...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







martedì 7 febbraio 2017

Eccessi di tosse



Oggi è stata una giornata moooolto lunga!
Direi che è partita direttamente dalla notte. Infatti, oltre ad essere già andata a letto ad un orario proibitivo lavorando alla continua sistemazione della casa nuova, dopo essermi addormentata da poco, mi è arrivato il primo eccesso di tosse. 
Non solo mi ha svegliato, ma mi ha sconquassato, quella sensazione terribile di arsura e solletico insieme alla gola mi ha attanagliato a lungo. Non è stato possibile rimanere a letto, mi sono alzata, ho bevuto, ho mangiato una caramella e, affacciata alla finestra, attonita e stanca, ho aspettato che passasse questo scombussolamento, questo raglio secco e continuo che mi porta alle lacrime (non di dolore, ma proprio di scompostezza fisica).
Finalmente, piano piano, tutto rientra, mi dirigo a letto più stanca di prima, guardando sconsolata la sveglia, sob, sapevo che da lì a due ore sarebbe suonata. Ricado, immediatamente, in un sonno che mi auguro ristoratore, quando mi sento toccar dentro concitatamente, apro gli occhi confusa, guardo la sveglia (è passata solo mezz'ora), sono le bambine (tutte e due), incubo notturno, agitazione condivisa, si infilano nel lettone e si rigirano rumorosamente, rubando le coperte...
E no, bimbe, questa volta le ho rispedite indietro, dopo notti passate tra febbri, vomiti, fatiche e tossi, quelle due ore me le volevo fare tranquilla. Hanno tentato di opporsi ma hanno riconosciuto la mia determinazione e, seppur mugugnando, sono tornate nei loro giacigli.
Tutto questo antefatto per spiegare il mio stato, stamattina all'ingresso in ufficio.
Dopo un risveglio faticoso, sentendo macigni sulle palpebre e fatica alla gola, dopo aver eseguito le medesime procedure del mattino, sempre complicate e concitate (vestitevi, fate colazione, lavate i denti, mettete le scarpe, pettinatevi, mettete la giacca, il cappello, la sciarpa, vuotate le tasche da giochi e giochini, spicciatevi... tutto ripetuto infinite volte ... come se non imparassero mai la sequenza), beh dopo tutto ciò vengo scodellata dalla macchina davanti all'entrata, entro  alle 7.45 in ufficio come se avessi  già lavorato due giorni.
La giornata prevedeva numerose incombenze e affollate riunioni (nelle quali era necessaria anche una certa presenza "pensante").
Sono stata lieta di vedere l'amico e collega Goffredo, abbiamo speso qualche minuto per condividere un caffè alla macchinetta e raccontarci del fine settimana... e poi precipitevolissimamente immersi nelle vicende.
In una delle riunioni... secondo eccesso di tosse... niente, non era più possibile rimanere nella stanza, parlare con le 7 persone presenti (che hanno asciugato tutto l'ossigeno della stanza, almeno questa era la mia sensazione). 
Ho dovuto congedarli velocemente perchè sentivo quel prurito alla gola insopportabile, tossivo e tossivo e lacrimavo e cercavo di parlare ma non ci riuscivo, mi hanno aspettato... la riunione è continuata, allo stremo delle mie forze.
Nessun tempo, quando sono andati via era già ora di correre in un'altra riunione fuori sede.
Sconsolata, stanca, con una profonda voce da telefonista porno, sono corsa alla riunione. 
Mi sembrava di camminare su un terreno molle (tanto ero stanca), con un lieve senso di giramento di testa, sentendo brontolare la pancia dalla fame (erano già le 14 e tempo di mangiare nullo).
Un'altra riunione, ancora parole, ancora pensiero da attivare, ancora altrove, da me stessa, dal mio corpo che mi sta richiedendo... 
Ho parlato poco e la tosse non mi ha più aggredita, parlavano loro, io ascoltavo, desideravo andare a casa... 
ma a sorpresa sono comparse altre riunioni inderogabili che si sono protratte fino alle 20.45. 
Arg. 13 ore di lavoro, 13 ore di riunioni, 13 ore di parole.
Durante il pomeriggio è capitato ancora: nuovo eccesso di tosse, ho mangiato caramelle, ho cercato di contenermi (stavo parlando con delle persone), mi sono affacciata alla finestra a prendere aria, ho lacrimato, ragliato, ansimato un pò...

Perchè una descrizione così dettagliata di una giornata?

L'eccesso di tosse è sempre interessante, mi sembra sempre come una richiesta di fuga, un bisogno di spostarsi, di allontanarsi, di silenzio.
L'eccesso di tosse ti mette un pò a nudo, ci sono reazioni di ogni tipo delle persone accanto: c'è chi ti guarda un pò schifato (un pò lo capisco), c'è chi ti offre tisane, acqua, caramelle (non badando che in quel momento non vuoi nulla, che fai fatica anche a declinare gentilmente l'aiuto offerto, che vorresti essere nel tuo privato e scomporti liberamente a questo eccesso, insomma vorresti scappare), c'è chi ti ricorda che fumi, c'è chi continua a parlarti imperterrito e smette solo quando gli spieghi (tra un rantolo e l'altro) che non lo stai ascoltando (e come potresti?).
Ovviamente non stavo così male, se no sarei andata a casa, in verità in certi momenti, in certi ambienti, in un certo modo, quando ho la gola affaticata, attuo questo faticosissimo metodo di fuga (indesiderato perchè se non te ne puoi andare è un danno).
Giornata impegnativa come dicevo, mi sono ritrovata in gruppi e gruppi di lavoro, ci sono stati anche scambi utili, ameni, interessanti... ma troppe parole... le mie intendo.
Gli eccessi di tosse mi sono arrivati (a parte quello notturno), quando parlavo e raccontavo, nella relazione con l'altro.
Insomma in questi anni, nei quali l'inverno mi presenta questa tracheite invalidante delle conversazioni, che anni sono? Cosa vuol dire? 
Nel nodo della gola, di Marte, dell'affermazione di sè, nella parola... impedimento e fatica, vulnerabilità e fuga.
Come sempre la saggezza popolare viene in aiuto: avere un rospo in gola... cosa devo sputare? 
Non solo in questo momento, ma negli ultimi anni, quali sono le parole che non ho detto e dove e a chi... per ritrovarmi ogni anno in questa condizione?
Eppure in questi momenti di disagio e difficoltà ho intravisto degli sguardi (sorpresi, divertiti, interrogativi, ostinati), occhi che mi sembrava di vedere da una fessura (perchè era come se per un attimo fossi altrove)... e le parole svaniscono e di questa giornata ricordo più gli sguardi che le parole... il mio lavoro è fatto di parole e non penso di potervi rinunciare... quindi non è questa la lezione che devo comprendere... forse devo ricordarmi di guardare sempre da quella fessura di un altrove (senza necessariamente tossire), 
guardare oltre 
mentre che si parla... 

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