà ci sono stati diversi momenti a mia disposizione, piuttosto è stato un periodo di PAUSA.
Non una pausa di riposo e riflessione, 
non una pausa di vacanze e viaggi,
non una pausa dagli impegni e dai pensieri,
non una pausa da computer e mondo multimediale...
Bensì un'assenza personale, da me stessa, dalla presenza, dalle giornate, dal tempo.
Dopo il trasloco, il frenetico riordino dei famosi "effetti personali", dopo la rincorsa delle attività della Corte e del lavoro, dopo tutto ciò e nel frattempo, anche, siamo precipitati, io e la mia famiglia, in una spirale di malessere e malattia.
Per carità, niente di grave, anzi, normalità infantili: raffreddore, subito dopo varicella e poi ancora varicella, malanni gastrointestinali delle bimbe e miei...
Il problema è stato che non c'è stata requie, siamo passati da un malanno all'altro senza una vera interruzione, in circa due mesi siamo rotolati tra divani, prodotti omeopatici, febbri e dolori di ogni genere.
Ripeto, in questo periodo del tempo l'ho anche avuto, il fatto è che la malattia porta in un presente così impellente e assoluto che svuota i pensieri.
Ecco, questa è la riflessione che mi è balzata all'attenzione: 
malattia uguale presente assoluto.
Ah! Che scandalo!
Il presente è l'unica cosa che abbiamo e noi ci accorgiamo che esiste, della sua importanza, della presenza, dell'impellenza di vita, quasi solo quando viene meno la nostra forza, la nostra prestanza, l'energia.
Per quanto io cerchi di promuovere attività e pensieri sulla meditazione, sull'esserci qui e ora, mi sono resa conto che, come spesso accade, riconosciamo il valore di quanto abbiamo, quando lo perdiamo.
Come ho già detto, non abbiamo avuto niente di grave, ma ci sono stati momenti in cui mi sono sentita così debole e vulnerabile, nei quali ho sentito, o meglio percepito, profondamente il senso del tempo che passa.
Ho percepito pienamente la differenza tra me e le bambine, ricordo quando da piccina mi ammalavo, il tempo si dilatava e c'era una profonda fiducia nel domani, nella guarigione.
Oggi mi sono accorta, un pò dolorosamente devo dire, che il tempo passa estremamente veloce, che le forze giovanili scompaiono, che le riprese sono più lunghe, che  senza il supporto della vitalità del corpo, viene meno anche il pensiero volitivo, l'anelito a correre nel mondo, nasce il vuoto di senso, l'indifferenza, tutto è pregno dall'immenso desiderio di dormire, di rimandare, di non pensare, di non esserci... e sembra che domani sia faticosissimo... non c'è più quella fretta di rimettersi in piedi per completare, per "fare", per correre negli impegni.
Questo è sicuramente un bene, da un certo punto di vista, per il rispetto di sè, del proprio riposo, del proprio corpo. 
Dall'altra parte mi ha buttato in una riflessione temporale che mi ha un pò sconcertato, ricordandomi che prima o dopo anch'io morirò... e anche i miei figli, la memoria di me, le persone a me care, il mondo come lo conosco...
Sembra una cosa ovvia... ma non lo è... percepirlo annichilisce... e sembra che nulla possa essere più come prima...
In verità tutto torna alla normalità... 
però... voglio ricordarmi, sento, lo so, che non voglio dimenticare mai di ringraziare, ogni giorno, la bellezza infinita di questo mondo e della connessione con gli altri uomini... perchè non abbiamo un tempo infinito... in questa meravigliosa percezione... in questa particolare identità... 
e vorrei dire...

non addormentatevi arrabbiati con qualcuno,

ricordatevi di salutare le persone che amate con un bacio e guardandole negli occhi,
ricordatevi di ringraziare il giorno perchè anche oggi il sole è risorto (e non è così scontato),
concludete ogni giorno i vostri pensieri,
non rimandate a domani, a poi, a dopo... perchè poi è un MAI.

Viviamo OGGI che OGGI è PERSEMPRE

venerdì 21 aprile 2017

Who wants to live forever

Chi vuole vivere per sempre?
Combattere eternamente la Mortificazione dell'anima:
negli incontri sbagliati;
nelle false promesse;
nello scandalo di una società che frantumizza l'Infanzia;
nello sciogliersi della morale come un gelato in macchina;
nello sfregare nelle crune di infiniti aghi;
nello scegliere ogni giorno di aprire gli occhi.

Chi vuole vivere per sempre?
Sopportare l'accavallarsi di incontri e amori e affinità elettive...
che scompaiono,
che ritornano,
che muoiono,
che rinascono,
che coesistono nei nostri cuori
...e continuare a donare loro tutti se stessi... con quale Potere nel Mondo del Tempo?

Chi vuole vivere per sempre?
Soggiogati dalla linearità, dalla caducità, dal trascorrere, dai treni persi, dalle scelte affrettate...

Chi vuole vivere per sempre?
Senza lavoro, senza prospettiva, senza aria per respirare, con il cibo di plastica e veleno...
senza Dio... perchè anche questo ci stanno togliendo... 

Perchè questo mondo di controllori, di venditori di fumo, di arroganti, di comandanti, di azzeccagarbugli, di ladri e violenti.... oggi stanno oscurando persino il Sole!

Chi vuole vivere per sempre Oggi?

Daniela Merlino

martedì 11 aprile 2017

Il vuoto di senso

Una cosa mi viene veramente bene, da sempre e per ogni tipo di situazione: in qualche modo riesco ad individuare uno sguardo, o un punto di vista, che mi portino incontro il bicchiere, comunque, mezzo pieno.
Sì, di fronte alle avversità, alla malasorte, agli accidenti, alle sciagure e agli intoppi, in linea di massima sono capace di trovare un lato sufficientemente ironico per farmi, comunque, una risata, (anche se a volte un pò amara o triste) e, in più, cerco e trovo un significato, un senso diverso, una prospettiva che in qualche modo mi portino insegnamento o possano scovare il lato "significativo" o importante di quanto mi accade.
Quasi sempre... 
ci sono dei rari momenti (quando ero giovane erano molto più frequenti, a volte pervasivi del mio vivere e/o sentire), momenti in cui mi annichilisco in una sensazione di vuoto, di insignificanza, di ineluttabile e inutile.
Lo sento quasi fisicamente, come se non mi importasse di nulla, di qualunque fatto, progetto, pensiero o proposito che mi circonda.
E' una sensazione sgradevolissima, talvolta accompagnata da un'impressione di rallentamento del mondo fuori da me, come se lo guardassi dal di fuori e trovassi gli affanni della vita (mia o degli altri o del mondo intero) così fottutamente ed orribilmente inutili.
Questi stati d'essere, da ragazzina, mi buttavano in un tormento esistenziale davvero penoso, oggi, che sono decisamente adulta, questi brevi istanti di vita (qualche minuto, o alcune ore, saltuariamente qualche giorno) mi fanno sentire vano ogni mio progettare, realizzare, immaginare, contestualizzare, argomentare, sposare e amare, mi buttano in una palude dove tutto sembra illusione e niente sembra davvero valere la fatica di alzarsi al mattino e spingere in avanti la giornata.
Certo l'essere diventata mamma ha assolutamente e completamente relativizzato questi momenti, per tante ragioni: tanto per cominciare è uno stato alieno al pensiero di un bimbo, essendo lui un'incarnazione ologrammatica di futuro, inoltre i miei "doveri" e desideri di cura e accudimento, dettati dall'amore, non possono buttarmi completamente nel vuoto esistenziale, sarebbe un falso... perchè la mia vita ha un significato altissimo già solo perchè ho delle figliole che mi amano e dipendono da me...
Oggi è uno di quei giorni, in cui altaleno tra un senso nauseante di insoddisfazione, una latente irritazione verso le richieste del mondo, un desiderio di non pensare (infatti la scelta di scrivere questo post nasce anche dal desiderio di uscire da questa sgradevole sensazione e, magari, offrire anche una via di uscita o di senso, per altre persone che, talvolta, provano queste mie stesse sensazioni).
La voglia è semplicemente di non essere, perchè dormire non è sufficiente, nessuna voglia di fare, ma neanche di non fare, nessun desiderio, apatia e aneliti vaganti, mille idee di realizzazione, nessun passo nella volontà, nessuna voglia di parlare con gli altri, nessuna voglia di restare sola, disappartenenza, disistima, non accettazione di sè... sono quelle circostanze nelle quali non mi interessa neanche ascoltare musica (e questo è un pessimo segno, perchè io adoro accompagnare la mia vita da una colonna sonora, sempre scelta e pensata).
Inutile indagare le ragioni o le cause di questo stato, molto spesso non ce ne sono, oppure ce ne sono molte... credo che sia una sensazione pienamente umana, come un senso di separazione da...
da cosa? dal cosmo? dall'altra metà della mela? da Dio? dall'unità? 
Oppure è una percezione troppo viva della finitezza della vita, una consapevolezza di morte mentre si è in vita?
Oppure è un desiderio ancestrale di strappare il tempo e riconoscere a piene mani, con gli occhi, con il corpo, con i pensieri, con la vita che l'unica cosa che possediamo è il presente ed è infinitamente effimero, caduco... "come d'autunno sugli alberi le foglie"... come Soldati, non nelle trincee, non contro un nemico, ma contro la nostra indolenza, incapacità, ignavia, pigrizia............ una lotta al secondo per superare la forza di gravità ed essere uomini, sollevare la testa e guardare il cielo....
Ecco probabilmente tutte queste ragioni insieme... e domani è un altro giorno, e le mie piccole ancora non sentono tutto ciò, sono nella vita, in un flusso, nell'ordine dell'amore... ed ogni giorno prego di riuscire a donare loro la forza di alzare la testa e di esserci per ogni giorno disumano che attraverseranno... e questo è un bellissimo significato per la vita, insieme a tanto altro: costruire quotidianamente un cenacolo culturale, relazioni, affinità (elettive e non)... è una fatica che vale... e per questo sono salva... e talvolta è bello, allora, indugiare in questo sentire...

lunedì 10 aprile 2017

Il cerchio magico


Ci sono momenti importanti, strane coincidenze, attimi nei quali nasce una stella, un sogno si realizza: mentre lo stai formulando con la mente, il cuore lo ha già realizzato.
Non capita spesso, ma quando capita è un regalo del cielo che riempie di gioia.
Ed è così che è nato "Il Cerchio Magico". 
Un cerchio di persone, un cerchio di donne, un cerchio di ...




Siamo un gruppo di persone accomunato dalla passione per la cura...
dei dettagli,
della bellezza,
della crescita interiore,
della salute,
del contatto,
dei legami,
dell'anima,
dei prodotti,
del sentire,
dell'altro...

Ognuno di noi ha dei talenti, delle competenze, degli aneliti e ci siamo incontrate per capire se potevamo condividere dello spazio... e invece, anche, abbiamo condiviso una linea comune, un pensiero, un desiderio.
Ci siamo incontrati e ci siamo dati un nome, abbiamo cominciato a riunirci periodicamente  e a progettare eventi ed incontri.
Perchè il cerchio? Citando Carl Gustav Jung il cerchio rappresenta l'archetipo dell'individuazione psichica, ovvero l'affermazione del proprio sè. 
E ognuno di noi è specializzato in modi per la cura del proprio sè. 
Cerchio quindi... e perchè Magico?
Perchè sentiamo che questo Cerchio possa e debba allargarsi e comprendere tante persone, sentiamo che la nostra città (Varese) ha bisogno di un luogo di incontro, di uno spazio dove trovare e trovarsi, dove ricercare e coltivare, dove nutrire e nutrirsi.
Perchè al di là dei "servizi" offerti da diversi specialisti, quello che ci interessa è creare un punto di riferimento che metta insieme crescita della persona, cura del corpo e della bellezza, percorsi per il Ben-Essere.
E' una scommessa, è un sogno, è un desiderio fervido e vero e vogliamo condividerlo con tutti quelli che vorranno sognare insieme a noi.
Cosa c'è nel Cerchio Magico?
Prodotti di bellezza naturali, massaggi con oli essenziali, riflessologia, lettura del Tema Natale e fiori di Bach, armonizzazione, lettura dei chakra e sblocco energetico, percorsi individuali, viaggi sciamanici, psicodramma, costellazioni familiari e tanto altro ancora...
E come sempre ringrazio la mia buona stella che mi conduce in sentieri e percorsi così belli e affascinanti e SO che è un bello e buono inizio... grazie alle mie socie e alla sempre amata Corte Dalì

giovedì 6 aprile 2017

Perchè sono diventata una pedagogista?

Inenarrabile la concentrazione dei pensieri su di sè... ma in questi giorni lo studio, di me, del mondo del funzionale, delle strutture, delle sostanze ma anche delle forme... mi ha richiamato al mio percorso, alla mia biografia, alla mia professione (o talento?)
Mi sono avvicinata al mondo dell'infanzia non in modo convinto e deciso, non era la mia ambizione di bambina e ragazza. In verità anelavo a diventare una scrittrice, una cantastorie.
La vita, le peripezie, le vicissitudini e le condizioni karmiche mi hanno indirizzato vagamente ma decisamente.
Tutto è cominciato con un lavoro da baby sitter mentre facevo le superiori.
Era un lavoro intenso e continuativo: tutti i pomeriggi mi occupavo di una bimba di 3 anni e di suo fratello di 7. Preparavo loro la cena, gli facevo il bagno, li aiutavo nei compiti, trascorrevamo insieme il tempo dopo la scuola. E' stata una situazione strana, un pò come essere mamma a 18 anni, ma l'effetto su di me è stato diverso, mi ha incuriosito e indirizzato verso degli studi rivolti all'infanzia.
Ho scelto la via della Pedagogia un pò per caso ed ho trovato un terreno del possibile, una passione infinita per lo studio dei processi che attraversano ogni cosa: non solo per i bambini, non solo per la scuola, non solo per insegnanti. La pedagogia studia come è costruito il mondo, la pedagogia ragiona sulle relazioni, sulla sociologia, sull'antropologia, sull'efficacia, sui risultati attesi, sulla verifica e sulla valutazione, dei microsistemi e dei macrosistemi e sulle loro connessioni.
E' come se la pedagogia fosse la "prassi" di tutto questo e ne regolasse il funzionamento.
Ho studiato, ho lavorato con i bambini, ho incontrato persone, ho lavorato con educatori, ho approfondito, sono diventata mamma, ho patito e capito attraverso le mie figlie, ho sradicato gli idealismi e ho compreso (preso dentro di me) un linguaggio della pedagogia
Il linguaggio dello "Sguardo" pedagogico alla vita, 
al chiedersi il perchè:
delle azioni,
del mio sentire,
del sentire dell'altro,
degli incontri,
degli scontri,
dei ritardi,
dei momenti,
delle attese,
delle solitudini,
delle connessioni,
delle evidenze.
Questo "Sguardo" che rintraccia i fili d'Arianna che significano le esperienze e la vita stessa.
Diventa un'abitudine "ascoltare", onorare, accogliere la vita, sentire che mentre che passa fa rumore o suona... e  come ogni strumento ha un suo particolare ed unico timbro, così come per ogni essere umano, anche le biografie di ogni singolo essere umano, hanno un particolare e distintivo timbro.
La Pedagogia è sempre maieutica, quando è vera, favorisce le integrazioni dei diversi sè per portare alla propria speciale ed universale unicità.
Ringrazio quei due bimbi che ho accudito a 18 anni, ricordo i loro sorrisi, i nostri momenti, la loro casa, il loro tempo, il mio tempo, il nostro tempo.
Grazie

martedì 4 aprile 2017

La percorrenza

E' un periodo che sono vagamente in affanno, come se dimenticassi sempre qualcosa, come se rincorressi il da fare o il pensare.
E' una sensazione sgradevole, come essere sempre spostati, un pochino, dal proprio centro, un vagheggio dell'anima, uno sconosciuto anelito.
Finalmente ho capito: mi mancano i viaggi in macchina!
Da quando abbiamo cambiato casa i viaggi di percorrenza sono diventati brevi e persin sporadici.
Intendiamoci, non che io rimpianga le interminabili code, le strade ghiacciate, le luci riflesse, i km macinati... 
quel tempo,però, si tramutava in un tempo ricco: come una camera iperbarica dove compensavo e depressurizzavo gli avvenimenti delle giornate. 
Era uno spazio di riflessione, di solitudine, di progettazione, di ascolto, di immaginazione, di conversazione, di ricordi, di retrospettive e programmazioni, organizzazioni e decisioni, invenzioni e assenza sporadica.
Caspita! Ci credo che sono affaticata, confusa a tratti! E' necessario che io progetti e poi programmi sistematicamente dei miei spazi di decompressione... ho necessità di mettere ordine nei miei incontri, rielaborare le relazioni e gli incontri, immaginare mondi possibili e futuri scenari... senza lo spazio della percorrenza mi urge lo spazio del me medesima.... 
Come ho fatto a non capirlo subito?
E mi aspettano giorni lieti dove dedicherò attenzione, cura, impegno e creatività dove costruirò inediti spazi di me e per me. Viva!

domenica 2 aprile 2017

Soffio di Gibigiana

Ecco il tema di questi giorni.
Il loop degli anfratti del mio pensare,
rimbalza da una sfera all'altra del mio sentire e del mio fare:
l'anelito alla cura! Ah!
La cura di se stessi;
la cura dell'altro;
la cura di madre;
la cura della casa;
la cura dell'anima;
la cura dell'istante;
la cura dell'eterno;
la cura di ieri;
la cura di domani;
la cura di un fiore che sboccia;
la cura della lentezza;
la cura della bellezza;
la cura del corpo;
la cura dei particolari;
la cura della meraviglia e dello stupore;
la cura della memoria;
la cura degli affetti;
la cura dei difetti;
la cura dei conflitti e delle risoluzioni;
la cura dei sorrisi;
la cura dei rinforzi positivi;
la cura di esserci integralmente, ma con parsimonia, con delicatezza, con armonia, con gioia, con presenza, con amore... sempre e per questo è per sempre.
La cura... unico scopo, vera ragione dell'esistere... avere cura di...
questa vita che è un soffio di gibigiana...
dedicato  ai cari amici
Daniela Merlino