...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







martedì 11 aprile 2017

Il vuoto di senso

Una cosa mi viene veramente bene, da sempre e per ogni tipo di situazione: in qualche modo riesco ad individuare uno sguardo, o un punto di vista, che mi portino incontro il bicchiere, comunque, mezzo pieno.
Sì, di fronte alle avversità, alla malasorte, agli accidenti, alle sciagure e agli intoppi, in linea di massima sono capace di trovare un lato sufficientemente ironico per farmi, comunque, una risata, (anche se a volte un pò amara o triste) e, in più, cerco e trovo un significato, un senso diverso, una prospettiva che in qualche modo mi portino insegnamento o possano scovare il lato "significativo" o importante di quanto mi accade.
Quasi sempre... 
ci sono dei rari momenti (quando ero giovane erano molto più frequenti, a volte pervasivi del mio vivere e/o sentire), momenti in cui mi annichilisco in una sensazione di vuoto, di insignificanza, di ineluttabile e inutile.
Lo sento quasi fisicamente, come se non mi importasse di nulla, di qualunque fatto, progetto, pensiero o proposito che mi circonda.
E' una sensazione sgradevolissima, talvolta accompagnata da un'impressione di rallentamento del mondo fuori da me, come se lo guardassi dal di fuori e trovassi gli affanni della vita (mia o degli altri o del mondo intero) così fottutamente ed orribilmente inutili.
Questi stati d'essere, da ragazzina, mi buttavano in un tormento esistenziale davvero penoso, oggi, che sono decisamente adulta, questi brevi istanti di vita (qualche minuto, o alcune ore, saltuariamente qualche giorno) mi fanno sentire vano ogni mio progettare, realizzare, immaginare, contestualizzare, argomentare, sposare e amare, mi buttano in una palude dove tutto sembra illusione e niente sembra davvero valere la fatica di alzarsi al mattino e spingere in avanti la giornata.
Certo l'essere diventata mamma ha assolutamente e completamente relativizzato questi momenti, per tante ragioni: tanto per cominciare è uno stato alieno al pensiero di un bimbo, essendo lui un'incarnazione ologrammatica di futuro, inoltre i miei "doveri" e desideri di cura e accudimento, dettati dall'amore, non possono buttarmi completamente nel vuoto esistenziale, sarebbe un falso... perchè la mia vita ha un significato altissimo già solo perchè ho delle figliole che mi amano e dipendono da me...
Oggi è uno di quei giorni, in cui altaleno tra un senso nauseante di insoddisfazione, una latente irritazione verso le richieste del mondo, un desiderio di non pensare (infatti la scelta di scrivere questo post nasce anche dal desiderio di uscire da questa sgradevole sensazione e, magari, offrire anche una via di uscita o di senso, per altre persone che, talvolta, provano queste mie stesse sensazioni).
La voglia è semplicemente di non essere, perchè dormire non è sufficiente, nessuna voglia di fare, ma neanche di non fare, nessun desiderio, apatia e aneliti vaganti, mille idee di realizzazione, nessun passo nella volontà, nessuna voglia di parlare con gli altri, nessuna voglia di restare sola, disappartenenza, disistima, non accettazione di sè... sono quelle circostanze nelle quali non mi interessa neanche ascoltare musica (e questo è un pessimo segno, perchè io adoro accompagnare la mia vita da una colonna sonora, sempre scelta e pensata).
Inutile indagare le ragioni o le cause di questo stato, molto spesso non ce ne sono, oppure ce ne sono molte... credo che sia una sensazione pienamente umana, come un senso di separazione da...
da cosa? dal cosmo? dall'altra metà della mela? da Dio? dall'unità? 
Oppure è una percezione troppo viva della finitezza della vita, una consapevolezza di morte mentre si è in vita?
Oppure è un desiderio ancestrale di strappare il tempo e riconoscere a piene mani, con gli occhi, con il corpo, con i pensieri, con la vita che l'unica cosa che possediamo è il presente ed è infinitamente effimero, caduco... "come d'autunno sugli alberi le foglie"... come Soldati, non nelle trincee, non contro un nemico, ma contro la nostra indolenza, incapacità, ignavia, pigrizia............ una lotta al secondo per superare la forza di gravità ed essere uomini, sollevare la testa e guardare il cielo....
Ecco probabilmente tutte queste ragioni insieme... e domani è un altro giorno, e le mie piccole ancora non sentono tutto ciò, sono nella vita, in un flusso, nell'ordine dell'amore... ed ogni giorno prego di riuscire a donare loro la forza di alzare la testa e di esserci per ogni giorno disumano che attraverseranno... e questo è un bellissimo significato per la vita, insieme a tanto altro: costruire quotidianamente un cenacolo culturale, relazioni, affinità (elettive e non)... è una fatica che vale... e per questo sono salva... e talvolta è bello, allora, indugiare in questo sentire...

2 commenti:

  1. Grazie, Daniela, hai dato parola alle mie sensazioni!

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    Risposte
    1. Grazie a te Merlu'...
      cercare e trovare risonanze è sempre un toccasana.
      ciao Daniela

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