Lunedì di buon mattino è arrivato
giovialone l’idraulico, e indorandomi la pillola, mi ha prefigurato un
intervento veloce e indolore.
La mattina sono rimasta a casa a
vigilare sull’operato, in cuor mio fiduciosa che tutto sarebbe passato presto.
Di lì a breve sono arrivati altri
omaccioni, un po’ meno sorridenti e un po’ meno rassicuranti! Infatti di lì a
poco è cominciato il tormento del martello pneumatico, la polvere e i
calcinacci.
Io e il cane Pepe ci guardavamo
sgomenti e un po’ spaventati. Lui si è rifugiato in un finto sonno,
accovacciato come un gatto sul divano, ed io mi sono “concentrata” in attività
sul portatile.
Sentivo gli omaccioni trapanare e
spaccare la mia casetta, vedevo l’idraulico un
po’ contrito quando mi guardava…
e, ammetto, sono stata felice di andarmene a prendere le bimbe a scuola e
rifugiarmi, insieme a loro e al cane Pepe, da mia mamma.
Le bambine erano festose e
contente, sono sempre felici di andare dalla nonna, io e Pepe eravamo afflitti.
Mi sono accovacciata come fanno i miei animaletti sulla poltrona della Mami e
ho fatto un lungo pisolo tormentato.

Lo so, sono una mamma apprensiva
e chioccia… ma ci sarà tanto tempo, nel quale le mie amate bimbe andranno nel
mondo senza che io possa accorrere nel loro tormento del cuore, finchè posso,
vorrei esserci sempre ad ascoltare e abbracciare ogni loro tormento… ma so che,
persino adesso, questa è un’utopia (sob).
Così messe a letto le bimbe,
salutata la Mami ,
preso Pepe, ci siamo diretti verso casa.
Beh non potevo certo immaginare
cosa avremmo trovato, buchi nel muro, polvere, detriti e pandemonio ovunque.
Sembra quasi che gli operai avessero aspettato che io uscissi per sfogare tutta
la loro operosità repressa, camminando ovunque, spargendo gesso e rudera…



Non ho parlato delle gattone… in
preda al terrore, hanno trovato nascondigli impensabili e solo di notte escono
miagolando, raccontandomi in miagolese e strusciamenti, degli omaccioni
terribili che avanti e indietro come furie, sbuffano ed emettono rumori e versi raccapriccianti. Povere
piccoline, immagino la loro paura con i martelli pneumatici, i trapani, le
picconate, i tubi… la
Teresina in particolare, scompare nel nulla, credo si
nasconda tra i pupazzi delle bimbe, con le pupille dilatate e il terrore della
fine del mondo, poi esce piatta, strisciando raso terra ad annusare l’ambiente,
miagolando insistentemente, chiamandomi, fino a quando non la carezzo
lungamente.

Dove finisce il mio volitivo,
determinato e risolutivo temperamento collerico nel momento del bisogno? Mi
sono presa dei fiori di Bach e attendo, fiduciosa, di riappropriarmi della mia
cuccia … mi sento tanto gatta Teresina…
Sto pubblicando... qualcosa va migliorando... internet ripristinato... non spaccano più ma ricostruiscono... coraggio famiglia mia... e come ho detto alle mie bimbe... casa è ... dove c'è chi ami...
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