...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







martedì 20 novembre 2012

Elogio del brodo vegetale



Una delle mie attività zen (ovvero che mi rilassano e svuotano la testa di pensieri turbinanti) è cucinare. Quando ho tempo, possibilità di sbizzarrirmi e voglia di spadellare la cucina diventa un bellissimo atelier creativo dove manipolare alacremente con le bambine impastando, tagliuzzando, tritando, mescolando, accarezzando, spruzzando, assaggiando e decorando. 
Questa passione è nata molto presto, sin da bambina mi sono cimentata nella preparazione di manicaretti consultando avidamente il mio primo libro di cucina: il manuale di nonna papera. La famiglia mi faceva da cavia ed io preparavo chiacchiere, biscotti e pizzette pasticciando felice e devastando la cucina. Nella tradizione culinaria della mia famiglia non erano presenti ne brodi ne risotti, quindi, quando sono cresciuta e ho voluto ampliare la produzione di pietanze, ho cominciato ad utilizzare il famigerato “brodo di dado”. 
Ci sono voluti alcuni anni perché mi rendessi conto che quell’agglomerato sospetto rendeva qualunque piatto di un unico monosapore industriale. Ho scoperto, quindi, l’acqua calda: perché mai dovrei prendere un concentrato invece di usare verdure saporitissime e fresche? Perché dovrei lasciare ad altri la fantasia di insaporire, speziare e condire? Cosa ci vorrà mai? Il brodo vegetale è la base di innumerevoli e gustose pietanze: risotti, besciamelle, verdure stufate, minestre, pastine… si fa presto a dire pastina in brodo, possono esserci innumerevoli sapori distinti in una semplice “pastina in brodo” serale; c’è grande differenza se nel brodo metto il sedano o il pomodoro, oppure se metto dell’alloro piuttosto che del timo… insomma la bellezza sta nel poter scegliere i sapori da gustare. Quello del gusto poi è addirittura un fattore secondario, nel famigerato dado quali oscuri prodotti, addensanti, conservanti e aromi anonimi metteranno? Il nostro povero organismo quale immenso lavoro dovrà fare per metabolizzare queste sostanze chimiche per poter digerire una “semplice pastina”? E dire che fare un bel brodo vegetale è davvero una gran banalità: basta un bel gambo di sedano (o un pezzettino di sedano rapa), una bella carota, una cipolla media e magari una zucchina, sale e un goccio d’olio extravergine, tutto in una bella pentola d’acqua fredda. Tutto qui, se voglio posso aggiungere un’erba a piacere (erba cipollina o timo o maggiorana…).
Lascio sobbollire a fiamma bassa per mezz’oretta e il mio brodo è bello e che pronto: saporito, naturale, fresco e ricco di sostanze nutritive. Come è possibile che una massaia media si sia lasciata strappare quest’arte alchemica così sopraffina da un’insulsa e relativa comodità!! Come già dissi la comodità ha un caro prezzo… Cosa ci vuole a mondare e tagliare quattro verdure? Il brodo poi cucina da solo… una questione di velocità? Ma dai in mezz’ora (il tempo di una doccia rientrati da casa) e il brodo è pronto…
Ovviamente il brodo è personalizzabile secondo il proprio gusto, il pomodoro lo rende molto saporito come anche  la batata e il sedano. La patata lo addensa un pochino (ricordarsi sempre di non conservare la patata cotta e quindi anche il brodo perché ossida alla svelta), porri e lattuga lo rendono molto diuretico e via dicendo… insomma avere il nostro bel pentolino che sobbolle in cucina e riempie la casa di un odorino che fa tanto “casa dolce casa” è un’abitudine che consiglio a tutti: buon profumino e buon appetito.

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