Questo
fine settimana, a discapito di ogni ragionevolezza (economica, organizzativa,
materna), mi sono regalata tre ore di nutrimento interiore. Anche se non c’era
Cri, impegnato nel corso a Milano, ho coinvolto la nonna (la mia cara Mami), la
quale ci ha preparato un buon pranzetto (quasi atavico per me nei sapori) e si
è occupata delle creature. Certo noi mamme ci facciamo mille scrupoli a
lasciare i nostri figli ed è stato interessante guardare la micina piccola che
con la mano tesa mi indicava la porta della casa della nonna dicendomi: “vai,
vai da sola, vero? Ciao, ciao lasciaci IN PACE (conclude)”. Ah beh, queste sono
soddisfazioni! Le mie bimbe adorano la nonna Emanuela, sabato c’era anche il
loro amato cuginone e sanno che a casa sua “ci scappano” i famigerati cartoni
animati che loro non guardano quasi mai. Quindi ho infilato le scale insieme a
mia sorella Diana (che ho prontamente coinvolto in questa bella scappatella)
baldanzosa e contenta. Beh non tanto baldanzosa, sabato mi ha attanagliato un
mal di testa feroce per tutto il giorno, mi ha abbandonato (per fortuna) giusto
in quelle poche ore che mi sono dedicata (mi dovrei domandare qualcosa?).
Come
dicevo sono partita felice e in buona compagnia! Siamo arrivate in questo
luogo”strambo”: siamo entrate dentro un cancello di un’enorme segheria ed ho
trovato una specie di “villaggio” dove c’era un negozietto di fiori, diversi
caseggiati di cui non si capiva bene l’attività e questo simpatico portone
decorato (Grazia, la cara amica che mi ha invitato a questo bel corso si
sbracciava accogliente davanti).
Siamo entrate in un meraviglioso “Atelier di
pittura” riscaldato da una gigantesca stufa. C’erano già un po’ di donne sedute
intorno a grossi tavoloni. I materiali erano praticamente pronti: una tavoletta
in legno e/o plexiglass come base dove fissare il foglio con scotch di carta,
un’improvvisata tavolozza per i colori dove erano pronti dei simpatici sbuffi
di colore ad olio in molte sfumature di blu ( da un chiaro azzurro fino ad
arrivare ad un cupo blu notte), un pennello grosso, una pezzuola di cotone, una
minuscola bacinella in vetro per l’olio di semi di lino per stemperare il
colore.
L’Atelier era bellissimo, prima di iniziare il lavoro ho potuto buttare
qualche fugace occhiata alla miriade di materiali sparpagliati ovunque: strette
assi adibite a mensole straripanti di meravigliosi barattoli di ogni forma e
colore contenenti le più svariate pitture, tinture e tempere; grossi cassoni
stracolmi di cartoncini, tele, posters e assi di legno si potevano trovare
addossati in diversi punti delle pareti.
Un muro intero era scaffalato e ricolmo
di libri sul disegno, la pittura, il colore e i viaggi e, qui e là, si potevano
vedere ninnoli e gadget di ogni genere, ricordi di viaggio, giochi di bambini,
rompicapo, statuine in legno raffiguranti animali. Un altro scaffalone era
ricolmo di vasi di ogni forma e materiale
(vetro, ferro, cestini, vecchie latte) e in ognuna di esse trovavano posto
pennelli di ogni formato, spatole, matite colorate. In altri scaffali si
potevano vedere mini cassettiere
contenenti diversi materiali come viti, chiodi, bulloni, staffette e lì vicino
campeggiava un grosso martellone dall’aria pesante. Sui muri si potevano vedere
quadri, poster e raffigurazioni naif, piccole cartoline fatte con materiale
riciclato, molto fantasiose e decisamente particolari.
Mentre facevo questa
breve ricognizione la conduttrice dai profondi occhi azzurri fissava con
intenzione i miei occhi, dandomi qualche indicazione per principianti
sull’utilizzo dei colori ad olio (effettivamente non li avevo mai utilizzati).
Quindi prima di incominciare il lavoro la conduttrice Alessia ha introdotto “il
blu”: ha detto delle cose meravigliose, era musica per le mie orecchie.
L’approccio
sul colore in genere era meraviglioso.
Ci ha spiegato dove incontriamo il blu,
nel cielo terso, come tenebra (lo spazio) illuminato (dal sole, le stelle, la
luna).
È come osservare l’oscuro, il mistero ma irradiato, rischiarato dalla
luce, la tenebra vivificata.
In parallelo il blu corrisponde al colore del
sentimento (del sentire) che ci porta nella nostra interiorità, nella
riflessione di noi come separati dal mondo ma, contemporaneamente, tendiamo a
ricongiungerci ad esso, sempre attraverso il movimento centripeto del blu che
troviamo come una coppa dentro di noi, nelle nostre viscere, pronta ad
accogliere il nostro e l’altrui sentire. Il blu contempla la separazione tra sé
e il divino e, attraverso il nostro anelito al cielo, ci restituisce la nostra
scintilla divina.
Sono
rimasta estasiata ad ascoltare esempi concreti di questa correlazione profonda
tra io e colori e in particolare mi ha colpito riconoscere che quanto più
animali (e piante) sono semplici quanto più il colore è manifestato all’esterno,
viceversa quanto più sono complesse le strutture dell’io tanto più il colore è
rivolto all’interno. I fiori, la farfalla, gli insetti hanno, infatti, colori
sgargianti e man mano sempre meno (i mammiferi hanno manti variopinti ma
inferiore a pappagalli, uccelli e pesci). L’uomo ha una moltitudine di colori
brillanti all’interno: verde della bile, rosso del sangue, blu dei nervi,
bianco delle ossa.. etc) inoltre (questo lo aggiungo io) quante sfumature di
colore hanno i sentimenti umani?
Dopo
questa profondissima riflessione ci siamo compenetrate di blu, siamo diventate
blu e abbiamo lavorato a due piccoli dipinti, cercando di fare esperienza del
colore e non di creare a priori delle forme. È stato molto bello agire il
colore, un po’ come ascoltare una musica. Il colore non è stato come mezzo per
ottenere un risultato, ma proprio come elemento da godere. I dipinti erano
tutti meravigliosi e sono uscita da questo incontro riempita da questa
esperienza. Letizia ha una modalità espressiva e un approccio all’arte davvero
bellissima e la ringrazio infinitamente. Non vedo l’ora di tornare al prossimo
incontro.
madamigella primavera |
Piena,
con i miei disegni, sono tornata dalle mie bimbe… ho fatto appena in tempo a
vederle scappare in un’altra stanza e scorgere i titoli di coda di un cartone
animato che il mio nipotone stava cercando di spegnere senza farsi beccare…
A
Natale al mio bel nipote ho regalato un re dell’inverno in lana cardata per la
sua cameretta e lui mi chiese se poteva avere tutte le stagioni… sabato gli ho
portato madamigella primavera e lui era davvero felice… abbiamo salutato la
Mami, abbiamo guardato un asinello che si strusciava sul muso della sua mamma e
felici siamo andate a casa.
Abbiamo comprato fiori di stagione variopinti,
allestito il nostro tavolino delle stagioni con la tanto attesa primavera e
goduto di ogni minuto di questo fantastico fine settimana.
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