...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







sabato 31 dicembre 2016

San Silvestro e gli amati inizi

Questo 2016 particolare e intenso sta volgendo al termine.
Termino questo anno e faccio capolino in quello nuovo aggirandomi nella casa nuova, cercando pezzi di me e di noi famiglia, sognando, immaginando, costruendo insieme all'amore mio, all'entusiasmo delle mie bimbe, al calore della famiglia, riempiendola di gioco, risate, cuginanza, lietezza e confusione.
Credo che sarà un 2017 altrettanto intenso.
Ieri mattina primo risveglio nella casa... ecco senso di estraneità, finita la parentesi con la Mami, raccogliendoci noi, le nostre cose, i nostri animali... improvvisamente il mio cuore ha realizzato che mai saremmo "tornati a casa", un pò di sconforto... non c'è casa... è da costruire!
Sono stata un pò da sola, ho digerito il mio mal di testa, ho comprato accessori per il nuovo nido...e la malinconia è passata, ed è rimasta una gran gioia, affetto per il recente passato, (perchè casa è dove c'è chi si ama) la voglia di futuro, di nuovi orizzonti, nuovi ricordi...
Che avventura straordinaria la vita!
Auguri a noi, a tutti, alla terra...

venerdì 23 dicembre 2016

Angeli veri e Demoni ridicoli

 Un'oretta ed entriamo ufficialmente nella Vigilia di Natale. 
Quest'anno l'Avvento è stato davvero lento, palpitante, presente: siamo ancora raminghi senza casa.
Per intenderci, una casa l'abbiamo, la Mami è incredibilmente ospitale, abbiamo ogni confort e pensiero genuino. 
L'essere raminghi deriva dal sentirsi frammentati, in bilico tra ieri, oggi e domani, oggetti sparsi nel mondo, (solai, cantine, case vuote, case in attesa), nuove routine assimilate che a breve cambieranno di nuovo, confusione mentale, voglia di tana, di comodità, di solitudine...
Molto interessante questo: la propria famiglia intima consente di ricavarsi delle belle e significative solitudini. 
Mia mamma è spesso fuori e non è invadente, mi è cara, anche intima, ma non è la stessa cosa... è comunque una presenza che non mi consente solitudini interiori piene... 
Penso che questo sia uno degli aspetti più belli della mia relazione con Cristian, sappiamo concederci vicendevolmente le nostre assenze e solitudini, senza che questo ci faccia sentire meno un Noi. Grazie amore mio anche di questo.
Sono piccole divagazioni pre natalizie, ma una cosa in particolare mi interessava fissare nella mia memoria virtuale.
Il 21 dicembre, solstizio d'inverno, è stata per me una giornata molto particolare.
Sin dal mattino: 
mi sono svegliata molto presto (come al solito), era ancora buio, dopo un caffè sono uscita sul balcone e nel cielo scuro ho visto delle nuvole chiare che avevano nettamente una forma di angelo. Non appena l'ho visto ho formulato chiaramente questo pensiero:
"è un angelo" 
e in quello stesso istante uno spicchio di luna lucente si intravede proprio nel punto della testa, come un occhiolino, per un istante.
Una bella esperienza.
La giornata è stata lunga e caotica, mi sono occupata di sbrigare un sacco di vicende caserecce, oltre che organizzare i trasporti delle bimbe, di Cristian, la riparazione del rubinetto della Mami, recuperare le arance biologiche acquistate (chili e chili), ritirare una libreria acquistata, preparare una festa di saluto in Corte Dalì per il Natale, impacchettare i doni per gli amici... etc etc...
Il giorno prima ero riuscita anche a fare gli allacciamenti del gas e la luce... evviva... ma qualcosa non va. La luce tanto attesa non funziona, comincio ad innervosirmi, tra una faccenda e l'altra, un tragitto in macchina e l'altro, tento di mettermi in contatto telefonico con la famigerata azienda che mi ha stipulato i contratti. 
Primo grande errore della giornata: sono caduta vittima dell'epopea dei numeri verdi, delle voci registrate, delle promozioni telefoniche, dagli operatori che rispondono praticamente dal sud est asiatico, dall'inutilità di tutta la procedura, ognuno di loro mi rispondeva (dopo interminabili attese) che non poteva aiutarmi. Nel frattempo speravo continuamente che la magia si avverasse e la correte zap potesse raggiungere la nostra abitazione... no niente... e questo è stato il secondo enorme errore... 
so perfettamente che quando le cose non filano lisce bisogna IMMEDIATAMENTE rassegnarsi... se no si inizia il vortice della furia...
Nel contempo siamo arrivate in Corte (io e le bambine), dovevo preparare la serata, (mentre tentavo sempre di contattare l'azienda via telefono), le casualità hanno voluto che le mie figliole in un battibaleno (davvero in frettissima) hanno lordato la Corte in modo imponderabile: fango di scarpe in ogni dove, hanno rovesciato un vaso, fiori e rami ovunque... mi è caduta la mascella... e in più ancora dovevo fare dei pacchetti, apparecchiare, scaldare e. OSTINATAMENTE, cercare di risolvere la questione luce (come se fosse una questione di vita o di morte)... e qui ho fatto il mio terzo terribile sbaglio...mi sono infuriata, arrabbiata, (oltre modo) con le mie bimbe... le ho sgridate aspramente e lungamente, facendole sentire in colpa... oh me meschina... ci ho messo un pò a riprendermi, a scusarmi con loro, ad entrare nel clima natalizio, negli amici che nel frattempo arrivavano in corte... mi sono sentita un mostro... una tapina... un primate.
E' stata una serata splendida, tante persone sono arrivate ed hanno portato tanto affetto, amicizia, stima, amore, bellezza, doni, sorrisi e risate, presenze e aiuti... è stato meraviglioso ed io nella mia stanchezza felice, in fondo al mio cuore, ancora sentivo un fremito pensando alla luce che non c'era...(anche se non ho mancato di godermi  con piacere e gratitudine la bellissima serata e amata compagnia).
Va beh per farla breve, l'indomani mattina ho scoperto che bastava alzare un piccolo, insulso pulsante in casa, che tutto andava bene, la luce era sempre stata lì!!!!!
Andando al lavoro ho capito profondamente che ero stata messa alla prova, avevo visto un angelo, avevo sentito una profonda gratitudine al mattino presto... eppure durante il giorno, poi, non ho avuto fede nelle soluzioni semplici, non ho avuto sufficiente amore per le mie bimbe, ho fallito su ogni fronte. 
Ho ricevuto bellissimi messaggi dagli amici della Corte... e mi sono sentita ancora più meschina... e a chiudere il cerchio, in un attimo di pausa in ufficio, abbiamo deciso di bere una tisana, quelle dell'avvento... beh sono andata a cercare la tisana del 21 dicembre, era stata una giornata così particolare... e cosa era raffigurato sulla bustina? 
Un Angelo! 
Ah beh... se non è sincronicità questa!
Mi sono rasserenata anche dagli inutili sensi di colpa, sono comunque felice di riuscire a vedere i miei miserabili demoni interiori che si arrovellano per distogliermi dal calore e della bellezza... sono demoni ridicoli... era solo un pulsante... tutto si è risolto... e mi perdono per le mie sbavature, è un periodo difficile e sono grata di riuscire a chiedere scusa alle mie piccine, insomma sicuramente non hanno una mamma perfetta, ma hanno una mamma che ha sufficiente umiltà per tornare indietro sui propri passi e sa chiedere scusa...(e questo è un bell'insegnamento penso)
Ringrazio gli angeli che mi accompagnano e mi consentono di moltiplicare le mie forze...
e ringrazio il cielo di avermi dato abbastanza intuito da cogliere le risonanze tra tutto quello che mi accade.
Intanto i disguidi casalinghi sono continuati, ogni giorno c'è un inghippo (semplice) e bisogna attendere (come è giusto che sia durante l'Avvento), forse domani arriviamo all'ultimo atto, forse riusciremo ad accendere la caldaia? Speriamo! 
Intanto però sono certa che riuscirò a godermi questo Natale tanto speciale, con la mia Mami (tanto per cominciare), con le mie piccole, con Cristian ramingo come me, con la Corte... con gli angeli...
Buon Natale 
e a tutti auguro di riuscire a cogliere tutte (o almeno tante) le sincronicità e le risonanze che la vita ogni giorno ci offre.

mercoledì 21 dicembre 2016

Mamma, voglio farti un regalo, ma ho solo 10 anni

Solstizio d'inverno, un momento di transito, un momento di risalita.
Sono giorni di corse e commissioni, di silenzio e frastuono, di attesa e di corse forsennate.
Ci siamo l'Avvento sta giungendo al termine: le mie piccoline saltellano gaie in casa, rotolano sotto l'albero e non sanno più come poter aspettare Natale.
Sin dall'inizio, con Cristian, abbiamo deciso che il regalo magico (Gesù bambino o Babbo Natale suo aiutante) è uno solo e arriva il 25 mattina. Poi abbiamo deciso di insegnare loro la reciprocità, il senso del dono e del pensiero per chi si ama.
Quindi si impacchettano regalini, si creano biglietti e si scrutano pacchetti che arrivano sotto l'albero.
Mai come quest'anno le mie piccine si stanno godendo questa attesa e questa preparazione.
Ieri la piccolona mi ha fatto un'infinita tenerezza, mi ha chiesto dei soldini... voleva comprare dei doni per me e il suo papà, io le ho risposto che avevamo già preso dei pensierini, lei mi ha guardato sconsolata e mi ha detto: "mamma ho solo 10 anni, aiutami, voglio prenderli io..."
Oh patatina mia... il suo desiderio era tanto grande che in un mercatino delle pulci è riuscita a farsi regalare due oggetti che di nascosto, insieme alla sorella, ha impacchettato e messo sotto l'albero. Così riesce a farci la sorpresa che desiderava: o piccola mia, quanto mi insegni sempre... la forza del tuo desiderio e del tuo amore hanno reso possibile la magia... 
Grazie amore mio per quel che sei e per aver benedetto la mia vita (insieme alla tua sorellina) con la tua presenza...
E oggi sono qui che attendo di entrare nella casa nuova, siamo riusciti a fare contratti di luce e gas, ancora un pò di pazienza, quando attiveranno tutto, finalmente, potremo costruire il nostro nido, intanto la Mami ci coccola, il calore ci circonda e il Natale ci pervade... 
...e mi ritrovo inaspettatamente, in momenti impensati a sentire le lacrime riempirmi gli occhi: come se il grido di dolore dei bambini e delle anime di Aleppo mi gridassero nel petto!
 Mai come oggi le sento e mi sento impotente, incapace, privilegiata e voglio, almeno, ogni giorno ringraziare della mia vita, ringraziare loro per il sacrificio che assumono a favore dell'umanità tutta... 
coltivare la gratitudine... per me e le mie creature e per tutti loro...

domenica 18 dicembre 2016

Cosa ho capito quest'anno del Natale

Il Natale è davvero una festa straordinaria.

Negli anni ho provato sentimenti di ogni tipo per questo momento tanto particolare, quanto universale.

Ricordo Natali pieni di attesa,
ricordo  pieni di solitudine,
ricordo  pieni di abbracci, 
ricordo  pieni di lacrime,
ricordo  pieni di silenzio,
ricordo  pieni di famiglia,
ricordo  pieni di alcol,
ricordo  pieni di fiele,
ricordo Natali pieni... sempre!
Sono una di quelle bambine cresciuta senza credere ne a Babbo Natale ne a Gesù Bambino.
Sin da piccina sapevo chiaramente che erano genitori e sorelle a riempire di doni l'albero di Natale e devo dire che questo mi ha sempre creato una piccola malinconia.
Ho sempre invidiato i ricordi della magia di tante persone e, in cuor mio, ho un pò rimproverato la mia famiglia di avermi negato questa straordinaria attesa del sacro, del magico, del mistero.
Grazie alle mie figlie però mi sono riscattata: come spesso accade, cerchiamo di offrire ai nostri figli quello che non abbiamo avuto noi; infatti sin da che erano piccine, io e Cristian, abbiamo lavorato sodo per creare grande magia ed aspettativa per questa festa molto speciale.
Potrei raccontare numerosi episodi, in questi anni di genitore, nei quali ho riscoperto e ritrovato ogni istante perduto di questa magia calda, delicata, dolce... 
Mi interessa di più però soffermarmi sulla sorpresa continua.
A parte quanto sono riuscita a portare alle mie figlie, è molto interessante quello che sono riuscita a portare a me stessa: anno dopo anno ho scoperto che la magia esiste davvero, che davvero è possibile credere che ogni anno "qualcosa di molto speciale" sta per arrivare. Ho capito che Gesù Bambino, Babbo Natale, gli angeli, gli elfi e lo Spirito Natalizio esistono davvero.
Esistono nei gesti, nelle attese, negli sguardi, nel silenzio delle notti gelide, nelle mattine brinate, nelle favole di Natale, nei lievi gesti, nei nastri, nelle canzoni, nei doni, nelle gioie, nelle terra e nei semi tremanti.
Percorrere l'avvento, insieme alle bimbe, mi ha ridonato l'appartenenza cosmica, le gerarchie celesti, l'incanto.
E quello che è più straordinario di ogni altra cosa è che non smetto mai di imparare.
Ogni anno trovo un nuovo pensiero, una nuova sfumatura, un gesto mai visto che mi ricongiunge a questa meravigliosa festa.
E così è stato anche quest'anno, leggendo un piccolo libretto di Steiner "Per una rinascita del Natale", ho capito (finalmente aggiungerei) un particolare in più.
Ho compreso l'importanza di costruire l'attesa per i bimbi durante l'Avvento: per nutrire e coltivare profondamente il senso di gratitudine.
Ma quale gratitudine? Lo avevo già letto anni or sono, ma mi sfuggiva il significato preciso.
La gratitudine di non averci abbandonato. 
Il peccato originale, la cacciata dal Paradiso terrestre, poteva essere un baratro di oscurità, invece, attraverso la Natività (di Gesù, dei semi, della terra), ogni anno ci viene ricordato che ci sarà un nuovo sole, una nuova rinascita, una nuova metamorfosi: ecco il più profondo significato del Natale, il mondo spirituale non ci ha abbandonato, anzi, con la venuta del Cristo, siamo stati riscattati, benevolmente redenti.
C'è molta saggezza in tutto ciò... e tanto amore.
Indipendentemente dalla propria appartenenza religiosa, del proprio credo, il Natale rappresenta, al di là di ogni ragionevole dubbio, un momento di svolta, di luce in terra (nel momento più buio della terra), e le stelle ci sono vicine, e domani sarà ancora giorno, e in primavera ci saranno ancora frutti ed è un dono di continua speranza: ecco quale gratitudine!

E questo libretto mi ha donato questa nuova consapevolezza ... e la mia gratitudine è grande...
E credo anche che questo percorso mi sia stato utile, partire senza conoscere nulla (da bambina), mi ha permesso di portare a consapevolezza con grande profondità il mistero del Natale... e di questo ringrazio la mia famiglia, la mia storia e la vita stessa.

martedì 13 dicembre 2016

Considerazioni sparse ma non casuali

Considerazioni sparse ma non casuali.
Giorni tranquilli anche se intensi.
Cieli violetti e nebbie di Avalon, ghiaccio e tenebra.
Calore natalizio e ritmi anomali.
Nessuna casa, molteplici case, me stessa la casa, le persone che si amano la casa.
Giorni ancestrali, convivenze antiche, ancora la mia bella mamma.
Assenze e presenze.

Sono giorni che diventa difficile trovare dei verbi per parlare, più facile usare immagini, brevi sintonie che si accordano con la mia anima.
Non tanto confusa, non tanto disappartenente, non tanto senza dimora, non tanto frammentata, non tanto dispersa... solo un pochino... a tratti.
Sono giorni presenti, nebbiosi, silenziosi, laboriosi, metamorfici...

Santa Lucia, le notti sono lunghe, la luna nel cielo sembra una perla dentro un'ostrica, luminosa, decisa, rotonda, inconfondibile, lì in mezzo a quella spirale di nubi argentee, frammentate ma compatte... e intanto l'aria punge, ghiaccia, solidifica e sembra volersi ghiacciare persino il liquido degli occhi.

Letture e pensieri, nuove intuizioni, nuove conquiste, la sincronicità si acuisce, o almeno la percezione di essa, tutto va esattamente come deve andare, gli incontri si moltiplicano, le persone mi appartengono ed io appartengo alle persone.

Un tempio le relazioni, le combinazioni, l'esserci, lo scambiarsi, l'assimilarsi, il fecondarsi... eccoli i verbi... sono tornati, anche loro sono belli, anche loro sanno offrire espressione dell'essere.

Natale, fortissimamente Natale, ogni anno guadagno un pensiero, ogni anno comprendo (prendo con me) qualcosa di nuovo di questa festa tanto convincente, di questo cammino, della natività... nel più alto significato di questa parola.

Roboanti incontri, riunioni, ancora cambiamenti, ancora incertezze, nuove certezze, amici che tornano, amici scomparsi, pezzettini di vita, nuove e antiche occasioni in questo dicembre di sospensione.

Voglia di scrivere, poco tempo e poco spazio per farlo, troppi pensieri nel mio sentire, troppe riflessioni, troppi mutamenti, troppo tutto, per poterlo raccontare, sviscerare e descrivere ordinatamente.

Famiglia, molto famiglia, tutti insieme, accalcati, vicini, lontani, straniti, natalizi, traghettanti, noi e i nostri animali... accolti, nutriti, amati... dalla Mami, dagli amici, dalla Corte Dalì, dalla vita.

Considerazioni sparse ma non casuali... ecco grazie... si grazie!

giovedì 8 dicembre 2016

Felice di essere fragile...

Caspita, già l'8 dicembre, un baleno, un battito, una tempesta.
Sono già quasi due settimane che abbiamo lasciato la nostra amata casetta, siamo a casa della Mami, la nonna Emanuela. 
Le bimbe sono felici, si sentono in vacanza, si adattano bene al cambiamento e questo mi rende felice: sopratutto perché questo ha un significato profondo, vuol dire che le mie picciotte hanno radici ben formate, radicate che risiedono in loro stesse, la loro identità non viene minata dal contesto turbolento (come invece accade alla loro mamma), vuol dire che saranno libere di volare, navigare, perché il porto è dentro di loro (e mi sento di prendermi, insieme a Cristian, un piccolo merito di questo).
Queste ultime settimane sono state rocambolesche, mozzafiato, perturbanti: mentre che svuotavo casa e inscatolavo vita, sono subentrate diverse altre crisi (cosa che non mi sorprende per nulla, anzi era un po' presumibile), in particolare Cristian è stato particolarmente assorbito dal lavoro, c'è stato il bazar della scuola, la piccolina ha deciso di tirare fuori ora i suoi moti ribelli a scuola, mi hanno violentemente tamponato, facendomi sobbalzare l'eterico e qualche altro disguido poi è particolare, siamo in pieno avvento, il mondo impazzisce, le code aumentano, tutto è da fare e subito...
E in più ancora ( ma questo è stato un toccasana) in Corte Dali' c'è stato il bellissimo seminario sulle notti sante. un vero e proprio nutrimento per l 'anima, un tocco di grazia in questo periodo. però questo ha comportato una scarsa presenza a casa, ulteriori organizzazioni, tempi e pensieri.
E oggi ancora (ennesima fatica), giornata di mercatino a Masnago, dove è situata la corte Dali'.
Sono qui stasera, stralunata, stanca e pensierosa, senza un nido mio dove nascondermi, senza un angolo davvero conosciuto e mi sembra di non sapere più chi sono, ma c'è qualcosa di molto profondo che ho capito in questo periodo: non voglio essere il supereroe che ce la fa sempre, voglio abitare il mio femminile appieno, e non solo come materno che accoglie, ma anche come desiderosa di appoggio e conforto... E questo è un bel passo da gigante per me, riconoscermi come essere fragile... Oh com è rassicurante ciò... Posso effettivamente non farcela talvolta... E in verità arrivano sempre un sacco di aiuti... Oh grazie a voi tutti che mi volete bene...
 Grazie di tanto che mi state dando in questo periodo.

sabato 26 novembre 2016

Nessun verbo stanotte


Giorni silenti... quasi (solo quasi) in solitudine.
Una solitudine interiore, intessuta di silenzio e calde lacrime.
Un pensiero sottile e una leggera malinconia.
Nessun verbo... solo sensazioni.
Sono giorni così, pieni di azioni... niente verbi stanotte
L'ultima notte nella culla.
Solo sensazioni: dolci, atroci, flebili, cangianti, continue, solitarie, condivise, cialtrone, ridanciane, lacrimose, ridondanti, schizzofreniche, realistiche, abbandoniche, luttuose, speranzose, appetitose, gioiose.
Nessun verbo stanotte.



mercoledì 23 novembre 2016

Piove ...è notte da giorni...

Piove.
Piove copiosamente e incessantemente.
I monti sono circondati da nubi e vapori, umido e nebbia, foschia e impalpabilità.
Remoto il sole non attraversa il cielo e poco cambia tra giorno e notte.
Sono qui raminga nei miei spazi, noti e non più miei, conosciuti ma freddati da assenze.
Sono aggrappata al nulla e vorrei lasciarmi andare alla corrente, ma non è ancora il tempo.
Ah le attese sono il vero male dell'anima, quegli strappi lenti e silenziosi, mentre ti addormenti, mentre ti attardi, mentre ti distrai dalle azioni...
... e piove, ticchetta sul tetto la pioggia... conosciuta, ninna nanna delle mie bimbe, suono del tempo dell'amore, tamburella sui lucernai e mi ricorda chi sono.
Piove.
Piove come se il cielo piangesse le mie lacrime, non ho da piangere, scelgo, voglio, anelo... eppure non posso esimermi dall'assaporare dolcemente, lievemente, ineluttabilmente il lento strazio di smontare, di lasciare, di ascoltare la pioggia silenziosa.
Piove umidamente, piove battente, piove.
Non riesco, non mi interessa scacciare il mio sentire malinconico e nostalgico: nessun vaso di Pandora da riempire di lacrime non versate, istanti di saluto, di presenza... come si fa a non assaporare queste ultime ore di nido, di appartenenza... come non rendere omaggio ad ogni luogo, ad ogni istante di smisurata felicità, di bicchieri frantumati, di giochi sfrenati, di tempi trascorsi, di dolori ancestrali, di fuoco ardente, di passione, di ponti, di scorci, di addii, di ritorni, di parole e sorrisi, di amici e canzoni, di dubbi e certezze, di lamenti e vittorie, di me stessa, infinite me stessa.
Grazie cielo che piangi le mie lacrime e mi ricordi di esserci, sempre, anche nelle tempeste, perchè poi il sole torna sempre...

domenica 20 novembre 2016

Il carro impazzito


Penso di non aver mai vissuto nulla del genere! 
Certo mi è capitato di fare altri traslochi, ma quando è accaduto erano il focus della mia vita, mi occupavo intensamente di quello, mi godevo anche l'afflizione e la gioia contemporanea del cambiamento, rovistavo in me stessa attraverso gli oggetti riposti e mi lasciavo condurre in questa strada di rinnovamento.
Oggi è tutto diverso: il trasloco occupa tutti (e dico tutti) i miei tempi residui, non appena riesco a stare qualche mezz'ora in più a casa, il tempo è dedicato allo smantellamento di 13 anni di vita.
E non finisce mai! Il tempo stringe e siamo agli sgoccioli, il primo dicembre la casa va consegnata ai nuovi inquilini e quindi non può esserci grande riguardo, le cose, i ricordi, gli effetti personali, gli amati libri, i giochi delle bimbe, le suppellettili e tutta la nostra vita viene pigiata alla bell'e meglio (si scrive proprio così l'ho cercato...😅 !) dentro gli scatoloni.
Come dicevo tutto questo nei ritagli di tempo, perchè nel frattempo sono in una fase piena e vigorosa di lavoro, frenetico, rutilante, pregnante e chi più ne ha più ne metta.
Lavoro nel senso più ampio del termine, perchè oltre al mio lavoro di coordinatore pedagogico che mi richiede grande attenzione mentale e prontezza di risposta, anche la Corte Dalì si muove velocemente e promuove numerose attività di diverso genere, così tanto che faccio fatica ad incastrarle tutte!
Ricordo che qualche tempo addietro ero così affaticata e concentrata perchè mi sembrava sempre di spingere un carro con le ruote quadrate in salita... erano tempi duri, nei quali ogni azione, ogni progetto necessitavano di continua energia lavoro perchè potessero procedere.
Oggi è diverso, adesso mi sembra di dover governare lo stesso carro, le ruote sono diventate rotonde e la strada è una ripida discesa piena di curve.
Tenere le briglie è davvero un'avventura mozzafiato. Sono serena, non credo di schiantarmi in qualche curva o di finire in qualche crepaccio, ho piena fiducia nell'aiuto celeste, perchè SO che sto facendo le scelte giuste: cambiare abitazione e andare a vivere nella città dove lavoriamo e le bimbe vanno a scuola, ingrandire la Corte Dalì, pensare nuovi percorsi, promuovere incontri, creare nuove realtà... nulla è rimandabile, tutto è importante.
Io, Cristian e le bimbe ingurgitiamo fiori di Bach per aiutarci (gentilmente forniti dalla sorellona Diana), corriamo e galoppiamo insieme... e inevitabilmente in questo marasma avvengono piccoli lutti, separazioni, pagine che si voltano... ma non sempre è un male, perchè voltando pagina si iniziano nuovi racconti.
Ieri c'è stato il secondo incontro della formazione in astrosofia e la biografia, un concentrato di sapere, di incontro cosmico, di luce... e la Corte Dalì, calda e accogliente, ci ha ospitato, piena di luce e bellezza, Anna Mattei ci ha nuovamente guidate nei meandri di questo meraviglioso sapere archetipico. 
La pioggia e l'umidità inondano questo novembre di cambiamento, i giorni scorrono e scivolano, guardo la mia casa semivuota e smontata, il mio amato camino spento, gli sguardi preoccupati dei nostri animali, la confusione del nostro pensare e delle giornate da organizzare, tra Besano e Varese, tra la casa, la scuola, la Corte, il lavoro e i mille impegni CON UNA MACCHINA SOLA!
Ce la facciamo, ne sono certa e quello che è più bello è che noi quattro, famigliola amata, siamo felici, sorridenti e pronti a tutto questo scombussolamento... e tra poco comincia l'Avvento... che magia questa vita!


sabato 12 novembre 2016

Sgomento e felicità... insieme!

Novembre scivola alla velocità della luce, denso di impegni, intriso di stanchezza, pungente come le prime ghiacciate sulle macchine, dorato e violetto come le nuvole all'alba, nebbioso e impalpabile come la bruma sui prati del mattino.
Corriamo a perdifiato tra i cambiamenti, gli impegni, le nostre responsabilità e i venti di domani, incalzante come se, quasi fosse già oggi.
E mentre io e Cristian inscatoliamo la nostra vita in comune, anni di vita felice, mentre ci guardiamo un pò confusi, esaltati e sommersi, mentre le nostre bimbe giocano (apparentemente serene) tra gli scatoloni e il disordine esistenziale, mentre galoppiamo tra il lavoro e i nostri progetti che sono nel pieno della loro realizzazione, mentre saltiamo di palo in frasca nel gestire il tempo e quanto c'è da fare, inevitabilmente, mentre accade tutto ciò sento sempre più emergere sulla pelle, nei pensieri, nel sentimento, un ineluttabile senso di morte.
Lo so, insieme al mio temperamento collerico, in questi frangenti di grande cambiamento, fa capolino e si insinua l'altra parte di me, quella malinconica, quella che è capace di trovare e offrire gioia, quella che assapora e gioisce delle piccolezze della vita, dell'incontro con la natura, dell'appartenenza cosmica, nell'esserci integralmente, ma è anche quella parte che nel cambiamento e nelle partenze vive il lutto e la consapevolezza che le nuove ere necessitano del sacrificio di quelle vecchie.
Normale, ovvio, ma ugualmente mi portano sgomento e grande riflessione: 
si sta concludendo un'epoca della mia vita. 
Un'epoca meravigliosa, dove ho incontrato la mia anima gemella ed ho costruito un nido d'amore, dove sono nati tutti i miei figli, quelle che trottano serene e quelli che sono nelle mie viscere e nella mia anima, dove mi sono trasformata e metamorfosata in un io, invece di un ego, dove ho cominciato davvero a vivere.
Nulla di tutto questo scomparirà, anzi proprio perchè mi soffermo a pensarlo e risentirlo, lo fisso ancor più indelebilmente, il fatto è che inizia una nuova fase di vita, desiderata, anelata, promossa e realizzata, ma pur sempre una nuova via che lascia qualcosa dietro di sè... cosa lascio?

La maternità di bimbe piccole da curare, di ritmi lenti e nasini da asciugare, di magia e coccole nell'incavo della spalla, di sonni in compagnia di boccucce sorridenti e sorprese continue... comincia una vita cittadina dove noi, bella famigliola, trottiamo felici e ardimentosi nel mondo, abbandoniamo tutto quello che conosciamo, la nostra soffitta di legno, il nostro caldo camino, i nostri boschi e il monte Orsa, la Novella e San Martino, gli scricchiolii conosciuti, gli spigoli assaggiati con i mignolini, le stanze percorribili al buio, perchè tanto conosciute... in ogni angolo, dove poso lo sguardo, ricordo momenti dolci e meravigliosi... non potrò più farlo, le pareti saranno altre, pagine bianche su cui scrivere nuovi ricordi... e lo aspetto con trepidazione, eppure il mio temperamento malinconico non può fare a meno di soffermarsi su questo senso immenso di perdita... scelto, voluto, desiderato... e la ringrazio questa maliconia perchè mi consente di salutare, di imprimere, di riconoscere... e ricordarmi, sempre, che sono tanto fortunata, che ho una vita meravigliosa e non voglio dimenticare neanche un istante... traslochi... come sono impegnativi....

domenica 6 novembre 2016

Trasloco... come sbucciarsi un pò

Sono giorni caotici e pieni di attività di sentimenti e cambiamenti, di presenza e grande volontà.
Stiamo preparando il trasloco. AH!
Tutti quelli che ci sono passati sanno cosa vuol dire: riempire numerosissimi cartoni... e la casa è sempre piena di oggetti e stralci di passato. Vorresti anche sempre domandarti se questi oggetti vogliono diventare anche pezzi di futuro... o se, invece, sia arrivato il tempo di una separazione.
Qualche volta ci sono riuscita, ma presto la foga di finire più velocemente possibile mi ha portato ad infilare tutto nelle scatole... e poi si vedrà.
Abbiamo trovato una simpatica coppia che prende la nostra casa... il piccolo problema è che ne hanno bisogno immediatamente, quindi entro il primo dicembre dobbiamo traslocare tutto! AH!
Oltretutto la casa dove dovremo andare non sarà pronta subito, forse dopo Natale... AH!
Io e Cristian ci siamo buttati all'arrembaggio, sono giorni che trottiamo come dei pazzi: procura scatole, riempile, riponile, trasporta materiali, ordina e ragiona, programma e pulisci e sposta e trascina e riempi.
E intanto, come un vecchio pachiderma, la nostra cuccia si sta smontando, mi si posano gli occhi in alcuni punti e, pur sapendolo perfettamente, mi sembra che gli oggetti siano svaniti nel nulla e al loro posto ci sia un piccolo vuoto evanescente...
Siamo felici e concentrati, desiderosi di questo cambiamento e vagamente euforici.
Le bimbe le vedo, sono entusiaste e partecipano nel riporre le loro cose, giocando e immaginando, e in alcuni momenti vedo nel loro sguardo un velo di malinconia nel sentire che qualcosa sta cambiando.
E' la casa dove sono nate e cresciute, l'unica realtà di casa conosciuta, il loro riferimento, la loro pelle più esterna... e mi addolora sapere che si sbucceranno un pochino e un pò farà male.... però so anche che sarà una nuova grande e straordinaria avventura. 
Faremo un bell'avvento, un pò raminghi, un pò ospiti, un pò alla ricerca di noi e del nostro nuovo modo di vivere. 
Tutto improvvisamente, tutto in una volta... ma è sempre stata così la mia vita, di grandi balzi, di salti nel vuoto, di entusiasmo e grande fiducia nel fatto che tutto andrà bene, che ogni giorno è una scoperta.
Adesso si lavora... uno sguardo al sentire... ma la volontà e la fortezza sono quello che ci occorrerà in questo novembre di svolta.
Si parte... evviva!


martedì 1 novembre 2016

Immaginare mondi possibili... ed è una specie di magia!

 Novembre, finalmente è arrivato.
Il mio caro ottobre si è concluso con la definitiva dipartita della nostra Puzzolona, una delle due macchine.
Si è concluso ottobre con un importante e presente mal di schiena che strattonava a fitte... a momenti.
Ha coronato se stesso, ottobre, accarezzandomi nella notte dei morti e lasciandomi dolente ma più determinata che mai.

Le sensazioni che mi attraversano sono molteplici e multi contestualizzate.

Passo da una me stessa immersa nel mondo istituzionale, veloce e competente, un tantino disinteressata ma con la confermata assunzione di responsabilità, continuare a portare la mia personalità nel mondo delle procedure e delle burocrazie, ed è come immaginare un mondo possibile.

poi passo a prendermi carico dell'associazione culturale Corte Dalì come qualcosa di vivente che necessita quindi di cura, attenzione e amore. 
E questo vuol dire occuparsi delle utenze, dei contatti, delle relazioni, dei momenti, degli spazi e dei tempi, delle pulizie, della manutenzione, degli arredi, della visibilità, della testimonianza, del raccordo tra persone, dei conti da pagare, delle scadenze e dell'immaginare mondi possibili.

Passo poi, anche, a momenti formativi dove conduco dei gruppi di diverso tipo, laboratori alla corte, èquipe di lavoro, formazione... e questa è un'altra dimensione personale davvero presente e coinvolgente. 
In questi momenti sono attraversata di presente: sono in quei momenti in cui non sento il tempo che passa, in cui ogni altro pensiero mi abbandona e sono lì! Credo che sia la cosa che faccio meglio per questa ragione. 
Credo che la mia efficacia nella conduzione dei gruppi risieda proprio nel fatto che io porto una presenza "vera", sono lì e basta. Questo penso rassicuri sull'intenzionalità della conduzione che è quella di condivisione e non di guida, e anche questo è cercare di immaginare mondi possibili.

E poi (che non è un vero poi perchè pervade il mio stesso essere) ci sono Cristian e le mie bambine che stanno per raggiungere l'isola delle ragazze, alla Marghi mancano poche bracciate, sta per raggiungere le rive sabbiose... a Mariasole tocca ancora una bella nuotata giocosa e vigorosa nell'essere bambina (grande). Cristian, il mio compagno di viaggio e di paure, di sogni e accoglienza, di fiducia e prospettive, trottiamo insieme occupandoci delle nostre cucciole, impastandoci con loro, predisponendo il loro futuro volo nel mondo... e anche questo è un po' immaginare mondi possibili...

Poi, ancora, sono presenza nel progetto della scuola steinariana di Varese: un progetto a cui dedico amore, pensiero e azioni da 8 anni, dal primo ingresso di Margherita nel giardino d'Infanzia. 
E' stato un precipizio, una passione, un rafforzo della volontà, un completamento di preparazione personale e professionale, un'occasione di incontro e nuove importati relazioni elettive, una casa per le mie bimbe e per il maestro Cristian, un luogo di mondi possibili... ed io sono un pochino distante oggi, questo non vuol dire assente, ma distante perchè ho bisogno di una pausa, perchè sono concentrata nella costruzione di altri mondi possibili dove l'arte sociale sia il condimento e il contenitore dell'incontro (non solo di mamme, non solo di bambini, non solo di pedagogia).
Distante perchè tanto mi ha dato questo progetto ed ho bisogno di digerirlo e metabolizzarlo per restituirlo al mondo in quello che so fare.
E tutto questo è stato questo lungo percorso in questo progetto di una comunità che crede che l'educazione possa essere  scelta e non imposta, che la persona esiste ed ha un suo personale cammino.
La scuola cresce e, secondo me, ha sempre più bisogno di pensiero e un sentire governato, quando la scuola era piccina il motore del possibile risiedeva nell'amore di chi ci credeva e offriva le proprie forze di volontà. Adesso siamo cresciuti e sono necessarie nuove forze, questa volta servono forze plastiche che danno forma... e credo che nei diversi ambiti della triarticolazione sociale (amministrazione, maestri e genitori), in ognuno di essi sta maturando la forma, attraverso la trasformazione. E visto che so che sono in continuo lavoro su me stessa per governare proprio queste forze plastiche di forma, è proprio per questo che sento la necessità di essere un po' distante, anche se non assente (soprattutto nelle forze del sentire). E questa scuola è la prova che si possono creare mondi possibili... che poi vanno ancora riimmaginati... secondo un pensiero di crescita continua...sia nella quantità  ma anche nella qualità dell'esserci.

E poi ci sono le relazioni, tante, tutte prioritarie: i parenti, le affinità elettive, gli amici, i colleghi, i compagni di viaggio, gli amati, i considerati e gli affini, i simpatizzanti e i conoscenti, gli interessati e i curiosi, le collaborazioni e le progettazioni, le casualità e le improvvisazioni.
Una moltitudine di persone, tutte "volte verso" e interessanti, da curare e accogliere, da farsi attraversare e da ascoltare... è la presenza "intera" con ogni loro... anche questo è un mondo possibile da immaginare!

E poi, a conclusione, tutto è armonizzato dalla frase che ha cambiato il mio modo di pensare la vita:
immaginare e magia hanno una radice in comune, una stessa provenienza... 

ovvero da quei mondi possibili... 

ed è una specie di magia...

basta mettersi in contatto



domenica 30 ottobre 2016

Pensieri e azioni, relazioni e assenze!

Sta volgendo al termine, finalmente, Ottobre!
Pensieri e azioni, relazioni e assenze!
Precipitevolissimevolmente si inseguono e riproducono le idee nel mio cervello e mi sembra possibile che tutto si possa fare, dove si voglia, 
con ardore 
e compagni di viaggio.

Come una marea, si potrebbe diventare, se solo se si unissero le forze nelle passioni comuni, alimentando una stessa direzione: 
quella di agire i propri talenti, esaltarli e metterli a disposizione del mondo, riuscire a vivere di questo, per essere più veri, più coinvolti, più generosi, più armoniosi nel mondo e tutto ciò anche perchè piace.
Un giro virtuoso che crea benessere 
e nuove relazioni 
e nuovi contatti 
e nuovi orizzonti.

E non è solo pensare, è anche agire, allacciarsi al mondo, riassumendo se stessi continuamente, sbrigare e travagliare, proiettarsi e concretamente occupare lo spazio e il tempo.

E in tutto questo si intrecciano le relazioni, l'incrocio tra umani e nel contempo, anche, l'assenza di sè... perchè come dissipati nella moltitudine.

E poi, ancora, bastano due giorni nel tepore casalingo, nella sicurezza ancestrale del mio amore e delle mie piccole, la magia del camino e le chiacchiere lunghe e sincere, per ritrovarsi in sè, arricchiti di moltitudine animica.

Grazie!

mercoledì 26 ottobre 2016

Grande fratello a scuola... per favore no!

Ho già parlato di questo argomento nel post "Telecamere nelle scuole? No grazie..."  ma in questi giorni il dibattito mi sembra tornato in auge, più spinoso che mai.
Il disegno di legge di rendere effettiva questa pratica, la preoccupazione violenta di molte mamme e gli episodi (sempre più o meno gli stessi), scelti ad hoc da far rimbalzare come palline impazzite nel web, tutte queste cose hanno creato due fazioni: telecamere sì e telecamere no.
Quello che mi sorprende di più è che nessuno si soffermi a pensare al costo di una simile operazione: installare telecamere in tutti gli asili e le scuole dell'Infanzia d'Italia (domandandoci se tutti i sistemi elettrici sono effettivamente a norma e sicuri) necessiterà di un impegno in denaro notevole.
Sento già le risposte indignate che si sollevano, "non si risparmia sulla pelle dei più deboli" e via dicendo.
Non è una questione di lesinare sulla spesa, penso però che se lo stato impiegasse una tale cifra per ingaggiare pedagogisti e supervisori che girano ed ispezionano e formano e supportano, gli operatori di queste strutture, forse (dico forse ma ne sono sicura) davvero ci occuperemmo di Prevenzione.
Concordo pienamente sulla necessità di collocare la telecamera laddove ci sia un sospetto, anche minimo, di abuso di qualche genere. Ma collocarle ovunque è ridicolo. 
Perchè pensiamoci bene, secondo gli sfegatati del sì, vi immaginate che qualcuno stia lì tutto il tempo a visionare cosa accade? A parte il fatto che sarebbe terribile, a me angoscerebbe l'idea che qualcuno passi il suo tempo a "spiare" le mie figlie, comunque non è plausibile che delle forze dell'ordine siano dedicate a questo compito.
Quindi a cosa servono le telecamere? Nel caso di sospetto andranno a vedere i filmati (dell'ultima settimana, perchè quelli precedenti vengono sovrascritti). Beh spiegatemi la differenza con la procedura attuale. Sospetto di abuso, istallazione della telecamera (con l'operatore all'oscuro quindi più sensata), registrazioni e visione dei filmati.
La domanda che mi faccio, oggi, è la seguente: questo disegno di legge, chi vuole davvero aiutare?
Le industrie delle telecamere? Fare propaganda politica? Fomentare la sfiducia nel prossimo? 
Davvero non capisco, possibile che non ci si ponga la domanda sulla formazione e la selezione del personale?
Questi concorsi pubblici non mi sembrano efficaci se portano all'assunzione di persone così fortemente destabilizzate da picchiare i bambini.
Perchè una persona instabile si riconosce... 
E se fosse una persona con un esaurimento? Quindi il problema è sopraggiunto dopo?
Anche in questo caso, una persona con un esaurimento nervoso la riconosci a distanza: le consegno la mia creatura e non penso che vado via serena e tranquilla, vedendola esaurita...
Inoltre il team di educatori credo che possa contenere e verificare una situazione del genere, aiutando la persona momentaneamente malata.
Insomma quelle situazioni dove tutti gli operatori sono complici ed omertosi, dove persin dirigenti e coordinatori fanno parte della cricchia dei violenti, non credo si verifichi così di frequente. 
Mi sembra un pò fantascienza ed io nella scuola ci lavoro da tantissimi anni.
Ci sono maestre ed educatori più "nervosi" di altri... ma laddove si siano verificate situazioni che andavano oltre (anche solo il sospetto), l'intervento c'è stato e veloce.
Forse dovremmo indagare bene l'origine della nostra paura. 
Sì perchè effettivamente c'è da aver paura: l'infanzia è sotto attacco! ma non dagli educatori, bensì dal sistema stesso che li fa vivere in strutture obsolete, che permette rapporti numerici nelle classi troppo elevati, che fa diventare le insegnanti dei burocrati.
Vi immaginate? Al mattino le maestre, invece di dedicare i primi momenti della giornata all'accoglienza e al saluto, allo scambio relazionale e all'incontro, deve prontamente compilare il registro informatico, affinchè burocraticamente parlando, tutto sia "in regola" e in rete.
Ah beh! Io credo che stiamo diventando schizzofrenici... questa nostra scuola "moderna" mi fa ridere... il calore, le risorse, l'attenzione ai particolari, l'educazione al bello, alla curiosità... questo manca, non la sicurezza!
Di questo dobbiamo aver paura, che i nostri figli, che i bambini, che gli adulti di domani sono depauperati di aspetti della personalità troppo importanti... e  nessuna telecamera ci aiuterà a risolvere questo problema.
Investire invece nella formazione e nei pedagogisti potrebbe portare risoluzione a più problemi per volta... Perchè non si investe su questo
?

lunedì 24 ottobre 2016

Relazioni e identità personale


Ricordo che quando feci uno studio monografico sull'identità personale, uno dei concetti che mi rimase più impresso fu il concetto di relazionalità: intesa come caratteristica fondante appunto dell'identità personale.
Certo, comprendo molto bene cosa vuol dire questo, è persin banale.
La costituzione di quello che definisco "io" si concretizza nell'interazione con l'ambiente, nel senso più ampio del termine. 
In altre parole se vivo all'equatore o nell'artico la relazione con quello specifico ambiente determinerà moltissimi fattori della mia personalità, come le persone che incontrerò nel mio cammino, dalle prime, accudenti, e via via tutte le altre.
Questo concetto di relazionalità è interessante perchè  è quanto  scaturito dalla cacciata dell'Eden. 
Questo continuo flusso di informazioni tra il "dentro e il fuori di me" disegna i miei contorni, le mie sfumature, le mie inflessioni, la mia sostanza e in qualche modo da "voce" al mio essere. 
E tutto ciò ha significato in qualità di animali senzienti che si pongono delle domande sull'Essere. 
Mi immagino Adamo ed Eva, felici e appagati, ma in qualche modo un pò inebetiti, dormienti, senza emozioni, senza turbamenti, senza desideri, senza aneliti... tutto già è! 
Non voglio dire un prosaico "che noia", (parzialmente lo penso) quello che voglio dire è che questo miscelamento e la contaminazione tra me e quello che c'è fuori da me è quello che produce in noi ardore, passione, sentimento, emozione (appunto), insomma tutto ciò che c'è di bello nella vita.
Tutta questa lunga e arzigogolata premessa per introdurre un pensiero semplice: 
come sono impegnative le relazioni.
Le relazioni umane in particolare sono campi minati, rebus indecifrabili, salti nel vuoto, brancolamenti nel buio, scommesse identitarie.
Quando incontriamo qualcuno dobbiamo fare i conti con la nostra pelle: la persona che abbiamo di fronte ci procura subito delle sensazioni epidermiche che possono essere di simpatia, antipatia o indifferenza (quest'ultima è abbastanza rara in verità).
Questo primo approccio è abbastanza determinante perchè influenzerà tutta la relazione futura. 
Non voglio dire che sicuramente sarò molto amica di chi "simpatizzo" e meno per gli altri, voglio dire invece che il processo di conoscenza dovrà attraversare due fiumi diversi. Il risultato di questo attraversamento non ci può essere noto agli esordi.
Le relazioni richiedono un impegno notevole, una capacità di riconoscere o meno l'io dell'altro, o il rispecchiamento, o il legame karmico, o...
Insomma tutto il nostro io, con il suo bagaglio, il suo pregiudizio, le sue paure, le sue aspettative, deve incontrare un altro io che possiede anche lui tutte queste "cose". Mica facile.
Inoltre, più i legami si approfondiscono, più la vicenda si complica. 
Nascono i fraintendimenti, le intimità, il lessico familiare, i copioni, i ruoli, i convissuti e chi più ne ha più ne metta.
Per tornare all'inizio di questo post; la relazionalità è una caratteristica fondante l'identità personale di ognuno!
Ebbene la solitudine è un'utopia, una chimera, un falso ontologico.
Non possiamo mai in alcun momento essere soli perchè siamo intessuti di tutti gli incontri della nostra vita, di tutte le nostre interazioni con l'ambiente, con le cose, gli animali, i parenti, gli amici, i passanti, i colleghi, gli amori, i vicini di casa....
Forse possiamo non piacerci a sufficienza, ma non possiamo definirci soli. 
E se non ci piacciamo abbastanza (noi o la nostra vita) allora dovremmo cambiare il nostro modo di relazionarci, affinchè le esperienze possano diversamente plasmare la mia identità personale.
Come dicevo è un concetto difficile ma facile al contempo.
Difficile perchè bisognerebbe sapersi guardare con un pochino di sincerità (affare assai complesso), facile perchè siamo immersi nella relazionalità e basterebbe cambiare continuamente punto di vista, spostarsi di fronte agli altri, rimescolarsi, sorprendersi.
Con questo non voglio dire di continuare a cambiare bulimicamente compagnie, intendo invece che sarebbe molto bello confrontarsi in modo sempre nuovo con chi mi trovo solitamente di fronte. (sia con i conoscenti che con le relazioni più profonde).
Coltivare la capacità di sorprendersi e incantarsi è la via per godere pienamente di questa nostra peculiarità umana: di essere consapevolmente esseri relazionali e quindi uniti.
E così mi si chiarisce un pensiero... 
"rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori"
è un concetto relazionale fondamentale, è un'assunzione di responsabilità sui miei debiti karmici, sulle mie omissioni di bene e sulla mia capacità di "dare e ricevere", capacità fondamentale per vivere nell'amore.
 E scusate ma NON non è poco!



giovedì 20 ottobre 2016

Il tempo del Non sono: un sapore autunnale

Lo so, 
l'ho già detto, 
ma ogni anno ad ottobre rimango sgomenta! 
E' un mese davvero tosto. 
Non si può proprio dire che non passi, 
semplicemente è roboante...
Altaleno tra momenti super vitali e altri spazio/tempo paludosi, 
intrisi di malinconia e di energia fluttuante.

E' ineluttabilmente l'effetto dell'autunno.

Non sono solo le nebbie e il lento ritirarsi della luce, 
Non sono neanche la marcescenza  delle foglie sul terreno e le lunghe piogge bagnate,
Non sono la stanchezza delle levatacce mattutine e i panni che non si asciugano mai,
non sono i conti tutti insieme da pagare per le mille iscrizioni,
non sono l'umidità nelle ossa e i sudori pomeridiani,

non sono 

semplicemente non sono!

Tutti gli anni uguale, per me, per tanti, forse per tutti (magari diversamente percepito)

Non sono sole splendente e fronde verso il cielo come in estate 
e ancora non sono luce interiore nelle atmosfere novembrine;

non sono più danzante nelle notti stellate 
e ancora non sono terra che si sveglia ai semi,

non sono più nel vento e nel sale 
e non sono ancora nel legno e nel fuoco interiore.

Cosa sono? 

In questa stagione di passaggio, 
nella terra di non, 
nel saluto e nell'attesa, 
nel ritirarsi e nel proiettarsi.

Come un albero che splende in estate e, 
riposando nel lungo inverno, 
prepara i germogli.

L'autunno è decadenza, 
è sgretolamento, 
è sfaldamento, 
è un canto lieve di foglie leggere nell'aria e fradice sulla terra.

E non è un pensiero triste, è un passaggio da trattare con cura, perchè si può scivolare nel malessere o rappresentarsi la realtà con un filtro lacrimoso.
Non essere è un momento potente e silenzioso, una concentrazione pre azione, una vibrazione dell'anima, un'occasione di consapevolezza 
di Essere Nel Mondo Unici e Insieme.

mercoledì 19 ottobre 2016

Formazione in astrosofia: approfondimenti, archetipi e ritmi della biografia umana


Rutilante, entusiasmante, spaventevole, serrante, imponderabile, totalizzante.
Mille pensieri, mille progetti, mille idee, mille compresenze, mille incontri.
Sono giorni di grande attività, di nuovi trampolini e collaborazioni, di progetti e idee nuove.
Sono un po' attonita e diventa difficile soffermarsi nella riflessione e nella retrospettiva degli eventi.
In particolare, in questo fine settimana, alla Corte Dalì è cominciata un'importante formazione di astrosofia: approfondimenti, archetipi e ritmi della biografia umana.
Eravamo un bel gruppo nutrito, desideroso di incamminarsi in questa avventura nuova e in un certo modo conosciuto. 
E' qualche anno che organizziamo seminari due volte l'anno su questo tema, ed è arrivato il momento (il desiderio) di andare oltre.
Ma cosa vuol dire andare oltre?
Tutte le persone quando si approcciano a questi temi della biografia (giustamente), sono centrati e concentrati sulla propria, cercano di comprendere le leggi della biografia per meglio comprendere se stessi.
Non dico che sia sbagliato, ma credo che quello che sia più interessante sia cercare di capirne il senso generale, il filo conduttore, facendosi aiutare e guidare da una sempre maggiore consapevolezza dell'esistenza del karma e del valore della propria vita come luogo dell'apprendimento e della percezione (nel più ampio significato).
Studiare e approfondire le leggi che governano la biografia è un altro fatto.
E' necessario, secondo me, fare un passo indietro rispetto alla nostra personalissima storia e cominciare a cogliere, considerare e comprendere che questi studi sono un regalo per la propria comunità e la storia dell'uomo.
Parlare di karma e biografia equivale ad onorare la divinità di ogni essere umano, come facente parte di un unico organismo vivente che è l'umanità tutta.
Oggi, soffermandoci, anche poco, sui fatti di cronaca locali, nazionali o internazionali, non si può ignorare che qualcosa stia degenerando velocemente.
Se tanto ci ha favorito ed arricchito la tecnologia e la modernità, altrettanto ci sta strappando dal contatto con i nostri simili.
Un contatto che comprende (ovvero prende con sè), non possiamo pensare che le nostre azioni, i nostri pensieri, i nostri sentimenti non gravino su quanto accade. 
La terra è malconcia, depredata dalle foreste, trivellata, ricoperta di pattumiera; gli uomini, le donne e, quel che è peggio, i bambini sono mortificati, violati, interiormente derubati.
Gli animali sono diventati la massima espressione del nichilismo umano che non prova pietà per il dolore, per l'atrocità, per l'inutilità.
Perchè non è una questione di attivismo o meno, ma di indifferenza: far finta di nulla, soffermarsi su qualche articolo visto su internet qualche minuto e poi dimenticare, indignarsi pure e combattere delle lotte su qualche versante. Nessuna di queste azioni potrà mai compensare davvero quanto sta accadendo.
Credo fortemente che quello che si può fare, invece, è di svegliarci a noi stessi rispetto a questo pensiero biografico: riconoscere (conoscere di nuovo) che siamo tutti collegati (uomini, animali, terra), che siamo un'armonia celeste e ogni piccola o grande grettitudine non ha senso.
Non ha senso accumulare averi,
non ha senso disprezzare chi non vive come noi,
non ha senso mangiare cibo industrializzato e trattato e avvelenarci quotidianamente;
non ha senso timbrare ogni giorno il cartellino e svolgere un lavoro che non sia manifestazione di qualcosa di vivente come i nostri talenti o un vero dono per il mondo;
non ha senso indignarsi di fronte agli orrori di ogni genere (il maltrattamento degli animali, i femminicidi, le stragi), quando poi non sappiamo porgere la guancia al nostro collega in ufficio;
non ha senso amare svisceratamente i propri figli e poi riversare su di loro tutti i nostri irrisolti;
non ha senso...
Ecco, per me studiare le leggi della biografia umana è questo: un percorso di consapevolezza per trovare senso, un significato profondo sul nostro passaggio terrestre, personale, familiare e dell'umanità tutta.
Certo è un percorso lungo e difficile ma sono immensamente felice di averlo promosso e cominciato.
Grazie Anna Mattei che ci guidi in questa via, grazie amiche tutte che lo rendete possibile con la vostra presenza e la stessa passione condivisa, grazie Corte Dalì di ospitarci con un grande abbraccio.
Buon viaggio a tutte noi!