...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







mercoledì 6 febbraio 2013

Cucina che passione: ovvero l'arte dell'incontro



pane fatto in casa con pasta madre






Cucinare è un’attività molto interessante. In primo luogo soddisfa, soprattutto nelle donne, una necessità primitiva di nutrire i propri cuccioli e la famiglia. Oggi siamo molto lontani dalle necessità primarie, ma tutte le mamme covano, inconsciamente, la tensione continua a provvedere che nessuno dei “suoi” muoia di fame. È una cosa che ho compreso grazie al bravissimo pediatra delle mie bambine: ricordo che in preda all’ansia (come tutte le puerpere) pesavo la mia piccolina e segnavo maniaca le pesate prima, dopo… purtroppo la mia piccolina non cresceva secondo gli standard previsti (da chi? Un popolo di obesi dediti allo smodato uso di latti artificiosi e di dubbia provenienza)… pur sapendo che “lo standard” è una bufala democratico/commerciale istituito per creare diffusa inadeguatezza, sentivo la sottile ansia impossessarsi delle mie vene, non ero pronta allo scatenarsi ormonale del post gravidanza che ti riporta all’età della pietra con il cucciolo da accudire. Come dicevo il mio saggio pediatra allora mi disse che ero come tutte le altre mamme (io come tutti? Davvero? Beh quasi piacevole) avevo paura che mia figlia morisse di fame. Risposi con un no deciso e lui mi ributto lì un simpatico “Sicura?”. Mi fermai a pensare e trovai che forse aveva proprio ragione e negli anni a venire è successo altre volte, cresce una leggera inquietudine quando il piccolo decide di non mangiare, salta un pasto o cose affini. Sapete cosa succede? Proprio nulla!!! 
polpette di melanzane al forno
I Bambini, qui in occidente, non muoiono di fame, i nostri bambini sono ben ipernutriti e con il pancino sempre pieno, fanno fatica persino a riconoscere il senso di fame perché siamo sempre pronte a riempirli (sin dall’inizio con il famigerato allattamento a richiesta che non consente di instaurare sin dal principio un sano rapporto con il cibo e quindi con l’affettività, il donare e il ricevere). Insomma il bisogno di nutrire è nel cervello primitivo della donna e bisogna farsene una ragione.

Il lungo preambolo per meglio comprendere come nel cucinare sono connesse innumerevoli inferenze di diverso genere. 
In questa pratica, quotidiana per molti anni della propria vita, si possono rispolverare decenni di lotte femministe, secoli di abilità alchemica e l’eternità della saggezza della natura. La cucina è una maestra sopraffina di vita: impastare, accostare, stemperare, mondare, accarezzare, strizzare, ungere, rivoltare, affettare, assemblare… mille verbi che portano a vere e proprie creazioni nuove e quindi a meravigliose ed uniche forme d’arte. 

La cucina si accompagna anche alle fasi della vita: è molto diverso cucinare per ammaliare un uomo con le nostre qualità, piuttosto che preparare una cena imbandita per “fare bella figura” con un gruppo di ospiti, piuttosto ancora che occuparsi del nutrimento delle nostre creature o ancora “mettere insieme” un veloce desinare per svuotare il frigo o finire in fretta una giornata impegnativa. Ci sono periodi, quando si è single (felici o meno di esserlo) in cui la cucina è un inutile accessorio della casa, dove ci si trasforma in esseri aperitivori e spiluccanti nei bar e nelle case di amici.  Cucinare racchiude in sé molti ambiti antropologici che si amplierebbero a dismisura se approfondissimo anche la parte del consumo dei pasti (singolarmente o convivialmente), ma in questo momento mi interessa in particolare soffermarmi nella parte prettamente creativa dell’attività.

parmigiana prelibata
Sin da bambina sono stata attirata dalla cucina e da tutto quello che la circonda: ingredienti, attrezzi, combinazioni e quant’altro. Mi sono cimentata sin da bambina in realizzazioni complicate (per quell’età) tipo gnocchi, chiacchiere, pizze e calzoni. Ho imparato sperimentando, assecondando il mio gusto e carpendo informazioni tra tante donne incontrate (mamma, sorelle, vicine di casa, amiche, programmi televisivi).

Acquisita  la tecnica di base è cominciata per me la parte più divertente del cucinare, infatti un'altra attività che adoro è dialogare e confrontarmi con amici e avventizi. Il massimo del godimento è riuscire a fare le due cose contemporaneamente. Ricordo quando la mia cucina precedente era solo un angolo cottura in una zona di passaggio: mi ero dilettata a fotografare le innumerevoli persone che avevo visto sedute sui gradini posti a fianco del mio frigorifero. Ricordo profonde e significative chiacchierate, amene risate, confessioni e rivelazioni, affermazioni di sé e impressioni sul mondo, confidenze e lacrime, incontri e scontri. Ricordo i visi di queste persone e ricordo me stessa intenta, nel frattempo, ad impastare deliziosi panzerotti, assemblare succulente paste al forno, inventare nuovi sughi alternativi per pastasciutte innovative…

piatti appetitosi
Con l’avvento della nuova era (ovvero la nascita delle mie figlie) ho sentito la necessità di ampliare lo spazio cucina. Ho immaginato me stessa negli anni, impegnata nella preparazione dei pasti, nell’accompagnare le bimbe nei compiti, nel pasticciare insieme a loro ed ho pensato che forse valeva la pena di sacrificare il “salotto” e realizzare una grossa cucina abitabile, costruire (anche grazie al nostro amato camino) la stanza focolare, dove i Lari e i Penati della casa potessero proteggerci indisturbati, il luogo della famiglia. Anche se ho dovuto rinunciare a un po’ di spazio e ai miei gradini del colloquio sono stata contenta. Effettivamente la cucina è diventato il luogo dell’incontro, del condividere, dell’esserci insieme. Inoltre questo mi ha portato ad allargare ulteriormente i miei orizzonti chiacchiericci: ancor più di prima l’incontro con gli altri e il dialogo si è imbastito con la mia attività culinaria. Ho visto tantissimi amici, gruppi e amati seduti alla mia tavola rotonda (scelta perché siamo Merlino e i cavaleri della tavola rotonda… irrinunciabile), insomma davanti a caffè, orzo, succo di mela, dolcetti, vino, pizze e focacce, crostate e taralli, libri e scartoffie, colori e pennelli, giochi e lana colorata, mi sono vista girare come una trottola, danzare tra le stoviglie, il forno e i fornelli, mentre nella cucina, scaldata dal legno crepitante del camino o arieggiata dal vento del monte Orsa in estate, si è riempita di progetti, di annunci, di liti, di conoscenza, di studio, di lacrime, di risate, di esperienza, di profumo, di amicizia…

Adoro cucinare e credo sia lo spazio/tempo più ricco dove incontrare l’altro, dove innescare, attraverso il dialogo, un vero cambiamento biografico (individuale o dell’altro).

È come se i mille verbi per descrivere le attività della cucina possano essere tranquillamente trasferiti sull’anima delle persone che hanno voglia ed hanno deciso di incontrarsi e darsi reciprocamente qualcosa. Insieme, nella cucina, nel calore e nella trasformazione avviene quindi una nuova creazione: l’arte dell’incontro.


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