...curioso nel mondo!!!


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I gatti sono curiosi, sornioni, saggi e liberi.



La ricerca continua del filo conduttore del significante

mi porta ad infilare i baffoni in molti luoghi interessanti...







venerdì 13 maggio 2016

Il primo settennio di sviluppo

Maggio inoltrato, giorni spessi e richiedenti. 
La mia piccolina domani compie sette anni. Momento biografico fondamentale: esce dal primo settennio di vita e timidamente comincerà a muovere i primi passi in una nuova fase di vita.
Secondo la pedagogia steineriana, basato su precisi studi antropologici (in particolare delle fasi di sviluppo), la crescita e il completamento dell'individualità umana, avvengono nell'arco di tre settenni, da 0 a 21 anni.
Il primo settennio, fondamentale e delicatissimo, pone le basi sostanziali e significanti della futura vita di ognuno. 
bambino conquista la sua appartenenza alla specie nei primi tre anni, acquisendo le capacità peculiari dell'essere uomo che sono : ergersi in piedi e camminare, parlare e infine pensare (e solo alla fine di questo processo il bambino può dire io a se stesso).
Inoltre questo è il periodo dell'imitazione (di adulti sensati) e dello sviluppo di importanti sensi: il senso del tatto, dell'equilibrio, del movimento e della vita. Tali sensi danno informazioni sostanziali sulla propria interiorità e il proprio sè in relazione al mondo.
Inoltre, il primo settennio è quello dove il bambino completa la costituzione (letteralmente) degli organi interni. Per farmi meglio capire, gli organi (cervello compreso) non sono solo più piccoli, ma devono completarsi, finire di costruirsi nelle proprie specifiche funzioni.
Insomma in questi primi sette anni accadono "cose" straordinarie e il piccino ha bisogno di ancorarsi fortemente al sostegno di qualcuno... e questo "qualcuno" è la mamma. 
I bimbi necessitano di usufruire delle forze vitali materne, di affidarsi alla saggezza eterica e di cura della madre, per poter "abitare" al meglio (come un guanto si potrebbe dire) la propria corporeità.
Beh... impegnativo direi. 
Essere madre presuppone una presenza, una dedizione, un sentire, un prevenire, un accogliere, un contenere, un aspettare, un ascoltare, un abbracciare (insomma un amare) totalizzanti.
Non da intendersi come una presenza fisica continua e completa, piuttosto uno stato d'essere, la madre porta (o dovrebbe essere così) SEMPRE nel cuore il proprio bimbo, anche quando è a chilometri di distanza. 
Ricordo che quando la mia piccolina, nei primi sei mesi di vita, ebbe la bronchiolite (famigerata), il mio pediatra (antroposofo) mi spiegò che era fondamentale che io respirassi al posto della bimba e ricordo ancora, quando entrambe ebbero la pertosse e sembrava dovessero morire soffocate (le mamme che hanno assistito un bimbo con la pertosse SANNO di cosa parlo), insomma lì mi ricordai delle sagge parole del dottore e fu strabiliante riconoscere che erano vere: quanto più io mi agitavo, quanto più le bimbe faticavano a respirare; mentre quando riuscivo a concentrarmi (calma) e me le stringevo al petto e lentamente e profondamente respiravo, magicamente la tosse si calmava.
Il primo settennio del bambino richiede immense forze ed energie eteriche per la mamma, richiede presenza intenzionale oltre che amore. 
E non è semplice! 
E questo le mamme lo sanno bene, perchè lo fanno con naturalezza (quasi sempre) e sanno anche che quando i bimbi compiono sette anni, scatta un click e loro diventano improvvisamente più autonomi, quasi più distanti. AH! 
Se da una parte si può tirare un bel sospiro di sollievo perchè si riconquista sempre più la propria individualità di persona, i propri spazi vitali e di realizzazione e di riflessione, e di approfondimento personale, dall'altra parte ci si trova ad uno dei numerosi lutti da vivere crescendo un pargolo. 
Dal primo istante che vengono al mondo bisogna farsi una ragione che si distaccheranno, che il nostro cuore se ne andrà lontano nel mondo e noi dovremo lasciarlo andare. Ogni scatto di crescita è insieme un'immensa gioia e una sensazione di perdita. Questo vuol dire essere madre: amare con dedizione, disinteressatamente, eternamente, perdutamente...
Ma torniamo alla mia piccolina: domani compie sette anni! 
E' andata a dormire gioiosa, felice, fiera e pronta e lo dice con orgoglio: " domani ho sette anni, anzi già stanotte!" (e questo è un altro segno di maturazione... comprendere che già nella notte cambia il giorno e trasferire l'informazione sulla propria vita significa che le forze cognitive di rappresentazione sono ben mature e pronte, presupposto indispensabile per l'apprendimento scolastico).
Ecco una fase di vita è finita, non la sua, la mia: dopo 10 anni (perchè tutto è cominciato con la prima piccolona ovviamente) torno in possesso del mio campo eterico, sarò in qualche modo più "libera", più forte quasi, perchè le mie bimbe ora hanno bisogno di altro... ed è un bel passaggio piccolina mia, e un pò mi si stringe il cuore, quella mamma del bimbo piccolo sta finendo... è stato un così bel periodo, credo di poter affermare: i migliori anni della nostra vita (per me e Cristian), anni intensi, anni di amore profondo, di intreccio di anime, di cura, amore... AMORE toccato con mano, nelle notti insonni, nei piccoli e grandi dolori, nelle scoperte, nelle sorprese, nelle conquiste, nelle angosce e nelle paure, nelle pappe, nei passi e nelle regressioni, nelle crune d'ago e negli arcobaleni magici, nelle risate, nelle coccole, nel solletico, nel lettone, nelle corse, nelle storie, nelle fiabe, nei giochi, nei sogni, nella natura, negli amichetti... grazie bimbe mie... 
e adesso, tutti insieme, godiamoci il secondo settennio di entrambi i miei cuori che vagano nel mondo... figlie mie!

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