...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







giovedì 6 aprile 2017

Perchè sono diventata una pedagogista?

Inenarrabile la concentrazione dei pensieri su di sè... ma in questi giorni lo studio, di me, del mondo del funzionale, delle strutture, delle sostanze ma anche delle forme... mi ha richiamato al mio percorso, alla mia biografia, alla mia professione (o talento?)
Mi sono avvicinata al mondo dell'infanzia non in modo convinto e deciso, non era la mia ambizione di bambina e ragazza. In verità anelavo a diventare una scrittrice, una cantastorie.
La vita, le peripezie, le vicissitudini e le condizioni karmiche mi hanno indirizzato vagamente ma decisamente.
Tutto è cominciato con un lavoro da baby sitter mentre facevo le superiori.
Era un lavoro intenso e continuativo: tutti i pomeriggi mi occupavo di una bimba di 3 anni e di suo fratello di 7. Preparavo loro la cena, gli facevo il bagno, li aiutavo nei compiti, trascorrevamo insieme il tempo dopo la scuola. E' stata una situazione strana, un pò come essere mamma a 18 anni, ma l'effetto su di me è stato diverso, mi ha incuriosito e indirizzato verso degli studi rivolti all'infanzia.
Ho scelto la via della Pedagogia un pò per caso ed ho trovato un terreno del possibile, una passione infinita per lo studio dei processi che attraversano ogni cosa: non solo per i bambini, non solo per la scuola, non solo per insegnanti. La pedagogia studia come è costruito il mondo, la pedagogia ragiona sulle relazioni, sulla sociologia, sull'antropologia, sull'efficacia, sui risultati attesi, sulla verifica e sulla valutazione, dei microsistemi e dei macrosistemi e sulle loro connessioni.
E' come se la pedagogia fosse la "prassi" di tutto questo e ne regolasse il funzionamento.
Ho studiato, ho lavorato con i bambini, ho incontrato persone, ho lavorato con educatori, ho approfondito, sono diventata mamma, ho patito e capito attraverso le mie figlie, ho sradicato gli idealismi e ho compreso (preso dentro di me) un linguaggio della pedagogia
Il linguaggio dello "Sguardo" pedagogico alla vita, 
al chiedersi il perchè:
delle azioni,
del mio sentire,
del sentire dell'altro,
degli incontri,
degli scontri,
dei ritardi,
dei momenti,
delle attese,
delle solitudini,
delle connessioni,
delle evidenze.
Questo "Sguardo" che rintraccia i fili d'Arianna che significano le esperienze e la vita stessa.
Diventa un'abitudine "ascoltare", onorare, accogliere la vita, sentire che mentre che passa fa rumore o suona... e  come ogni strumento ha un suo particolare ed unico timbro, così come per ogni essere umano, anche le biografie di ogni singolo essere umano, hanno un particolare e distintivo timbro.
La Pedagogia è sempre maieutica, quando è vera, favorisce le integrazioni dei diversi sè per portare alla propria speciale ed universale unicità.
Ringrazio quei due bimbi che ho accudito a 18 anni, ricordo i loro sorrisi, i nostri momenti, la loro casa, il loro tempo, il mio tempo, il nostro tempo.
Grazie

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