...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







domenica 28 aprile 2013

Apnea emozionale

Piove dannatamente, fortissimamente, lungamente, ininterrottamente piove! 
Quanti sguardi incontrati, quanti pensieri dimenticati ma impressi. 
I sogni si confondono con i desideri e i desideri si accendono di riflessi d'oro e sembra una magia del cielo.
Le lancette ticchettano inesorabili e sembrano veloci e la terra profuma di umido e l'umido è profondo fin nel chakra della radice ed è rosso bruno... pulsante ... e siamo della terra... umanità fraterna... seppur distante un'unità.
... veloci gli scenari si dipingono di danze, di corpi, di odori, di appetiti, di paure... e siamo sempre più immersi nella dualità tra terra e cielo...
Sono giorni in cui mi sembra di essere mille persone, di annegare nel mio sentire eppure il respiro c'è... sempre e comunque, nell'acqua, nella terra, nel fuoco, nell'aria... corro corro spregiudicata e incarno la femminilità di madre, moglie, amica, maga... e sembra impossibile dover morire per poi rinascere...
Corro, corro, corro e non vorrei perdere neanche un istante delle mie piccine, non vorrei perdere neanche una magnolia che fiorisce, non vorrei perdere neanche un palpito del cuore per ogni incontro speciale...
ieri come oggi...
Corro, abito, pratico, elaboro e vorrei la simultanea compresenza di ognuno dei miei sè nella coscienza... ma forse sarebbe follia... e mi sembra di esserci davvero, di esserci sempre stata, di doverci essere per sempre ed è un'emozione fisica, psichica, spirituale... in un unico respiro... un'apnea emozionale che somiglia ad una magnifica sindrome di stendhal.

Percorsi del sentire

Fin da ragazzina ho sentito in me un certo talento nel "sentire" gli altri, nel riconoscere che il mondo è fatto di dinamiche strutturate culturalmente, di ruoli e copioni. Ricordo che allora questa "capacità" era motivo di sofferenza e mi definivo un'iperemotiva. 
Il "caso" ha voluto che intraprendessi, nel corso della vita, studi ed esperienze che mi hanno condotto a trovare la chiave di interpretazione di questo sentire, offrendomi la possibilità di valorizzare il mio talento. Ho scoperto di essere brava nell'accompagnare l'altro nei propri percorsi di vita, di essere in grado di visualizzare le emozioni e in qualche modo restituirle arricchite e pacificate. Diventare madre ha impegnato fortemente il mio eterico e le mie energie e da allora ho preso una grossa pausa nell'onorare il mio talento. Ho scelto di dedicarmi a questo compito di madre difficile e gratificante e di essere un tutt'uno con piccole anime che crescono. 
In questo periodo succede che ricevo molte chiamate dal mondo, opportunità, persone, idee e progetti. Credo che il momento di pausa si sia esaurito, le piccole sono un pò cresciute e mi ritrovo nuovamente nell'agire che tanto amo: la relazione artistica.
Sono impegnata su molti versanti: professionali, con individui e in gruppi. Nel corso della mia lunga pausa ho approfondito nuove materie e nuove approcci. La consapevolezza rispetto alla natura divina umana è aumentata e sono desiderosa più che mai di  "portare" ad altri questa lieve intuizione. La nostra società intrappolata nel pragmatismo, alienata nel meccanicismo, dedita all'apparire e svuotata dall'efficienza ha perso la sfera del cuore. 
Le persone hanno bisogno di sbloccare il sentire, di calarsi nelle proprie percezioni e di mettersi fiduciose in contatto con gli altri: insomma la maggioranza degli individui hanno bisogno di nutrimento per l'anima.
organizzazione
Pensa che ti ripensa ho realizzato che io posso offrire qualche stimolo... che "il gruppo" debitamente strutturato può nutrire, rigenerare, carezzare.
Parlando con la cara Liliana abbiamo realizzato che potremmo provare a costruire dei piccoli sentieri, dei percorsi per scaldare il cuore e restituire dignità alle emozioni.Per questo sono nati  i percorsi del sentire e noi, io e Liliana, speriamo di iniziarne il prossimo week end una lunga serie...
 un'oasi dove le persone possano ricominciare a guardarsi vedendosi davvero. 
programma delle giornate

venerdì 26 aprile 2013

La libertà: dove inizia?



Ricordo quando incominciai a studiare per la prima volta filosofia al liceo: la primissima lezione il prof. Parlò proprio di libertà. Non ho precisa memoria di che cosa si parlasse ma è rimasta impressa nella mia mente e nel mio cuore la frase: “ la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”!!!
Ebbene oggi in un’amena e soleggiata giornata di festa abbiamo organizzato un pic-nic tra amici. Eravamo una simpatica combriccola di bambini, genitori, cagnolini, cestini porta vivande, coperte e giochi vari (funicelle, palloni, briglie da cavallini, trampoli). Siamo arrivati di buon mattino in un bel pratone sul colle S.Elia sopra Viggiù, le mie birbone erano molto eccitate sin dal primo occhio aperto al mattino… non vedevano l’ora e ronzavano in giro come bombi su di un prato.
Appena arrivati abbiamo notato un gruppetto di “giovani” (in verità il gruppo era  misto) molto organizzato… grande griglia, apparecchiature, sedioline e tavoli. Appena arrivati c’è stato un gran trambusto tra i loro cani e i nostri ma ancora era nulla…
Abbiamo piazzato coperte e teli e smangiucchiato focaccia appena fatta… e quasi subito è arrivata la mazzata… il gruppo di alieni tatuati e vocianti ha allestito un impianto degno di una discoteca (con tanto di generatore  di elettricità e mega cassa)… i loro gusti musicali (se così si possono definire) erano orridi… techno e percussioni a volume strepitoso.
Insomma la giornata è stata comunque godibile e bella… i bambini hanno scorazzato felici, abbiamo condiviso leccornie preparate da ognuno, abbiamo chiacchierato felici, riso e le ossa hanno goduto di abbondante e caldo sole…
Però l’insieme di più griglie incandescenti e fumose e il rumore (perché quella musica non è altro) come colonna sonora della giornata ha invaso completamente la nostra intimità, i nostri esseri.
Non voglio neanche incominciare a fare considerazioni sul genere musicale o, tantomeno, sulle persone o altre centinaia di pensieri emersi vedendo quel gruppo di “fattoni”…
Quello che più mi ha colpito è la loro totale ed assoluta mancanza del senso dell’io altrui… e non lo dico con un giudizio di valore… lo dico come se oggi avessi visto un gruppo di ciechi… o sordi… … o insomma mancanti di un senso, di un livello di percezione… è il problema della cultura odierna… priva in modo massiccio di un senso, quello dell’io altrui (ripeto). 

Come si fa allora ad essere liberi? Come si fa a convivere serenamente, come si fa a raggiungersi l’un l’altro? Mi sono venuti in mente mille esempi: il rinomato fumo passivo, le donne straprofumate che invadono gli ambienti, la voce alta nelle conversazioni al telefono… quelle in cui tutti i presenti sentono e partecipano senza volere… le persone agitate che entrano rumorosamente nelle stanze e ad ogni costo interrompono quanto già avveniva, le persone che ogni due parole ti toccano sul braccio come a richiamare la tua attenzione… e tanti altri ancora… come si può essere liberi? 
Oggi l’uomo in ogni suo movimento invade l’altro… lo schiaccia con la propria presenza… insomma è inevitabile… perchè siamo nell'era dell'individuazione di sè.. allora forse la frase sulla libertà non è più così corretta…forse la libertà è imbastita di tolleranza, di controllo, di pazienza, di curiosità, di fratellanza… di amore…
Loro non erano liberi perché neanche vedevano… io sono stata libera di esserci finchè ero comunque nel benessere, di andarmene quando ero stanca e, soprattutto, sono stata libera di costruire un pensiero su uno scambio di umanità… e scusate se è poco… e quindi sono infinitamente libera… libera quanto è grande l’esistere e il coesistere.

lunedì 22 aprile 2013

Ricordati di ricordare




Desidero scorrere e scivolare nell’oblio. Viene meno l’energia e subentra una stanchezza narcolettica. L’indolenza si impossessa dell’agire e non c’è più desiderio di fare nulla, anche la più piccola azione.
Cosa succede?
Desidero impossessarmi del mio tempo e dedicarmi alla cura delle mie scelte, delle mie passioni, delle mie figlie. Il tempo si dipana come sabbia tra le mani e ancora tanto c’è da fare…
Desidero realizzare aspirazioni e progetti con i miei compagni di viaggio e mi scontro con l’incomunicabilità… persino le affinità elettive sembrano abitare una Babele del sentire.
Cosa succede?
Desidero raccogliere le forze e attuare un cambiamento, seppur piccolo, in questo mondo svuotato della sfera del cuore, ma annaspo e mi sembra di non avere abbastanza energia per continuare, contrastare, ribadire…
Desidero ridere forte, giocando e scherzando, in un abbraccio senza fine con gli amici, gli amati e tutto l’altro da me… e ogni risata è una boccata d’ossigeno per riprendere il cammino più determinata che mai…
Cosa succede?
Desidero ricordarmi di amare ogni giorno le persone che incontro e non succede proprio nulla, semplicemente cado e stento a rialzarmi, mi tuffo nell’ego terrestre e non vedo e non sento più l’altro, mi lamento come un eroe orfano e mi dimentico di fare silenzio e aprire dentro di me  la coppa dell’ascolto.
Ecco cosa succede e devo solo ricordarmi di ricordare e tutto torna a sorridere, l’energia fluisce di nuovo baldanzosa e riconosco di essere potente, determinata volitiva… sempre più veloce nel risorgere dal pantano del mio doppio meschino che vuole spegnere la luce del sentire.
Corsi e ricorsi ma qualcosa è cambiato: il pensiero è più lucido e ricordo di ricordare sempre più velocemente!

mercoledì 17 aprile 2013

Elogio dell’agire



Chiedimi se sono felice… contingentemente?  Veramente?
Il tumulto dell’essere e la gioia di esistere “si materializzano” nell’agire, nel pieno godimento dei dodici sensi, le nostre finestre sul mondo.
Assaporare, gustare il sentire e percepirsi … quando si ride a crepapelle, duole la pancia e si lacrima felici… quando ci si accorge dell’alba primaverile e si sente il canto di tutta la volta celeste attraverso la melodia corale degli uccelli… quando ci si abbraccia forte forte e senti l’energia del cuore dell’altro… quando pensi intensamente ad un caro amico e ti telefona… quando passi fugace e distratto e un ancestrale profumo di fiori ti cattura e ti inonda di sensazioni e ricordi.
Sono momenti in cui senti di essere vivo, sai che il tuo corpo è il veicolo dell’essere e sei grato di ogni minuto concesso … quel minuto che serve a incrociare gli occhi di un’affinità elettiva… quel minuto che serve per cogliere l’addio in uno sguardo… quel minuto in cui la palla di fuoco si tuffa all’orizzonte.
Il movimento, l’agire, l’essere “presente” nel mondo porta incontro una realtà di relazioni ricca e impreziosita da infinite sfumature e ti inondano atmosfere… atmosfere notturne pervase di mistero e rispetto o potenti nella loro seduttività… atmosfere di rosa dove cogli il vibrare dell’anima dei tuoi figli, del tuo compagno, della tua famiglia, dei tuoi amici e senti quella vibrazione all’unisono… atmosfere ritmate e frenetiche dove il corpo salta, corre, balla, gioca al più piccolo stimolo e non si stanca mai, dove senti l’energia pulsare nei polsi.
Tutto questo accade a chiunque, costantemente, sempre: assaporarlo offre gioia alla vita. Le nostre azioni sono troppo spesso secondarie perché ci si perde nel pensiero e si spendono malamente le nostre occasioni di esserci come corde vibranti di uno strumento musicale  sempre pronto ad armonizzarsi con l’universo. Troppo spesso il pensiero ci astrae dal nostro essere e dalla nostra vita ed ottunde i nostri sensi… perdiamo qualcosa, ci spegniamo e perdiamo forza.
L’agire, compenetrato di presenza, ci offre gioia, energia, appartenenza, significato e ogni istante diventa opportunità… di vivere veramente e non puramente trascorrere.

giovedì 11 aprile 2013

"mamma, stasera mi addormento felice!!"

Topo Perez
Che emozione! Stasera, poco prima di andare a dormire, la piccolona ha perso il suo primo dentino! A onor del vero il processo della seconda dentizione è iniziato già da un pò, per primo è sbucato un dentino incisivo dietro al dentino da latte (che FINALMENTE oggi è andato) e in più sono sbucati alcune puntine di molari... insomma la mia bimba ha cominciato una nuova era della sua vita e questo mi riempie di commozione!
Non è stato semplice, lei è un pochino fifona e far dondolare quel dente ha impiegato parecchie energie (mamma, papà, maestri, amici e parenti degli amici). Questo dente tenace non voleva saperne di abbandonare la gengiva della mia bella bimba (infatti il dente caduto ha ancora una generosa radice attaccata). Comunque la piccolona era eccitatissima, fiera e felice di questo rito di trapasso che la accompagna definitivamente fuori dall'essere "infante". "La mia bella finestra" l'ha chiamata e adesso, nella notte, siamo in attesa del topolino... "mi porterà un soldino di carta, vero mamma? e potrò comprare quello che desidero!". Abbiamo deciso di adottare il topo Perez (topo dei denti uruguayano, presentatoci dall'amico Gianni). Credo che le lascerà un bel messaggio e un bel soldino di carta (del resto è il primo dente!!). Come ogni passaggio di crescita delle mie figlie arriva questo doppio sentimento di estrema felicità e gioia nel vederle attraversare le tappe di vita e, nel contempo, uno struggimento nel cuore... sapendo bene che sono tappe che ad ogni momento la allontaneranno da me... è faticoso essere un arco.. un arco vuole lanciare le proprie frecce lontano... ed è quanto di più bello si può dare ad un figlio... è quello a cui anelo... ma una piccola parte di me sente la malinconia di ogni distacco... è ineluttabile! Ho sorriso e provato grande gioia mentre davo la buonanotte alla piccola e l'ho sentita dire (al culmine dell'emozione) "mamma, stasera mi addormento felice"! Che bello assaporare così la vita... fallo per sempre piccola mia!!!!

martedì 9 aprile 2013

Tra terra e cielo


gli amanti: faggio e luce

È una primavera tardiva,  oltre a piovere spesso continua persistente un freddo fuori tempo. È un tradimento delle aspettative, marzo vuole essere incorniciato dalle belle magnolie della nostra provincia, variopinte, scintillanti, orgogliose e corali.
In questi giorni di aprile stanno timidamente sbocciando: confuse ma tenaci. Non possono e non riescono gridare il loro profumo e il colore al cielo all’unisono perché la fioritura dipende dall’esposizione, dalle zone, alcune più temperate, alcune con qualche raggio di sole in più. Mancano le magnolie. In queste giornate umide  è comunque inconfondibile quella luce del mattino allegra, ugualmente si sentono stridere delle rondini audaci, la cena è ancora inondata di luce e si indugia sull’orizzonte. Quella linea lontana tra terra e cielo che quando accoglie il tuffo del sole si inonda di luce, straripa di arancioni, rossi e il fuoco divampa come a ricordarci da dove veniamo. Uno sposalizio ancestrale tra la dolce madre terra e il cielo paterno che ci indirizza nel pensare cosmicamente, unitamente, divinamente.
Ricordo innumerevoli momenti in cui ci si perde languidamente in quella linea, il cuore, il corpo e anche il pensiero di colmano di silenzio ed appartenenza: ogni luogo è casa, ogni persona al nostro fianco è fratello ed è bello indugiare benevoli in questa dolcezza di ogni primavera… promessa di eterna amorevolezza.