...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







lunedì 12 settembre 2016

Sulla giostra...


Giorni che non scrivo, con mio grande rammarico!
Per me questo blog è come una tela dove esercitarmi nella scrittura, uno spazio e un tempo dove rifletto sugli eventi, un momento di retrospettiva dove porre attenzione agli istanti e al sentire, la casa delle connessioni con il mio agire e le mie relazioni, un luogo dell'anima, una memoria di me!
Quindi passare giorni e giorni senza nulla scrivere mi fa sentire lontana, quasi sopita, travolta da un'onda, un po' sperduta.
Sono sopra una giostra, piena di luci, di musica assordante, scenografie rutilanti e nel contempo tutto gira.
C'è il lavoro che davvero rapisce ogni mia energia, ogni mia forza del pensare e mi svuota talmente tanto che non mi lascia più il desiderio di fare, scrivere, organizzare e pensare altro. 
Arrivo a sera desiderosa solo di spegnermi tra un sudoku, una lettura, un gioco al pc e nulla più.
Sono capace di lavorare in emergenza, anzi rendo molto sotto stress, riesco ad essere efficace e veloce: però se l'emergenza diventa lo standard non funziona più. 
Mi sembra di raschiare su un imprecisato fondo di qualcosa, forse del mio amore per quello che faccio. 
Lavorare con gli educatori, pensare profondamente che insieme si possa costruire qualcosa di bello per i bambini, progettare mondi possibili, giocare con il sentire...
questo mi piace...
mi è sempre piaciuto, mi riempie e mi nutre, mi accresce e mi migliora. 
Non c'è più molto tempo per questo.
Le emergenze, la gestione amministrativa, i continui e repentini cambi di prospettiva non mi lasciano più molto margine per dedicarmi a quello che dovrebbe essere invece prioritario.
Lavoro per un Ente pubblico da 25 anni ed ho sempre cercato di portare un valore aggiunto a quello che facevo, di inserire del vero, della sincerità, della qualità, ma è sempre più difficile, mi sembra di correre sempre a perdifiato, in salita e zavorrata: sono stanca!
E sono molto felice di aver almeno fatto una scelta per me, di chiedere un tempo parziale sperando di riuscire a scendere da questa giostra.
A volte però mi sento un pò stupida, il rischio è che dovrò continuare a fare quello che sto facendo ma con quasi metà del tempo... 
e so già che l'unica cosa sacrificabile è (haimè) il tempo pedagogico.
Spero di riuscire a fare in modo che non sia così, spero di riuscire a togliermi dall'emergenza, dalle inutili richieste, dai dati per le conferenze stampa e le insulse indagini e/o censimenti statistici di ogni tipo per ogni dannata istituzione.
Spero di riuscire a smettere di interfacciarmi con la lamentela e il falso efficientismo.
Spero di riuscire ancora a promuovere un'idea di bambino, di amore, di relazione, di bellezza nel lavoro educativo.
E qui ancora mi sento un pò invecchiata (metaforicamente parlando), mi è stata fatta una legittima critica sul fatto che certe attività fatte sono diventate un pò ripetitive, quindi inutili. Ah!
E' indubbiamente vero! Se non sono riuscita a far passare il messaggio che le attività cambiano in relazione all'obiettivo piuttosto che al contenuto, certamente sono un pò ripetitiva! Certamente se io dovessi insegnare storia e continuassi a portare Napoleone Bonaparte sarei senz'altro d'accordo, invece credo che soffermandosi sul metodo e sui metaprocessi, sia persin utile continuare ad usare contenuti simili. (Simili non uguali).
E' vero per tre anni di fila, nelle èquipe di inizio anno, con gli educatori abbiamo usato la musica, ci siamo messi in contatto, abbiamo giocato, abbiamo ballato, abbiamo guardato l'altro da sè. Certo il primo anno è stato sconvolgente ed energizzante, il secondo riflessivo... e il terzo? A mio avviso metaprocessuale.
Ma se non sono riuscita a trasmetterlo forse ha ragione chi mi ha criticato.
Lo so sono fatta male! 
In verità quasi tutti i presenti mi hanno dato conferma che quanto vado dicendo è vero, che il percorso fatto insieme è stato vero e proficuo, ma non posso fare a meno di addolorarmi di chi, in qualche modo, ho ferito, che vorrebbe stare lontano dall'essere tutti insieme e rassicurarsi nel piccolo gruppo. 
Non lo dico con fiele o sarcasmo: penso che avrei dovuto, o potuto, lasciare maggior spazio anche ad un'altra esigenza... avrei voluto... ma si ritorna alle emergenze di cui sopra... 
Insomma avevo previsto un settembre diverso, ma tante persone nuove nel gruppo di lavoro necessitavano (a mio avviso e non per questo giusto in assoluto) di un lavoro introduttivo corale.
Capisco che questa è una pedagogia non per tutti, è più facile ragionare su carta, intorno ad un tavolo, sugli orari, sulle attività, piuttosto che sul sentire, sulla fratellanza, l'emozione, la relazione, la metafora. 
E alla fine non è neanche la critica che mi turba ma l'ostilità e sono arrivata a casa così stanca... 
ci ho messo tutto il fine settimana a riprendermi da tutta quell'ostilità, mi è sembrato di essere stata risucchiata dai dissennatori... 
... e la maledetta giostra continua a girare... 
... ed io, a volte, mi sento così inadeguata...

E invece, e anche, e insieme domani la mia piccolona ricomincia la scuola, a brevissimo anche la piccolina inizierà con il suo primo giorno di scuola, i progetti in Corte Dalì si moltiplicano, le amiche mi sono vicine... e pian piano rientro in me e sono serena, tranquilla e sicura di saper scendere dalla giostra e decidere io quanto girare, ballare, correre e quale musica ascoltare e quali scenografie scegliere e quando, invece, fermarmi a contemplare.




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