
Sono giorni molto intensi,
vedo TANTISSIME persone, più del solito, e in aggiunta, posso dire, sono quasi
tutte persone nuove, mai viste. Mi sto mischiando, incontrando, tastando e
incrociando con numerosissimi eterici altrui, persone agitate, speranzose,
spaventate, così ansiose sulla performance che non riescono, appunto, a tirare
fuori quello che sanno (la maggior parte), Guardo queste ragazze (più o meno
giovani) che annaspano nei loro pensieri, nei loro saperi e nelle più remote
paure, per cercar di rispondere a quesiti semplici (in verità, legati al buon
senso), senza soffermarsi a pensare, a dare fiducia alle proprie conoscenze,
alle proprie idee, a se stessi. E tirano fuori pochissimo, per lo più
agitazione.
Sempre in questi giorni mi
sono dedicata con un certo impegno nella pittura, in contesti diversi, con
maestri e compagni diversi e anche lì ho sentito come una fatica a tirare
fuori, penso alle circonvoluzioni di colore che metto nei miei dipinti (come mi
ha fatto notare la maestra d’arte Letizia) e come queste circolarità siano
movimenti concentrici e contratti della mia interiorità che stento a tirar
fuori, così tanto che si ripercuotono sul fisico, sulla mie forme e sul mio
benessere.
Mi è venuto in mente il
pensatoio di Silente, quando tirava fuori con la bacchetta magica quei rigoli
di fumo che erano ricordi, più o meno antichi, che riponeva in questa larga
anfora che ribolliva. Mi sembra come se la mia mente (e il mio cuore) fosse
ricolma di affannosi pensieri, connessioni da inseguire, frammenti da
ricollocare e significare, sincronie da cogliere, progetti da immaginare,
ricordi da depositare e sequenze da rispettare…
Tutto gira vorticosamente nella
mia interiorità e credo fortissimamente che io debba tirarla fuori con ordine,
coraggio e volontà. Difatti nel corso della giornata il mal di testa è
diminuito notevolmente, durante i colloqui ho disegnato molto, intensamente e
con grandi sfumature di forme e colori, ho scritto e rielaborato (sono anche
andata in bagno)… insomma ho tirato fuori un po’ di cose e il mal di testa mi
ha dato un po’ di tregua, si è attenuato il martellamento e mi sento meno
attanagliata.

Mi rendo conto,
anche, che è il tema di questo periodo, che c’è una grande similitudine sulla
digestione/assimilazione e metabolizzazione: del cibo, delle sensazioni, delle
emozioni, dei pensieri, delle esperienze, delle relazioni, delle azioni… e via
dicendo. Ho una vita molto ricca ed è necessario che io impari a tirare fuori,
lasciare andare, sensatamente dimenticare… e forse tutto scorrerebbe più
semplicemente….
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