...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







lunedì 13 febbraio 2017

La nuova Babele


 Stasera scriverò un post scontato, inflazionato direi, ma in questi giorni, in diversi frangenti, mi sono sentita toccata fortemente da questo argomento, quindi desidero esprimere qualche pensiero, giusto per chiarirmi, tra me e me le idee.
I famigerati messaggini delle diverse Chat telefoniche. 
Ecco, ci casco anch'io, le danno e condanno, eppure le utilizzo.
Ebbene sì, anch'io rimango inorridita di fronte al continuo cicaleccio dei maledetti supporti, di fronte agli scatti di chicchessia che corrono a "vedere" chi li ha contattati, di fronte alla furia mediatica a cui non siamo in grado di far fronte.
Trovo Whatsapp e C. degli strumenti di comunicazione e diffusione molto comodi ed efficaci: con un unico messaggio riesci a raggiungere contemporaneamente centinaia di persone. 
E ringrazio internet, la multimedialità e le nuove invenzioni che consentono di potersi raggiungere così facilmente.
Però c'è anche il lato oscuro di questo mezzo: la spersonalizzazione, il volto nascosto, il delirio personale, l'ostilità. la lamentela, l'equivoco, la massificazione, la confusione.
Quando una chat è utilizzata per scambiarsi opinioni importanti e significative, diventa uno strumento terribile.
Indipendentemente dai numerosi esempi che si possono fare (ad esempio carriere di insegnanti distrutte dalla chat dei genitori, matrimoni rovinati da pettegolezzi incauti, stati generali indetti per un nonnulla), insomma indipendentemente da ciò, quello che mi sorprende di più è lo stato emotivo in cui si viene gettati. Quando teniamo all'argomento della conversazione, quando ci accorgiamo che un gruppo sta prendendo una deriva che non vorremmo, (ed essendo in chat vale il solito discorso di chi tace acconsente?) Quando vorremmo non occuparcene più ma il telefono continua a trillare, quando vorremmo dimenticare un argomento ma qualcuno si accanisce, quando vorresti silenzio, ma l'incontinenza mediatica non ce la fa, in questi momenti diventiamo nervosi, invasi dai mosconi, agitati.
Un tempo se dovevo confrontarmi con qualcuno aspettavo di incontrarlo, guardarlo negli occhi, argomentare...
Oggi regna sovrana l'incontinenza. appunto, ho un bisogno e lo voglio esprimere subito, a qualunque ora, a qualunque costo, senza immaginarmi in quale contesto, in quale casa, in quale momento il mio messaggio arrivi... è terribile, è la cancellazione dell'io altrui, è la cancellazione delle regole di base della comunicazione che richiede messaggio, emittente e ricevente... 
il Ricevente cade in secondo piano, quello che conta è la spunta azzurra... l'ha visto... perchè non mi risponde? Fa finta di niente? è d'accordo...
Siamo in un momento storico/culturale nel quale è facilissimo comunicare, ma cosa comunichiamo? Come? 
La nuova Babele, dove le parole si sono mischiate e sono diventate incomprensibili, non sappiamo più guardarci negli occhi, aspettare le risposte, porre delle domande vere che necessitano di silenzi, di ascolto, di pensiero.
Affidiamo a questi strumenti comunicazioni troppo importanti, la fine o l'inizio di relazioni, scelte di vita, impressioni, giudizi.
Mentre parliamo con qualcuno è così straordinariamente appagante cogliere le mini espressioni degli occhi che possono appena appena guizzare e cambiare completamente l'orientamento di una discussione, quei piccoli gesti delle pupille, delle mani, quei brevi respiri o apnee, quelle pause, quelle incertezze, tutti questi particolari che offrono ad un dialogo il novantapercento del significato di qualunque conversazione... cosa ci siamo persi?
Utilizziamo pure questi comodi supporti ma non perdiamo il valore nutriente, appagante, significante di una bella e sana chiacchierata...
Non demandiamo ad un click... e continuiamo a fare all'amore con la parola, lo sguardo, il contatto...

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