pane fatto in casa con pasta madre |
Cucinare è un’attività molto interessante. In primo
luogo soddisfa, soprattutto nelle donne, una necessità primitiva di nutrire i
propri cuccioli e la famiglia. Oggi siamo molto lontani dalle necessità
primarie, ma tutte le mamme covano, inconsciamente, la tensione continua a
provvedere che nessuno dei “suoi” muoia di fame. È una cosa che ho compreso
grazie al bravissimo pediatra delle mie bambine: ricordo che in preda all’ansia
(come tutte le puerpere) pesavo la mia piccolina e segnavo maniaca le pesate prima,
dopo… purtroppo la mia piccolina non cresceva secondo gli standard previsti (da
chi? Un popolo di obesi dediti allo smodato uso di latti artificiosi e di
dubbia provenienza)… pur sapendo che “lo standard” è una bufala
democratico/commerciale istituito per creare diffusa inadeguatezza, sentivo la
sottile ansia impossessarsi delle mie vene, non ero pronta allo scatenarsi
ormonale del post gravidanza che ti riporta all’età della pietra con il
cucciolo da accudire. Come dicevo il mio saggio pediatra allora mi disse che
ero come tutte le altre mamme (io come tutti? Davvero? Beh quasi piacevole)
avevo paura che mia figlia morisse di fame. Risposi con un no deciso e lui mi
ributto lì un simpatico “Sicura?”. Mi fermai a pensare e trovai che forse aveva
proprio ragione e negli anni a venire è successo altre volte, cresce una
leggera inquietudine quando il piccolo decide di non mangiare, salta un pasto o
cose affini. Sapete cosa succede? Proprio nulla!!!
polpette di melanzane al forno |
Il lungo preambolo per meglio comprendere come nel
cucinare sono connesse innumerevoli inferenze di diverso genere.
In questa
pratica, quotidiana per molti anni della propria vita, si possono rispolverare
decenni di lotte femministe, secoli di abilità alchemica e l’eternità della
saggezza della natura. La cucina è una maestra sopraffina di vita: impastare,
accostare, stemperare, mondare, accarezzare, strizzare, ungere, rivoltare,
affettare, assemblare… mille verbi che portano a vere e proprie creazioni nuove
e quindi a meravigliose ed uniche forme d’arte.
La cucina si accompagna anche alle fasi della vita:
è molto diverso cucinare per ammaliare un uomo con le nostre qualità, piuttosto
che preparare una cena imbandita per “fare bella figura” con un gruppo di
ospiti, piuttosto ancora che occuparsi del nutrimento delle nostre creature o
ancora “mettere insieme” un veloce desinare per svuotare il frigo o finire in
fretta una giornata impegnativa. Ci sono periodi, quando si è single (felici o
meno di esserlo) in cui la cucina è un inutile accessorio della casa, dove ci
si trasforma in esseri aperitivori e spiluccanti nei bar e nelle case di amici.
Cucinare racchiude in sé molti ambiti
antropologici che si amplierebbero a dismisura se approfondissimo anche la
parte del consumo dei pasti (singolarmente o convivialmente), ma in questo
momento mi interessa in particolare soffermarmi nella parte prettamente
creativa dell’attività.
parmigiana prelibata |
Acquisita la
tecnica di base è cominciata per me la parte più divertente del cucinare,
infatti un'altra attività che adoro è dialogare e confrontarmi con amici e
avventizi. Il massimo del godimento è riuscire a fare le due cose
contemporaneamente. Ricordo quando la mia cucina precedente era solo un angolo
cottura in una zona di passaggio: mi ero dilettata a fotografare le
innumerevoli persone che avevo visto sedute sui gradini posti a fianco del mio
frigorifero. Ricordo profonde e significative chiacchierate, amene risate,
confessioni e rivelazioni, affermazioni di sé e impressioni sul mondo,
confidenze e lacrime, incontri e scontri. Ricordo i visi di queste persone e
ricordo me stessa intenta, nel frattempo, ad impastare deliziosi panzerotti, assemblare
succulente paste al forno, inventare nuovi sughi alternativi per pastasciutte
innovative…
piatti appetitosi |
Adoro cucinare e credo sia lo spazio/tempo più
ricco dove incontrare l’altro, dove innescare, attraverso il dialogo, un vero
cambiamento biografico (individuale o dell’altro).
È come se i mille verbi per descrivere le attività
della cucina possano essere tranquillamente trasferiti sull’anima delle persone
che hanno voglia ed hanno deciso di incontrarsi e darsi reciprocamente
qualcosa. Insieme, nella cucina, nel calore e nella trasformazione avviene
quindi una nuova creazione: l’arte dell’incontro.
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