...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







martedì 11 ottobre 2016

Aspettare invece che divorare...come liberarsi dalla compulsività

 E' qualche settimana che mi gira per la testa di voler scrivere qualcosa sulla compulsività, perchè credo fermamente che la nostra attuale società (occidentale) ne sia affetta in larga misura.
In  diverse occasioni, parlando con persone più o meno razionali, più o meno sane di mente, più o meno adulte, più o meno responsabili delle loro azioni e delle loro parole, mi è balenata questa parolina nei pensieri: sei compulsivo!
Perchè il nocciolo sta proprio in quel "più o meno"!

Ma andiamo per ordine, cominciamo a cercare una definizione di questo termine:


com-pul-sì-vo

SIGNIFICATO - Di atto che non si può frenare

È una parola con un significato scientifico preciso: l'atto, il comportamento compulsivo, in psichiatria, è un automatismo irrefrenabile, praticamente subìto da chi lo compie, strettamente legato alle casistiche dell'ossessione - un pensiero intrusivo che si manifesta indipendentemente dalla volontà della persona. 

Questa vicenda del pensiero intrusivo che si manifesta mi ricorda tante persone che conosco. 
Indipendentemente dal ruolo, dal tipo di relazione, dalla logica e aggiungerei dalla fiducia, mi capita spesso che le persone ricadano ripetutamente in comportamenti anomali, persecutori, maniacalmente assertivi.
E come dicevo tutto gira intorno a quel "più o meno", perchè ognuno di noi ha le proprie piccole manie che si gestisce fra sè e sè, delle abitudini che ci fanno stare bene, un'idea che ci accompagna, diventa compulsivo quando ha la pretesa di essere condiviso e manifestato, indipendentemente dalla volontà di chi ci sta di fronte.

E qui veniamo ad un'altra sfaccettatura della "compulsività", la sua radice latina

dal latino: compulsare spingere con violenza, intensivo di compellere spingere.

I compulsivi, infatti, spingono letteralmente gli altri dove vogliono loro, non ammettono repliche e sono disposti a tutto.
Sai che bell'affare!

Ho in mente persone che mi ripetono la stessa frase 8 o 9 volte, le questioni possono essere solo due: o sono compulsivi o credono che io sia imbecille... non so cosa sia meglio.
Purtroppo per loro (e anche per chi sta loro intorno), è vera la prima ipotesi, perchè manifestando generosamente di aver compreso il messaggio, ribadendo e annuendo, loro continuano (ossessivamente appunto) a ripetere quei due o tre concetti di cui vogliono parlare come dei dischi rotti. Ho notato che non è saggio farglielo notare perchè si offendono (quel tratto persecutorio di cui parlavo). Bisogna rassegnarsi (se non si vuole offenderli) e far buon viso a cattivo gioco e aspettare che abbiano finito, è utile trovare delle strategie attive per liberarsi (telefonate improvvise, tossi asinine, malori inspiegabili)

Ho in mente altre situazioni dove si scatena l'ansia da controllo, queste persone hanno necessità di programmare ogni cosa e producono un'infinita serie di tabelle di ogni genere, quelle dei massimi sistemi, quelle delle entrate e delle uscite, quelle della spesa, dei pasti consumati, dei controlli, degli esami... tabelle excel per ogni cosa. 
La cosa peggiore è che, spesso, richiedono anche agli altri di produrne o quantomeno di compilarle (celermente grazie), perchè se sei così primitivo da non usare le tabelle, ti guardano con una certa commiserazione e si offrono di preparartele (asserendo che la nostra vita migliorerà).
Come nel caso precedente non si può sfuggire al compulsivo da controllo, perchè manderemmo in tilt il suo ordine del mondo e potete esser certi che non ve lo permetterà. Ascolterà il vostro pensiero divergente, vi darà anche qualche contentino rispetto alla bontà del nostro modo "artistico" di pensare e da lì a poco ve lo catalogherà... in una bella tabella. (nelle caselle excel si può anche scrivere... se proprio è necessario).

Oppure ci sono i compulsivi della risposta giusta a tutti i costi: indipendentemente se si parli della fisica quantistica, della ricetta della torta paradiso, degli stadi di evoluzione della terra, delle pellicine delle unghie o delle derivate, queste persone hanno sempre un loro punto di vista, un amico che ha detto loro qualcosa, un articolo letto su internet e via dicendo. (Ammetto che in questo gruppo un pò mi ci riconosco, ho sempre qualcosina da dire su moltissimi argomenti e mi faccio poco i "casi" miei, non so se risulto compulsiva...).
In verità il compulsivo non ammette replica, è assolutamente certo che il suo punto di vista sia perfetto e tutti gli altri siano dei folli, ignoranti... etc (ed io in questo non mi riconosco, ho sempre una mia idea sulle cose, ma non pretendo che sia corretta e rispetto le idee di tutti, quasi sempre).

Un gruppo interessante è quello dei compulsivi  salutisti, della forma fisica, della mania della magrezza e dell'apparenza.
In verità condivido pienamente il fatto che sia necessario prendersi cura del proprio corpo e della propria salute, ma senza che diventi un'ossessione, quasi una religione, una pratica dogmatica dalla quale non posso mai esimermi (pena la caduta del mondo?).
I salutisti sono sempre pronti a sottolineare la tua incongruenza (e brava non ti tingi i capelli e poi fumi? Non mangi il glutine e poi ti mangi le patatine? e via dicendo). Sono quelle persone che fanno una fatica esagerata a mantenere i limiti che si sono autoimposti e per questo riempiono di fiele tutti quelli che sanno concedersi qualche deroga... (di questo purtroppo io sono esperta e quindi sono sempre bersaglio dei congruenti ed integerrimi salutisti). 
Tra loro ci sono quelli che ritengono la ciccia aberrante (e vogliono comunicartelo ogni volta che ti vedono), ci sono quelli che si ammazzano di sport e, carichi di antidolorifici, continuano a praticarlo anche quando sono spezzati in due (e detestano i sedentari). Ci sono poi le donne che non possono uscire di casa senza trucco e persone che preferirebbero la fame per inedia piuttosto che uscire in tuta.

Un'altra serie di compulsivi sono quelli che devono sempre portare avanti la giustizia, l'onestà, il senso del dovere e l'onore. Per carità sono tutti ottimi valori, il problema (come sempre) è l'esasperazione, perchè questo tipo di compulsivi non portano avanti queste virtù per se stessi, ma si indignano se gli altri non sono altrettanto rigorosi ("non è giusto" è la loro frase). Li senti spesso lamentarsi, dichiarano in continuazione cosa fanno, come si fa e perchè lo si fa e giudicano chi si comporta diversamente. Quindi il loro bisogno, in verità, è di tipo sociale, di riconoscimento e l'abito dei valori è appunto un abito, qualcosa che offre sicurezza, perchè chi si dedica ai valori non ha bisogno di declamarli e non si lamenta degli altri.

E poi ci sono i compulsivi sulla paura dello straniero, del tutto e subito, della pulizia, delle bollette da pagare se no arriva equitalia, della macchina senza un alone, della fine del mondo, delle profezie e della proprietà privata (guarda che il tuo vaso tange la mia mattonella). 
Insomma siamo una società che vuole immediatamente il soddisfacimento dei propri bisogni con una scarsa consapevolezza sui "veri" bisogni e sull'io altrui.

E in tutto ciò spicca un'altra serie di compulsivi, sono quelli che devono comandare, decidere loro, indirizzare, governare, insomma, essere sopra gli altri.
Questi sono i peggiori, la nostra classe politica è fatta di questi individui, dimenticano la missione popolare di amministrare la "res pubblica", ovvero la "cosa pubblica", e invece vogliono lasciare la propria impronta, determinare il mondo circostante con il proprio ego.
E in questo turbinio di potere i poveri sudditi devono correre come formiche a ricreare il regno a seconda del capriccio del nuovo tiranno arrivato.
Perchè in teoria non dovrebbe esserci nessuna differenza tra sinistra e destra, tra prima e dopo, prima viene l'amministrazione dei servizi, del territorio, della popolazione, poi l'indirizzo di pensiero... e questo si può fare solo attraverso l'ascolto, ma  il compulsivo risponde solo alla propria insistente voce interiore.

E come dicevo, questo "spingere" gli altri al nostro volere sta sempre di più creando una società dove vale il bisogno individuale rispetto alla collettività, perchè la compulsività non ammette attese, deroghe, possibilità.

Cosa possiamo fare? Ognuno di noi ha le sue grandi o piccole ossessioni, credo sia necessario imparare un pò più di tolleranza e amore e cercare di allenare la nostra capacità di aspettare...

aspettare, magari il nostro bisogno si placa;
aspettare il tempo degli altri;
aspettare a rispondere (il classico dormirci sopra... spesso la notte porta consiglio);
aspettare la risposta degli altri, se facciamo silenzio forse arriverà;
aspettare con fiducia, perchè nessuno arriva prima da nessuna parte, la vita è un percorso tutto da godere, non una meta da raggiungere.


E ricordarsi sempre che quello che non è arrivato oggi potrebbe arrivare domani
aspettare...invece che divorare!

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