...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







lunedì 15 ottobre 2012

Elogio del fuoco



È arrivato il vento freddo. L’autunno si è risvegliato con tutto il suo vigore e in questi pomeriggi uggiosi è tornato vivo e scoppiettante il nostro amato camino. Ogni volta che mi adopero per accendere il fuoco mi sento un po’ primitiva. Ci vuole molta cura per governare il fuoco. Tanto per cominciare bisogna disporre la legna in modo che ci sia un buon passaggio d’aria (fondamentale perché la fiamma possa prendere vita). Un caro amico con esperienza da boy scout mi ha insegnato un trucco (semplice ma geniale): invece di utilizzare gli alari che occupano inutile spazio è più utile sistemare due bei tronchi ai lati, in modo che due estremità convergano verso la parete dietro del camino (come a formare i lati di un triangolo isoscele); a questo punto nel mezzo (nell’angolo del triangolo) è possibile sistemare piccoli legnetti secchi, pigne e pagliuzze e munirsi di un po’ di tempo e pazienza. L’operazione è delicata, bisogna amorevolmente curare la piccola fiammella, soffiando con un bastoncino di nocciolo cavo (debitamente preparato) e aggiungere pian piano ramoscelli. È una magia, è proprio in questo momento, quando la fiammella comincia decisa a ballare davanti ai miei occhi che mi sento una donna primitiva: ecco il fuoco!!!! Ogni volta una magia nuova. A questo punto con delicatezza è possibile adagiare un legno un po’ più grosso (non sulla fiamma che si spegnerebbe) ma sospeso come un ponte tra i due tronchi laterali. Questo metodo è fantastico, è come fare una treccia. Man mano sostituisco un tronco laterale con uno nuovo e quello che tolgo (già ben bruciacchiato e rovente ma non ancora esaurito) lo sistemo nel mezzo. In questo modo il fuoco è sempre allegramente scoppiettante e attivo, manda luce e calore nella casa ed è un fido amico di queste stagioni.

Il fuoco e il camino richiedono costanza, amore e perseveranza. È necessario procurare la legna per tempo (nei mesi estivi) per averla ben secca, bisogna accatastarla e ripararla e quotidianamente (poi) trascinarla in casa per le quattro rampe di scale di casa nostra :\
Inoltre bisogna approfittare del vento secco e delle giornate soleggiate per andare nei boschi a fare fascine di legnetti (indispensabili per poter accendere il fuoco). Insomma capisco perché il riscaldamento e i termosifoni abbiano preso così tanto piede: è molto comodo alzare una levetta e velocemente scaldare la casa. Però l’esperienza mi ha insegnato che tutto ciò che è comodo ha un prezzo straordinario. Rinunciare al calore tutto particolare del fuoco è come rinunciare alla vita. Il fuoco insieme alla legna brucia anche i pensieri negativi, porta luce e danza, suono e compagnia. Certo in questa stagione la nostra famiglia ha un inconfondibile odore di camino nei vestiti, ma io lo adoro, ogni volta che lo sento mi si attiva un fantastico sentimento di appartenenza. Inoltre tutte queste operazioni di cura, queste sequenze fondamentali e questo elemento della natura (il fuoco) sono delle vere e proprie carezze per l’anima, quindi governare il fuoco e portare luce arancione nella propria vita è un modo fondamentale per fare una sanissima e piacevolissima auto – terapia. :)

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