...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







domenica 24 aprile 2016

A proposito di biografia

Ci siamo quasi, a fine mese, si terrà il consueto seminario di biografia tenuto da Anna Mattei, pedagogista ed antroposofa, esperta in astrosofia.
Sono ormai alcuni anni che, un paio di volte l’anno, facciamo con lei degli approfondimenti tematici sulla biografia individuale e ogni volta è una ventata di energia e nutrimento interiore.
Lavorare sulla biografia (non solo la propria ma anche sui meccanismi archetipici che la governano), porta significato e valore agli eventi della nostra vita, favorendo una comprensione più ampia e un’accettazione del proprio destino o karma che dir si voglia.
Nella parola accettazione non bisogna sentire il sapore amaro che potrebbe essere associato all’idea di rassegnazione, bensì è da intendersi come un processo che porta alla gioia, alla contentezza, alla consapevolezza che quel che ci accade è frutto di una grande saggezza, che ogni evento è sensato e significativo e va collocato in un disegno più ampio che offre valore a ogni istante del nostro esistere.
In altre parole lavorare sulla biografia ed utilizzare questi saperi nella quotidianità aiuta ad orientare le proprie forze del cuore, favorisce l’assunzione di responsabilità del proprio sentire e la presa in carico dello scenario emotivo che costruiamo intorno a noi.
Spiego meglio cosa voglio dire. 
Gli eventi della mia vita non posso programmarli, se accade ad un certo momento di vivere un grosso lutto personale, che qualcuno vicino a noi, ad esempio, muore repentinamente, non è nel mio potere modificare questo evento, neanche prevenirlo.
Quello che invece è nel mio potere è di cercare e trovare le ripercussioni (buone o cattive che siano) di questo particolare fatto nell’insieme della mia vita. Posso onorare il mio dolore e la mia perdita approfondendo le risonanze che porta e porterà nella mia storia, riconoscendolo come un fatto di vita che mi riguarda, come qualcosa che “costruisce”, insieme a tutti gli altri avvenimenti della mia vita, la mia biografia.
Lo dico sempre, il dolore e la sofferenza che portano con sé fatti gravi nella vita non c’è bisogno di coltivarli, vengono da sé e, molto spesso, la sofferenza invade completamente il nostro esistere. 
Soffermarsi invece a riflettere sui lati “positivi” (e ce ne sono sempre), su quali doni identitari potrò contare dopo questa intensa esperienza è uno sforzo che non arriva naturale, bisogna coltivarlo. 
La ricerca di questi doni è in buona sostanza il mio libero arbitrio. 
È questo che posso scegliere davvero, come sentirmi, cosa provare, come integrare nella mia vita le risonanze dei fatti (posso farmi deprimere totalmente o cercare di “cambiare direzione” e trovare la forza di liberarmi di tutto quello che non mi piace della mia vita, posso ricostruirmi sempre come persona “nuova”).

Sembra un lavoro difficile (e in alcuni momenti lo è), però diventa un’abitudine, una sensazione, un modo d’essere, dopo qualche tempo che si comincia a ragionare sugli archetipi di vita, sulle risonanze con le altre persone, sulla sincronicità e, soprattutto, sull’amore e la fratellanza, rendendoci conto che siamo tutti collegati  tra noi e alla terra, dopo un po’ diventa spontaneo, naturale e la qualità della vita (o meglio del mio sentire) cambia in meglio.

Il primo approccio alla sostenibilità, ai diritti umani, al rispetto degli animali e la natura, dovrebbe nascere dal riconoscersi facenti parte di un tutto, di un disegno (bellissimo) dove ogni uomo dovrà aspettare ogni altro uomo, dove la mia felicità dipende dalla felicità dell’altro, dove la completezza evolutiva passa dall’evoluzione di tutti quanti.

Sono parole grandi, importanti e, in qualche modo difficili, però si riconosce velocemente quando, passato “il mezzo del cammin di nostra vita”, arriva la necessità di voltarsi indietro e fare un bilancio, guardare alla nostra storia cercando di trovarvi un disegno, un significato, una rappresentazione.
Studiare la biografia offre dei codici di accesso per comprendere e intuire questo disegno.
Ovviamente non bisognerebbe infilarsi in schemi rigidi e poco flessibili, bisognerebbe  sempre ricordarsi che la nostra biografia è un organismo vivente e come tale ha bisogno di cure, nutrimento e, soprattutto, di cambiamento. Quello che è vero oggi per me, potrebbe non esserlo domani. Per fugare il pericolo di essere banderuole al vento senza contatto con la realtà o senza responsabilità sulle proprie azioni, è necessario comprendere (cioè prendere con sé) ogni momento di vita e dargli valore, ogni incontro, ogni situazione, ogni variazione, ogni anelito, ogni desiderio, ogni sconfitta, ogni gioia, ogni dolore, ogni istante è un rispecchiamento, un rilucere della nostra appartenenza divina, al nostro essere un pezzo della terra e del cielo.

Ci sono diversi modi di occuparsi di biografia.
Organizzare e partecipare a cenacoli culturali, attraverso il seminario di cui parlavo, o gruppi di studio periodici o confronti con altre persone sono ottimi metodi per esercitare quel lato intuitivo della comprensione e della visione d’insieme di sè (nello spazio e nel tempo).
Altri modi interessanti ce ne sono, come studiare le biografie di personaggi conosciuti, riconoscere l’altro come portatore di destino come me e quindi come un altro io pensante, amante, volente.

Un altro modo consiste nell'imparare ad astenersi dal giudizio di valore (questo è bello o brutto, giusto o ingiusto, buono o cattivo): le realtà, gli eventi e le persone stesse SONO punto e basta. 

Guardarli con un certo distacco mi consente di capire che PER ME è brutto o bello, che PER ME è giusto o ingiusto, che PER ME è buono o cattivo. Certo ci sono situazioni che possono essere un po’ oggettivate, ma se vado ben a guardare ogni fatto (anche quelli di cronaca) assumono sfumature e significati diversi se contestualizzati nel mondo, nelle esperienze e nella vita di chi ha vissuto quei fatti. Inoltre dovrei comprendere e sentire che, proprio perché molto spesso, o quasi sempre, non posso conoscere effettivamente tale contesto, dovrei sempre esimermi da emettere giudizi, e lasciare a chi conosce i dettagli e il contesto l’ardua sentenza di riconoscere (vagamente) la natura di un gesto altrui.

Tra una settimana alla Corte Dalì avremo questa bella immersione di arte sociale e studio biografico... non vedo l'ora cara Anna, donna del sentire, anima generosa.

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