Mi
sento molto stanca. In questi giorni sto lavorando molto prima per bazar, poi organizzare
incontri, gruppi, l’ufficio, i conti di casa… ed ho trascurato un po’ la casa.
Quanto
mai… lei ha preso il sopravvento, l’entropia in tutte le sue forme si è
impossessata di ogni angolino libero della casa, degli armadi, della cesta dei
panni, della mia borsa, dei miei conti e del mio sonno.
È
misteriosa questa cosa, non appena si smette di fare un certo lavoro di volontà
e/o rigore, l’entropia serpeggia silente ma repentina, discreta ma invasiva e
presto, a sorpresa, ci precipita nel dirupo del caos, nel regno della
destrutturazione dei tempi, degli spazi, del percepire e infine (ultimo anello
ma il peggiore) dei pensieri.
L’entropia
mi attira un sacco, essere consapevoli del fatto che ci sia una naturale
tendenza al disordine mi piace. Pensando al mandala tibetano: è in continuo
movimento, dalle terre nascono forme e le forme poi, con un soffio, in un
movimento, riportano alle terre… in un movimento continuo! Questo pensiero è
bellezza pura… l’eterno ritorno, i corsi e ricorsi, le spirali, i molteplici incontri
di sé… l’entropia per ordinarsi, orientarsi o illusoriamente placarsi necessita
di lavoro o di energia… proprio perché è movimento…
Quindi
l’ordine è stasi… quindi è interessante rivalutare il significato di disordine,
bistrattato da un giudizio di valore semantico. È mi piace tuffarmi nell’idea
che la teoria del caos e l’effetto farfalla siano pensieri scientifici e divini
contemporaneamente. Si corre come dannati credendo di inseguire l’equilibrio… ovvero
la stasi? In realtà siamo in cerca di movimento, di conoscenza, di contatto, di
essenza e quindi siamo tutti tendenti all’infinito verso l’entropia.
Grazie a
tutti di essere con me come un sol respiro all’essere, insieme, l’umanità.
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