...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







venerdì 29 luglio 2016

La differenza

Due bambine, due sorelle, stessi genitori... 
eppure differenze sostanziali, impatto con il mondo quasi polare!
Ieri sera siamo andati con amici ad una festa della birra della zona per mangiare un boccone estivo all'aperto, degustare delle birre artigianali crude e assaporare un pò di serata estiva. 
La festa prevedeva l'intervento di una band rock che suonava anche qualche pezzo metal con la chitarra distorta.
Una simpatica cantante dalle forme morbide, vestita di nero troneggiava in mezzo al piccolo palco e le casse ci assordavano un pochino. Non sapevo di questo "interludio musicale", non lo avrei scelto per le mie figliole, ma il contesto era carino, la serata piacevole e il gruppetto era simpatico da vedere.  
La grandona, che proviene dal mondo delle fate, era abbastanza inorridita e turbata. Quei suoni acuti, dissonanti e penetranti, la infastidivano e mi si  è incollata addosso, tappandosi le orecchie e, con occhi preganti, mi ha chiesto di andarcene. 
La piccolina invece, che è una fata tuttofare di terra, si è seduta a gambe incrociate, ferma e dritta come toro seduto, davanti al palco ed è stata subito rapita, affascinata, da quanto erano in grado di produrre quei giovani davanti a lei.
Mi sono sorpresa non poco a vederla accennare con la testa il ritmo duro del pezzo, una piccola rockettara in erba. Dopo un paio di pezzi abbiamo deciso di toglierci da quel baccano, la luce se ne stava andando ed eravamo ben oltre il crepuscolo e quella musica, ho deciso, era davvero troppo per le mie bimbe. 
La piccolina ha manifestato tutto il suo dissenso, voleva rimanere ad ascoltare fino in fondo, ci ha seguito con estremo disappunto, asserendo decisa che vorrà sentirli sempre. Ah!
Non ho un particolare giudizio in merito a chi ascolta musica rock o metal, anzi ne ho ascoltata molta anch'io, più che altro mi basisce che possa essere così gradita a sette anni.
Ripeto, sono entrambe figlie nostre, sono cresciute con lo stesso modello e con gli stessi stimoli, eppure mostrano delle differenze estreme che mettono in evidenza i loro differenti temperamenti, le loro caratteristiche e il loro "essere nel mondo" sostanzialmente e formalmente divergenti.
In verità sono due piccoline pacifiche, giocano molto insieme e sono sorellissime, si amano molto e passano infinite ore a "fare" insieme: leggere, recitare, inventare, colorare, costruire, giocare, cantare, inscenare ... sono favolose, da sempre, amorevolmente, l'una per l'altra.
Eppure sono fatte di una sostanza diversa, una celeste e l'altra terrestre, una nella leggerezza e l'altra nell'affondo, una un pò indolente e l'altra nella volontà di ferro, una flessibile e l'altra granitica.
La nascita delle mie figlie è stata un'occasione meravigliosa per riconquistare e riassaporare il mondo attraverso l'incanto dei loro occhi avidi e curiosi di conoscenza. Mi hanno insegnato a vivere, a cogliere ancor più le sfumature, ad approfondire i minimi perchè e i grandi dilemmi esistenziali.
Ogni giorno che passa mi accorgo che si allontanano verso il mondo e sempre più la mia gonna è leggera, non ci si appendono più come un tempo, gagliarde e volitive cercano esperienza.
Quanta felicità mi da vederle crescere, e sempre, e ancora, e fortemente, continuano ad insegnarmi.
E ieri sera mi hanno mostrato questa grande verità antropologica: indipendentemente dal contesto educativo, ognuno di noi porta con sè una propria sfumatura individuale e unica. Ovviamente non è una novità, lo sapevo già prima di ieri sera, ma vederlo così palesato dalle mie piccole, in uno scorcio normale di vita è stato davvero esplicativo ed evidente.
Grazie piccoline di tanto che mi portate, di quanto mi regalate e ieri mi avete offerto la bellezza della differenza e poi... 
non posso fare a meno di pensare alla mia piccolina... 
chissà in quanti pratoni finirà a pogare davanti a sconosciute band, dark e fracassose! Ah! speriamo bene...

mercoledì 27 luglio 2016

Burger di quinoa e verdure


In questi giorni di vacanza (delle bambine) il fattore alimentare diventa più complesso rispetto al resto dell'anno.  
Durante l'anno scolastico Cristian e le bimbe i pranzi li consumano sempre a scuola. 
In estate invece le derrate alimentari, la  programmazione dei pasti e la loro successiva preparazione necessitano di impegno e riflessione.
Inoltre nei periodi di caldo vengono meno tutta una serie di semplici e sane pietanze che tanto favoriscono l'organizzazione familiare (pastine, zuppe di legumi e minestre con cereali integrali).
Stasera ho aperto il cassettone delle cibarie ed ho guardato, insieme alle bimbe, con perplessità le diverse confezioni che amo comprare nei negozietti biologici/salutisti. Abbiamo elencato le possibilità: riso venere? riso basmati integrale? Cous cous? Legumi? 
Sia io che le bimbe non avevamo davvero voglia di nulla, finchè abbiamo adocchiato la quinoa (questo strano cereale non cereale), ci siamo guardate un pò svogliate, immaginandoci il solito pappone che queste "granaglie per uccellini" producono.
Intendiamoci, sono una promotrice di questo tipo di alimentazione, ma come dicevo, in estate è tutto un pò più complicato o semplice (a seconda dei punti di vista).
Insomma, insalate di riso fresche e piene di verdure, insalate in genere, pomodori e cetrioli, capresi e qualche ovetto si organizzano in fretta e rispondono alle necessità legate al caldo. Però i pasti sono tanti e anche le giornate di vacanze e alla lunga manca il cibo "cotto", manca all'umore e anche all'intestino.
Allora ci siamo attrezzate di entusiasmo e su internet abbiamo cercato ricette sfiziose con la quinoa. A giudicare dal quantitativo di preparazioni in formato polpetta, credo che molte altre persone abbiano fatto le nostre stesse riflessioni sui "papponi" non proprio appetibili in questo periodo dell'anno.
Navigando tra vari siti culinari, abbiamo trovato in che cosa cimentarci: burger di quinoa e zucchine.
E mentre ci siamo attrezzate con ingredienti e utensili, ho pensato a quanto fosse facile, in verità, organizzare pasti vegetariani (se non addirittura vegani), sani e anche gustosi.
Abbiamo fatto una cenetta deliziosa con in nostri burger appetitosi, un contorno mediterraneo con verdure stagionali che si è autocucinato nel forno (è bastato tagliuzzare una melanzana, una patata, una zucchina e un peperone, una spolverata di sale, erba cipollina, un goccio d'olio e metterle a cucinare; due o tre "rugate" nel quarto d'ora di forno e le verdure deliziose erano pronte).
La quinoa si prepara in un attimo e non è tanto importante cosa ci si mette dentro (io ho usato curry, purea di cannellini, zucchine ed erbe aromatiche), il "pappone" di cui parlavo, una volta intiepidito si presta benissimo ad essere maneggiato e si possono fare burger, polpette o tortini, da cuocere in padella o nel forno... insomma è facile e si presta all'improvvisazione, comunque è un ottimo risultato. 
Ho pensato a quanto siamo vincolati alla carne e, in genere, alle proteine animali. Sembra sempre, mangiando prevalentemente verdura, che la tavola sia sguarnita: invece tutte le volte che mi invento varianti sul tema, che imbandiamo la tavola di colori, profumi e vegetali, mi rendo conto che è il modo più giusto di alimentarsi, leggero, goloso e, appunto, sano!
Quale inganno ci ha condotto a privilegiare le proteine animali che tanto affaticano il nostro corpo? Cosa ci spinge a privilegiare un'alimentazione che si discosta dalla nostra fisiologia? Infatti noi abbiamo un intestino lungo come gli erbivori, una mascella che non è atta a "strappare e lacerare" la carne.
Cosa è successo? Siamo ancora dentro il retaggio del post guerra che vedeva nella carne il segnale di benessere? 
E al di là delle ragioni storico/antropologiche, come è possibile che una persona come me (e come me ce ne sono tante), consapevole di quale sia l'alimentazione più adatta per la salute, persin fantasiosa e creativa ai fornelli, come è possibile che ci sia sovente una ricaduta nelle proteine animali?
So perfettamente che i chicchi integrali, i semi, i legumi e le verdure sono gli alimenti che mantengono e garantiscono il miglior equilibrio del nostro corpo, il nostro tempio dell'essere, e mi impegno, formalmente, di fare uno sforzo di volontà per me, la mia famiglia e per il pianeta e di ricordarmelo il più possibile, farlo diventare, una volta per tutte, uno stile di vita e non solo un pensiero astratto o un periodo disintossicante.
I nostri burger di quinoa erano davvero deliziosi e ce li siamo sbafati contenti! 
Posso farcela...

domenica 24 luglio 2016

Costellazioni familiari e altro


Domenica scorsa alla Corte Dalì abbiamo organizzato un incontro di Costellazioni familiari. 
Una settimana giusta per depositare e far riposare l'intensità di una giornata passata tra persone, vissuti e archetipi.
Mille e mille pensieri nel mentre e dopo e ancora oggi: mi domando come sia possibile che le persone facciano tanta fatica ad intraprendere percorsi di crescita personale.
Senza voler cavalcare l'onda retorica dei "social" giochi (vedi pockemon), senza voler cadere nella lamentela della povertà culturale, senza giudicare nessuno, non posso fare a meno di rilevare che quando si tratta di approfondimenti dell'essere, di liberi raduni per condividere cultura e pensiero, le persone che arrivano sono pochissime, tanti interessati ma pochi presenti.
E poi insieme, quello che vedo, sempre, è che le persone hanno un bisogno sviscerato di azione, di sentito, di condivisione. Una volta giunti, sia che si stiano facendo arti manuali, sia che ci si confronti con biografia, costellazioni o arte, gli individui sono felici di compartecipare all'arte sociale, all'esserci integralmente. 
E allora perchè tanta fatica?
Da una parte è comprensibile, perchè proprio ritornando a settimana scorsa, la domenica è stata impegnativa: le Costellazioni ci hanno portato a commuoverci, incontrarci, guardarci nelle nostre difficoltà, nei nostri bambini afflitti che non cercano altro che un'accogliente carezza. 
Però, nonostante l'impegno, quello che posso sempre constatare è che si finisce la giornata più leggeri, contenti di "aver vuotato" un certo sacco che pesava sulle spalle, consapevoli che non finisce lì, ma soddisfatti di essersi  per qualche istante guardati con onestà allo specchio.
Lavorare in gruppo è straordinario, perchè ogni presente trabocca d'amore per l'altro, a disposizione e pronto a favorire, aiutare, accogliere il sentito dell'altro: ed è una magia! 

La nostra società fatta di schermi di telefonini, di attentati, di  solitudini, di pensieri per sbarcare il lunario, di insoddisfazioni avrebbe tanto bisogno di incontrare se stesso, l'altro, la condivisione, la potenza del pensiero del cuore.

Cosa ci frena? Cosa ci spaventa davvero? Forse di incontrarci davvero e non essere poi capaci di cambiare? Ma non si lavora su di sè con aspettativa... ma con amore ... per sè e gli altri... spero che la Corte Dalì ce la faccia a realizzare il suo sogno di essere un centro di arte sociale dove ci si possa incontrare come in un'agorà dove siamo tutti fratelli e uguali.
 Io ce la metterò tutta e sono felice di incontrare bravi conduttori, artisti, amici, artigiani, terapisti che mi accompagnano e mi aiutano a camminare in questa via in salita! 
Grazie a tutti e grazie a Giuseppe Clemente (il nostro costellatore).
I

mercoledì 20 luglio 2016

Diamoci un taglio...

Estatissima, fa caldo e i giorni passano veloci e striscianti insieme.
Un'estate a tratti violenta, la cronaca riempie di immagini atroci e disumane i nostri vissuti, il cambiamento è necessario e la nullità d'essere ci trova accomodanti di fronte all'ennesima tragedia lobotomizzante dell'uomo, ovvero il gioco dei pokemon.
Anche  e invece è un'estate pregnante e presente, di preparazione e concentrazione, di cambiamento e nuovi arrivi, di chiusure e determinazioni.
Si è fatta attendere oltremodo questa estate, ma adesso i venti africani ci surriscaldano e rallentano, ci asciugano e ci chetano.
In questo clima e in questo sentire sono un pochino più assente: nelle relazioni, nelle attività. nella scrittura sociale, nello studio, nell'arte sociale. 
Il lavoro assorbe (ahimè) ancora potentemente il mio pensiero e le mie energie. Mi sveglio di buon ora al mattino e con calma e solitudine mi reco in ufficio. Questa credo sia la mia vacanza più significativa: alzarmi da sola, lavare solo me stessa, vestire solo me stessa, attardarmi nei pensieri sulla notte appena trascorsa e sul giorno che ha da venire, guardarmi allo specchio, ciondolare, non parlare, non avere espressioni del viso... semplicemente riattivarmi nel mondo. Infatti le bimbe e Cristian dormono ed io mi godo pienamente questa sorta di solitudine, questo incontro con il mio risveglio. 
Vado al bar a fare colazione, leggo il giornale, cerco di comunicare con il minor numero possibile di persone, insomma galleggio più che posso prima di arrivare al lavoro... dove poi vengo fagocitata da mille situazioni, pensieri, dialoghi, prospettive, problemi, mail.
E mi accorgo che in questo tempo rarefatto accade qualcosa, come una selezione naturale di certi stati, certi impegni, certe persone, certe priorità e mi ritrovo sempre più spesso a pensare che è ora di darci un taglio.

Diamo un taglio all'inutilità e alle false dipendenze;
diamo un taglio alla retorica e al dolore inscenato in foto costruite ad hoc per inorridire;
diamo un taglio alle false ventate di cambiamento, perchè la politica è politica e quella di oggi è tutta contaminata di falsi ideali e ancor più fittizie soluzioni, destra o sinistra che sia;
diamo un taglio alle amicizie stantie che ti trattano con noncuranza e ti lasciano attonita nei ripetuti e prevedibili bidoni affettivi, nelle non risposte, nelle non presenze, perchè alla fin fine sono meglio le assenze;
diamo un taglio alle lusinghe e alle false simpatie che mirano a carpire futili informazioni che sembrano segreti della CIA e sono solo normale amministrazione di piccoli uffici;
diamo un taglio alla formale cortesia per i vicini, troppo vicini, che di vicino hanno solo uno spazio geografico, ma che nella realtà vivono a circa una decina di galassie lontani da noi;
diamo un taglio alla paura dello straniero, perchè (per fortuna) la razza ariana non esiste e non è mai esistita, perchè i nazionalismi hanno perso spessore e si costruiscono sulla nazionale di calcio;
diamo un taglio alla risposta individuale ai bisogni e cerchiamo la cooperazione sociale, la solidarietà, la fratellanza, la comunanza;
diamoci un taglio... chiaro, netto, definitivo e ricominciamo a vivere: nell'armonia e nella pace.

E taglia qui e taglia lì, al supermercato mi hanno chiesto se volevo lo sconto per i pensionati. AH! Questo no! Sono corsa dal parrucchiere e ho dato un bel taglio ai capelli, un taglio che ricorda il passato e vuole futuro: voglia di rinnovamento, anche di apparenza (talvolta), di risoluzioni.

martedì 12 luglio 2016

Il regalo più grande...

Oggi è stato un lunedì molto intenso e lieto. 
Il rientro al lavoro (dopo il week end) è stato un pò duro, in estate è talmente facile e repentino dimenticare il lavoro. 
E' un periodo in cui si trotta mica da ridere, come tutte le estati, quando la scuola chiude i battenti, nel momento del meritato ristoro e della leggerezza estiva, noi "degli educativi" siamo in attività frenetica per preparare i servizi per il prossimo anno scolastico. 
Tra le altre cose nella mia città c'era vento di elezioni e sono avvenuti cambiamenti di direzione che necessitano di aggiustamenti o quantomeno di conoscenza reciproca. E quindi sono giorni di riunioni continue, aggiornamenti e rielaborazioni e, nel contempo, di organizzazione di servizi per oltre 1500 bambini. Mica un affare da poco.
E come dicevo, nonostante tutto questo, la leggerezza estiva, il caldo umido, la voglia di famiglia, la stanchezza (forse anche quella), fanno sì che nelle brevi pause lavorative io riesca a dimenticare completamente il lavoro.
Stamani, quindi, sono arrivata in ufficio come un alieno, stranita di ritrovarmi lì, quasi fosse uno scherzo burlone del destino, con la faccia plissettata dal cuscino e, già, una lieve umidità di sudore della fronte. Ho sempre questo pensiero che mi frulla, quando fa caldo bisognerebbe mettersi tutti d'accordo e indire un sacrosanto arimo lavorativo... prendiamocela più calma!
Invece no, la mattinata è partita al fulmicotone e, subito dopo il primo caffè orrido della macchinetta, sono cominciate riunioni, nuovi servizi, nuove tabelle, nuove mail... etc... e prima che io potessi accorgermene ero già oltre un'ora il tempo in cui sarei dovuta uscire! AH! Meglio così, quando non ti accorgi del tempo che passa il lavoro, alla fin fine non pesa.
Arrivo a casa e trovo le mie figliole già un pò agitate, infatti le abbiamo iscritte ad un mini corso di nuoto estivo ed oggi c'era la prima lezione. 
La prima cosa che mi hanno chiesto le bimbe quando sono entrata dalla porta è stata: "quando è ora di andare?"
Ho cercato di convincerle che mancava qualche ora e sono stramazzata sulla poltrona, morta di caldo nell'afa pomeridiana, e sono caduta in un sonno profondissimo, necessario per svuotare il cervello dalle ore del mattino e dallo schermo del pc. 
Un sonno interrotto più e più volte dalla stessa litanìa: "mamma, quando è ora di andare?"
Beh poi come spesso accade è arrivato un momento convulso in cui si cominciava a fare tardi, naturalmente le cuffie per la piscina hanno deciso di giocare a nascondino con noi, mettendoci un bel pò di tempo prima di farsi scovare, insieme ad altre due o tre cosine (la casa quando ci si mette è un pò burlona, nasconde gli oggetti e ti obbliga a far tardi proprio quando non volevi)... Ma ce l'abbiamo fatta, siamo riusciti ad organizzare il nostro bel borsone, nella ricerca abbiamo trovato delle mie vecchie pinne e la piccolina, tutta ridente, le ha subito indossate facendo un buffo "clomp clomp" in cucina, le ho intimato di toglierle cercando di convincerla che non le sarebbero servite. Sono buffe le mie piccoline, vivono la vita in modo entusiasta e totale, ogni esperienza le invade completamente ed oggi, infatti, eravamo pronte a grandi "traversate" olimpiche, molto serie e decisamente agitate.
Siamo partiti in corsa, papà compreso, e siamo andati a prendere anche un'amica con il suo piccolino (altro iscritto al corso)... siamo anche riusciti, sempre correnti, sudanti, agitanti e ridenti, a passare in libreria a comprare un paio di libri (l'estate è un periodo meraviglioso per leggere): ho acchiappato al volo un libro per papà e uno per la piccolona (Pennac) e via di corsa verso la piscina.
I bambini emettevano gridolini e non stavano più nella pelle (nemmeno io). Senza indugi si sono preparati e li abbiamo accompagnati fino al muretto d'ingresso della piscina. E' arrivata un'istruttrice che ha fatto uno specie di appello (per i nuovi) ed è stato bellissimo vedere le mie piccolotte fare un passo deciso in avanti quando sono state chiamate (e il cuore di mamma si è ingrossato di orgoglio e commozione)... non ho potuto farne a meno... ho chiamato le istruttrici per dir loro... non so neanch'io cosa, qualcosa di insensato, che sanno mettere la testa sotto, ma che... non so cos'altro, credo forse solo che volessi dire loro... sono le mie bimbe... mi raccomando occupatevene... e infatti le istruttrici mi hanno preso subito in giro: "non si preoccupi signora, vediamo come va e poi le portiamo al largo nel lago"... spiritose! Mi sono sentita la solita chioccia e correndo come un furetto sono uscita per andare a gustarmele tutte dal vetro.
Mi sentivo una bambina! Ero felice, orgogliosa, divertita, fiera... come erano belle le mie figliole... tutte saltellanti, tutte serie ad ascoltare la maestra di nuoto, ad eseguire le consegne, intente e felici. Tre idioti: io, Cristian e la nostra amica, lì a guardare ogni istante del corso... (comprensivo di qualche bella foto) ma come rinunciare alla gioia immensa delle mie figlie?
 Il regalo più grande...
E' durato poco (50 minuti) ma a me, e soprattutto a loro, è sembrato brevissimo, sono corsa a riprenderle al muretto, e sono arrivate, incuffiate, in accappatoio, tutte fiere ed esaltate... e siamo andate a fare tutte quelle cose da corso di nuoto (la doccia). 
La piccolina si informava su quale fosse il nostro camerino e le ho accontentate, le ho lasciate fare da sole, si sono asciugate (più o meno) e vestite dentro il bugigattolo, abbiamo comprato una simpatica magliettina griffata con il logo del corso e poi siamo andati a festeggiare dai nostri amici con una bellissima apericena.
 Birra, aranciata e leccornie di ogni genere, una giornata memorabile... coronata dalla condiscendenza degli angeli, sì perchè è arrivato un fragoroso e ventoso temporale che ha portato con sè un doppio arcobaleno scintillante... una gioia infinita, un arco completo, sfumature di colori ineguagliabili ed eravamo estasiati tutti e sette, adulti e bambini, a cercare di rimirarlo tutto, a immaginare il pentolone d'oro alla fine... non ricordo di aver mai visto un arco così perfetto... grazie cielo di aver baciato questa bella giornata... 
e tornando a casa le mie bimbe mi hanno detto che terranno la maglietta per sempre e alla mia obiezione che diventeranno piccole mi hanno semplicemente  risposto che le terranno per i loro figli e i loro nipoti... 
Il regalo più grande... la gioia delle mie figlie!

domenica 10 luglio 2016

Caro Faggio...


Caro Faggio,
non sapevo che avrei dovuto salutarti, 
non pensavo di trovarti così, un moncone, 
l'essenzialità di te... 
Caro faggio, amico di numerose e variegate stagioni della mia vita.
Le tue fronde dipinte dei colori stagionali e le tue nodose radici che correvano lontano, contorte e carezzevoli la terra, mi hanno visto, silenti e benevole, in tanti modi e moti dell'anima.
Ricordo una primavera burrascosa e piovosa, giovinetta, quando, con la mia amica Rosalba, saltavamo gioiose e ridenti nelle pozzanghere e, proprio lì vicino a te, gridavamo a squarciagola, nella villa deserta, fradice, sotto la pioggia battente, volando verso il cielo grigio sulle altalene.
Ricordo che passavo furtiva vicino al tuo imponente tronco, mentre scappavo verso la parte più boscosa della villa, per andare a fare all'amore con il mio primo amore.
Ricordo che le bigiate più belle sono state quelle fatte nel tuo giardino, ridendo e giocando e scrivendo innumerevoli pagine di diario.
Ricordo infinite chiacchierate con Diana, incantate, insieme, della tua casa, del tuo essere imponente e dell'assoluto che rappresentavi e ci ascoltavi silenzioso, nelle migliaia di ore di conversazione che siamo state capaci di fare in una vita intera.
Ricordo il tuo "sguardo" preoccupato che mi vedeva adolescente, ubriaca persa a ridere, piangere, biascicare nel prato lì vicino.
Ricordo giornate liete e solitarie, seduta lì tra l'ombra e il sole a studiare copiosamente per superare gli esami.
Ricordo pianti disperati e sconsolati, abbracciata dal fruscio dolce delle tue fronde, ricordo che nella disperazione amorosa ho sentito, guardando in alto tra i tuoi rami che si stagliavano nell'azzurro, l'immenso e l'appartenenza al cosmo, come un giramento di testa, come un amore infinito, come un gioco momentaneo... questa vita.
Ricordo pic-nic gioiosi con infinite e variegate compagnie, la famiglia, gli amici, gli amanti, i compagni di vita e le mie figliole.
Ricordo le volte, tante volte, che ho appoggiato la mano sul tuo tronco, con rispetto, con amore, come a sentire il tuo cuore, 
Ricordo che ti ho abbracciato, che ho scrutato le tue foglioline, osservato i funghi sul tuo tronco, odiato le mani oltraggiose che avevano inciso inutilità sui tuoi nodi.
Ricordo ancora gite scolastiche con numerosi bambini vocianti, tutti insieme a giocare intorno a te. 
Quanti bambini hai visto nascere, crescere, giocare, Faggio, lì in quel parco giochi di villa Toeplitz? 
Ricordo anche quando sono venuta insieme al verde pubblico a censire le piante del parco, ricordo che ho sgridato i bambini che si dondolavano sui rami sottili, ricordo che ho insegnato alle mie figlie ad amarti, come ti amavo io, circondandoti in un abbraccio dolce e sentito.
Quante gite con le mie piccole, nella pancia, nei passeggini, gattonando e correndo... 
E insieme a me, ricorderai con amore la lunga storia della Villa, per prima la signora Toeplitz che volle questo parco meraviglioso, amante delle stelle e dei giochi d'acqua, degli alberi secolari e delle specie botaniche, esteta e generosa. Immagino anch'io questa donna che cammina nell'immenso giardino, che accarezza i tronchi, il tuo tronco e poi, una volta donato e aperto il parco alla cittadinanza, le miriadi di persone, bambini, sentimenti, pensieri...
Caro Faggio, ieri mi sono tanto addolorata quando sono arrivata e ti ho visto così, oltraggiato, distrutto, menomato, avrei voluto tanto poterti salutare prima... ma dentro di me so che il tuo cuore legnoso c'è ancora, fosse anche solo nelle memorie e nel vento della Villa...
Caro Faggio grazie di tutto e questo è il mio saluto per te.

giovedì 7 luglio 2016

L'odio: non nutriamolo mai!

Ecco, in questi giorni non ti puoi avvicinare ai mass media (italiani) senza essere inondato di ogni tipo di sproloquio sul razzismo e l'antirazzismo, sugli slogan, sulle etichette e le antietichette.
Non voglio sentirmi superiore a nulla e nessuno, mi sento triste, immensamente triste e sconcertata di come ogni singolo evento che accada venga poi strumentalizzato, massificato, mercificato, squadernato, uccidendo ancor più, se possibile, le vite di quei poveri sventurati che si sono immolati per noi, per mostrarci cosa stiamo diventando e cosa non siamo più capaci di fare, ovvero riconoscere il sacro in ogni vita che nasce o che muore.
Ogni biografia ha un suo significato ed un suo filo conduttore: ogni esperienza, ogni accadimento, ogni istante, ogni incontro sono come delle piccole scalpellate all'opera d'arte, alla scultura che è la nostra vita... e l'ultima ed essenziale scalpellata, che forse da anche l'intero senso a tutto il nostro esistere, è la nostra stessa morte. 
Quindi tutto lo strazio di questi giorni manca di prendere in considerazione che queste persone hanno portato a noi, comodi e seduti davanti ai nostri computer, televisori e quotidiani, uno scorcio di cielo, di karma, di sacro appunto.
E questo vale anche per i massacratori e gli aguzzini che a loro volta si fanno carico dell'ombra dell'umanità tutta, portandone karmicamente il peso. Con questo non voglio giustificare questi atti terribili e neanche dire che quanto accaduto sia giusto, ma sarebbe bello che si potesse mantenere l'attenzione su qualcosa di più "alto", che si riuscisse a parlare della multiculturalità invece che del razzismo, che si riuscisse davvero a riconosce che l'anima, la scintilla divina, non ha sesso, non ha colore della pelle, non ha religione, non ha ceto sociale e, soprattutto, non ha neanche giudizio di valore. 
Condanniamo il razzismo e l'integralismo... eppure nei fatti di Dacca, non posso fare a meno di notare la spiccata e forte sottolineatura (come in tutti  eventi di questa portata) sulla morte dei "nostri" 9 italiani, connazionali... perchè gli altri morti non sono "nostri"?
E' la stessa cosa di quando si dice ad un bambino di non urlare urlando... c'è qualcosa che non va...
e citando una mia cantante amata "chi governerà questa furia mediatica"? 
Insomma condanniamo la crudeltà terrificante dei killer del ristorante di Dacca, senza avere la pietà per loro stessi che sono così accecati e disumanizzati da commettere una simile atrocità. 
Non voglio essere santa e neanche invitare a porgere l'altra guancia, non ho idea di cosa potrei mai provare se una delle vittime fosse una persona a me molto cara. Loro, i parenti e gli amici e gli amati, dovranno fare i conti con tutto il loro sentire e il valore karmico di questo avvenimento è, per loro, del tutto individuale. Mentre per tutti gli altri non è così, bisognerebbe fare un passo indietro e unirsi tutti insieme in atti di luce per contrastare tanto dolore. Come? Stare in mezzo ai bambini e giocare, ridere forte, abbracciarsi, aiutarsi... l'odio genera odio, l'orrore genera orrore. Basta, smettiamo di  nutrirlo... mi spiegate a cosa serve fare l'autopsia sui corpi? E' follia... cosa vogliamo davvero sapere? Vorremmo essere delle mosche per essere stati lì a vedere attimo per attimo quanti fendenti, quanto terrore e quanta agonia hanno provato quelle persone? Insomma sapere se sono morti in 5 minuti o in 5 ore cosa cambia? Se sono morti per colpi da fuoco o dissanguati? E poi anche diffonderlo nei mezzi di comunicazione, senza tenere in nessun conto che le mogli e i mariti e i figli e gli amici, loro stessi leggeranno... trafitti da ogni dissacrante parola... che scempio, questo mi spaventa più degli attentati stessi... le disquisizioni sul marito salvo per una telefonata: cosa avreste fatto voi? (si legge in un articolo) sareste tornati indietro o sareste rimasti in salvo abbandonando la partner... ma come siamo bravi... quante volte devono morire queste persone, come in una moviola, come nei balli osceni di arancia meccanica...
In tutta questa "furia mediatica" si leggono anche altre cose... queste magari meno manifeste... ma interessanti... cosa nutre tanto odio? Beh tre anni fa, proprio in Bangladesh è crollata un'immensa industria tessile dove sono morti 1000 (1000) bambini che lavoravano per due euro al giorno nelle "nostre" industrie tessili... e quanti padri, fratelli, cugini possono aver perso quei bambini? Non vuole essere una giustificazione, (ovviamente) ma solo una presa di distanza per capire ancor meglio che l'odio genera odio, che il dolore genera dolore. E domandarci davvero: e noi cosa portiamo lì, in quei paesi strazianti e oltraggiati? E' difficile parlare di queste cose, è difficile dire qualcosa di intelligente, è difficile... quante persone stanno morendo in questo istante nel mondo? Perchè questo fatto desta tanta risonanza mondiale?  Perchè tutti, gli attentatori e anche chi governa nell'occidente vogliono che tutti si abbia paura, terrore, angoscia e i giornali e le televisioni si riempiono di immagini e particolari... no diciamo no, cerchiamo di guardare il cielo e ringraziare queste anime che si sono dilapidate per tutti noi, per metterci in contatto con la nostra morale.
E questo vale per tutti i fatti straridondanti di cronaca che ci propinano, come la morte di Emmanuel a Fermo... foto, articoli, qualunquismi, ribaltamenti delle versioni, fazioni... oh... ma facciamo silenzio e basta... lasciamo alle forze dell'ordine gli approfondimenti e le indagini... uniamoci nel cordoglio di tante vite spezzate, la moglie, le famiglie ... del morto e anche di chi ha ucciso... 
E questo vale per Yara, per Laura Scazzi, Orlando, Charlie, Bataclan, i barconi... troppo clamore, troppo... ci vuole solo amore... e allora forse potremmo in qualche modo contrastare... mi scuso se qualche vittima può sentirsi ferita da queste mie parole, qualunque vittima... ma per un attimo soffermiamoci a pensare: perchè dobbiamo sempre sapere ogni attimo, dettaglio, particolare, istante del dolore e delle sevizie e dell'orrore? Non nutriamolo... mai! Nutriamo qualcos'altro...


martedì 5 luglio 2016

Luglio col bene che ti voglio

Ho talmente tante cose da dire che alla fine non so di cosa parlare, e allora andrò a braccio, a sentito, a fiotto, a rottadicollo, a ramengo, a...
Sono giochi di parole, ma non solo. 
Sì perchè come sempre, ogni anno, ogni volta che arriva questo mese così interessante (luglio), mi ritrovo sempre come impastata dentro un'inquietudine di materia, sentimento, assenza e... vago sorriso, voglia di ridere (più che altro). Sì mi piace luglio: con quella voglia tutta salata di fare all'amore, con le mattine chiare e le rondini che garriscono, con i vestitini svolazzanti e le comode infradito, con le insalate saporite e la frutta succosa, con le scollature ondeggianti e le pelli umide, con i colori sgargianti e le conclusioni, con i preparativi e i ritorni, con le partenze e con i cambiamenti, con le immersioni nell'acqua e i piedi nudi, con i progetti e i saluti, con il coraggio e il sudore, con l'ardore e la stanchezza, con i vagheggi e la spensieratezza.
Ecco cosa succede a luglio, il mese di mezzo, nelle lunghe estati che tanto richiedono, che spremono i frutti verso il sole, che portano alla luce anche i pensieri più remoti e l'ardimento animico.
Vorrei parlare di tutto questo e di tanto ancora... e seguire un pensiero logico, lineare, razionale (maschile) è impossibile e inadeguato...
 e allora danzo tra la voglia di gozzovigliare tra le parole e il vero sentimento comunicativo di me, di sensazione, di condivisione della meraviglia antropologica.
E sì mi piace giocare con le parole... mi piace scrivere di getto come adesso, e me ne infischio della punteggiatura e delle frasi di senso... me ne infischio di essere adeguata, mi piace vestirmi con queste belle e ondeggianti stoffe/vestitino... e mentre sento il fresco serale, mentre ascolto David Garret, mentre penso alle riunioni (intense) di lavoro, mentre vedo già sfumare il ricordo delle acque scintillanti del mare, mentre vedo l'estate scivolare TROPPO velocemente, mi sento tanto fortunata nel riuscire a percepire, nella contemporaneità, quanto è danzante la nostra vita e vorrei che tutti si accorgessero di che belle stelle siamo noi umani. 
Una preghiera a tutte le schiere celesti: basta uomo contro uomo, basta dolore, basta meschinità... perchè il sole splende per tutti... e non finirà... 
oh luglio col bene che ti voglio!

domenica 3 luglio 2016

Vacanze deliziose a Bonassola

Domenica passata tra bucato, rassetto e galleggiamento prima della ripresa del lavoro. 
Io e le bambine siamo andate al mare una settimanella e sono state giornate piene, deliziose, divertenti, faticose, ridenti e nutrienti.
Siamo andati a trovare degli amici a Bonassola, in Liguria, siamo state accolte, abbracciate e coccolate da questa bella famigliola che si è fatta in quattro per farci sentire bene e mostrarci i luoghi che loro conoscono tanto bene. 
E il mio primo pensiero, finite le vacanze, è di immensa dolcezza e gratitudine: per la possibilità ricevuta, per le ore liete, per i luoghi meravigliosi, per lo spettacolo della natura, per l'amicizia e la condivisione, per gli spunti di pensiero e per la gioia immensa delle mie bambine.
La nostra avventura è cominciata con un bel viaggio in treno, le bimbe non lo avevano mai preso, cariche di zaini, zainetti, borsette e valigia siamo state accompagnate dalla gentilissima zia Diana in Centrale a Milano, dove smarrite e un pò intimidite le bimbe si guardavano in giro, la grandona soffriva di un pò d'ansia, temeva di perdere il treno... e mentre mi orientavo sul binario un treno ha sbuffato forte, è stato molto buffo, le bimbe hanno fatto un balzo di spavento e si sono precipitate tra le mie braccia temendo di chissà quale oscuro e sconosciuto pericolo. Le ho rassicurate ridendo e ci siamo precipitate nel nostro binario, issato la valigia, trovato l'abitacolo e sistemate per benino. 
C'era grande agitazione, ai primi movimenti del treno le bimbe erano esaltate, guardavano con occhi grandi e sorridenti l'inizio di questa bella avventura. Man mano però le piccine non hanno apprezzato i grossi sferragliamenti e lo stridere acuto dei freni, sembravano i lamenti di uno strano dinosauro meccanico che correva sferragliando, ma siamo riuscite tra spuntini, tramezzini, letture e passatempi a passare felicemente le nostre tre ore di treno.
Arrivate a destinazione c'erano i nostri amici sorridenti ad accoglierci e la bella vacanza è cominciata tra tuffi, bagni, focacce, giochi, passeggiate, mulattiere (tipiche delle cinque terre), birre, manicaretti, chiacchierate, risate, cocco, crema solare, venditori di spiaggia e tanta amicizia.
Il mare grosso ha sbatacchiato le mie bimbe sui sassi frullandole per bene, ma anche facendole ridere forte e riempiendole di gioia. Il mare fresco e schiumoso ha accarezzato dolcemente le mie piccole ed è stato un vero toccasana lasciarsi l'inverno alle spalle tra scottature date dal sole rovente e dalle grattugiate della ghiaietta, dal sudore delle salite impervie, dalla brezza fresca e dalle ginestre scintillanti e dai mille fiori che incorniciavano i nostri cammini. 
Abbiamo incontrato piccoli animaletti, visitato luoghi vecchi e nuovi, ci siamo abbuffate di focaccia e di pesto prelibato,  
abbiamo comprato regalini e ricordini, abbiamo fatto scorta per l'inverno. Volevo fare un piccolo inciso sul pesto... beh siamo tutti dei dilettanti, mai nessun pesto assaggiato nella mia vita può eguagliare la delizia del palato che è il pesto ligure: delicato, saporito, fresco, cremoso... ineguagliabile.
Grazie cari amici, grazie mare, grazie per questo ricordo indelebile per me e le mie piccole... grazie di essere così speciali e generosi Attilio, Eva e Martino e Annamaria.