...curioso nel mondo!!!


...curioso nel mondo!!!

I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







domenica 3 febbraio 2013

Rimembrare o ricordare? Elucubrazioni della domenica sera...



Recentemente mi sono trovata in un gruppo a disquisire sulle differenze d’essere, del modo d’approccio al mondo, giocando linguisticamente e non solo sulle differenze tra pensare, sentire e volere. Collocando tali “modi” nel corpo abbiamo convenuto che il volere lo possiamo situare nel ventre e negli arti, ponendoci quindi le brame e il movimento nel mondo (con le gambe vado nel mondo e con le braccia lo porto verso di me, inteso naturalmente come esperire). Quindi abbiamo collocato il sentire nella sfera del cuore, ovvero nella zona ritmica del nostro cuore, ponendo particolare attenzione alla percezione del mondo, sottolineando come i nostri sensi (cinque o dodici che se ne voglia accogliere) siano le “porte” attraverso le quali il mondo entra ed esce da noi, sicuramente lasciando un grande segno alle nostre emozioni, impressioni, pulsioni. Infine tutti eravamo d’accordo nel collocare il pensare nella zona della testa. Sebbene il pensare sia assolutamente assoggettato alle impressioni di cui sopra.

In realtà questi concetti sono stati masticati in diversi gruppi allo scopo di comprendere il cosa, il come e anche il perché di un educatore e di come debba comportarsi di fronte a un bambino: rendersi “casto”, ovvero svuotarsi di ogni pre-giudizio e cercare di nutrire l’altro come una giovane pianta, partendo dal basso, affinchè nel fluire della vita il tronco possa rinforzarsi, buttare qualche giovane e timido rametto e pian piano far germogliare foglioline, fiori e frutti… tutto in autonomia, invece che cercare di innestare dall’altro dei rami senza domandarsi se siamo di fronte a un melo o a un pero e soprattutto senza domandarci se quel giovano fusto è in grado di reggere il peso di questi rami appioppati dal nulla. Compito dell’educatore è quindi quello di curare con tanto amore le giovani radici e il fusto esile e flessibile. Come? Attraverso tante esperienze, tante immagini buone e belle, nel gioco, nel respiro, nel contatto, nel suono, nel sole… nel rispetto. Come posso aspettarmi che un bambino riesca a comprendere concetti astratti quando ancora non è matura in lui la capacità di rappresentare? Sarebbe (purtroppo è nel nostro moderno sistema scolastico e non solo) come voler fare la farina dallo stelo della spiga invece che dai suoi chicchi, fare il vino dalla vite invece che dall’uva…

Come dicevo all’inizio, in particolare mi sono soffermata a pensare ad un germoglio nato nell’ultimo gruppo… la distinzione tra ricordare e rimembrare. Dopo l’incontro ho cercato i diversi significati tra vocabolario e internet e mi piace soffermarmi su alcuni pensieri. Da bambina ero un’assidua lettrice di Topolino e mi ricordo che Eta Beta disse al suo amico topo che la vera differenza tra il sogno e il ricordo sta nella condivisione con un’altra persona (immagino che lo abbia detto anche qualcun altro oltre al saggio Eta Beta). Insomma i sogni appartengono esclusivamente alla nostra sfera individuale decontestualizzata nel momento stesso del sogno, invece il ricordo è compenetrato o di altri individui o di spazio/tempo percettivamente determinato. Ho pensato e ripensato e il rimembrare mi sembra che stia un po’ a metà strada tra ricordo e sogno: rimembrare è come un riportare nelle mie rappresentazioni della realtà (ovvero nel pensare e quindi nel condivisibile) le propriocezioni delle mie membra (ovvero del sentire e quindi assolutamente individuale come il sogno), ricordare applica un sistema razionale, sequenziale o meno che sia, rappresenta la realtà in concetti, invece il rimembrare rianima l’esperienza in vissuti (percettivi ed emotivi) ma lo riporta comunque in una mappa concettuale di pensiero, per questo rimembrare risuona tra sogno e veglia, tra me e il mondo, tra corpo e anima.

Mi è piaciuto immensamente arrivare alla mia personalissima conclusione che si possono dimenticare i ricordi ma mai, e dico mai, tralasciare ciò che ci ha compenetrati nelle membra (al di là dell’esserne consapevoli o meno)… mi allenerò d’ora in poi a guardare la mia biografia attraverso il rimembrare piuttosto che il ricordare e ringrazio infinitamente l’occasione offertami da queste persone che, attraverso un lavoro condiviso, portano dentro di me tanta risonanza, desiderio di studiare e, in questo modo, portano quel poco che so dentro le mie membra facendo sì che rimanga mio per sempre. Grazie!

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