È
arrivato il vento freddo. L’autunno si è risvegliato con tutto il suo vigore e
in questi pomeriggi uggiosi è tornato vivo e scoppiettante il nostro amato
camino. Ogni volta che mi adopero per accendere il fuoco mi sento un po’
primitiva. Ci vuole molta cura per governare il fuoco. Tanto per cominciare
bisogna disporre la legna in modo che ci sia un buon passaggio d’aria
(fondamentale perché la fiamma possa prendere vita). Un caro amico con
esperienza da boy scout mi ha insegnato un trucco (semplice ma geniale): invece
di utilizzare gli alari che occupano inutile spazio è più utile sistemare due
bei tronchi ai lati, in modo che due estremità convergano verso la parete
dietro del camino (come a formare i lati di un triangolo isoscele); a questo
punto nel mezzo (nell’angolo del triangolo) è possibile sistemare piccoli
legnetti secchi, pigne e pagliuzze e munirsi di un po’ di tempo e pazienza. L’operazione
è delicata, bisogna amorevolmente curare la piccola fiammella, soffiando con un
bastoncino di nocciolo cavo (debitamente preparato) e aggiungere pian piano
ramoscelli. È una magia, è proprio in questo momento, quando la fiammella
comincia decisa a ballare davanti ai miei occhi che mi sento una donna primitiva:
ecco il fuoco!!!! Ogni volta una magia nuova. A questo punto con delicatezza è
possibile adagiare un legno un po’ più grosso (non sulla fiamma che si
spegnerebbe) ma sospeso come un ponte tra i due tronchi laterali. Questo metodo
è fantastico, è come fare una treccia. Man mano sostituisco un tronco laterale
con uno nuovo e quello che tolgo (già ben bruciacchiato e rovente ma non ancora
esaurito) lo sistemo nel mezzo. In questo modo il fuoco è sempre allegramente
scoppiettante e attivo, manda luce e calore nella casa ed è un fido amico di queste
stagioni.
Il
fuoco e il camino richiedono costanza, amore e perseveranza. È necessario
procurare la legna per tempo (nei mesi estivi) per averla ben secca, bisogna
accatastarla e ripararla e quotidianamente (poi) trascinarla in casa per le
quattro rampe di scale di casa nostra :\
Inoltre
bisogna approfittare del vento secco e delle giornate soleggiate per andare nei
boschi a fare fascine di legnetti (indispensabili per poter accendere il
fuoco). Insomma capisco perché il riscaldamento e i termosifoni abbiano preso
così tanto piede: è molto comodo alzare una levetta e velocemente scaldare la
casa. Però l’esperienza mi ha insegnato che tutto ciò che è comodo ha un prezzo
straordinario. Rinunciare al calore tutto particolare del fuoco è come
rinunciare alla vita. Il fuoco insieme alla legna brucia anche i pensieri
negativi, porta luce e danza, suono e compagnia. Certo in questa stagione la
nostra famiglia ha un inconfondibile odore di camino nei vestiti, ma io lo
adoro, ogni volta che lo sento mi si attiva un fantastico sentimento di
appartenenza. Inoltre tutte queste operazioni di cura, queste sequenze
fondamentali e questo elemento della natura (il fuoco) sono delle vere e
proprie carezze per l’anima, quindi governare il fuoco e portare luce arancione
nella propria vita è un modo fondamentale per fare una sanissima e
piacevolissima auto – terapia. :)
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