La coda dell'estate ha un sapore vagamente nostalgico,
delle vacanze che sono già passate,
delle aspettative che non si sono realizzate,
delle opere mai realizzate.
La coda dell'estate ti coglie di sorpresa
quando ancora ti fa sudare e ti inonda di calore,
inaspettatamente arroventa ancora,
a tratti,
e poi ti fa rabbrividire nei temporali grevi e violenti.
La coda dell'estate ti scopre indolente
al pensiero di dover cominciare e ricominciare tutto,
dove finiscono tutti gli "arimo" e i tempi sospesi...
non è più tempo di galleggiare e di rimandare a domani.
La coda dell'estate ci proietta in nuovi progetti e
in un ardente desiderio di raccogliere frutti
di un ciclo che passa e ricomincia,
con la paura di non avere abbastanza
da far marcire nella terra prima che ghiacci,
la paura di non riuscire a nutrire sufficientemente la terra... la propria terra.
La coda dell'estate accorcia le giornate
ma ancora invita a goliardici crepuscoli alcolici e dolci assenze del proprio pensare,
della propria contemporaneità...
e sembra che ad ogni incontro
sia necessario respirare l'ultimo alito di questa estate
eccola |
La coda dell'estate ci incontra fatilicati nel dover affrontare responsabilità e nuovi inizi...
partenze e ricorsi,
ritorni e ancora dannate zanzare,
melanzane e insalate,
birre e vestitini,
infradito e capelli bagnati,
sole caldo...
ma ancora straordinariamente estate.
Daniela Merlino
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