...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







martedì 24 maggio 2016

Dipendenze...


Piccoli passi quotidiani per liberarsi dalla melassa che ci tiene incollati nel nulla.
Ecco quello che giorno dopo giorno vorrei fare, piano, senza clamore, senza eroismo, senza promesse.
Nella nostra stramba società le dipendenze proliferano come funghi in un bosco umido di fine estate. 
E' interessante osservare le lotte e le campagne che privilegiano di combattere ora una dipendenza, piuttosto che un'altra, senza mai soffermarsi a pensare qual è il vero concetto di dipendenza e considerarla come un sintomo di qualche cosa d'altro.
Per spiegarmi cercherò di fare degli esempi, perchè credo che questo sia un tema molto interessante di questi tempi.
Parliamo delle sigarette: mai campagna fu più stupida e ipocrita. Non esprimo questo parere (sicuramente di parte) perchè sono una fumatrice (haimè), ma perchè trovo insensato accanirsi sulla punta di un iceberg, ritenendo il fumo la causa di un milione di mali e nel contempo, coloro che attuano le campagne antifumo, detengono il monopolio di vendita della stessa "mercanzia" (non sia mai che qualcun'altro avveleni i propri cittadini). Inoltre ci si accanisce con turpi foto disgustose, frasi sibilline e auguri di morte e malattia. E se si facesse una campagna positiva? Sulla qualità del respiro per dirne una? 
Non voglio dire che il fumo non faccia male, sto dicendo che è una dipendenza e come tale va trattata, ovvero trovando la compensazione che riempie, non facendo terrorismo spiccio (e ripeto per poi vendermi caro e salato il materiale incriminato)... 
Ma andiamo avanti, perchè non voglio soffermarmi sulle sigarette o il "fumare" in genere, perchè già vedo le schiere (beh insomma le persone che si schierano) chi a favore chi contro il famigerato fumo (passivo, sigarette, sigari, canne o sigarette elettroniche che dir si voglia). 

Parliamo della televisione anche: c'è chi la guarda tutti i giorni, chi la tiene accesa per "compagnia", chi ha degli appuntamenti fissi ai quali non vuole rinunciare (ed è disposto a carte false, mentire agli amici, cambiare date di compleanno pur di non perdere il programma preferito)... questa non è dipendenza? Oggi è possibile procrastinarla un pochino (ho registrato il programma, con internet la guardo in streaming, sky ripete 24h al giorno, etc) ma sempre dipendenza è...

Oppure cosa possiamo dire sui prodotti a base di paracetamolo (che non so quanti sanno che hanno effetto sul sistema nervoso centrale e quindi sono a tutti gli effetti delle droghe)? Conosco persone che utilizzano bustine e pastigliette quotidianamente, per tutti i dolori e dolorini, per la fiacchezza, per la stanchezza... ma come fanno a sapere come si sentono quando stanno bene?

I runner sono i più sfegatati dipendenti mai visti: chi comincia a correre (e questo vale un pò per tutti gli sport), non riesce più a farne a meno, quella scarica ormonale data dal sovraffaticamento diventa una droga irrinunciabile e, mascherandosi dietro il velo del movimento che è salute, anche costoro, sono succubi di una dipendenza, senza tener conto che di solito i super sportivi sono anche spesso infortunati e pur di continuare nel loro delirio di dipendenza abusano del paracetamolo (vedi sopra).

E non abbiamo finito, ci sono i videogiochi, i social network, i telefonini, le chat, lo shopping compulsivo, le diete, le mode, i telefilm, i libri, il cibo, il sesso, il lavoro... insomma tutto ciò che è smodato e, soprattutto, fuori dal nostro controllo.

Il senso di questo mio post non è di svelare nulla, ne di difendere le sigarette, ne di bandire ogni vizio dalla faccia della terra, quello su cui vorrei soffermarmi è sul concetto di per sè e pormi una semplice domanda: perchè siamo così dipendenti? 
La dipendenza parte dal presupposto che non si possa scegliere, questo è il fatto strano. Siamo in una società dove il pensiero è (teoricamente) libero, dove non esistono più schiavi e padroni, dove (volendo) potremmo scegliere di percorrere qualunque via... eppure ci schiavizziamo da soli in tutte quelle gabbie di cui sopra.
Verrebbe da dire che l'uomo, alla fin fine, è un essere che ha bisogno di essere regolato da altri? Che vive più serenamente in schiavitù?
No, non credo che sia così, credo semplicemente che l'uomo, potendo porsi delle domande di senso sulla propria provenienza, sul perchè della vita, sul significato dell'esistere, maturi dentro di sè un grande senso di vuoto, come una mancanza, come un'angoscia di morte... 
e la si riempie di tutto quello che si riesce a trovare (e il sistema economico ci offre pronto ogni opportunità e modello possibile).

Un bambino dipende dai suoi genitori ed è giusto così, perchè possa essere accompagnato ad essere un individuo (domani) capace di scegliere... cosa ci blocca davvero? la mancanza di fede e fiducia? la paura di morire? la paura di soffrire o di sbagliare? 
O forse ci vogliono forze di volontà (fatica) e forze del cuore (coraggio) per governare un pensiero lucido, cosciente e presente.
E allora come dicevo all'inizio sono piccoli passi da fare, quotidiani, costanti, sentiti.
E' inutile che mi pongo in un braccio di ferro e  impongo  me stesso nella rinuncia, se non riempio il mio vuoto interiore, lo riempirò con un'altra dipendenza e, soprattutto se fallirò nelle mie rinunce, nutrirò a dismisura il mio vuoto, grazie ai sensi di colpa, al senso di inettitudine e fallimento.

Piccoli passi ogni giorno, cominciare almeno a fare caso a quali e quante dipendenze abbiamo, guardarle onestamente e cercare di sfuggirle talvolta, magari impiegando il medesimo tempo in qualcosa di più nutriente per me e per il mondo stesso. Guardarmi e accogliermi nella mia debolezza, invece di condannarmi e rendere, così, sempre più pasciuto il mio personale demone della dipendenza. Proprio così perchè la dipendenza è un demone divoratore che ingigantisce autodivorandosi e sbranando il nostro mondo intorno.
Qualunque sia la dipendenza, perchè se non possiamo scegliere saremo sempre ferali e mai coscienti e mai capaci di vero sacrificio nelle scelte d'amore (per i nostri figli, la terra, gli amici, i compagni ... ).

Sono una fumatrice, riconosco una grande (grandissima) dipendenza e riconosco che per me è una lotta troppo grande, posso però cominciare da cose più semplici (per me), giocare meno al computer ad esempio, mangiare meno focacce e pizze (che mi gonfiano come un pallone), guardare meno il cellulare nelle code in macchina e ricominciare a guardare il cielo, smetterla di parlare e ascoltare di più (e si anche parlare è una forma di dipendenza)... e laddove non riesco, non biasimarmi, ma almeno vedermi... è già un inizio, sono già verso un cammino di libertà interiore... 
e questo è il vero e unico (per me) passo verso l'emancipazione dalle dipendenze.

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