...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







mercoledì 4 aprile 2018

Siamo interi, siamo umani...

Nelle diverse vicissitudini di questi ultimi giorni, che hanno visto mia madre protagonista di una staffetta (tra vita e morte) in diversi reparti ospedalieri, oltre alle implicazioni emotive (non da poco aggiungerei), mi sono trovata (mio malgrado) ad osservare molto da vicino la realtà odierna della medicina.

Mi sono ritrovata a rincorrere un pensiero a cui tengo molto: negli ultimi lunghi periodi ho speso molti pensieri e parole in merito alla frammentazione dell'infanzia e delle agenzie educative (intenzionali o meno che siano); in verità ho scoperto, amaramente, in questi giorni che la frammentazione è diffusa come un virus, in ogni ambito della nostra vita.
Ah! Non è bello ciò, riconoscere che l'umano è fatto a pezzi, in virtù di cosa poi, è qualcosa che mi addolora molto.
L'età vetusta della mia mamma ha fatto sì che, man mano che si prodigavano per curare un suo malanno (per la precisione abbiamo iniziato con degli abbastanza banali calcoli) hanno mandato in tilt alcuni dei suoi sistemi vitali, per farla breve: intervenendo sull'apparato digerente, il sistema del ricambio è impazzito, il disequilibrio dei liquidi ha messo in difficoltà la respirazione e per finire il cuore ha cominciato a dare i numeri. 
Certo, il senso comune dirà, una vegliarda di 82 anni è ovvio che incorra in tali rischi...
Non è proprio così in verità: il problema è che siamo in un'era di così alta specializzazione che nessun medico riesce ad immaginare delle diagnosi, attuare delle cure e pensare la persona un domani.
Mi sono accorta (sulla pelle della Mami) che è proprio vero: i dottori ci trattano come degli enormi organi da organizzare. Non delle persone, non delle storie, non un'unità di sistemi, ma un grosso organo (a seconda del reparto dipende o un fegato o un cuore o uno stomaco o un rene). 
Di fronte alle mie richieste insistenti, dove chiedevo ai medici di proiettarsi qualche giorno in avanti, ognuno di loro rimandava all'altro specialista: che le posso dire io sono un gastroenterologo non posso dirle della situazione cardiaca, e l'altro... che le posso dire della pancreatite, io sono un cardiologo.
AH! E chi mai dovrebbe dirmi qualcosa su quella donna che si chiama Emanuela, che ha una lunga storia e una dignità tutta intera?
A chi mi devo rivolgere per confrontarci su cosa è meglio fare nel breve termine e a lunga scadenza? Pensando a questa donna provata, affamata, debilitata, spaventata.... a chi devo rivolgermi? 
E non voglio fare un post di lamentela sulla medicina o sull'ospedale di turno, non è questo il punto.
In verità le persone, i medici, gli infermieri, gli operatori, si sono prodigati (quasi tutti) in ogni modo, quella che manca davvero è una visione di Uomo tutto intero, fatto di corpo fisico e di psiche! Non voglio nemmeno scomodare concetti (che poi concetti non sono) come anima o spirito. Pur rimanendo nel mondo concreto di corpo e psiche siamo fatti a pezzi.
Così come a scuola, anche nella medicina, esistono i protocolli, gli standard, dentro i quali le Persone si devono scorticare, comprimere, adattare pur di riuscire a farseli andare bene, questi protocolli.
Ci hanno imbrogliato con l'accezione negativa alla parola DISCRIMINAZIONE perchè non siamo tutti uguali: ognuno di noi ha un bisogno, un tempo e un modo di porsi nel mondo e io credo fortemente che ogni operatore (sanitario, educativo, umano) dovrebbe discriminare il proprio comportamento in base al soggetto che si trova davanti, non secondo uno standard.
Non sono qui a puntare il dito su nessuno, tutt'altro, vedo la grande fatica di infermieri, maestri, dottori, educatori, genitori... da dove nasce tutta questa fatica?
Dalla spersonalizzazione, dalla disumanizzazione, dalla frammentazione, dall'incapacità di DISCRIMINARE il giusto dallo sbagliato, il bello dal brutto, l'azione dal risultato.
Non ho soluzioni in mano (anche qui come per l'educazione), non sono medico e non sono neanche sufficientemente saggia... quello che sento però è che le persone hanno voglia di compromettersi un pò di più, dottori che si commuovono, infermieri che fanno più di quanto richiesto, insegnanti che si mettono in rete, educatori che si inventano nuovi stratagemmi ogni giorno... 
Questa frammentazione deve almeno essere vista, almeno riconosciuta nella sua pericolosità... 
Il rischio più grande è quello di sembrare una persona che naviga contro il progresso (e questo non c'entra nulla), in verità il progresso dovrebbe essere al nostro servizio e non viceversa, perchè quello che accade è proprio questo: il progresso, la capacità di sezionare, di misurare, di valutare, sempre più approfonditamente e precisamente ci hanno fatto perdere ciò che più di divino abbiamo: l'interezza ... fisica, emotiva, psichica, animica, spirituale............volevo dirlo!

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