...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







giovedì 31 marzo 2016

Come stai? Tre volte male

Nell'ultimo incontro di pittura con Letizia abbiamo parlato di diversi argomenti, ma qualcosa mi ha letteralmente colpito, infatti da allora ho arrancato faticosamente, fino al sano rigenerarmi casalingo delle micro vacanze pasquali.
Abbiamo parlato del Mal d'essere (della nostra cultura occidentale ovviamente, perchè da noi la vita ha ancora valore, nonostante tutto e quindi possiamo dedicarci al nostro sentire, e non alla sopravvivenza), insomma questo sentire doloroso che molti si sentono addosso e traducono spesso in ansia. Da cosa è dovuto? Letizia ha portato questi tre enigmi (enigmi perchè poi ognuno li può calare nel proprio Mal d'essere individuale):

  1. La solitudine (o separazione) - ovvero la nostra individualità stessa. Essere degli esseri unici ed irripetibili, chiusi nel nostro confine (corporeo in particolare) ci separa ineluttabilmente dagli altri, ci pone in una situazione di incomunicabilità che crea tanti mondi quante sono le persone che li pensano (o abitano). Ed ognuno nel proprio mondo, prima o dopo, incontra questo triste sentimento di solitudine estrema, di nonsense dell'esistere, della follia della vita stessa (come ha magistralmente espresso Pirandello nel libro Uno, nessuno, centomila)
  2. La paura - ecco, questo credo sia molto contemporaneo per noi, direi attualissimo. Infatti gli attentati terroristici (e soprattutto la furia mediatica per citare una cantante a me cara), le maestre mostre che picchiano e vessano i nostri figli, il vicino di casa, il serial Killer, la crisi, il tumore (e le cure del tumore aggiungerei)... ecco tutti mostri da cui scappare terrorizzati, ma non si può scappare, perchè ci stanno insinuando che tutto ciò può avvenire in ogni istante, in ogni angolo nel quale giriamo casualmente, ci dipingiamo un quadro dell'orrore e poi ci crediamo. Cosa fa la paura? Immobilizza, congela, annichilisce. Coraggio e cuore hanno una radice semantica in comune, quello che viene congelato è il cuore, l'amore, le forze di fratellanza, di unione.
  3. L'incertezza - anche questo è molto attuale, in diverse forme: l'incertezza del posto di lavoro, della casa in cui abitare, del domani, della morte stessa. Infatti con la crisi dei valori e, soprattutto, della fiducia, o fede che dir si voglia, sempre più ci convinciamo di essere solo carne, precursori di una putrefazione definitiva.



No, non sono d'accordo, non voglio offrire questo alle mie figlie, io So che non è così! 





  1. Io so che siamo tutti fratelli, che la solitudine è un eufemismo... non siamo MAI soli, la benedizione del cielo ci accompagna benevola, sempre, e si vede nello sbocciare dei fiori, nei raggi del sole, nel mare, nella tempesta, nelle risate, nei giochi, negli animaletti, negli sguardi...
  2. La forza dell'amore è inesauribile, è riconoscibile ogni giorno, in ogni momento, basta guardarsi intorno e produrne. Se siamo disponibili verso l'altro, se abbiamo un complimento, un sorriso, una carezza da offrire ne riceveremo altrettante e moltiplicate. Questo è un esperimento che ognuno può fare, dedicare una giornata all'attenzione verso gli altri... e magicamente le forze centuplicheranno e gli altri verranno più affabilmente verso di noi. Fatti gravi e drammatici avvengono nella vita, ma non è la paura o la prevenzione spaventata che li tiene lontani, in verità sono ineluttabili, sono incontri biografici (morti improvvise, incontri con violenti o malattie), siamo noi, con il nostro sentire, che possiamo fare la differenza e raccogliere il dono che, COMUNQUE, questi fatti ci portano incontro. Non posso condannare nessuno; facciamo un esempio, se mi fa male un mignolo del piede, tutto il mio essere ne risente, non si riesce a fare quasi nulla con il mal di piedi; bene, nello stesso modo, come posso vivere serenamente se non ho una qualche forma di amore o di comprensione per ogni uomo della terra? Certo, dubito che potrei amare qualcuno che mi fa del male, a me o ai miei cari, ma posso cercare di non condannarlo, di non estraniarlo da me, perchè, che mi piaccia o meno, fa parte di me. Abbandonarsi con amore alla fede e alla fiducia che nella vita, nel mondo e in noi stessi c'è molta saggezza. E non parlo di un vuoto positivismo che si nasconde come uno struzzo di fronte al pericolo, parlo di una fiducia che si pone sempre in ascolto, anche quando le cose non vanno bene, perchè forse è proprio lì che possiamo incontrarci davvero. Quindi non paura ma coraggio, sapendo di poter affrontare la tempesta, quando e se arriverà. 
  3. L'incertezza è un falso problema: possediamo solo il presente, godiamocelo nella sua immensità, nella sua perfezione e smettiamo di domandarci cosa succederà domani. Perchè insieme alla Comunione con il cosmo, alla Fiducia nelle forze d'amore, nasce spontanea, anzi germoglia dentro di noi, la SPERANZA, che l'uomo riuscirà sempre, prima o dopo, a tendere la mano ad un altro uomo.

Questi sono solo pensieri, miei pensieri, piccoli pensieri... per rispondere in qualche modo ad un malessere gigante che sento e che vedo nelle persone, nei miei vicini, nel mondo... credo che dobbiamo tutti stringerci e ricominciare ad utilizzare la nostra forza di esseri umani, di pensare, scegliere e comunicare con un pensiero lucido, ovvero luminoso perchè rischiarato dall'intelligenza e la forza del cuore. Ricominciare a sentire, basta solo pensare, basta solo avere, basta anche solo essere... 
ma coltivare e sentire l'essere insieme. 

mercoledì 30 marzo 2016

Salute a tutti...

Martedì sera, quasi mercoledì... i miei 4 giorni e mezzo di vacanza si concludono inesorabilmente. 
Mi sono riposata però. 
Non ho pensato a nulla di nulla di nulla. 
Non ho progettato nuove attività per la Corte Dalì, non ho studiato, non ho pensato al lavoro (ho un lavoro?), non ho scritto nulla, non ho lavorato a maglia, non ho fatto retrospettiva, non ho sentito nessuno, non ho fatto gite... 
In realtà non sono stati propriamente giorni rilassanti, perchè comunque ho saltellato tra banchetti e libagioni (molte autoprodotte) all'insegna di famiglia e cari (fraterni) amici. 
Quindi ho cucinato, cucinato, cucinato, brindato, assaporato, mescolato, tagliuzzato, chiacchierato, riso, giocato, stemperato, lavato, grigliato, ancora brindato, fumato, ascoltato. 
Due memorabili pomeriggi con i cugi, dove ho riso fino al dolor di ganasce, dove siamo rimbalzati da un gioco a una poltrona, da uno spuntino a una risata, da una chiacchiera semiseria a una risata alle lacrime, da una pietanza nel forno a giochi in compagnia di grandi e piccini. 
Ecco, le vacanze sono trascorse velocissime, è già quasi ora di andare a letto, di ricominciare con il tran tran: ufficio, commissioni, appuntamenti, colloqui... ma sono rinata. Ho fatto il pieno di eterico e vitalità, mi sono corroborata dell'affetto, dei bacetti delle mie piccole, dei pisolini con il cane Pepe, della facciona baffuta di Cristian, di cibo gustoso, di vino buono e fratelli di sempre (veri e acquisiti), ci voleva. 
La primavera è sempre un nuovo inizio ed ora ce la posso fare, non vedo l'ora di ricominciare a correre, più viva e in forze che mai. Salute a tutti!

venerdì 25 marzo 2016

Ancora sul trascorrere del tempo...

Poche settimane fa 
(o nella vita precedente?)
mi pare cdi aver scritto qualcosa sulla relatività del trascorrere del tempo, soprattutto nella sua percezione.
Questo periodo è fragorosamente in corsa, mi sembra di vivere su una pista da corsa per bob, immersa in un urlo... 
non un urlo di terrore o di paura, semplicemente un suono lungo, ridondante, pervasivo, significativo.
Sento che la misura è colma, che ho cominciato a tracimare in nervosismo e risposte brusche e poco accoglienti o aperte al dialogo.
Questa commistione tra afonia da faringite e lunghi colloqui e concili con innumerevoli e disparate persone mi frastorna.
Mi sono sentita schiva, indisponibile, distratta nelle relazioni e negli scambi umani... eppure invece, anche e comunque, mi sono immersa in scambi e incontri così intensi, così presenti, così intimi che forgeranno pezzetti di me nel tempo. 
E in tutto questo è arrivato improvvisamente questo brusco tamponamento in auto. Ero in uno dei miei viaggi in macchina, spazi di trasformazione delle diverse me stesse che danzano nei mondi o spazi che abito e vivo... tra bimbe, la loro scuola, la Corte Dalì, il lavoro, le burocrazie e le incombenze, l'economia domestica... tra tutto questo faccio questi viaggi in uno NON spazio/tempo come un luogo del riciclo e della rigenerazione del pensiero.
Ebbene in queste condizioni, in una serata di vento ululante, un fracasso alle mie spalle e poi beng nel posteriore della Twingo... 
Un signore distratto ha colpito in pieno la macchina che c'era dietro di me in coda e lui, a sua volta, ha tamponato me, niente di così mirabolante, tuttavia mi ha colpito moltissimo il tempo (in realtà  la mia percezione del tempo) tra il boato del primo investimento e quando effettivamente sono stata toccata. Ricordo prevalentemente le mie sensazioni, ero stanca, il vento, già il buio, e quel fragore mi ha scosso come un'attivazione di un imminente e grave pericolo... in un istante, il suono ha attivato lo stato d'allerta, prosciugando fino all'ultima goccia le mie capacità di auto-cura, le mie forze eteriche. Poi la vicenda è stata solita, come mille e noiosissime altre, di constatazioni, con finta cortesia, o scocciatissima seccatura di chi non desidererebbe mai essere gentile. Insomma, interrotta nel mio flusso interminabile della giornata, mi sono trovata a discutere, convenire, biasimare, comprendere con due sconosciuti nel crepuscolo di una faticosissima giornata. Per poi riprendere la via, quasi come se non fosse... 
Ecco le energie sono esaurite ed ho bisogno di dare una pausa a questo relativo tempo/sempre che mi travolge integralmente. 
Un finto arresto questo incidente, perchè non ha effettivamente dato conseguenze impegnative e quindi sorge spontanea la domanda: quale domanda (o risposta) mi porta incontro questo evento nella mia vita? Perchè per me nulla è mai per caso, quindi quale enigma si cela dietro questo imprevisto (e un pò mi domando quando arriverà la carta probabilità)?
E rielaborando e sciogliendo e metabolizzando quello che ho ritenuto più significativo, e che continua a creare risonanza in me, penso sia questo concetto di tempo, legato alla percezione di tempo, legato alla contemporaneità, alla sincronicità, all'ineluttabiltà del tempo. 
Ma oggi sono cominciate alle ore 12.00 le vacanze di Pasqua... 4 beati giorni e mezzo di vacanza ... anche se già mi aspettano altri ineluttabili, significativi, fragorosi incontri sociali e relazionali... ma saranno spero comunque nella lentezza.
Ecco, e questa potrebbe essere un'altra risposta offerta dall'incidente: non ho bisogno di rallentare, ma ho bisogno di lentezza, anche per assaporare, anche per conservare, anche per proteggere tutto quello che amo e che faccio, che poi coincidono, lentezza, tempo lento, ogni tempo, lentezza.




domenica 20 marzo 2016

Immensa gratitudine

E poi succede. 
la primavera arriva, sempre, nonostante tutto. 
Ed io posso dire che oggi, per me, è arrivata radiosa, dolce, incantevole, piena di energia e di gioia.
Erano giorni che ero affaticata, un pò triste... mi aggiravo in corsa per la provincia, rincorrendomi nelle mie mille vicende e, solo ieri, cogliendo il dolce bacio delle magnolie pronte a sbocciare, mi sono detta che ero triste e, per pochi istanti, nel breve tragitto in macchina che mi mancava, ho pianto un pò, malinconicamente... ma poi già mi sono ritrovata a dipingere con la maestra Letizia alla Corte Dalì, parlando dell'atmosfera di Pasqua che porta, con sè, queste forze di redenzione, di perdono, di fratellanza. 
Concentrata nella mia pittura mi sono come ricomposta in me stessa, ricominciando a "credere" fortemente in quello che sto facendo... che è questo anelito grande di mettere insieme, di costruire qualcosa insieme ad altre persone, di fare arte... nel modo più ampio possibile, mettendo insieme degli umani che credono, davvero, che il mondo è un posto meraviglioso.
E poi oggi è avvenuta la magia... oggi grande festa alla Corte Dalì, la festa di primavera. 
La Corte si è trasformata come sempre, ha aperto le sue porte con calore, per accogliere gli amici, i bambini, le persone che con immenso amore hanno portato luce e arte in questa primavera nascente e in questi miei giorni difficili.
Grazie amici, grazie Guacamole, grazie parenti, grazie cugini, grazie fratelli di avventura e soci di progetti. Grazie ai genitori della scuola delle mie figlie, a chi ha cantato, sbucciato, lavato, corso, bevuto, cucito, amato, decorato, rassettato, sorriso, partecipato, mangiato, creduto, spremuto, centrifugato, brindato, sgridato, rincorso, preparato, compreso, ascoltato, applaudito, caricato e scaricato, voluto, sentito, pensato...
Grazie perchè la forza della fratellanza e dell'arte sociale è nello stare insieme, grazie al cielo che ci ha donato una splendida giornata di sole e un azzurro che avvolgeva. 
La primavera è arrivata... 

mercoledì 16 marzo 2016

Maledetta psicosomatica

Ci risiamo, è bastato un attimo di distrazione, un momento di abbassamento energetico e TRAC la faringite o tracheite o sinusite, o quello che diavolo è, mi ha colpito come un pugno sulla testa. 
Devo ammettere che sicuramente anche questa gelida, nevosa, ululante Primavera (sì perchè nel parcheggio sotto casa il vento ulula come tra i ghiacci della germanica Foresta Nera) ha contribuito con forza. Come so perfettamente, ci sono sempre delle cause meccaniche perchè i fatti avvengano (e in questo caso è questo gelo primaverile), ma il fatto è un altro: in questi giorni  relazionalmente mi sono incrociata con "dei" miei soliti intoppi personali, nelle mie ferite ancestrali, nel mio bisogno di conferme e nel contempo nella disconferma di me. 
Non è proprio così, semplicemente accade che le persone SONO quello che SONO... ma è come vivo io le vicende che fa la differenza! E saperlo non aiuta! Per niente! A volte un po' di seccatura, un bell'assestato (o più d'uno) vaffa... possono risistemare rosponi di traverso meglio di tante menate personali. Purtroppo (o meno male) quando cerchi di essere onesto con te stesso e SAI che gli altri non c'entrano nulla, che sei tu che hai dei vissuti piuttosto che altri, che quella data vicenda ti suscita quell'emozione a te... ma non è una realtà oggettiva (soprattutto dell'altro con cui ti relazioni)... beh quando davvero vivi così... con chi te la prendi? Chi mandi a quel paese? Io personalmente comincio ad arrovellarmi, a torcermi (metaforicamente) su me stessa, a rigirarmi il sentire tra le mani, nei capelli, nelle viscere, nelle pietanze, nei tragitti in macchina, nelle attività, nelle sincronicità, nei dialoghi, nella doccia... mi intesso di quella sensazione e me la rimugino e rimastico e riingoio (come una mucca) fino a quando non riesco in qualche modo a metabolizzarla davvero!
Alcuni rospi sono più indigesti di altri (e ad ognuno il suo). Quando queste indigeste sensazioni relazionali mi invadono succede che mi ammalo! E qui vorrebbe tanto scattare il vaffa... Ho sentito arrivare quella sensazione sgradevole in fondo alla gola... ho cercato di ignorarla, di dormire un pò di più, ma stasera sono mezza afona, ammaccata e più afflitta che mai! Va bene! Va bene mi conosco... prima accetto la situazione prima uscirò da questa situazione! Per quanto conosca tutti questi meccanismi, per quanto io possa lavorare su di me e le mie zone erronee, nei momenti di debolezza mi colpisco alla gola! 
E' una vecchia storia, praticamente mia coetanea: sono stata una bambina con tonsilliti impegnative che mi hanno portato ad una bella asportazione delle tonsille (lasciando quindi una voragine nelle difese), sono stata operata di polipi alle corde vocali e periodicamente, prima bronchiti, poi laringiti, poi sinusiti, poi faringiti, nel corso degli anni mi sono potuta riconoscere questo "punto debole"... oppure possiamo dire semplicemente che questo è il mio ingresso del sentire, è come un campanello d'allarme che mi dice sempre... eccoti, sei lì, dove ti duole, sei nella tua parte fragile, dove ti senti smarrita e sola, irrazionale e desiderosa di sicurezza! 
AH! 
Non mi è mai piaciuto sentirmi così, sono una persona resistente, forte, determinata, ce la faccio sempre, anche quando vado avanti sui gomiti, sono ottimista, sono pronta a cercare e trovare soluzioni... O forse è come mi vedono gli altri? O forse è come vorrei essere? O forse è come mi mostro? O forse... e credo sia l'ipotesi più vera, ci sono zone dell'anima dove cado rovinosamente, dove mi sbuccio, dove prendo una musata forte e vorrei solo ascoltare musica struggente in macchina e piangere infinitamente viaggiando senza meta! Non lo faccio più, da quando sono mamma, da quando ho sempre fretta di tornare dalle mie piccoline non appena finisco le mie attività, dove non c'è tempo per godersi pienamente le proprie tristezze o malinconie. E allora puntuale la psicosomatica fa capolino e mi ammalo! Vaffan.......maledetto Murphy... ma so anche che quando son qui vuol dire che il rospo è in fase di metabolizzazione... passerà, un pò di pazienza!



Nessuno si merita gli schiaffi

Non si danno mai gli schiaffi... nessuno se li merita... colpire qualcuno sulla faccia è sempre un'azione che in qualche modo vuole umiliare.
Volevo approfondire: oggi ho ricevuto uno schiaffo! 
Non uno schiaffo fisico, ma pur sempre uno schiaffo. 
Non so per quale fortuita contingenza, oggi mi sono ritrovata con ben mezz'ora di tempo libero. Che fare? Beh passavo proprio davanti ad un negozio di scampoli e stoffe e mi sono fermata un attimo a vedere se c'era qualche simpatica offerta. Mi piacciono questi negozi, ci trovo diversi materiali per i lavori manuali, piccoli tesori per la creatività sfrenata delle mie bimbe e la mia. Mi aggiro sempre in quei cestoni delle offerte cercando oggetti di fine serie, scampolini, ritagli, lustrini e nastri. Aggirandomi nel negozio ho guardato un pò delusa, non c'era nulla di allettante, mi sono a lungo soffermata davanti ai gomitoli di cotone, immaginandomi cappellini primaverili per le bimbe, ma poi mi sono accontentata di un rocchetto di filo in offerta e di un materassino grande di gommapiuma per la lana cardata (molto grande e mi sono immaginata nella realizzazione di un bel quadro di lana cardata). Insomma una pausa in ogni  caso gradevole. Ho pagato quanto dovuto e, mentre uscivo, mi è caduto lo sguardo su una scatola di cartone all'ingresso, c'era un cartello con su scritto: OMAGGIO! Mi sono avvicinata curiosa e ho subito intravisto che non era niente di che, dei nastrini di colori scialbi (neri, bianchi e azzurrini). Non disdegno mai però, ho subito pensato ai laboratori della Corte Dalì, alle mie bimbe. A dirla tutta (visto che di scatole ce n'erano tre), ho immaginato che magari avrei potuto chiedere se potevo prenderla tutta... ma poi ancora ho pensato che davvero non erano poi un granchè... tutti questi pensieri in pochi attimi. Per sicurezza e scrupolo ho cercato lo sguardo della commessa e ho chiesto se potevo prenderne. La signora mi ha detto di fare pure. Li guardavo e riguardavo e ne ho presi qualche manciata... fino a quando sento con fare sarcastico e di rimprovero: "non esageri". 
Ho ritratto velocemente la mano mortificata! (lo schiaffo) farfugliando che avevo capito che si poteva... che ero di un'associazione... mi sono scusata ed ho infilato la porta con un senso di umiliazione... come se avessi rubato...
Sono salita in macchina rattristita e con questo senso di fastidio e ingiustizia addosso. Insomma era uno specchietto per le allodole, io non li volevo quei nastrini, erano brutti, scarti, praticamente immondizia. Il mio solito senso del "tutto può essere utile" mi aveva fatto soffermare... avevo chiesto... e quella cerbera della cassiera mi ha punto con la sua voce aspra e sarcastica. Non me lo meritavo, no quello schiaffo inaspettato e gratuito non me lo meritavo! Sono ritornata sui miei passi, ho rimesso gli scarti nello scatolone (nonostante le proteste del titolare che nel frattempo era arrivato in negozio e che mi diceva di prenderli pure), ho risposto semplicemente che non li volevo. Non ho detto nient'altro e me ne sono andata, un pò più serena per aver dato un feedback alla cassiera arpia, ma comunque mogia per quanto mi fosse successo.
Quanti schiaffi così ci prendiamo e quanti ne diamo. Quante volte facciamo rimanere male qualcuno solo perchè siamo stufi di stare in un posto o perchè ci si attiva un qualche astruso meccanismo di grettitudine o di strana antipatia? 
Aggiungo che mi trovo in un periodo dove "sento" che la vita mi stia effettivamente un pò schiaffeggiando, un periodo in cui devo rassegnarmi a perdere delle persone, lasciare che prendano la loro via, lontano da me. E' un periodo dove tutto è sempre un pò difficoltoso e mi sento messa alla prova, dove i miei sforzi sono poco ricompensati, dove faccio tanti spruzzi ma vado poco in avanti, dove fatico immensamente e mi sembra di non ottenere nulla. 
Sembra quasi che gli schiaffi si sommino insieme alle delusioni e i sapori in bocca sono un pò amari. 
Signora cassiera perchè sei stata così aspra? Assecondavi il mio stato d'animo o sei davvero così acida con tutti (principalmente con te stessa?)
Ed io, in questo periodo sto schiaffeggiando qualcuno? c' è qualcuno che tratto male gratuitamente? Mi soffermo e penso... voglio farci caso... perchè nessuno si merita gli schiaffi... veri o morali o simbolici... nessuno!

sabato 12 marzo 2016

Per tutte quelle volte che...

I giorni si infilano uno dietro l'altro, densi di eterici che mi avvolgono come una nuvola variopinta, mischiata con umani di diverso genere, senza tregua, senza pausa... mi lasciano e, come in una staffetta, lasciano il testimone al prossimo... ed è un nuovo dialogo, un nuovo incontrare l'altro, nuovi argomenti, altri stati di necessità e giro vorticosamente come un gorgo in un oceano, al rallentatore e precipitevolissimevolmente al contempo.
Per tutte quelle volte che ho visto una persona piangere scossa dall'anima,
per tutte quelle volte che ho sentito una fitta al cuore vedendo qualcuno che si allontanava da me,
per tutte quelle volte che mi sono ricordata di fermare il mio impeto e mettermi in ascolto della persona di fronte,
per tutte quelle volte che mi sono sentita vacillare e perdere la fiducia,
per tutte quelle volte che ho deciso di lasciar perdere e cercare di perdonare,
per tutte quelle volte che ho invocato l'aiuto delle schiere celesti per fare breccia nella sofferenza mia e degli altri,
per tutte quelle volte che mi sono sentita riconosciuta dallo sguardo, dal tocco, dal sorriso di un'amicizia, di un altro essere,
per tutte quelle volte che la vita mi ha sovrastato con la sua ineluttabilità,
per tutte quelle volte che ho creduto di non farcela o che davvero non ce l'ho fatta,
per tutte quelle volte che mi ricordo che le mie figlie sono le mie maestre di vita,
per tutte quelle volte che ho ballato nella natura sentendo la terra che mi riconosceva degna di essere,
per tutte quelle volte che mi incanto di fronte allo spettacolo della natura: la catena dei monti, il germogliare degli alberi, il sole che nasce e muore nell'incandescenza, la vita che continua... sempre!
Per tutte quelle volte che la musica mi porta lontano nei ricordi, nella poesia, nel sentire,
per tutte quelle volte che sento il pensiero intuitivo e mi sento parte dell'immensità,
per tutte quelle volte che mi sono sentita in contatto con un altro essere umano, con la vita stessa, con le forze spirituali
per tutte quelle volte che, al di là di ogni aspettativa, ce l'ho fatta e..
per tutte quelle volte che non sono riuscita a cogliere l'attimo,
per tutte quelle volte che sono stata impotente, 
per tutte quelle volte che ho pianto disperatamente,
per tutte quelle volte che ho perso un amico,
per tutte quelle volte che mi sono sentita inutile...
grazie per tutte quelle volte! 
Sono giorni in cui sento l'energia scivolarmi via, sono giorni in cui mi sembra di aver fallito, sono giorni in cui mi sembra di non essere stata abbastanza per chi mi è intorno, sono giorni che vorrei dimenticare che ci credo, che voglio essere nell'arte sociale, rivolta agli altri. Sono etericamente, animicamente e fisicamente stanca... ma so che spiritualmente ce la posso fare... per tutte quelle volte che l'ho visto... l'ho visto davvero che la vita è un atto d'amore divino, che siamo tutti fratelli... e ringrazio ancora per tutte quelle volte...

martedì 8 marzo 2016

E' sempre bello ricevere dei fiori...

Ecco, sono una di quelle donne che non amano particolarmente la festa della donna. Perchè? Non per il vecchio adagio che bisogna festeggiare  365 giorni l'anno, non perchè mi indigno per il fatto che ci siamo dimenticati dei fatti storici che ricordano questa festa, non perchè le carriere ai vertici sono ancora oggi precluse alle donne, non perchè lo stipendio medio di una donna è sempre inferiore a quello di un uomo con pari lavoro, non perchè la donna deve scegliere tra famiglia e lavoro o impazzire inseguendo entrambi, non perchè la donna è ancora oggi vittima di indicibili violenze. 
No non è per tutte queste ragioni che non amo la festa della donna (anche se potrebbero essere ottime ragioni). 
Non amo uscire l'otto marzo perchè i locali sono pieni di donne urlanti, impomatate, forzatamente su di giri, con aspettative speciali... e i gruppi di "provoloni" uomini che si aggirano come mosconi alla ricerca di prede alticce sono terribili... 
Eppure le donne sono belle, me ne vengono in mente tante (me compresa): isteriche di fronte ad un insetto, perdono dignità trasformandosi in esseri urlanti e tremanti; inette e sconsolate di fronte ai dannati mezzi meccanici che, traditori, smettono (chissà perchè) di funzionare; riflessive e meditabonde sui pasti dei propri cari; gelose e spaventate quando una giovane ragazza entra nel raggio d'azione del proprio compagno; insicure e timorose indossando un nuovo abito davanti ad uno specchio; spaventate e curiose sui dolori del parto; ostinate e irragionevoli nelle loro logiche del cuore; laboriose e attente a quel particolare, proprio quello che corrisponde alla persone che hanno di fronte; argute e veloci nel comprendere che bisogna cambiare argomento e salvare il salvabile; intimiste e consapevoli di avere un'interiorità; curiose e pronte a buttarsi nella tempesta; fiere e piene di coraggio per difendere i propri cuccioli; pronte a correre in soccorso dell'amica, della sorella, dell'altra donna.
Questo dovrebbe celebrare la festa della donna, questo e molto ancora dell'universo femminile, così sfaccettato, così colorato, così nella sensazione, così sornione, così illogico, così... 
Conosco tante donne, tutte belle, speciali, uniche, amiche auguri a tutte voi e decido fermamente che AMO la festa della donna... perchè me lo ricordo sempre, ogni anno, e amo regalare la mimosa, alle mie bimbe, alle donne che incontro e ogni occasione è buona per ricordarsi che siamo esseri d'amore (noi e anche gli uomini)... auguri a tutte.

E' così bello ricevere dei fiori 
e poi le mimose sono così dolci e profumate...

domenica 6 marzo 2016

Cristalli di malumore

Cristallo, una parola fine, una parolina semplice: il cristallo è il risultato di un processo di salificazione (ho scoperto da poco).  
Questo cambio di stato del liquido che si materializza in grani, in fiocchi di neve, in pensieri rarefatti. 
Un fine settimana alieno, passeggiando nel nulla, nel silenzio e che vuoi in una vaga solitudine affollata. A casa con le mie bimbe, con una neve marzolina, i nostri animaletti, i pensieri e qualche lieve preoccupazione per gli imminenti cambiamenti della casa... sta arrivando un momento in cui tutto intorno a noi si trasformerà ed io e Cri (ed ho scoperto anche le bimbe) ne soffriamo, siamo risentiti con questa casa perchè non ci offre più abbastanza spazio per le nostre variegate necessità, ci sentiamo stretti e un pò soffocare, vorremmo dello spazio anche all'aria aperta, vorremmo correre... eppure nel contempo... e Lei, la casa, si rivolta come un animale ferito, in ogni modo, quasi quotidianamente: il tubo rotto ad inizio anno, da poco lo scambiatore, l'abbandono improvviso della lavastoviglie e, proprio oggi lavatrice bloccata, acqua in tutto il bagno e io e Cri, rassegnati con stracci, pazienza e perplessità... eppure nel contempo...
è la nostra amata casa, il nido d'amore dove ci siamo sposati, dove sono arrivate le bimbe, dove abbiamo giocato, ballato, pianto, riso, vissuto, dove siamo cresciuti, dove ci siamo amati, dove si è realizzato il futuro, gli anni migliori della mia vita e che, ancora oggi, perdurano!
E in questo processo di salificazione, in questo fine settimana di palta ha nevicato... e tutto è diventato silenzio, fermo immagine, paciugo, sgocciolio, luce, umidità, lieve freddo... cristalli madidi e ghiacciati.
E sono di malumore, non ho voglia ora di occuparmi di una vicenda così grande e impegnativa... ho così tante cose a cui pensare, desideri da perfezionare e a cui lavorare, ma ineluttabile come la neve di marzo, è arrivato il momento di cominciare i lavori e poi si vedrà se rimarremo qui ancora... 
E tanti e fitti cristalli di neve... e sono di malumore!

venerdì 4 marzo 2016

Tirare fuori

Tirare fuori! Ecco questo è il pensiero di oggi! (in verita di un paio di giorni fa… quando ho scritto questo post… ma solo ora riesco a pubblicarlo… sob) Tirare fuori in mille modi, per innumerevoli ragioni, alla rinfusa. Oggi mi sono svegliata con un mal di testa particolarmente insistente e fastidioso. Semplicemente, credo, avrei dovuto dormire un po’ di più. Ma la giornata ricca e densa di impegni mi aspettava, mi sono dovuta alzare, di malavoglia, e calarmi nelle solite vicende, nonostante tutto. Il mio compagno della giornata è stato a tratti benevolo e si è affievolito, in altri momenti mi ha martellato la fronte, in altri ancora ha appesantito le palpebre come se ci fossero sopra due sacchettini di polvere di piombo, per qualche istante ha pulsato avvolgendo tutta la testa, in alcuni istanti si è anche appena appena defilato: comunque, il mio caro mal di testa, è rimasto lì con me, a ricordarmi qualcosa. Tanto per cominciare che è necessario darsi tregua per non consumare troppo il corpo e che bisogna sempre trovare dei tempi di ristoro dove rigenerarsi e poi… e poi in qualche breve momento di pausa ho provato a pensare, ascoltare, sentire che cosa, in effetti, mi voleva dire questo mal di testa.
Sono giorni molto intensi, vedo TANTISSIME persone, più del solito, e in aggiunta, posso dire, sono quasi tutte persone nuove, mai viste. Mi sto mischiando, incontrando, tastando e incrociando con numerosissimi eterici altrui, persone agitate, speranzose, spaventate, così ansiose sulla performance che non riescono, appunto, a tirare fuori quello che sanno (la maggior parte), Guardo queste ragazze (più o meno giovani) che annaspano nei loro pensieri, nei loro saperi e nelle più remote paure, per cercar di rispondere a quesiti semplici (in verità, legati al buon senso), senza soffermarsi a pensare, a dare fiducia alle proprie conoscenze, alle proprie idee, a se stessi. E tirano fuori pochissimo, per lo più agitazione.
Sempre in questi giorni mi sono dedicata con un certo impegno nella pittura, in contesti diversi, con maestri e compagni diversi e anche lì ho sentito come una fatica a tirare fuori, penso alle circonvoluzioni di colore che metto nei miei dipinti (come mi ha fatto notare la maestra d’arte Letizia) e come queste circolarità siano movimenti concentrici e contratti della mia interiorità che stento a tirar fuori, così tanto che si ripercuotono sul fisico, sulla mie forme e sul mio benessere.
Mi è venuto in mente il pensatoio di Silente, quando tirava fuori con la bacchetta magica quei rigoli di fumo che erano ricordi, più o meno antichi, che riponeva in questa larga anfora che ribolliva. Mi sembra come se la mia mente (e il mio cuore) fosse ricolma di affannosi pensieri, connessioni da inseguire, frammenti da ricollocare e significare, sincronie da cogliere, progetti da immaginare, ricordi da depositare e sequenze da rispettare… 
Tutto gira vorticosamente nella mia interiorità e credo fortissimamente che io debba tirarla fuori con ordine, coraggio e volontà. Difatti nel corso della giornata il mal di testa è diminuito notevolmente, durante i colloqui ho disegnato molto, intensamente e con grandi sfumature di forme e colori, ho scritto e rielaborato (sono anche andata in bagno)… insomma ho tirato fuori un po’ di cose e il mal di testa mi ha dato un po’ di tregua, si è attenuato il martellamento e mi sento meno attanagliata. 

È subentrata ora un’immensa stanchezza, ma sento che è iniziato un processo, un nuovo momento di consapevolezza. Non posso assimilare, assumere, trattenere e farmi carico di tutto ciò che incontro nel mondo (bello o brutto che sia), è necessario che io impari piano piano a metabolizzare e a lasciare andare, che riesca a non ingoiare ma assaporare, magari anche in modo contemplativo. Tutto questo, mi rendo conto, è molto sensato, infatti in questi giorni ho avuto anche un grande sfogo cutaneo, un eritema. 
Mi rendo conto, anche, che è il tema di questo periodo, che c’è una grande similitudine sulla digestione/assimilazione e metabolizzazione: del cibo, delle sensazioni, delle emozioni, dei pensieri, delle esperienze, delle relazioni, delle azioni… e via dicendo. Ho una vita molto ricca ed è necessario che io impari a tirare fuori, lasciare andare, sensatamente dimenticare… e forse tutto scorrerebbe più semplicemente….